HARDWARE & SOFTWARE
DEI SISTEMI PERSONALI
La trasmissiotne dati
pumò sTobire alteraziozni
a causa di interfersenze
dovute al cadttivo funziona-
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Indice degli inserzionisti 6
I kit di MC 6
Editoriale Cutta Cavat lapidem
di Paolo Nati 8
Posta 12
News M
Stampa estera M
Ubri 40
Informatica & Parlamento - di Elvezia Pelrozzi
Proposte di legge sulla tutela giurìdica del software 42
Telematica - MC-Link 2.0
di Corrado Ciustozzi 44
Telematica - Personal Modem WD 230
di Corrado Ciustozzi ^
Anteprima: IBM Ventiquattrore
di Marco Marinacci 48
Prova: Pramework II
di Francesco Petroni 50
Prova: Atari 1040 ST
di Andrea de Prisco 56
Prova: PC bit at
di Corrado Ciustozzi W
Prova: RoboCAD-PC
di Massimo Trvsceili 74
Playworid - di Francesco Carlà
Carne - Curiosità - Adventure • News 82
IntelliCIOCHI - di Corrado Ciustozzi
L'arte della deduziorte M
IntelliCIOCHI - di CIvezio Petrozzi
Halma, un'impegnativa migrazione di pedine 94
AMIChevole - A proposito di Amiga...
di Andrea de Prisco M
AMIChevole - Devices and Logicai Devices
di Afìdrea de Prisco 99
MCmIcrocompiiter n. 59 (numerazione editoriale)
fMa&i59
gennaio 1987
Mac Corner • di Raffaello De Masi
Overvue 2.0 - Screen Saver Instali
102
GII Spreadsheet ■ di Francesco Petroni
Problematiche di controllo dei dati
110
Grafica • di Francesco Petroni
Rotazione attorno ad un asse
115
Appunti di informatica - di Andrea de Prisco
Teoria di computabilità: algoritmi e macchine di Turinq
120
Irìtelligenza artificiale - di Raffadio De Masi
I linguaggi d'elezione delCA.I.: Il Usp (6)
124
Algoritmi - di Raffaello De Masi
Un po' di statistica e di calcolo finanziario
128
Assembler 8086/8088 - di Beriuigi Panami
Il set di istruzioni
131
Byte nell'etere - a cura di Fabio Marzocca
TRX-MEN (C-64)
136
1 28 da zero • di Andrea de PriKO
Video Display Controller 8563
140
Mister MSX • a cura di Maurizio Mauri
1 componenti di ingresso/uscita - di' 5. eD. Neddi
144
1 trucchi dell'MS-OOS - di Pierluigi Panunzi
Comandi generici e di utilità
150
Software Apple - a cura di Valter Di Dio
Generatore di testo DHCR - Screen Save & Restore - Mouse facile
156
Software C-128 - a cura di Tommaso Pantuso
Grafici 3D • Supermon 1 28
158
Software C-64 - a cura di Tommaso Pantuso
Music 64 - String Search
162
Software MSX - a cura di Frarxesco Ragusa
Talk
166
Software di MC • disponibile su cassetta o minlfbppy
169
Guidacomputer
170
Micromarket-micromecting
184
Microtrade
192
Moduli per abbonamenti - arretrati • annunci
193
gennaio 1987
APPLE-mìnus
le minuscole
per Apple II
M/1: Eprom programmata per Apple II delle nuo-
ve serie (rev. 7 e successive) L. 30.000
M/2; Eprom programmata per Apple II delle serie
precedenti la 7 + circuito stampato + 2
zoccoli 24 pin + 1 zoccolo 16 pin
L. 40.000
M/3: come il kit M/2, basetta montata e collau-
data L. 55.000
Descrizione: MC n. 3-4-S-7
TAVOLETTA GRAFICA
per Apple II
Si collega allo zoccolo del paddle dell'Apple 11 e
consente di disegnare sullo schermo in alta risolu-
zione. È fornita montata, calibrata e collaudata; è
compreso il piano di lavoro con il menu su foglio
di cartoncino plastificato e un minifloppy con tut-
to il software, sia in Applesoft sia compilato.
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Descrizione: MC n. 8 - 9 - 10 - 11 - 13
EPROM
per Commodore MPS-801
set di caratteri con discendenti
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pante Commodore MPS-801 per migliorare la leg-
gibilità della scrittura. L. 40.000
Descrizione: MC n. 41
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Il pagamento può essere effettuato tramite conto cor-
rente postale n. 14414007 intestato a Technimedia
s.r.l.. o vaglia postale, o tramite assegno di c/c bancario
o circolare intestato a Technimedia s.r.l.
N.B. Specificare nell'ordine (indicando il numero di par-
tita IVAI se si desidera ricevere la fattura.
INDICE DEGLI INSERZIONISTI
191 Algobii - C.so Genova 7 - 20123 Milano
71 Ampcx luliana - Via Riccardo Gigante 4
00143 Roma
80/81/83 Apple - Via Rivoltana 8 - 20090 Sagrate (MI)
19) Armonia • V.le Carducci S
3i0l5 Conegliano Veneto (TV)
108/109 Asem - Zona Artigianale
33030 Santo Stefano Buia (UD)
31/33/35/ Bit Computers • Via Carlo Perriet 4 • 00157 Roma
37/39
185 Bit Shop CoDipulers - Vìa Valeggìo S - 35100 Padova
43 Cifco - Via Roggiuzzole 1 - 33170 Pordenone
36 Calomino Software - Via Libertà tO
87020 Cetraro Mar. (CS)
III cop. C.B.S, Control Byte System - Via Comelico 3
20153 Milano
126/127 Coflipulerliae - Via U. Comandìnì 49 ■ 00173 Roma
93 Data Ba.te - V.le Legioni Romane 5 - 20147 Milano
19 Data Miti • V.le Restelli 3/7 - 20124 Milano
Il cop./3 Dalalec - Via M. Boldelli 27/29 ■ 00162 Roma
64/65/72/73 Oisilaco • Via Poggio Molano 34/C - 00199 Roma
79 EDIA Borland - V.le Cirene 1 1 ■ 20135 Milano
10/11 Electronic Devices - Via Ubaldo Comandini 49
00173 Roma
138 Elsico • Via Cavour 351 - Cislago (VA)
15 Enel - Via G.B. Martini 3 - 00198 Roma
89 ETP - Vìa del Macao 4 - 00185 Roma
36 Faalaaofi • C.P. 21 - 57100 Livorno
187 General Computerà - Calala San Marco 13
80133 Napoli
16/29 Gruppo Editoriale Jackson - Via Rosellini 12
20124 Milano
28 HEX Electronic - V.le Edoardo Jenner 16 - 20159 Milano
21 Inierdali Siatemi - Via Attilio Ambrosini 72
00147 Roma
147/149/15) La Casa del Computer - Via della Misericordia 84
56025 Poniedera (PI)
30/32/34 Kyber Calcolatori - Via L. Ariosto 18 - 51 100 Pistoia
26 Memor Informatica • Vìa Togliatti 4
00680 Perignano (PI)
41 Micromatica - Via Carlo Perrier 4 - 00157 Roma
119 Microsoft - Vìa Michelangelo I
20093 Cotogno Monzese (MI)
183 Microstar - Via Aldo Manuzio 15 - 20124 Milano
23/25/27 Microtek lulia - Via L. Settembrini 28 - 00I9S Roma
26 Microweb • 9 Lane 146 sec. I
Ta-Tung RD Hsichìh Taipei Hsien-Taiwan R.O.C.
107 M.P.M. - Vìa Casorati 12 • 42100 Reggio Emilia
139 Nhva Hard e Soft - Via B. Buozzi 94
20099 Sesto San Giovanni (MI)
188 Nuova Newel Elettronica - Via Mac Mahon 75
20155 Milano
135 PC Maini - Via Bertoloni 26 - 00197 Roma
192 Porla Portese - Via di Porta Maggiore 95
00185 Roma
14 Saawel • PO-Boz 7-586 Taipei Taiwan R.O.C.
190 se CoRipulers - Via S. Martino 2/b
40024 Castel San Pietro T. (BO)
9 Soflcoa - Pza del Monastero 17 - lOlOO Torino
17 SVPT - Via Val CrisUllina 3 - 00141 Roma
IV cop. Telcom • Via M. Civìtali 75 - 20148 Milano
130 Tiber - Via Madonna del Riposo 127 . 00165 Roma
154 UllliBobyte Editrice - Via Aldo Manuzio 15
20124 Milano
■8 Tnmer - C.so S. Martino 0/h - I0I22 Torino
114 Xebec • L.go Tevere Raminio 66 - 00196 Roma
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
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Gutta
cavat lapìdem
Un gemile lettore veronese, tra mille complimenti per l'impostazione generale
della rivista e la qualità delle varie rubriche o sezioni che la compongono,
scrive: eli solo Editoriale di Paolo Nuti (mi perdoni) comincia a stufarmi: è
daH'inizio di questo anno (l‘86, n.d.r.) che paria sempre dello stesso
argomento. Posso capire che rispetto ad altri Paesi l'Italia sia indietro nel
campo della telematica e questo è senz'altro dovuto all'uso sbagliato che si fa
delle linee di trasmissione dati (leggi: monopolio, fuorilegge negli USA), ma si
pensi anche che i nostri governanti (o meglio, politicanti) hanno problemi più
importanti da risolvere, ora come ora. Diamo tempo al tempo. C'è solo da
sperare che questi Editoriali vengano letti mensilmente anche da chi-di-dovere.
e queste persone si annoino al punto da fare qualcosa».
Ebbene si. caro signor Rasi: so per certo che i modesti parti della mia tastiera
vengono letti anche «da chi-di-dovere». Il che naturalmente non significa che
l'imminente liberalizzazione (o deregolamentazione) del modem trae origine
esclusivamente dalla «noia» indotta dalla nostra campagna: se la SIP sta per
(come diciamo a Roma) «ammollare l'osso», è essenzialmente per due motivi
di ordine pratico: prima di tutta, non essendo più in grado di fronteggiare
l'ondata di richieste di installazioni, subisce, come abbiamo documentalo, delle
perdite di traffico che evidentemente non ha interesse a subire: in secondo
luogo è stata chiamata dal Parlamento Europeo a rispondere di pratiche
monopolistiche in violazione dei Trattati di Roma.
Ciò non di meno la campagna che da circa un anno svolgiamo attraverso MC
(e. aggiungerei, attraverso la sperimentazione di MC-link) ha certamente
smosso le acque in ambiente parlamentare e governativo. Attenzione: già in
altre occasioni fe mi riferisco alla triste vicenda del 16% che tre anni orsono
paralizzò il mercato dell'alta fedeltà) ci siamo resi conto che il Palazzo è assai
più sensibile di quanto, qualunquisticamente, non si sia portati a credere.
Circa il fallo che i nostri governanti hanno problemi ben più gravi da risolvere,
ci andrei piano: l'impatto della telematica sul piano non solo culturale, ma
anche sociale, è. o sarà, talmente ampio e profondo da costituire già ora un
problema politico di interesse primario. La rivoluzione dell'informazione
generata e distribuita dagli stessi fruitori e non più solo ed esclusivamente dai
centri ad essa preposti (televisione, giomaii, riviste) ribalta i tradizionali
meccanismi informativi oligocentrici; e questo, ovviamente, è un fenomeno cui
il mondo politico è vivamente interessato.
Non a caso, io credo, la politica tariffaria adottata in Italia (ed in gran parte
dell'Europa) per l'utilizzazione della rete a pacchetto è tale da comportare un
costo della «carta bianca elettronica» pari a circa quattro volte quello della
carta elettronica stampata da stato, parastato o partecipazioni statali. Se la
liberalizzazione del modem è ormai a portata di mano, quello
dell'abbattimento delle tariffe telematiche è un tema sul quale dobbiamo
continuare a batterci con tutte le nostre forze, anche a costo di essere noiosi e
ripetitivi. Gutta cavai lapidem. la goccia scava la pietra.
Paolo Nuti
Anoo VII - numero 59
genoiio 1987
L. 5.000
Direttore:
Paolo Nuti
Condirettore:
Marco Marìnacci
Ricerca e sviluppo:
Bo Amklil
Collaboratori:
Massimo Truscelli,
Maurizio Bergami.
Francesco Carlà, Rairaello
De Masi, Andrea de Prisco,
Valter Di Dio, Corrado
Giuscozzi, David laschi,
Fabio Marzocca. Maurizio
Mauri. Tommaso Pantuso,
Pierluigi Panunzi, Francesco
Petroni, Elvezio Pelrozzi,
Francesco Ragusa, Manlio
Severi, Pietro Tasso.
Segreteria di redazione:
Paola Pujia (responsabile),
Giovanna Molinari
Roberto Rubino
Grafica e impaginazione:
Roberto e Adriana
Saltarelli
Grafica copertina:
Paola Filoni
Fotografia:
Dario Tassa
Amministrazione:
Maurizio Ramaglia
(responsabile)
Anna Rita Fratini,
Kna Salvatore
Abbonamenti ed arretrati:
Matteo Piemontese
Direttore Responsabile;
Marco Marìnacci
MCmiaocorapuler e una
pubbilcozione le^mmedia.
Via Carlo Pmicr 9, 00157 Roma.
Tel. 06/45!393l - 4515524
MC-Uflk:
06/4510211, 300 baud, 8/N/l
C C^yn^l Technimedia s.r.:
Pubblicità;
Technimedia,
Via Carlo Perrier 9,
00157 Roma.
Tel. 06/4513931 -4515524
Cesare Veneziani
(responsabile),
Maurizio Zinelli
segreteria; Gina Principi
llaIia^L^a«ÓVE'rópa°e‘paeii del
Grafìebe P.F.G.. Traspontìna
46/48 - 00040 Ariccia (Roma)
pendenza I Ib - Tel. 4940S4I.
1987 - Anno VM
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— RAM da 640 kByta a 4.5 MByte
— Controller per 2 Driver da 1,2 MByte o 360 kByte e
2 Hard disk da 20 MByte a 40 MByte
— 1 o 2 Hard disk 20/40 MByte
— 1 0 2 Disk Driver 1,2 MByte o 360 kByte
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(quindi anche multiutente)
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mediante switch esterno)
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ON-BOARD espandibili a 1024 mediante pon-
ticello rimovibile
— Scheda video monochrome grafica alta riso-
luzione con uscita per stampante parallela
— Tastiera 83 tasti 3 LEO indicazione stato
— 1 Driver slim 1,2 MByte formattati
— Controllore per due Hard disk e due Driver da
1,2 MByte
— 1 Hard disk Winchester da 20 MByte
Niente Eprom per la MPS 803
Sono possessore di una stampante MPS
803 della Commodore e mi rivolgo a voi per
chiedere ulteriori informazioni sulla EPROM
presentata sul numero 41 di MC, che per-
mette di ndefìnire I caratteri della MPS 801.
In particolare, vorrei sapere se gli stessi
effetti che si hanno sulla MPS BOI si hanno
anche sulla MPS 803. e se. per la sostituzio-
ne della EPROM, bisogna attenersi alle
stesse indicazioni date per la MPS80I.
Sicuro di una vostra sollecita risposta,
porgo i miei complimenti per la rivista MC e
invio i miei più distinti saluti.
Salvatore Palmisano. Termini Imerese fPA)
Niente da fare. La MPS 803 è compieta-
mente diversa dalla 801 ed è. oltretutto, or-
ganizzata In modo da non permettere un fa-
cile adattamento del kit da noi realizzato.
Sarebbe probabilmente possibile fare qual-
cosa, ma bisognerebbe ricominciare da ca-
po e non sarebbe semplice come nel caso
della 801. In più. c'è da considerare che
mentre i caratteri della 801 sono... tragica-
mente brutti, quelli della 803 si possono
considerare almeno presentabili, e non cre-
diamo varrebbe la pena imbarcarsi In una
grossa impresa per un miglioramento che,
per forza di cose, non potrebbe essere che
limitato.
A proposito di IBM
Ventiquattrore...
...mi sono reso conto adesso di non
aver menzionato. neirAnleprìma a pa-
gina 48 (sulla quale è ormai lardi per in-
tervenire), la presenza della «memoria
continua». Ovvero, in qualunque mo-
mento si spenga la macchina la si ritro-
va, alla successiva rìaccensione, esatta-
mente nello stato in cui era al momento
dello spegnimento. Quindi nella RAM
rimangono sia il programma, sìa ì dati
che eventualmente vi fossero contenuti.
Se il programma non accede al disco si
può continuare quindi tranquillamente
ad utilizzarlo; il sistema segnala errore
nel momento in cui si tenta di accedere
alia memoria di massa non presente. At-
tenzione, a quei punto; ia segnalazione
è la «Abort, Retrv Ignote'?» classica del-
l'MS-DOS quando non c'è il dischetto,
e a quel punto avete perso tutto perchè
poi vi ritrovate in un ambiente MS-
DOS. fuori della vostra applicazione.
Sarebbe valsa la pena, visto che era sta-
to Fatto trenta, fare trentuno preveden-
do una segnalazione apposita per que-
sto tipo di errore (che potrebbe essere
frequente, proprio per la presenza della
memoria continua), possibilmente me-
no... traumatica.
r non invifft^ fiwcoMlii^
1 rtópo- 1
1 casi del lutto I
stóprtvate:per«demo^^
I Lettori dldOQSOdude^^^ 1
l BpondenzaeaUel^re i
I generalediamo^iwa^ gunaconal- 1
I ^amo.oomunjVJ^^^’^rtUclie, P«r I
I aerazione caso 1 Lettori a acri- I
Contenti, pirati?
Dear Mr Carià:
thankyou verymuch for your lelter of Oc-
tober 9, 1986 reguestmg Information on our
software.
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USA
Traduco riassumendo; Caro Carià. grazie
per la tua lettera in cui ci chiedi informazioni
sul nostro software. A causa dell'eccessiva
presenza di pirateria sul mercato italiano,
siamo spiacenti di non poterti inviare le in-
formazioni richieste, essendo la nostra poli-
tica quella di non Inviare in Italia it nostro
software di simulazione. Ci dispiace di do-
ver declinare la tua offerta, ma ti ringrazia-
mo per l'interesse.
Ecco qua. Contenti pirati? A tutto c'è un
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pubblicato su
MCmicrocomputet
n meglio del SOFTWARE di MCm-
crocomputer è una raccolta dei mi-
gliori programmi pubblicati su
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ogni confezione comprende tre di-
schetti, una scatolina e un manualet-
to.
I tre mìnifloppy sono ODP a doppia
faccia e doppia densità, quindi pos-
sono essere utilizzati (eventualmen-
te riformattandoli) con il vostro per-
sonal qualunque esso sia (se, ovvia-
mente usa minifloppy da 5 pollici e
1/4). É chiaro che i programmi per
Apple n vengono letti solo da questo
tipo di macchina (e compatibili), e lo
stesso vale per i due dischetti di pro-
grammi per il Commodore64.
Ciascun programma è stato pub-
blicato su MCmicrocomputer, e
quindi descritto in maniera sufficien-
temente ampia in quell'occasione.
Sui dischetti è stato comunque inclu-
so un file di help, che contiene le in-
formazioni fondamentali per l'uso.
Istruzioni più ampie si trovano nel
raanualetto che fa parte delia confe-
zione; specie per i programmi più
complessi ai quali si è interessati, in
ogni caso, può essere opportuno mu-
tursi del numero di MCmicrocompu-
ter sul quale è avvenuta la pubblica-
zione (per ogni programma è indica-
to il relativo riferimento).
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WARE pubblicato sa MCmicrocom-
puter in edicola, richiedetelo diret-
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lizzando il tagliando nella pagina qui
a fianco (o una fotocopia, oppure
usate una richiesta su carta qualsia-
si) . La confezione vi sarà tempestiva-
mente spedila, in una confezione suf-
ficientemente robusta, speriamo, da
resistere alle... intemperie postali.
Per chi ha on
Commodore 64 Executive
Se avete un 64 Executive, le cui ROM so-
no diverse e quindi non è totalmente com-
patibile con il 64 normale, potete tranquil-
lamente usare i due dischetti a patto che
non cerchiale di utilizzare il programma
\ÒE34U che viene lanciato automaticamen-
te all’accensione. E sufficiente che richia-
miate i programmi secondo il loro nome,
specificato nella direCTory dei dischi (soli-
to load dollaro e poi Usi). Non dovreste
avere problemi per identificaie i nomi
(Reti Logiche si chiama RETI C*, Cross Re-
ference CR; questi due sono probabilmen-
te i nomi più «strani»). Per quanto riguar-
da ‘riie Dark Wood, dovete rinunciale alla
schermata di presentazione e caricarlo
semplicemente con LOAD «DW». 8. Per
avere gli help caricate il programma
HELP: da questo, però, ricordate di non
cercare di passare al programma MENU.
MCmicrocomputer n. 69 - gennaio 1987
Commodore 64 - (1)
Commodore 64 • (2)
EDITOR
MC.P.A.
HGR PRINT
CATALOGO PARZIALE
MOTOMURO
TRAPPOLA
NUMERI IN LETTERE
BOOMERANG
UTILITY IN LM
heapsort
supervai
attributi video
rilocatore
and e or aritmetico
dump
turbo hgr
FLIB
SCARABEO
MESCOLA
NUMEROLOGIA
PAROLIAMO
VOTERS
THE DARK WOOD
OTHELLO
UTILITY DISK
REFLEX
BEEP
ANTIRESET
FINESIRE
G&G LABEL
SPLIT RAM
LOCATURE
F1/F7
ONE TOUCH
STRISCIA
PJT BASIC
ADP BASIC
SPREADSHEET
GESTIONE BIBLIOTECA
GESTIONE MAGAZZINO
ARCHIVIO PROGRAMMI
RUBRICA
ENALOTTO
RETI LOGICHE
SPEED BASIC
CROSS REFERENCE
SUPERUST
CHECK-SUM
MAXI SCRITTE
MAXI PRINT
a.rn\rA\oppV \
Tutti I programmi sono completi di HELP e istruzioni per Ti
Se II tuo edicolante ne fosse sprovvisto:
Inviatemi n copie di
Il meglio del SOFTWARE pubbllc
al prezzo di L 14.000 cadauna
MCmlcrocomputer
Scelga le seguente lorms di pagamento:
□ allego assegno di c/c intestato a Tectinimedia srl
□ ho effettuato il versamento sul c/c postale n. 14414007
intestato a Technimedia srl
□ ho Inviato la somma a mezzo vaglia postale Intestato a
Technimedia srl - Via Carlo Perrier 9. 00157 Roma
. Città/Prov.:
effettuano spedizioni In contrassegno
PUBRLiCÀfO SU
posta
J
limite, ed In Italia è stato (anzi lo avete) su-
perato. Perché II nostro è diventato II paese
della pirateria industrì^e, anzi industrializza-
ta. Se è sciocco njbare per rubare, per gio-
care ad avere quanti più programmi rubati
possibile senza neanche sapere quali e a
che servono, ma non più dannoso di tanto
finché rimane attività... senza fine di lucro,
forse è meno sciocco ma estremamente più
dannoso fare del furto di programmi un'atti-
vità economica che, ovviamente, può esse-
re anche molto redditizia. Slamo passati da
chi si imbarcava ogni tanto per l'Inghilterra,
da dove tornava con una valigia di software
regolarmente acquistato In un negozio loca-
le per rivendere poi copie e copie ottenute
clandestinamente datl’unlco originale, al
software rubato venduto 'regolarmente»
(ossia con fattura) a negozianti più o meno
ignari della provenienza di quanto acquista-
vano, e alla fine al software rubato distribui-
to (sempre -regolarmente', ma con sempre
più vlrgofettej In edicola. É stato cosi che
un giorno mi sono ritrovato fra le mani,
avendolo acquistato spinto un po' dalla cu-
riosità un po' dal sospetto, nientepopodlme-
no che Jet della Sublogic In versione per
C-64: grazie ad un -professionale- lavoro
era sparita dal dischetto la presentazione
con II nome originale, e ovviamente altret-
tanto era successo, molto più semplice-
mente. per la confezione esterna. E cosi,
quando Carlà ha scritto (come ha fatto e fa
da tempo con Innumerevoli altre case) alta
MlcroProse per chiedere di essere docu-
mentato sulla produzione (secondo voi co-
me si fa a scrivere Playworld, se non si han-
no le informazioni necessarie?) si è visto ri-
spondere -no. perché sei Italiano-. Chi ci ha
rimesso? Lui, noi di Mcmicrocomputer e voi
letton che non avrete notizie sulla produzio-
ne MlcroProse. E che probabilmente non
potrete acquistare quel software, che viste
le premesse é probabile che non venga mal
distribuito da noi. E I danni vanno al di là. Se
la MlcroProse. tanto per usarla come esem-
pio. sviluppa buon software e riesce a ven-
derlo ed a guadagnare, continuerà a svilup-
parne e a guadagnarne, e gli utenti di com-
puter continueranno ad avere nuovi e Inte-
ressanti programmi da utilizzare (dopo aver-
li acquistati...). Se Invece la MlcroProse svi-
luppa buon software ma non riesce a ven-
derlo perché glielo rubano, non guadagnerà
abbastanza soldi per continuare a sviluppa-
re software e smetterà o cambierà attività.
E addio nuovo software da usare con II
proprio personal. Non fa una grinza. Il feno-
meno non è solo Italiano, é vero, ma é altret-
tanto vero purtroppo che rilalla. con II suo
popolo cosi dinamico e industrioso, è uno
dei paesi In cui i ladri sono più dinamici e In-
dustriosi... di tanti primati, proprio questo
dobbiamo avere? Guardate la vignetta, trat-
ta da un numero di PC Wee)( preso al Com-
dex, in novembre; il doganiere americano
chiede se ha qualcosa da dichiarare ad un
turista vestito da pirata, e Imbottito di di-
schetti. Caso strano, sulla borsa del pirata
c'é scritto Alltalla. E l'articolo cui fa da sup-
porto (Protezione della proprietà intellettua-
le) parla del danni recati dalla pirateria stra-
niera alle case di software americane, ripor-
tando I commenti di John F. Akers, -sola-
mente' presidente della IBM: Akers parla di
-bllllons of dollars- persi a causa del tatto
che software protetto da copyright non é
stato adeguatamente protetto dalle organiz-
zazioni estere. E menziona specificamente
l'Italia fra I paesi In cui -copie Illegali di co-
stoso software sono vendute spudorata-
mente- (traduco letteralmente shameles-
slyl). precisando che alcuni fra i peggiori
trasgressori (worst offenderà) sono In Euro-
pa (Francia, Spagna, Portogallo. Italia). C'è
una sola cosa da dire in... difesa del pirati;
perché II software possa essere acquistato
deve esserci qualcuno che lo vende, e In
Italia poche organizzazioni si sono date da
fare per rendere abbastanza facilmente re-
COME TO US FIRST
YOU WON T WANT TO DEAL
WfTH ANYONE ELSE
SANWEL-COMP
ENTERPRISE CO.. LTl).
P.O. BOX 7-586, Taipei. Taiwan, R.O.C.
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TELEX: 14618 SANWEL FAX: (886)-2-5634564
Avviso ai Letton (3)
Niente listati troppo lunghi...
Questo ormai è il terzo numero in cui viene applicata
quella che abbastaiua appropriatamente è stata deno-
minata da alcuni «politica anti-listati».
Ci avete scritto in molti; ohi approvando, chi appro-
vando entusiasticamente, chi disapprovando, chi di-
sapprovzmdo in maniera particolarmente energica.
vorrei ricordare e precisare che non si tratta assolu-
tamente di un'abolizione totale dei listati, ma molto più
semplicemente deU'apertura alla possibilità di dare
spazio anche a programmi la cui lunghezza appare ec-
cessiva per la pubblicazione dell'intero listato sulle pa-
gine della rivista: lo spazio occupato sarebbe troppo e
d'altra parte continuo a ritenere che la copiatura SEN-
ZA ERRORI di listati lunghi qualche metro sia quanto-
meno problematica. Le numerose telefonate in reda-
zione, nel caso di prr^rammi abbastanza lunghi, ne so-
no una prova inequivocabile.
I listati dei programmi di lunghezza. . . ragionevole ri-
mangono: in questo numero manca solo quello di Mu-
sic per Commodore 64, lungo un paio di metri.
I listati non pubblicati possono essere acquistati
presso la redazione direttamente su supporto magneti-
co, o scaricati gratuitamente da MC-Link per chi si oc-
cupa di telematica.
Sembra che la cosa stia funzionando anche se, come
già detto, non mancano le proteste. Continuate a scri-
verci (anche per protestare), è utilissimo.
tn.m.
14
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
L’ENEL, con le decisioni del Consiglio di Amministrazione
del 30 luglio 1986, si è posto all’avanguardia, in ambito
europeo, per quanto concerne il rispetto deli’ambiente, nella
produzione di energia elettrica con centrali termoelettriche
Nelle nuove centrali policombustibili, l’ENEL produrrà
energia elettrica secondo norme che si è autoimposto e
che anticipano le direttive che la CEE, è previsto,
dovrebbe approvare in futuro per le “Centrali pulite”
Anche nelle centrali in fase di conversione (da petroiio a
carbone), si avrà una drastica riduzione delie emissioni
inquinanti che si ridurranno a meno di un terzo rispetto
ai valori che si avevano prima della trasformazione
ENEL
IL SIGNIFICATO DI UNA PRESENZA
MORDI IL FUTURO
BYTES, CORSO AVANZATO
DI CULTURA INFORMATICA
IN EDICOLA ILI FASCICOLO
PRENOTA SUBITO
BYTES
Dada grande sapienza Informatica Jackson
nasce Bytes, il primo, vero corso di cultura
informatica.
Con Bytes avanzi nei linguaggi evoluti: For-
tran, Cobol, Assembler. G Pascal, APL, ADA.
Conosci a fondo le applicazioni: Cad/Cam,
sistemi esperti, informatica musicale, com-
putergrafica. Impari a procedere nella pro-
grammazione e nei sistemi operativi, con
sicurezza. Perché Bytes è una "pagina aper-
ta", chiara, autorevole e completa, per chi
studia, chi insegna, chi lavora.
Bytes: la nuova cultura universale, da oggi
in edicola in 60 fascìcoli settimanali, da rile-
gare in 6 splendidi volumi, che li offrono tutto
il sapere informatico a portata di mano.
Scegli Bytes e sei pronto a mordere il futuro.
Bytes. Nuovo da Jackson.
k GRUPPO EDITORIALE
I JACKSON
peribili i propri prodotti. E un gatto che si
morde la coda, é colpa dei furti o I furti sono
piuttosto una conseguenza della poca repe-
ribilità? Un po' e un po', probabilmente.
Quello che è più urgente ed opportuno lare
è smettere (o far smettere, con opportune
azioni) di pirateggiare In maniera industria-
lizzata. Il pirata -casareccio- non pub fare
più danno di tanto e. qualche volta e... a pic-
cole dosi, può anche far bene. A proposito;
ci sono case che per scoraggiare i furti ven-
dono i propri prodotti a prezzi particolar-
mente contenuti. Il caso più significativo è
quello della Borland, creatrice di prodotti
eccezionali (valga per tutti il TurboPascal)
venduti a due lire, che ha recentemente in-
stallato una propria sede anche in Italia e
mantiene la politica di vendita a prezzi
-stracciati». Speriamo che non debba pen-
tirsi della sua scelta. Anche perché in que-
sto modo potrebbe rappresentare un esem-
pio per altre organizzazioni, provocandone
indirettamente l'insediamento in Italia e si
potrebbe arrivare ad una situazione di una
facile reperibilità di software interessante. In
fin dei conti, spazio per -rubacchiare» potrà
anche continuare ad esserci, nessuna di
queste case si strapperebbe i capelli per -la
copia regalata all'amtco». Il problema è
quando II giro prosegue con -il cliente del-
l'amico..,».
128D e Link 64
Possiedo da qualche mese un Commodo-
re 128D che ha sostituito il glorioso 64 nelle
mie fatiche quotidiane professionali ed hot-
bysttche.
Seguo con interesse da alcuni anni, quasi
tutti gli articoli che hanno per oggetto pro-
grammi e sistemi operativi, rivolgendo, ov-
viamente, la maggior attenzione a quelli ri-
guardanti la macchina che possiedo: devo
congratularmi con la redazione per le scelte
operate e per II taglio dato al materiale offer-
to ai lettori.
Non sono più giovanissimo e. con una
certa difficoltà ho appreso da autodidatta il
Basic, ma non sono andato oltre, per man-
canza di tempo, per una marcata inattitudi-
ne per I linguaggi alternativi, ed anche per
insuperabili ignoranze tecniche.
Ho letto sin dalla prima puntata gli articoli
su MC-Unk e devo confessare che il tenore
degli stessi mi aveva convinto che utilizzato-
ri esclusivi di tale banca dati potessero es-
sere solo I possessori di IBM e compatibili.
Il numero di novembre u.s. di MC mi ha
aperto gii occhi ed ho deciso di scrivervi per
ottenere un chiarimento sui dubbi che anco-
re persistono.
Il programma Link 64 1.2 pubblicato sul
numero 57 di MC, -gira- sul 128D in modo
64? A causa della massiccia presenza di po-
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
APPLICAZIONI
GIÀ PRONTE:
CONDOMINI
STUDIO MEDICO
IMMOBILI
PRIMA NOTA
AGENZIA VIAGGI
MAGAZZINO
Forse non sai che la maggior par-
te del tempo che trascorri nel tuo
ufficio ti serve per spostare e
convertire i dati di cui hai biso-
gno per prendere le decisioni che
contano. Tutto il tempo che ri-
sparmi nella prima fase lo con-
verti immediatamente in fatturato
ed immagine della tua attività. Se
stai pensando di elevare l'effi-
cienza del tuo ufficio, pensa ad
Open Access.
Open Access è l'unico sistema di
gestione del dati che ti permette di
avere sotto controllo diretto l'ar-
chivio. il mailing list. il bilancio, le
telecomunicazioni, gli appunta-
menti e tutto il resto, davanti ai tuoi
occhi, in pochi istanti.
Open Access gira sotto MS-DOS
in configurazione comoda (con
un hard disk), quindi va in tutto
il mondo senza bisogno di assi-
stenze ed interfacce.
Sviluppo e Vendita di Prodotti Tecnologici
V. Val Cristallina. 3 - 00141 Roma • Tei. 06-8278951 (5 linee).
OA I: database relazionale da 32.000
record per file, interrogazione contem-
poranea di più archivi, tabellone
programmabile da 648.000 celle
con consolidazioni illimitate,
WP e gralica d'uso immediato,
pacchetto di comunicazione
multistandard. agenda-calen-
dario. OA II: come OA I,
ma su 2.200.000.000
di record (100 campi)
e con linguaggio di ^
programmazione:
grafici di
superficie. ^
Cognome
posta
ke e peek aU'intemo Pi esso, nutro seri dub-
bi sulla perfetta compatibilità dello stesso
con la macchina che possiedo. Tali dubbi
sono fondali?
Ho letto da qualche parte che sul 1Z8D
possono essere implementate le interfacce
HS 232C (uguale a RS 232?) e Centronics,
in quanto tale macchina ha al suo interno un
integrato del tipo 6551: cosa e come fare
per utilizzare dette interfacce? Disponendo
della RS 232C è possibile utilizzare un mo-
dem standard in alternativa a quello dedica-
to?
I -commodoriant- come comunicano con
MC-Link. con protocollo X-modem o Nib-
bio?
Ritengo che quanto richiesto interessi
una tetta abbastanza ampia di vostri lettori...
Dichiarandomi solidale con la redazione
per -niente listati troppo lunghi-, ringrazio
per l'attenzione e formulo distinti saluti.
Antonio Caridi - Diamante (CS)
Innanzitutto mi scuso con II lettore per
aver sottoposto la sua lettera a notevoli tagli
per esigenze di spazio.
In redazione ci è capitato più volte di ef-
fettuare il trasferimento dei programmi
Commodore nel formato MS-OOS utilizzato
da MC-Link usando ii programma in que-
stione in unione al C-12B senza riscontrare
alcun problema.
Sinceramente non sono a conoscenza di
incompatibilità tra il 126 -normaJe- ed il
128D, ma non ci dovrebbero essere proble-
mi.
Effettivamente è vero che è possibile im-
plementare sia la porta RS 232C che la Cen-
tronics, a dire il vero la prima già esiste ed è
disponibile sulla porta utente, ma, contraria-
mente ad una -vera» RS 232, i cui segnali
logici sono di livello pari a 12 volt, sulla porta
utente del 128 (e del 64) tali valori di tensio-
ne rimangono intorno ai 5 volt. Basta un pic-
colo -artifizio* tecnico che porti l segnali al
livello giusto. Anche per la Centronics è
possibile fruire di tutti i segnaii necessari
prelevandoli sempre dalla porta utente: a tal
proposito già nel numero 33 (settembre
1984) l'argomento è stato affrontato da Leo
Sorge nell’aitlcolo Easy Printer.
Disponendo della interfaccia RS 232, nes-
suno vieta di impiegare anche un modem
senale in alternativa ai modelli -dedicati*
(che comunque nulla hanno da invidiare per
prestazioni ai cosiddetti modem standard),
a patto che si abbia l'adatto software di ge-
L'uttima domanda posta dal nostro lettore
non è sufficientemente chiara, infatti non ho
capito se si riferisce ai trasferimento di pro-
grammi oppure alla comunicazione vera e
propria ed al servizio di posta elettronica of-
ferto da MC-Link.
Nel primo caso possono essere usati in-
differentemente entrambi i protocolli, anche
se in termini di affidabilità e soprattutto ve-
locità di trasferimento è da preferire l'X-mo-
dem; il Nibble è un protocollo espressa-
mente sviluppato dal gruppo di lavoro e
sperimentazione di MC-Link. per la trasmis-
sione di programmi per i Commodore, ma
necessita, perché ii programma possa esse-
re utilizzato dall'utente, di un approprialo
software di decodifica (peraitro presente
nell'area programmi Commodore). Nel se-
condo caso si fa riferimento esclusivamente
al protocollo ASCII per la trasmissione di file
di testo, in proposito tutti I programmi di co-
municazione per I computer Commodore
(Link 64 compreso) sono dotati di un siste-
ma di conversione dei codici di carattere dal
modo Commodore al modo ASCII e vicever-
sa. m.t.
RGB e SCART
È la prima volta che vi scrivo e spero ar-
dentemente che vogliale aiutarmi a risolvere
Il problema ohe mi sta a cuore.
Sono in possesso di un PC IBM compati-
bile con monitor monocromatico e sarei in-
tenzionato ad acquistare la scheda color
grafica con risoluzione 640 x 200. Tale sche-
da ha connettore standard RGB ed uscita
videocomposita.
Vorrei poter collegare a quest'ullima
uscita il video in mio possesso ed in alterna-
tiva aU'uscita RGB. un televisore a colori do-
tata di presa SCART.
Mentre per il primo collegamento dovreb-
be andar bene il cavo che ora collega l'adat-
tatore video a! monitor, non sono riuscito a
trovare da nessuna parte il cavo adatto alla
SCART. Nel caso che quest'ultimo collega-
mento sia fattìbile, vi sarei grato se mi indi-
caste come procedere per autocostruirto.
Credo che la cosa possa essere d'utilità an-
che par altri lettori: in effetti, sono disponi-
bili. sul mercato, cavi di questo tipo per ! più
noti home computer. Saluti carissimi.
Daniele Localelli - Bergamo
In effetti ii collegamento tra l'uscita RGB
di una scheda grafica per IBM (e/o compati-
bili) e la presa SCART di un moderno televi-
sore é cosa possibile e senza dubbio di
grande utilità.
Già qualche monitor adottato da alcuni
computer è provvisto di tale possibilità, ad
esemplo Amiga é collegato al monitor RGB
1801 mediante un cavo che presenta alle
sue estremità i connettori corrispondenti
agli standard in questione. Tipicamente eu-
roconnetlore SCART sul monitor e spinotto
Cannon per l'uscita RGB del computer.
Per realizzare II collegamento basta esse-
re In possesso della piedinatura della presa
SCART e della corrispondente sulla presa
RGB del persona] computer. Qualche metro
di cavo schermato e qualche saldatura ed II
collegamento sarà pronto per essere utiliz-
zato.
Per avere maggiori informazioni sul come
realizzare il collegamento può essere utile
dare un'occhiata alTarticolo sullo standard
SCART pubblicato sul numero 36 (dicembre
1984), ed all'articoio -Commodore 128: pro-
blemi di monitor- apparso sul numero 50
(marzo 1986) di MCmIcrocomputer. ^ j
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
SFIDA È LANCIATA
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Mirano (VE) - Cootradala srl Via Monte Bianco 4, 20032 Monza (MI) - Data Base SpA
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Milano • Digital EgaipmeBi SpA V.le F. Tesò 1 1. 20092 Ciniselìo B. (MI) - Digitrooica
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Reflei In itolioBO
La Edia Borland comunica che dai I
marzo 1987 sarà disponibile l'edizione ita-
liana di Reflex, il programma di gestione
dati in grado di visualizzarli secondo cin-
que diverse modalità (vedi MC no. 51 pag.
24). Questa caratteristica, unita alla possibi-
lità di poter trattare dati provenienti da al-
tri programmi del genere (dBASE, Lotus,
ecc.). permette di poter visualizzare i dati
sotto forme diverse contemporaneamente
su più finestre gestite indipendentemente
una dall'altra,
I possibili modi di visualizzazione sono:
Form View, List View. Graph View, Cross
Tab View e Report View.
II primo modo è quello più indicato per
creare l'archivio dati, il secondo li organiz-
za in forma di elenco, gli altri invece per-
mettono la visualizzazione di grafici (linea-
ri, istogrammi o a torta), delle interrelazio-
ni nascoste Ira i dati, ed infine, la genera-
zione di «report» organizzali secondo le
più sofisticate esigenze.
Reflex è molto facile da usare: i medesi-
mi comandi sono impiegaci in tutti e 5 ì di-
versi modi di visualizzazione e grazie alla
gestione a finestre è possibile vedere con-
temporaneamente diverse «view» senza ne-
cessità di dover passare dall'una all'altra.
Immettendo, o modificando un dato, auto-
maticamente tutte le viste sono aggiornate,
grafici compresi. Sono previsti ordinamenti
secondo diversi campi, ricerche condizio-
nale, logiche. Reflex gestisce fino a 5000 re-
cord per data base, 128 campì per record,
254 caratteri per campo. Alcune funzioni
speciali sono integrate nel software e com-
prendono; valore presente e futuro, am-
mortamenti, minimo, massimo, medie, va-
rianza, deviazione, indici, calcoli trigono-
metrici. operazioni sulle date, operazioni
logiche (if, then, else, case, ecc.).
La configurazione hardware richiesta
comprende PC IBM (o compatibile) con
minimo 384 Kbyte di memoria RAM, MS-
DOS 2.0 0 successivi, floppy disk da 360
Kbyte, scheda grafica a colorì o Hercules.
Per ordini e^etluati entro il 28 febbraio
1987 la Edia Borland offre un prezzo intro-
duttivo di L. 222.000 (IVA del 9%, inclusa).
In seguito il pacchetto costerà L. 324.820,
sempre IVA inclusa.
Atarì passa airotta«o
Dopo la sua prima comparsa ufficiale al-
lo SMAU. dove ha suscitato grande interes-
se esponendo i computer della serie ST, la
Alari si appresta a sviluppare e concretizza-
re una strategia rivolta alla conquista di
nuovi spazi nel mercato informatico. Se-
condo alcune dichiarazioni di Marco Guer-
ra (Amministratore Delegato) e Marco Ve-
ronesi (Direttore Commerciale), oltre che
negli USA, anche in molti paesi europei la
serie di computer ST Acari è ai primi posti
nelle vendite. Il 520 ST ed il 1040 STF. per
la loro tecnologia (entrambi sono basati sul
chip Motorola 68000), per la potenza, la
versatilità e la loro struttura aperta, che la-
scia spazio alla creatività dei programmato-
ri, e quindi allo sviluppo di software, fanno
pensare ad una continua crescita che si svi-
lupperà a ritmi impensati.
Sono già in circolazione oltre 650 pac-
chetti applicativi che coprono le esigenze
più disparate: word processing, data base,
spreadsheet, finanza, gestione, produttività,
comunicazione, emulazione, grafica, musi-
ca, programmazione, utility e giochi. Allo
SMAU 86 hanno suscitato particolare inte-
resse alcuni pacchetti software sviluppati
sfruttando le buone caratteristiche della
gamma ST: Fasicom, un programma di co-
municazione dalle ottime prestazioni:
DBman, un database che utilizza gli stessi
comandi di dBASE 111: Terminal ST, per
l'emulazione di una workstation grafica
versatile ad un costo praticamente irrisorio
e, in particolare, ad elevata compatibilità
con DEC VT 100 e Tektronix 4010.
Apricot Laser
La Ditron Spa, importatore esclusivista
dei prodotti Aprico! annuncia la disponibi-
lità della stampante Aprico! Laser dalle ele-
vate prestazioni in termini di versatilità e
qualità.
Risoluzione di 300 pumi per pollice e ve-
locità di stampa massima di 10 pagine al
minuto con possibilità di alimentazione
della carta automatica o manuale; 50 foni
residenti ed altri definibili dall'utente: 38
tipi di codici a barre; 10 set di caratteri in-
temazionali, tra i quali: USA ASCII, Gran
Bretagna, Germania. Francia, Spagna, Sve-
zia, Italia, Danimarca/Norvegia, sono solo
alcune delle caratteristiche di questa ma-
gnìfica stampante laser a procedimento
elettrofotografico, basata sull'impiego di
un Motorola 68000 con clock ad 8 MHz e
memoria di 1 Mbyte. I formati di carta uti-
lizzabili sono A4, BS, lettera e legale; la du-
rata del toner è tale da permettere 3000 co-
pie con un tempo di riscaldamento minore
di 30 secondi. Le emulazioni consentite so-
no HP LaserJet Plus. Diablo 630, NEC
Spinwriter, Epson FX-80, Qume Sprint 1 1,
IBM Graphics Printer e Line Printer; con
interfaccia RS 232C o Centronics. Tra la
dotazione standard della stampante, ven-
duta al prezzo di listino di Lire 6.9ÓO.OOO
IVA esclusa, è compreso anche il potente
macrolinguaggio di controllo PRESCRI-
BE.
Souad Boord
e porta CentroHÌ(s per il QL
La Nuova Newel di Milano dispone di
un interessante accessorio che non manche-
rà di fare la gioia degli utenti del Sinclair
QL; un generatore sonoro dotalo anche di
interfaccia parallela Centronics.
La QL Sound Board è basata sul genera-
tore sonoro AY-3-8910 della General In-
struments largamente impiegato sulle mac-
chine attualmente più diffuse. Sono possì-
bili 16 livelli di volume o, in alternativa, è
possibile cedere il controllo del volume al
generatore di inviluppi capace di produrre
8 tipi di inviluppo regolabili in durata. L'a-
dozione del chip della General Instruments
offre anche la possibilità dì implementazio-
ne di una porta parallela standard Centro-
nics della cui mancanza il QL risente.
La versatile interfaccia è completata da
software di gestione in LM e rappresenta
una ottima estensione hardware per lo sfor-
tunato QL.
20
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
2400 C * scheda modera sincrona/asincrona
Haycs-SMATRMODEM™ compatibile.
300/600/1200/2400 baud, aucodial, autoanswer
costante, autospeed, CCITT V22A^22bis, BELL
103/1 13/212A, incorpora una porta seriale RS232C.
2400 M • modem sincrono/aslncrono
Haycs-SMARTMODEM™ porapalibile,
30Ó/600/1200/240Ò baud, aùdodial, autoanswer
costante, autosróeed, CCITT V22/V22bis, BELL
103/1 13/212A.
1200 C - scheda modem asincrona
Hayes-SMARTMODEM™ compatìbile. 300/600/1200
baud, autodial, autoanswer costante, autospeed, CCITT
V21/V22, BELL 103/212A, incorpora una porta seriale
RS232C.
1200 M - modem asincrono
Hayes-SMARTMODEM™ compatibile. 300/600/1200
baud, autodial, autoanswer costante, autospeed, CCITT
V21/V22, BELL 103/21 2A.
Disponibilità di modem e modemphone da 300 a I2(X) baud, con auto chiamata/risposta
e modem per VIDEOTEL.
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Telefono
news
Amerìca's Cup e Digital
Proprio in questi giorni si svolgono le re-
gale per la finale della prestigiosa Coppa
America e la Digitai, già ampiamente impe-
gnata nel settore sportivo rinnova la sua sfi-
da tecnologica in un settore all'avanguar-
dia fornendo al consorzio australiano
«Task Force '87», proprietario delle «koka-
burra» (dal nome di un uccello tipico au-
straliano), un MicroVAX II, appositamente
dimensionalo e racchiuso in un cabinet su
misura per le imbarcazioni dallo strano no-
mignolo.
Il consorzio Task Force gareggia in com-
petizione con il Consorzio Bond, proprieta-
rio delle imbarcazioni Australia III e IV.
per difendere il titolo vinto dall'Australia
nel 1983.
I dati registrati in ogni istante dagli ela-
boratori Digital, comprendono velocità e
direzione del vento, velocità delfimbarca-
zione, rilevamento della posizione e della
rotta, angolo di sbandamento, sovraccari-
chi del sartiame, temperatura, ed altre in-
formazioni vincolate, come è ormai tradi-
zione, ad un rigoroso segreto. Quattro ter-
minali impermeabili sono installati sulle
imbarcazioni mentre un VAX/ 1 1-750 siste-
mato a terra elTettua complessi calcoli di
analisi numerica per ottimizzare il rendi-
mento delle imbarcazioni. Sembra che nes-
sun altro concorrente sia equipaggiato con
un sistema di elaborazione cosi sofisticato
e potente: l'undicesimo membra dell'equi-
paggio. normalmente il navigatore, sulle
«kokaburra» è un tecnico addetto all'ela-
boratore che fornisce allo skipper le infor-
mazioni utili per ottimizzare le operazioni
di manovra del 12 metri.
Stampante «3 in one» Toshiba
È stato siglato un accordo commerciale
tra la Data Base SpA e la Toshiba Corpora-
tion per la distribuzione in Italia della fa-
miglia di stampanti Toshiba «3 in one».
Le caratteristiche principali di queste
stampanti sono la testina di stampa a 24
aghi, l'alta velocità (72 cps in Lq e 216 cps
in draft per la P 321 e la P 341. 100 e 288
cps per la P 351 e la P 351 C), 16 font diver-
si di caratteri disponibili su cartuccia oppu-
re su floppy disk da 5,25" con passibilità di
generarne autonomamente con il «Font
Editor». Possibilità di stampa a colori con
l'adozione di un nastro a sette colori sulla
P35IC.
Molto elevala anche la risoluzione grafi-
ca <180 X 180 o ISO X 360 dot per pollice
per tutti i modelli). Sono disponibili nume-
rosi accessori: introduttori per fogli singoli,
automatici □ meccanici.
Nell'accordo di commercializzazione è
prevista l'assistenza da parte della Data Ba-
se su tulio il territorio nazionale sia nel pe-
riodo di garanzia di 6 mesi, sia successiva-
mente con un contratto di assistenza.
DaH'urna al (omputer:
si opre la nuova ero della lOTTOMATICA
In occasione della sua presentazione al
Comitato Ristretto per il Lotto della
Commissione Finanze e Tesoro della Ca-
mera, il progetto Lottomatica è stato illu-
strato anche alia stampa.
Si tratta di una vera e propria rivolu-
zione informatica del popolarissimo gio-
co del Lotto proposta da un consorzio di
aziende formalo da Banca Nazionale del
Lavoro, IBM Italia, ISI lial Sistemi e Se-
lenia, rivoluzione che si richiama alla leg-
ge n. 528 del 2 agosto 1982 suH'automa-
zione del Lotto, non ancora operante per-
ché mancante del regolamento di attua-
li progetto prevede, in luogo dei circa
1.300 antiquati botteghini oggi esistenti,
l'attivazione di migliaia di nuovi punti di
gioco, ciascuno dotalo di un terminale
adibito alla raccolta delle giocate, all'e-
missione delle ricevute ed alla trasmissio-
ne via cavo dei dati, prima verso dei con-
centratori per mezzo di linee commutate
e da qui verso l'elaboratore centrale me-
diante linee dedicale.
Accanto alla soluzione on-line, è previ-
sta anche la possibilità di un funziona-
mento off-line, con produzionedi un sup-
porto magnetico amovibile; l'off-line é
previsto sia per zone di difficile collega-
mento che per casi di gravi guasti telefo-
I terminali di gioco, concepiti per l'uso
da parte di persone prive di esperienza,
accetteranno automaticamente la giocata
per mezzo di schedine precompilaie dai
giocatori, saranno provvisti di una sem-
plice tastiera funzionale, si collegheranno
in maniera automatica con i concentrato-
ri e visualizzeranno su un piccolo scher-
mo tutte le operazioni, compresi i dati
scambiati con il computer centrale, inol-
tre. per il pagamento delle vincite, il ter-
minale sarà in grado di effettuare i neces-
sari controlli di validità, visualizzando
l'importo della vincita e contabilizzando-
lo per una situazione di rendiconto pre-
sentabile a richiesta sul video.
Particolari sistemi di sicurezza verran-
no adottati per evitare qualsiasi tentativo
di frode. NeH'ambìto del progetto la Sele-
nia produrrà i terminali, l'IBM fornirà i
computer centrali, la ISI assicurerà il
software operativo e la BNL gestirà i flus-
si monetari derivanti dal prevedibile in-
cremento del gioco e finanzierà la realiz-
zazione del sistema.
Nel mettere a punto lo studio di fattibi-
lità, il pool di aziende si è valso dei risul-
tati di un'indagine sul gioco e sui giocato-
ri del Lotto affidata al CENSIS.
Da questa indagine emerge che il gio-
catore-tipo è una donna di oltre 35 anni,
di ceto medio, casalinga, che gioca da più
di IO anni e che tenta la fortuna anche in
altri giochi.
Dallo stesso studio si evince anche che
il 72% di quanti non hanno mai giocato al
Lotto si accosterebbe al gioco se «si vin-
cesse di più», «più spesso» e se si giocas-
se «in luoghi più gradevoli».
Quest'ultimo aspetto dovrebbe essere
risolto daU'ormai certa affidazione della
gestione del nuovo Lotto ai Monopoli di
Stato, fatto che comporterebbe la possibi-
lità di giocare in tutte le tabaccherìe del
territorio nazionale che al momento sono
oltre 60.000.
I progetti concorrenti di Lottomatica
sono stati presentati da Olivetti e da Ital-
tel, ma nulla è trapelato su queste due
proposte.
È ipotizzabile che l'Olivetti preveda
una soluzione totalmente off-line, in ana-
logia con quella adottata per il Totocal-
cio. mentre l'iialtel. che presenta come
partner la SIP Mercato, sia orientata ad
una completa copertura on-line.
Un'ultima informazione riguarda i ter-
minali che. come detto verrebbero pro-
dotti dalla Selenia. azienda del gruppo
IRl-STET che si colloca tra i leader mon-
diali della elettronica dei grandi sistemi
civili e per la difesa.
La produzione avverrebbe nel moder-
no stabilimento di Giugliano, situato alla
periferia di Napoli: un legame in più tra
nuove tecnologie e tradizione del gioco.
Ehezio Pelrozzi
22
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
Se il vostro tornitore di PC non ha le giuste periferiche a cui collegarlo,
potete sempre metterlo in contatto con molte altre cose.
Le periferiche garantiscono l'efficienza
del vostro computer.
Per questo occorre sceglierle con cura.
Solo la serietà e l'esperienza di chi è abi-
tuato a risolvere le problematiche delle
diverse realtà professionali,possono darvi
la certezza di risposte appropriate ad
ogni esigenza.
PIU DIUN SEfiVIZIO
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news
Laboratori
dello «Computer GrofUo»
li Laboratorio della Fotografia di Roma
inizia da questo mese un corso di computer
grafica ed audiovisivi, tipicamenle video e
mullivisione.
La presentazione del corso, avvenuta ne-
gli ultimi giorni di dicembre, ha visto la
partecipazione di Rinaldo Funari direttore
deH'Associazìone Italiana Computer Art
«li Pulsante Leggero», alla quale collabo-
rano anche Enrico Coccuccioni, critico
d’arte; Mario Sasso, regista RAI; Giovanni
Blumthaler, direttore artistico della
SBPCGE; Massimo Verni, Maurizio Mala-
bruzzi e Gianni Rufini della società di
Computer Art «Videosintesi».
Tutti i nomi citati sono molto conosciuti
nell’attuale ristretto ambito della computer
grafica italiana per l’aver realizzato clip
con l’ausilio del computer e per essere stati
esponenti in varie rassegne nazionali ed in-
temazionali di opere realizzate al compu-
ter, non ultimi il IV Festival Arte Elettroni-
ca di Camerino, il 3Smo Congresso Inter-
nazionale di Cinematografia Scientifica di
Leningrado ed il V Forum «IMAGINA» di
Montecarlo.
Proprio grazie ai riconoscimenti ricevuti
in occasione di tali manifestazioni, coordi-
neranno le lezioni introduttive riguardanti
le applicazioni in campo artìstico.
Le lezioni teorico-pratiche su microcom-
puter saranno tenute dall’lng. Paolo Fanto-
nì e da Giuseppe Cardinale Cìccotti della
Società Soft Thema Italia.
Tra le finalità del corso è contemplata la
produzione di software «creativo» adatto
alla realizzazione di immagini sintentiche.
che non necessariamente debbano per for-
za essere realizzate su costosi e complessi
sistemi dedicati; in proposito, nella serata
di presentazione dei corso è stato possibile
vedere un filmato della durata di 7 minuti,
intitolalo Bird Land (dal tìtolo dell’oraoni-
mo brano musicale, che nella versione dei
Manhattan Transfer ne era anche la colon-
na sonora), realizzato dal gruppo Videosin-
tesi su uno Spectrum. con risultati sorpren-
denti.
Con questa iniziativa il Laboratorio della
Fotografia inaugura un nuovo assetto che
comprenderà settori che spaziano dall’illu-
strazione al fumetto, alla Computer Grafi-
ca; tutti settori conosciuti dai due coordi-
natori: R. Zanello per l’illustrazione ed il
fumetto: M. Carulli per le nuove lecnolo-
gie.
Interdota modem
La Inlerdata Sistemi srl rende noto che è
disponibile una nuova serie di modem mol-
to versatili.
I nuovi modem, che consentono di effet-
tuare collegamenti in Full Duplex, sia in
bassa velocità (300, 600 baud), sìa ad alla
velocità (1200, 2400 baud), secondo gir
standard CCITT e BELL, hanno la possibi-
lità di essere installati internamente al PC,
tramite una scheda, oppure di essere dispo-
nibili anche in un box esterno.
Tra le caratteristiche di maggior rilievo
la piena compatibilità Kayes Smart, la pos-
sibilità di scegliere fra trasmissione sincro-
na 0 asincrona, rautochiamata, l’autorispo-
sta e la capacità di sellare automaticamente
la velocità in accordo con lo standard del
chiamante, un altoparlante «on board» che
consente di controllare lo stato della lìnea
nelle chiamale.
Nella versione su scheda è presente
un’interfaccia seriale che permette la con-
nessione di altre periferiche al PC quando
il modem non è in funzione.
La Inlerdata Sistemi é in grado di fornire
alcuni pacchetti software per il logìn ed il
collegamento automatico a molte banche
dati.
6RAM 7 Graphi( Music Composer
La Square Software dì Moncalieri (TO)
ha realizzato un package musicale rivolto
agli utilizzatori di strumenti musicali elet-
tronici che adottano lo standard MIDI.
GRAM 7. è questo il nome del programma,
è scritto per essere utilizzato con personal
computer IBM PC oppure Olivetti M24 o
M21 con I drive e memoria RAM di alme-
no 384 Kbyte, dotati di scheda grafica Her-
cules. monitor monocromatico e mouse Lo-
gitech, Summagraphics o Microsofi.
Tutte le operazioni vengono eseguite uti-
lizzando il mouse in un contesto grafico e
con la protezione, sempre attiva, contro
rinserimento involontario di istruzioni non
desiderate.
Ogni operazione effettuata viene rappre-
sentata graficamente per un immediato ri-
scontro ed è possibile anche l’ascolto si-
multaneo di tutte le operazioni di editing.
Il controllo estremamente preciso delle
funzioni permette una elevata facilità di
correzione dei brani musicali e rende possi-
bile il trasferimento sullo spanilo, median-
te una notazione musicale di nuova conce-
zione. anche di caratteristiche particolari
come la dinamica e le più minute variazio-
ni temporali non rappresentabili con la no-
tazione tradizionale.
Tutti i parametri musicali possono essere
controllati direttamente e grazie aH’ìnler-
faccia MIDI in dotazione, la gestione sulle
16 piste di registrazione concernente la loro
connessione sia in registrazione che in
playback o per trasferimenti pista/pista è
notevolmente facilitata. GRAM 7 permette
la memorizzazione di brani musicali regi-
strati da strumenti collegati al computer o
composti direttamente mediante l'editor in-
corporato. Le 16 piste sono costituite cia-
scuna da 158 battute con un numero totale
di note memorìzzabili pari a 8394.
Grazie alla elevata facilità d’uso del pro-
gramma, ottenuta dai tecnici della Square
adottando la gestione a menu grafici di im-
mediata comprensione, l’utente si trova ad
avere un programma di elevate prestazioni
che non è però affiitto da problemi dovuti
alla difficoltà di gestione.
Il prezzo finale del pacchetto compren-
dente software, interfaccia MIDI e manuali
in italiano, peraltro dalle ridotte dimensio-
ni grazie alle caratteristiche «user friendly»
del prodotto, è fissato a L. 700.000 IVA in-
clusa.
Computeriand Mirano
Già nello scorso numero avevamo dato
notizia dell’apertura in Italia di alcuni cen-
tri Computerland. È di questi giorni la noti-
zia che il Computerland store di Mirano
avrà l’esclusiva territoriale per il Veneto
con la possibilità di varare un piano di
apertura di un negozio in ogni capoluogo
di provincia con le medesime caratteristi-
che del Computerland di Mirano.
La posizione geografica colloca questa
cittadina proprio nel nodo stradale che col-
lega nel raggio di 15/20 Km alcune tra le
più importanti provincie del Veneto: Trevi-
so, Mestre-Venezia e Padova.
Attualmente il Computerland store di
Mirano parte con i marchi più importanti
esistenti sul mercato; IBM, Olivetti, Hew-
lett Packard. Apple, Compaq, Novell,
Univation. Epson, Nec per l'hardware; per
il software i nomi più illustri sono; Lotus,
Microsoft, J-Sofl/Edor, Ashton Tate. Auto-
desk Ag.. Italware.
All’uso di questi prodotti saranno dedi-
cati aggiornamenti continui e corsi di trai-
ning.
Rodime S20 + hard disk per Mo(
Finalmente gli utenti Macintosh avranno
a disposizione una memoria di massa dalle
prestazioni in velocità ed affidabilità degne
del proprio computer. La Contradaia, da
tempo importatore esclusivo dei prodotti
Rodime in Italia, offre un prodotto di alta
tecnologia frutto dell’esperienza accumula-
ta dalla multinazionale scozzese nella pro-
duzione di hard disk e più generalmente,
memorie di massa.
L’hard disk S20-f- ha una capacità di
20,8 Mbyte, si collega mediante il bus SCSI
e viene fornito già inizìalizzato e pronto al-
l’uso. completo di cavi e software di instal-
lazione. La tecnologia di gestione della pe-
riferica (Winchester 3,5") consente la possi-
bilità di coltegare in rete fino a 7 subsistemi
con piena compatibilità per Apple Talk; un
test di autodiagnosi è inserito nel software
in dotazione e la garanzìa su parti e mano-
dopera è di un anno.
L’S20-i- sarà venduto dalla Contradata
ad un prezzo particolarmente vantaggioso,
tale da favorire anche nel mercato Macin-
tosh la penetrazione ottenuta dai Winche-
ster Rodime nel settore MS-DOS.
Hofflbit 86: pieno su<(esso
Il primo Congresso Intemazionale «Ra-
dioamatori e Computer», organizzato dalla
Unigest sotto il patrocinio deH’Assocìazio-
ne Radioamatori Italiani (ARI), con la
sponsorizzazione della Cassa di Risparmio
di Firenze, si é svolto neH’ambito di Expo-
ser ’86 (IV Salone deH’Informatica, dell’Of-
fice Automaiion e dei servizi per le azien-
de) riscuotendo pieno successo e chiuden-
dosi con grande entusiasmo dei partecipan-
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
Informatevi se il vostro fornitore di PC può garantirvi
anche le parti di ricambio, oppure come nutrire i pesci tossi.
Compùters e periieriche, come stampanti,
tastiere, dischi, plotter, sono un investi-
mento da salvaguardare nel tempo. È
necessario, quindi, poter contare su di un
servizio affidabile e duraturo, che fornisca,
sempre, tutti i materiali di consumo e le
parti specifiche di ricambio per ognuno
dei vostri strumenti-
PIU DI UN SERVIZIO
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Boma • TWL 06/802440-802533-677082-677674
news
Moderalo dal prof. Vito Cappellini (Do-
cente deirUniversiià di Firenze e Direttore
dell'Istituto di Ricerca sulle Onde Elettro-
magnetiche del CNR, definito da una re-
cente pubblicazione come il più illustre fra
ì docenti universitari d'ingegnerìa elettroni-
ca in Italia) Hambil 'S6 ha potuto contare
anche sulla partecipazione del Generale
Guido Martinelli, responsabile del settore
telecomunicazioni della Proiezione Civile.
Le relazioni presentate, alle quali è se-
guita sempre una vivace discussione, han-
no trattato i temi relativi alle nuove tecno-
logie ed alla protezione civile oltre ai pro-
blemi inerenti l'uso di esse nell'ausilio agli
handicap ed alla gestione automatica di
stazioni radio.
Queste possibilità rendono praticamente
subito disponibili dei veri e propri robot di
grande utilità nei casi di emergenza nei
quali sia necessaria una grande operatività
a distanza.
Fra le adesioni ricevute da Hambit sono
da citare quella del Presidente della Repub-
blica Francesco Cossiga, dei Ministri delle
Poste e Telecomunicazioni e della Protezio-
ne Civile Antonio Cava e Giuseppe Zam-
berletti (tutti radioamatori), del Residente
del Consiglio Bettino Craxi e del Ministro
della Difesa Giovanni Spadolini.
40.000 <m’
di infeiligenia otti»
È questo lo slogan pubblicitario con il
quale viene presentato lo scanner S 200 del-
la Agfa Cevaert.
Un apparecchio molto sofisticato e nel
contempo anche molto compatto che con-
sente di riprodurre le informazioni più sva-
riate; testi, illustrazioni, fotografìe, timbri,
firme, simboli, riproduzioni grafiche.
Collegato ad un PC e ad una stampante
consente all'utilizzatore di avere a disposi-
zione un vero e proprio centro di stampa
elettronico.
Due lampade fluorescenti illuminano il
documento da riprodurre mentre una cellu-
la fotosensibile con circa 2000 sensori ana-
lizza l'immagine in un solo movimento ed
in modo molto rapido; 3 secondi per un
documento in formato A4.
Lo scanner Agfa S 200 presenta una par-
ticolarità sorprendente; la capacità di adat-
tare i dati riguardanti l'immagine analizza-
ta in funzione delle possibilità del compu-
ter. Se l'insieme delle informazioni deH'im-
magine da trattare é superiore alla memo-
ria dello scanner, automaticamente esse so-
no suddivise ed inviate successivamente al
computer con un metodo denominalo
«analisi progressiva» protetto da un brevet-
to Agfa Gevaert.
Lo scanner S 200 è molto versatile e con-
sente di poter eseguire molte operazioni di
trattamento dell'immagine; è possibile ana-
lizzare anche solo una parte delfimmagine:
è In grado di modificare il contrasto, l'in-
tensità della luce ed addirittura anche la ri-
soluzione.
È in grado di dividere o moltiplicare la
risoluzione di base (ISO, 200 o 240 pixel per
pollice) adattando il rapporto di risoluzio-
ne orizzontale e verticale in funzione del
computer o della stampante, evitando ogni
deformazione delfimmagine.
L'interfaccia utilizzala è seriale asincro-
na protocollo RS 232C con una velocità
massima di 9600 baud, oppure parallela.
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garantisce oltre te promesse del commerciante
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26
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
Qualora il vostro fornitore cU PC non disponesse di un tecnico
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Controlli ed assistenza qualificata non tutti
sono in grado di poterli assicurare, ed un
semplice tecnico non basta.
Quindi, è indispensabile affidarsi a chi
può garantirvi uno staff specializzato: pro-
fessionisti esperti nella manutenzione di
ogni singolo componente, per affrontare e
risolvere i vostri problemi in maniera diffe-
renziata. Un servizio completo, per assicu-
rare, sempre, la continuità del vostro
lavoro.
news
NEC Pinwriter Color
Le stampanti Pinwrìter della NEC sono
caratterizzate da elevate prestazioni in ter-
mini di qualità e velocità e vengono rego-
larmente importate e distribuite in Italia
dalla Digitronica di Verona.
La gamma si è ulteriormente arricchita
con le stampanti P6/P7 e CP6/CP7 a colori
dalle prestazioni notevolmente spinte.
Otto colori del nastro; magenta, giallo,
arancio, marrone, ciano, verde, violetto e
nero: testa di stampa a 24 aghi con diame-
tro degli aghi di 0,2 mm ; velocità di stampa
compresa tra i 216 cps a 12 cpi ed i 60 cps a
IO cpi in NLQ.
Buffer di 8 Kb;^e e possibilità di usare
12 set di caratteri intemazionali stampabili
utilizzando due font a scelu: Letter gothic
m
oppure Courier. Le interfacce disponibili
sono RS 232C oppure Centronics ed è pos-
sibile adottare un vasto numero di accesso-
ri: trattori di alimentazione della carta, ali-
mentatori per foglio singolo a vaschetta
singola o doppia, trattori bidirezionali per
modulo continuo.
Abbiamo avuto modo di vedere alcune
prove di stampa ottenute in unione ad Ami-
ga e la resa dei colori i veramente notevole.
Epson LQ*2500
La Epson-Segi ha introdotto la prima
stampante intelligente capace di dialogare
alla pari con l'elaboratore.
La LQ-2S00 è equipag^aia con una testa
di stampa a 24 aghi realizzata con metalli
molto resistenti e capace di stampare docu-
menti di alta qualità ad una velocità di 270
cps in modo Draft e 90 cps in Letter Quali-
ty-
L’ergonomicìtà della Epson LQ-2S00 è
studiata con particolare attenzione per l'u-
tente che ha a disposizione un pannello
frontale di comunicazione a cristalli liqui-
di. attraverso il quale si può scegliere il tipo
ed i parametri di stampa desiderati.
È possibile la scelta di 5 font diversi; Ro-
man, Courier, Prestige, Script e San Serif:
sul lato destro della stampante possono es-
sere alloggiati i moduli con font di caratteri
speciali, ad esempio per la stampa di asse-
gni.
La nuova stampante è ideale anche per
la realizzazione di grafici e bozzetti a colo-
ri. Il nastro nero con il quale la stampante
viene fornita può facilmente essere sostitui-
to con un nastro a 4 colori. La Epson-Segi
assicura per la neonata LQ-2S00, un'assi-
stenza tecnica di primo ordine con una ga-
ranzia di 12 mesi e la fornitura di manuali
in italiano semplici e facili da consultare.
CADKeyt CAD dellg II generaxione
La Micro Control System statunitense,
ha realizzato un nuovo sistema per la pro-
gettazione assistita dal computer, con pos-
sibilità di creazione ed intervento su model-
li 3D. In Italia tale sofisticato software vie^
ne distribuito dalla Algol Logitech.
Il CADKey i utilizzabile su un qualsiasi
IBM PC 0 compatibile con almeno SI2
Kbyte di memoria RAM, la sua funzionali-
tà ne permette applicazioni nei settori più
disparati: dall'uso nell'Ingegnerìa meccani-
ca, all'ingegneria biomedica, nel rispetto di
tutti ì requisiti corrispondenti alla realizza-
zione di elaborati grafici conformi alle nor-
me ISO oppure ANSI.
Strutturato utilizzando una base di dati
tridimensionale, il CADKey, permette l'in-
tegrazione della documentazione 2D con la
progettaziqne 3D, anche utilizzando pro-
grammi esterni.
Grazie all'uso di un sistema di codifica
basato sulle normali coordinate cartesiane
X, Y e Z ed all'impiego dì avanzate solu-
28
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
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Sii è il mensile dedicato ai mondo dei
personal computer. Dal incoio ho-
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ranno e agglomeranno su tutto ciò
che vi è di importante nell'ambito del-
l'informatica indnriduale.
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chi che utilizzano la sintesi vocale per
dialogare con l'utente.
La Tombola, il Poker e II gioco del
Sette e mezzo nella simpatica versio-
ne gestita dal computer.
Gauppo emTOiiiALf
JACKSON
news
zioni lecnologiche quali il linguaggio di
progettazione avanzato CADL ed il tradut-
tore tridimensionale bidirezionale IGES, il
CADKey permette di trasmettere e ricevere
disegni 3D da altri sistemi CAD/CAM.
Tutte le viste sono create automatica-
mente; modincando una parte, tutte le vi-
ste sono simultaneamente aggiornate. È
possibile ruotare, muovere, ingrandire, ri-
durre ogni elemento oppure tutto l'insieme
del disegno. Le routine di ricerca sono par-
ticolarmente veloci: un'entità all'Interno di
altre 2S00, può essere individuata in meno
di un secondo.
Tutte le operazioni matematiche vengo-
no svolte utilizzando numeri in doppia pre-
cisione con vìrgola mobile ed una accura-
tezza di 14 cifre signincative.
La maggiore dote de! CADKey è l’estre-
ma versatilità che permette di accedere ad
oltre venti comandi contemporaneamente,
senza dover tralasciare il comando corren-
te.
A«ordo Olivetti • Microsoft
La Olivetti ha sigiato un accordo per la
distribuzione, attraverso la propria organiz-
zazione commerciale, del pacchetto Win-
dows prodotto dal «gigante» americano
Microsoft, già creatore del sistema operati-
vo MS-DOS.
In base all'accordo la Olivetti promuove-
rà lo sviluppo di applicazioni grafiche ba-
sate su Windows.
Grazie al software in questione il conte-
nuto del video può essere suddiviso in due
o più finestre che visualizzano simultanea-
mente informazioni appartenenti a diverse
applicazioni, e permettono lo scambio, se-
condo le esigenze dell'operatore, di dati fra
le varie applicazioni. In tal modo ì tempi
morti nell'uso del computer vengono note-
volmente ridotti.
Wang, Sun e Apollo:
siglato un occordo
La Wang Laboratories Ine. con sede a
Lowell, Mass, è una delle maggiori produt-
trici di sistemi per l'elaborazione delle in-
formazioni, inclusi dati, testi, immagini, vo-
ce e sistemi di telecomunicazione. Dopo
aver concluso con successo numerosi ac-
cordi con enti pubblici e statali in tutto il
mondo per l'automatizzazione dei servizi
(sistemi Wang sono installali a Parigi nelle
sedi municipali per la gestione burocratica,
analogamente in molte sedi diplomatiche
statunitensi gli elaboratori Wang sono in-
stallati per gestire complesse documenta-
zioni di ogni tipo), la Wang ha siglalo due
accordi di collaborazione nelle vendite con
HARDCARD:
32MbE66Mb
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30
la Sun Microsystems Ine. e la Apollo Com-
puter Ine.
Questi due accordi permettono alla
Wang di penetrare nei settori di mercato
come la progettazione, l'elaborazione
scientifica e tecnica. I sistemi Wang VS
(utilizzanti Wang Office, un'applicazione
per la gestione delle informazioni e l'auto-
mazione d'ufficio) saranno integrati con le
stazioni di lavoro ad alte prestazioni Sun e
Apollo.
La futura strategia della Wang è quella
di raggiungere un elevato livello di integra-
zione tra i sistemi VS e l'NSF (Network Fi-
le System) della Sun ed il Domain Apollo.
I benefici che gli attuali e futuri poten-
ziali clienti della Wang trarranno da questi
accordi, consisteranno nella possibilità di
accedere da ogni singola workstation a lutti
gli ambienti operativi esistenti aU'intemo
dell'azienda. Ognuna delle tre società prov-
vederà a vendere le sue linee di prodotti in-
tegrati tramile la propria organizzazione
commerciale. Grazie all'accordo concluso
la Wang potrà offrire a grosse aziende la
possibilità di unificare e di integrare l'auto-
mazione delle diverse organizzazioni e fun-
zioni presenti.
Nuovi supporti mognetici TDK
Anche se non immediatamente disponi-
bile al pubblico, la Epson-Segi distribuirà
in Italia la completa serie dì supporti per
memorie di massa di produzione TDK.
La TDK, nata nel 1935, è il maggior pro-
duttore mondiale dì dispositivi utilizzanti
la fenile, e grazie alla propria esperienza,
quantificabile con un fatturalo per il 1985
pari a 2 miliardi di dollari, è divenuta an-
che il maggior romiiore mondiale di nastri
magnetici per impieghi generali e per l'in-
formatica.
La nuova serie di prodotti TDK, com-
prendente anche supporti non prettamente
magnetici (Video Floppy Disk, dischi ottici
a sola lettura o sola scrittura), comprende
tre nuovi tipi di floppy disk: Metal, Perpen-
dicular Magnelic e Barium Ferrite.
Nel primo lo strato di materiale magneti-
co è composto da particelle metalliche di
ferro puro; nel secondo la struttura magne-
tica è composta da due strati di materiali
differenti (uno di 0,5 micron con ferro-ni-
kel, l'altro di 0,3 micron con cobalto-cro-
mo). Il procedimento dì memorizzazione
avviene nello strato inferiore in senso lon-
gitudinale, in quello superiore in senso ver-
ticale, consentendo la registrazione di ben
3 Mbyte di dati su un singolo floppy da uti-
lizzare in congiunzione ad uno speciale
disk drive differente da quelli normalmente
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
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^news
in uso actualmente. I floppy disk in bario-
ferrite permettono di ottenere ottime pre-
stazioni nella densità di memorizzazione.
Un discorso a pane meritano i dischi ma-
gneto-ottici, dalla capacità di 300 Mbyte su
un dischetto di 13 cm di diametro, sono
realizzati con uno strato di lega di allumi-
nio incapsulato entro un contenitore di pla-
stica trasparente. La struttura interna è
molto complessa e permette l'incisione, la
cancellazione o la lettura delle informazio-
Upgrade per Frgmework II
La Ashion-Tate rende disponibile a tutti
gli utenti di Framework, la nuova versione
del pacchetto Framework 11 (in prova pro-
prio in questo numero di MC) con un ad-
debito di 300-000 lire + IVA e spese di spe-
dizione.
La condizione essenziale per usufruire di
questa offerta è di essere in regola con le
modalità previste nella licenza d'uso del
programma. Nel caso che la licenza fosse
stata smarrita è indispensabile dame comu-
nicazione alla Editrice Italiana Software
precisando i propri dati anagrafici, il nu-
mero di matrìcola del prodotto acquistato, i
dati relativi al rivenditore dal quale II pro-
dotto è stato acquistato.
La fornitura dell'upgrade avviene auto-
maticamente presentando una lettera, in-
viata dalla E.I.S. a tutti gli acquirenti del
Framework, ai rivenditori o concessionari
autorizzati nel lermint di 90 giorni dal rice-
vimento di tale comunicazione scrìtta.
Inoltre, con l'aggiornamento del pro-
gramma è possibile avere anche uno sconto
di L. lOO.C^ sull'acquisto della scheda In-
tel ABOVE BOARD-
Amstrad KW 82S6 e CAD
La notizia, di notevole interesse, riguar-
da un programma grafico che sarà presto
disponibile per il sistema di videoscrittura
Amstrad PCW 8256 e che si qualifica come
il primo sistema CAD a bassissimo costo:
meno di quatirocentomila lire. Al momento
non ci è dato di sapere altre caratteristiche
salienti del prodotto né tantomeno la reale
disponibilità sul mercato italiano: resta
chiara però la elevata operatività del siste-
ma Amstrad. che non si limita alla sola vi-
deoscrìttura, ma anche ad altre possibili
applicazioni Informatiche e telematiche.
La GBC Italiana, distributrice dei pro-
dotti Amstrad. conferma con l'occasione
anche la disponibilità dei due nuovi model-
li di stampanti Seikosha MP Serìes (da 80 e
136 colonne), che tanto interesse hanno su-
scitato in occasione dello scorso SMAU.
MSX oH'HI'Fì Expo AdriatUo
Sebbene si trattasse di una mostra di alta
fedeltà. all'Hi-FI Expo Adriatico sono state
presenti comunque alcune novità nel cam-
po dell'informatica domestica, standard
MSX in particolare.
La prima viene dalla Toshiba, si chiama
HX 5 1 ed è solo in parte una novità. Si trat-
ta di un computer che si pone a metà strada
tra il «vecchio» HX 10 MSX ed il più re-
cente HX 22.
Le caratteristiche tecniche sono le mede-
sime del primo, la «carrozzeria», colore a
parte, è quella dell'HX 22.
Nel catalogo Toshiba sostituisce In un
sol colpo i modelli 10 e 20, lasciando al so-
lo 22 la caratteristica del word processing
residente su ROM.
Le altre novità riguardano alcuni prodot-
ti «made in Philips»: la prima uscita uffi-
ciale del neonato NMS 8255. descritto in
altra parte di questa .stessa rubrica, e della
cartuccia musicale Music Star (che, da
quanto è invece scritto sulla confezione, si
chiamerebbe Music Module) già Intravista
a settembre In occasione del SIM.
(EDEMA: Software didattico
La Cederne di Torino, sfruttando le
esperienze acquisite in ambito Industriale e
nella collaborazione con numerose case
editrici nella produzione di software e nella
redazione di programmi didattici, ha pre-
sentato, in occasione del primo Salone Na-
zionale «La Scuola per il Lavoro», una se-
rie di unità didattiche ad uso di insegnanti
e studenti delle scuole medie e medie supe-
ri contenuto delle unità didattiche ri-
guarda una cernita di alcuni tra i principali
argomenti trattati nei testi tradizionali di
Fìsica, Matematica, Elettronica e Costru-
Tutti i programmi della serie sono stati
realizzati in Italia e funzionano su personal
computer MS-DOS compatibili in configu-
razione base di 256 Kbyte RAM e floppy
disk drive da 360 Kbyte: adottando un mo-
nitor a colori è possìbile scegliere il colore
di visualizzazione.
Tra le unità didattiche già realizzate:
Geometrìa Analitica, Funzioni Goniometri-
che, Studio di Funzioni, Cinematica, Moto
Naturalmente Accelerato, Moto Vario, Ur-
ti, Lenti, Bipoli e Filtri, Travi appoggiate e
continue. Regioni d'Italia.
I prezzi sono compresi tra le 100.000 lire
per alcune delle unità didattiche di Fisica e
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le ISO.OOO lire per il programma di studio
delie Travi continue ed appoggiale. La Ce-
dema annovera nel proprio catalogo anche
programmi di gestione dedicati aH'ambien-
le scolastico: Stipendi per Istituti, Contabi-
lità rinanziaria. Gestione alunni ed Esami
di maturità.
Il costo dei programmi di segreteria sco-
lastica è di L. 1. 500.000.
Per ciò che riguarda i programmi didatti-
ci. é possibile, a richiesta, ottenere in modo
gratuito, copie ridotte o dimostrativi delle
varie unità richiedendoli alla Cedema al-
l'indirizzo specificato neH'apposilo spazio
delle News.
Refe Locale ARC Datopolnt
La Datapoint Corporation ha annuncia-
to alcuni nuovi prodotti che, combinati con
quelli già esistenti, costituiranno una solu-
zione avanzata al problema della integra-
zione di apparecchiature diversificate.
La più importante novità è l'elaboratore
Starship II, un sistema multiutente capace
di supportare da 40 a ISO posti di lavoro.
Con il nuovo elaboratore, la rete locale
ARC Datapoint arriva a competere con i
più potenti super-mìni oggi presenti sul
mercato.
Il sistema operativo RMS (Resource Ma-
nagement System) è stato riscritto per l'oc-
casione, per permettere una operatività
multiprocessore basata sul noto chip S0286.
Contemporaneamente il nuovo RMS/
Extended Architecture rappresenta un si-
stema capace di essere impiegato per lo svi-
luppo dì software facilmente portabile sul
nuovo e più potente microprocessore
80386,
Lo Starship 11 può sviluppare una capa-
cità di circa 3,2 MIPS e lavora con 2-3 o 4
processori 80286 concorrenti che condivi-
dono l'accesso alla memoria, ai canali di
I/O, alle unità di controllo ed alle periferi-
che su un bus interno a 32 bit.
Il Datapoint Starship II è adatto agli
utenti che considerano adeguati alte loro
esigenze i sistemi IBM 38 o 4381, i VAX
8200, 8500 e 8550 della DEC ed i sistemi
3000/68 o 70 della HP.
Words & Fìgures
compafibile Lotus 123
La Lifetree Software Ine di Monterey,
California, ha annunciato la disponibilità
sul mercato americano di un nuovo pac-
chetto in grado di ampliare e completare le
già ottime caratteristiche di Lotus 123 (re-
lease !A) denominato Words & Figures. Il
nuovo programma combina le ottime carat-
teristiche di uno spreadsheet con un polen-
te word processor: capace di leggere e scri-
vere nie di tipo .WKS, il programma è
completamente compatibile con le macroi-
struzioni. la grafica e la struttura di Lotus
123.
La principale caratteristica dì Words &
Figures è la possibilità di visualizzare si-
multaneamente spreadsheet e word proces-
sor con la bidirezionalità delle operazioni:
cambiando una formula nel w.p. automati-
camente vengono ricalcolali ì dati nel ta-
bellone, viceversa, alterando il contenuto
di una cella dello spreadsheet viene modifi-
cato il corrispondente valore nell'elabora-
tore dì testi.
Il nuovo prodotto può essere supportalo
anche dalla espansione di memoria LIM,
sviluppata congiuntamente da Lotus, Intel
e Microsoft, raggiungendo il traguardo, no-
tevole per uno spreadsheet, di 9999 lìnee
per 256 colonne.
Per accelerare le operazioni di ricalcoto
è possìbile impiegare i coprocessori mate-
matici 8087 oppure 8027.
Il programma è scrìtto in Assembler ed è
prevista la traduzione in altre lìngue, la pri-
ma comparsa ufficiale è avvenuta in occa-
sione dell'ultimo Comdex a Las Vegas ed il
prezzo uITlcìale in America è per il momen-
to di 195 dollari.
Unitò mobile per Tomografia
Assiaie Computerìnata
La Divisione Sistemi Medicali Philips ha
realizzato la prima unità mobile TAC circo-
lante sul territorio italiano.
Realizzalo su commissione della Clinica
San Pio X di Milano, lo scanner autotra-
sportato effettuerà indagini tomografiche
presso presidi ospedalieri nel raggio di 100
chilometri da Milano.
Ostacolo principale alla dilTusione del
TAC é stato l'alto costo delle apparecchia-
ture di tipo fisso (circa un miliardo di lire)
e la necessità di alloggiarle in appositi loca-
li.
La Philips ha risolto brillantemente il
problema utilizzando il sistema TAC To-
moscan ad alle prestazioni, alloggiato in un
rimorchio di lunghezza inferiore ai 12 metri
trainabile da una qualsiasi motrice senza
autorizzazione speciale.
Oltre ad essere dotala di particolari so-
spensioni idropneumatiche capaci di assor-
bire qualsiasi vibrazione, l'unità è intera-
mente rivestita dì lastre di piombo per evi-
tare l'emissione di radiazioni nocive.
Il sistema si adatta panicotarmenle all'u-
tilizzazione in aree nelle quali l'installazio-
ne di un sistema fisso non sarebbe giustifi-
cato in relazione ai costi ed alla densità di
popolazione, oppure in situazioni di emer-
genza come calamità naturali o incidenti.
Diagnosi effettuate con l'unità mobile pos-
sono essere trasmesse telefonicamente a
centri specializzati con la certezza di poter
ricevere diagnosi ad elevato livello dì sicu-
rezza. II rimorchio può essere realizzato se-
condo specifiche esigenze ed in diverse ver-
sioni, ad esempio con un generatore auto-
nomo diesel, oltre alle normali possibilità
di allacciamento alla rete elettrica.
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piena di messaggi.
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I Schedulazione temporale
dei messaggi.
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dei numeri e riprova.
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news
Novità MSX Philips
Sono tante le novità della Philips ri-
guardanti la gamma degli home computer
appartenenti allo standard MSX.
Le prime due riguardano l'uscita dei
modelli NMS 8220 e NMS 8255, entram-
bi MSX 2 supportati da una certa dota-
zione di software.
Il primo, grazie al programma «MSX
Designer» rappresenta il punto di parten-
za ideale per chiunque desideri dedicarsi
alla programmazione ed alla creazione
«artistica» sul proprio computer.
Il secondo permette invece, grazie al
pacchetto software «Home Ònice», di
poter disporre di un completo package di
produttività per rendere più facile, grade-
vole ed efficiente il lavoro di contabilità,
archiviazione e scrittura dei testi anche in
casa.
L'NMS 8220 può essere collegato di- .
rettamente ad un normale TV oppure ad
un monitor monocromatico o a colori
della vasta gamma l’hilips. Completando
l'attuale VG 8020, il nuovo NMS 8220 ag-
giunge gli specifici benefici dello stand-
ard MSX 2 specialmente a livello di gra-
fica, ad esempio la visualizzazione su 80
colonne, la capacità di gestione ulterior-
mente estesa con altre istruzioni della
grafica a colorì, e l'aumento di 192 Kbyte
della capacità della memoria.
L'NMS 8255, con la tastiera separata e
con l'unità centrale che può supportare
anche il monitor, ha una linea molto gra-
devole ed elegante: due unità a dischetti
da 720 Kbyte formattati ed una memoria
di 256 Kbyte sono solo alcune delie carat-
teristiche dì questo prodotto che è com-
pletato da un package per le attività di
elaborazione testi ed archiviazione, oltre
alla produzione di fogli di lavoro elettro-
nici e grafici gestionali.
Proprio in questi mesi dovrebbero es-
sere resi disponìbili anche un package di
comunicazione per l'accesso a banche da-
ti (e per la posta elettronica) che andrà ad
ampliare la già ben fornita biblioteca
software comprendente anche una cartuc-
cia ad innesto «Music Star» per compor-
re ed eseguire musica di qualsiasi genere.
Music Star è dotato di un sintetizzatore
FM capace di sintetizzare 60 «voci» o
suoni prefissati corrispondenti agli stru-
menti musicali più difTusi. Ogni voce può
essere miscelata o combinata per creare
composizioni con melodia ed accompa-
gnamento. La possibilità di poter essere
impiegato con diverse modalità di funzio-
namento permette a chiunque, anche ai
principianti, di poter creare subito le pro-
prie composizioni con una cena facilità.
Oltre alla disponibilità di molti pacchetti
gestionali per MSX, in particolare il Gest
Pack, composto da 5 pacchetti software
modulari, un pacchetto di gestione denti-
sti, alberghi e cartella clinica, la vera no-
vità, almeno quella per molti aspetti più
interessante, ò la prossima disponibilità
del computer MSX 2 denominalo con la
sigla NMS 8280. Il computer é composto
di unità centrale e tastiera separata con
cavo di collegamento, doppia unità a di-
schetti da 3,5" cavo SCART per collega-
mento a videoregistratori e televisori, ca-
vo RF, cavi di collegamento audio e BNC
per collegamento a telecamere e software
di gestione delle possibilità grafiche, in
unione a videoregistratori e telecamere,
denominato Videographics.
A completamento della dotazione ver-
rà fornito anche un dischetto contenente
l'MSX-DOS. Le possibilità offerte dal
nuovo computer Philips nella creazione
dì elTettì video sono innumerevoli: vanno
dalla possibilità di creazione di titoli da
sovrapporre alle immagini, alla creazione
di «wipes». ovvero maschere video con le
quali separare due sequenze visualizzate
contemporaneamente sullo schermo; ani-
mazione dì immagini digitali realizzale
sul computer e miscelate con immagini
provenienti dal videoregistratore; digita-
lizzazione mediante telecamera, videore-
gistratore 0 addirittura direttamente dal
proprio TV.
Tutte le immagini possono essere vi-
sualizzate con una risoluzione di 256 x
212 pixel, ma la caratteristica dì maggior
importanza à che ogni pixel può essere, a
scelta, dì uno dei 256 colorì che lo stand-
ard mette a disposizione. Secondo la
Philips le potenzialità grafiche e video
del nuovo NMS 8280 sono tali da porre
in diretta concorrenza questo computer
con altri modelli particolarmente dotati
dal punto di vista grafico, Amiga della
Commodore compreso.
Non appena il nuovo NMS 8280 sarà
ufficialmente disponìbile speriamo di po-
tervene parlare più diffusamente.
Toois & Utilities per programmatori
REMLINE. Toglie in automatico i numeri di linea non richiamali da funzioni, Riduce ti testo
ed aumenta la velocità del programma compilato del 20%,
PRPRINT. Stampa sorgenti senza numero di riga e non eseguibili da Basic. Completa il
precedente,
CRONOSS. Installa un cronometro residente nell'angolo dx del video.
TASTOSP. Aumenta il buffer di tastiera da 12 a 128 battute.
TURBOED. Editore in turtw pascal. Ottimo per la revisione di programmi interpretati.
MIPENTO. Ripristina files cancellati.
DEVICES. Mostra sul video la configurazione HD in uso.
Tutti I programmi sono in unico dischetto. Costo lire 150.000 va e spedizione escluse Ordinazioni a:
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36
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
L^^bitcomputers
HDOPE-HD;:^;:bit
a cura di Manlio Severi
da
«Business
Week»
17/11/86
IBM al contrattacco
International Business Ma-
chines non i solo il più grande
costruttore di computer del
mondo, è anche la più grande
azienda americana; non ci me-
raviglia quindi trovare i suoi
problemi sulla copertina di un
settimanale economico.
I profitti riferiti al terzo qua-
drimestre deli'86 sono calati
del n% rispetto allo stesso pe-
riodo deirSS e questa situazio-
ne non può essere imputata so-
lo alle cattive condizioni gene-
rali dell'economia americana
visto che gli stessi dati indica-
no un aumento del 10% per la
media delle industrie del setto-
È arrivalo il momento dì una
severa autocritica e di prepara-
re il contrattacco. Cinque sono
i punti fondamentali del piano
di risanamento:
— taglio delle spese del 7%
per II 1987 (circa 2.25 miliardi
dì dollari) e questa è una ne-
cessità immediata:
— lancio di nuovi prodotti
quali un nuovo personal più
potente e più diffìcile da copia-
re, un mini 9370 in grado di far
girare il software scrìtto per i
mainframe, il quinto elemento
della serie 9030 e diverso nuo-
vo software per le reti, al fine
di frenare lo scivolone dei pro-
fitti;
— riduzione deU'orgamco a
livello manageriale, per con-
sentire una più veloce risposta
burocratica alle variazioni del
mercato e contenere i costi;
— una politica di vendita
più aggressiva ridistribuendo il
personale in modo da creare
ben 50(X) nuovi posti nel setto-
re vendita con un incremento
del 22%, ma soprattutto badare
di più alle esigenze dell'acqui-
rente adattando il prodotto ai
suoi bisogni; per la prima volta
riBM olTre di progettare ed in-
stallare sistemi che includono
macchinari di case concorren-
— una strategia a lungo ter-
mine che preveda l'ingresso
della compagnia nel settore fi-
nora trascurato dei servizi e del
software per rafforzare le en-
trate hardware.
IIU
SS Le macchine facsimile L'utenza si rivolge
SS
ss
b si uniscono ai PC ai più veloci dischi RAM
per un matrimonio anziché ai dischi rigidi
1% di convenienza é rxxzse
w
■
k
Ì3
da «PC Week»
11/11/86
lAkino la mano guani! fra voi
sapevano Jell'esisrenza di un
seilimanale di più di 200 pagine
dedicato unicamente ai personal
computer IBM e compatibili!
Questo ed altro negli States).
Un programma che aiuta
a progettare basi di dati
Cosa si intende quando si
parla di linguaggi non proce-
durali di quarta generazione?
Qualcosa del tipo «io disegno
sullo schermo un esempio di
ciò che desidero ottenere come
risultato finale, ed il computer
si incarica di estrapolare da
questo esempio il codice in
grado dì gestire le cose in ma-
niera da ottenere il risultato
che io desidero». Questo è
quanto la Software Merchants
Uniimited si è prefissa di ot-
tenere presentando SIMPLE
(System Implementation by
Example). strumento software
di sviluppo per applicazioni ti-
po data-base su personal.
Pare che alla fine quSIcuno
si sia accorto che fax e perso-
nal computer trattano entrambi
dati di tipo digitale e sia stato
colpito dall'idea di far lavorare
assieme queste due macchine
ormai presenti in ogni ufficio
(USA almeno!). I vantaggi
stanno nell'alio grado di stan-
dardizzazione intemazionale
raggiunto dalla trasmissione in
facsimile, nella facilità d'uso e
nella notevole velocità dì tra-
smissione raggiunta (dai IS ai
30 sec per pagina). Pacchetti
software che sì incaricano di
effettuare la conversione dal
formato ASCII del PC a quello
bit-mapped del fax non ne esi-
stono molti per il momento,
ma le software house tengono
occhi e orecchie bene aperti e
l'utenza pare interessala...
e già non si vede I ora di mette-
re le mani su un personal che
abbia come motore l'80386. La
velocità è tutto e i 4.77 MHz
del vecchio PC oggi fanno sor-
ridere; ma non c'è senso a pos-
sedere un computer che «fa i
12 MHz» se poi la sua memo-
ria di massa non è in grado dì
stargli dietro. E allora via con
le mega RAM a batterìa! Un
esempio; Fast Ram Plus, pro-
dotta dalla BGl Computer Dì-
vision; 15 Mbyte di capacità. 4
ore di carica delle batterie per
due giorni di autonomia a
computer spento. In cantiere
un prototipo su tecnologia
CMOS da lOQ Mb che occupa
lo spazio di un drive a mezza
altezza e conserva i dati per tre
.settimane senza ricarica.
38
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
linea OKI
Le slami»nli a matrice di pumi BITwriter linea OKI sono stale progettala a costruite
dalla OKI con la precisione e la cura del dettagli ette fanno detenere al costruttore
giaporase una posiziorre di leadership nel mercato.
Al design accurato si accompagnano caratteristiche di llessibitilà e di semplicità d'uso,
che rendono queste stampanti utilizzabiil in qualsiasi ambente operativo. La garanzia
completa per un anno e il supporto lomllo dalla Bit Computers e dai suoi rivertditon
autorizzati tanno delle BfTwnler Enea OKI la migliore soluzione per chi vuole dotare I
propn PC di stampanti di elevata qualità a con prezzi compelilivi.
Crittografia • tecniche di
protezione dei dati riservati
di Andrea Sgarro
Franco Muzzio & C.. Editore
Via Makallè. 73 - 35138 Padova
1986 - 126 pagine. Lire 18.000
Cosa ci fa un lesto di crìitografia sulle
pagine di MC? Beh, molto più di quanto si
potrebbe immaginare. La crìttograHa infat-
ti non è più, come la si immagina pittore-
scamente. un'arte esoterica riservata a po-
chi eletti ma una scienza esalta, che si stu-
dia a suon di teoremi e si applica a suon di
programmi. Né si deve credere che le appli-
cazioni della crittografia siano solo quelle
di ambientazione fantapolitica, alla 007:
con il crescere della diffusione di sistemi
telematici di distribuzione delle informa-
zioni, infatti, il bisogno di proteggere dati
riservati dagli sguardi troppo indiscreti è
diventato all'ordine del giorno e riguarda
paradossalmente più la privacy dei singolo
cittadino che non la stabilità di un governo
0 la sicurezza di un Ministero delta Guerra.
Ecco quindi la nuova faccia della critto-
grafia; non più arte di proteggere un di-
spaccio inviato a cavallo o qualche breve
comunicazione radio nel corso di una bat-
taglia ma tecnologia che possa assicurare la
segretezza di flussi ininterrotti di informa-
zioni elettroniche in viaggio quotidiana-
mente fra elaboratori diversi; transazioni
bancarie, posta elettronica, dati ammini-
strativi qualunque cosa. Sappiamo tutti co-
me sia relativamente facile «entrare» in un
sistema telematico: solo un'accurata cifra-
tura dei dati ne assicura la protezione a li-
velli accettabili.
Il testo di Andrea Sgarro (matematico
italiano, membro della International Asso-
ciation for Cryptologic Research) avvicina
il lettore ai temi della «nuova crittogralla»
rendendolo consapevole tanto dei possibili
attentati alia sicurezza di dati riservati
quanto dei metodi per renderli «sicuri»
mediante cifratura. Il discorso viene affron-
tato in modo estremamente diretto, senza
riferimenti ai temi ed al metodi della cosid-
detta crittograna classica se non quelli, im-
mancabili, al cifrario di Cesare ed alle so-
stituzioni polialfabetiche del Porta, dell'Al-
beni e del Vigenere. Dopo questa parte, po-
co più che introduttiva, si passa ad una bre-
ve descrizione dei metodi della criptoanali-
si statistica e ad un succintissimo cenno sui
cifrari a rotore (famosa la macchina Enig-
ma usata dai tedeschi durante l'ultima
guerra), per passare poi subito all'aigomen-
to centrale del volume, la «crittografia
computerizzala» basata sull'algoritmo
DES/DEA. La descrizione di questo cifra-
rio, messo a punto originariamente dalla
IBM col nome di Data Encryption Algo-
rythm e successivamente certificato dal-
l'ANSI (con la consulenza tecnica della
NSA l'ente americano per la sicurezza) col
nome di Data Encryption Standard, è piut-
tosto chiara e, ci sembra, fra le prime ad
apparire in italiano su una pubblicazione
non specialistica. Il discorso prosegue poi
con accenni al possibile uso crittografico
del registri lineari a scorrimento (argomen-
to tuttora in corso di approfondimento ne-
gli ambienti di ricerca) per finire al dibattu-
to argomento della crittografia a chiave
pubblica, con descrizione dell'oramai cele-
bre algoritmo RSA. Chiudono il volume
una buona bibliografia di argomento critto-
grafico ed un lodevole nonché correttissi-
mo dizionarietto inglese-italiano di termini
crittografici (quante volte, a questo propo-
sito, ci è capitato di leggere termini obbro-
biosi come «crìtiografare» o addirittura
«encrlptare», quando la parola corretta è
semplicemente «cifrare»!).
Un giudizio complessivo sul testo non
può essere che buono. Si lascia leggere be-
ne, non è troppo complesso né troppo su-
perficiale e dice cose istruttive in un modo
chiaro ancorché rigoroso. La sua unica
mancanza è, forse, l’eccessiva sintesi espo-
sitiva. Talvolta si rimane con l’idea che
l’autore avrebbe potuto parlare più a lungo
di un argomento ma non l'ha fatto per
mancanza di tempo o di... pagine. Ceno, in
sole centoventi pagine non si può realizzare
né un manuale di crittografia nè un testo di
storia della crittografia. Purtuttavia ci di-
spiace che la parte iniziale, quella delle ra-
dici storiche, sia veramente troppo succin-
ta; avremmo apprezzato anche solo dei
cenni sui sistemi Delastelle, sul cifrario
Playfair e sugli studi di Vemam. questi ulti-
mi fondamentali per comprendere un buon
numero di sviluppi della crittografia con-
temporanea quali le macchine a rotore (an-
ch'esse peraltro solo accennate). Ad ogni
modo il testo ci sembra utile e, in definiti-
va. consigliabile a chiunque possegga un
interesse poco più che superficiale verso la
materia. Tra l'altro gli algoritmi vengono
descritti in uno pseudo-linguaggio di pro-
grammazione strutturato simile al Pascal, e
quindi chi volesse può utilmente imple-
mentarli in programmi reali sul proprio
personal senza troppi sforzi.
Corrado Giustozzi
40
CoboI per microcomputer
di Ruth Ashiey e Judi N. Femandez
Gruppo Editoriale Jackson
Via Rosellini. 12 - 20124 Milano
1986 - 378 pagine. Lire 35.000
Dalla editrice Jackson arriva questo cor-
so di autoapprendimento dedicato ad uno
dei più antichi linguaggi strutturati esisten-
ti; il CoboI. In quattordici capitoli ed una
breve appendice che elenca le parole riser-
vate, le due autrici spiegano le basi comuni
alle varie versioni del linguaggio commer-
ciale. fornendo al lettore un efficace stru-
mento didattico.
A) fine di poter sfruttare appieno il testo,
viene consigliato l'impiego parallelo di un
elaboratore dotato di 64K di memoria e
due unità a dischi, sul quale sia possibile
far girare un editor ed un compilatore. Gli
esempi sono stati compilati con l'ausilio
del compilatore CoboI della Microsoft, ma
si è curato di indicare sempre eventuali dif-
ferenze di funzionamento riferite all'uso di
altri due compilatori: il Ryan McFarland
COBOL ed il Nevada COBOL della Ellis
Computing. Il metodo impiegato è sicura-
mente efficace anche se legalo più alla tra-
dizione didattica americana che non a quel-
la europea.
In ogni capitolo vengono dichiarati all'i-
nizio gli obiettivi da raggiungere, e dopo
ciascun concetto esposto si fornisce una
piccola serie di quesiti mirati a fissare ope-
rativamente nella memoria ciò che si è let-
to. Al termine del capitolo una prova di ap-
prendimento dà modo allo studente di veri-
ficare il livello di preparazione raggiunto.
Ogni punto tematico viene trattato col
minor numero di parole possibile. In modo
che distrarsi durante la lettura diventa diffi-
cile, ma non sorgono problemi allorché si
deve sospendere lo studio per un motivo
qualsiasi. Certamente, anche considerando
l'argomento trattato, una esposizione di
questo tipo può non ispirare simpatia a pri-
ma vista; ma, se l'intenzione di chi legge
non è solo quella di passare un po' di tem-
po, questo libro è concepito per potersi
adattare a qualunque ritmo di apprendi-
mento.
Da notare purtroppo la presenza di alcu-
ni errori tipografici e di qualche incon-
gruenza nella traduzione che a volte osta-
colano la comprensione del lesto.
Manlio Severi
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
ffìlgB§lfl§?l
Apple
per l'Università di Roma.
Nel quadro dell'accordo tra la Apple Computer e
l'Università "La Sapienza" di Roma, che entra a far
parte del programma Apple University Consortium, è
stata costituita neH'ambito del gruppo Bit Computers
la società Micromatica, la quale si occuperà
esclusivamente della gestione del rapporto tra
Apple e la "Sapienza", con lo stile e la competenza
tipici del gruppo Bit Computers, ma con risorse
dedicate e specializzate.
MICROMATICA - Apple University Center
Sede commerciale: 00157 Roma, via Carlo Perrier4. tei. 06.4512117 - Telefax 06.4503842
Sede legale: 001 59 Roma, via Maffio Maffii 27
dì Elvezio Petrozzì
Proposte di legge sulla tutela giuridica del saftware
Riprendiamo questo me-
se il discorso iniziato sul n.
56 di MC relativamente alla
tutela giuridica dei softwa-
Lo facciamo per segnala-
re due proposte di interven-
to giuridico presentate ai
due rami del parlamento: Il
Disegno di Legge n. 1746
presentato al Senato il 25
marzo 1986 e, la Proposta
di Legge n. 3907 presentata
alla Camera il 9 luglio, del-
lo stesso anno; entrambi i
progetti sono stati assegnati
alla Commissione Giustizia
in sede referente.
Prima di addentrarci nel-
l'esame delle due iniziative,
spendiamo ancora qualche
parola sull'esigenza ormai
indilazionabile di tutelare
con strumenti adeguati ì
prodotti software dell'indu-
strìa informatica, attrezzi
primari della rivoluzione
Industriale oggi in atto. L'i-
nammissibile situazione di
incertezza giurìdica nella
quale le legislazioni euro-
pee ed extra-europee aveva-
no posto i programmi per
elaboratore viene via via ri-
mossa da norme precise ed
anche l'Italia sta per alline-
arsi sul terreno dei provve-
dimenti formulati espressa-
A proposito degli inter-
venti legislativi già interve-
nuti nei paesi tecnologica-
mente più avanzali, all'e-
lenco presentalo nel prece-
dente articolo sull'argo-
menlo. vanno per comple-
tezza aggiunti i due com-
plessi di norme, entrambi
statunitensi, stilali per pri-
mi: il Software Copyright
Act del 1980 ed il Semi-
Conduaor Chip Act def
1984; a questi va affiancato
il Copyright Amendmeni
Act auslrìaliano, sempre
del 1984.
Stiamo ricordando ed in-
tegrando la lista dei provve-
dimenti formulati in mate-
ria poiché, da un loro atten-
to esame, risulta sempre
aperta la possibilità, anche
in presenza di un prodotto
sofiware, di un ricorso a
norme preesistenti dell'or-
dinamenio, le quali dise-
gnano una tutela integrale
dei programmi (ad esempio
riguardo alla concorrenza
sleale cd al servizio indu-
Quesio avviene anche nel
caso delie due proposte ita-
liane, le quali mirano en-
trambe alla modifica di leg-
gi già varate ed operanti in
modo da renderle capaci di
regolamentare in modo ar-
ticolato anche la difficile e
tortuosa rete di problemi le-
gali al nuovo mondo infor-
matico.
Disegno di legge n. 1746
Senoto
Si tratta di sette anicoli
che compongono uno sche-
ma di adattamento della già
esistente tutela brevetiuale
e dì diritto d'autore alla na-
tura speciUca dei program-
mi per elaboratore.
Anche sulla base di indi-
cazioni ricevute da ricerca-
tori e studiosi (tra i quali va
ricordata l'equipe del Cen-
tro studi giuridici sull'ìnfor-
maiìca deirUniversìtà di
Pavia), i proponenti hanno
individualo una serie di in-
tegrazioni tese a sanare la
situazione di contraddizio-
ne ed incertezza creatasi a
seguito della riforma del
1979 in materia di invenzio-
ni brevellabili.
Tale normativa era stata
introdotta per armonizzare,
la legge italiana con te di-
sposizioni della Convenzio-
ne sul brevetto europeo, pe-
raltro puntualmente ratifi-
cata anche dall'Iialia.
L'obiettivo, perlomeno
per quanto attiene ai pro-
dotti software, non è stato
raggiunto e il Disegno di
Legge in oggetto vuole ap^
punto ottenere lo scopo me-
diante la modifica della
normativa in materia di
brevetti per invenzioni e
modelli industriali (e cioè il
Regio Decreto 29 giugno
1939 n. 1127, il Regio De-
creto 25 agosto 1940 n.
1411, il Regio Decreto 31
ottobre 1941 n. 1354) e di
diritto d'autore (e quindi la
Legge 22 aprile 1941 n.
633).
Proposta dì Leggo n. 3907
Camera
In questo caso l'attenzio-
ne viene posta non a] supe-
ramento degli steccati tra i
fautori delta brevettualità e
quelli del diritto d'autore,
ma al concepimento dì nor-
me il più possibile in armo-
nia con le scelte legislative
operate negli altri paesi.
La quantità di problemi
che rimangono irrìsoili dal-
l'applicazione per via ana-
logica delle norme sui bre-
vetti o sul diritto d'autore,
consiglia l'introduzione di
un regime legislativo speci-
fico per il software; in que-
sto senso si registrano an-
che i lavori deirOMPI (Or-
ganizzazione Mondiale del-
la Proprietà Intellettuale)
che già nel 1978 ha pubbli-
cato, in «Disposizioni-tipo
sulla protezione del softwa-
re», una raccolta di racco-
mandazioni cui però, sino
ad oggi, si è curiosamente
adeguata la sola Bulgaria.
La Proposta in questione
perciò, si sviluppa in nove
articoli che modificano ed
innovano un'unica legge
esistente, la n. 633 del 22
aprile 1941 sul diritto d'au-
Interessante risulta, in
questo documento, l'esten-
sione della tutela non solo
al «programma di elabora-
tore», ma anche alla «docu-
mentazione ausiliarìa», qui
intesa come «descrizione
delle funzioni e dei requisi-
ti del programma di elabo-
ratore, quali le specifiche,
nonché la descrizione ope-
rativa destinala all'uso ed
alla manutenzione del pro-
gramma di elaboratore,
quali le guide e le istruzioni
ad uso degli utenti, ì ma-
nuali di installazione ed ap-
plicativi».
Da rilevare anche l'indi-
cazione del deposito delle
opere presso la SIAE, So-
cietà Italiana degli Autori
ed Editori.
Nelle prossime puntate
della rubrica avremo sicu-
ramente occasione dì torna-
re sull'argomento per un'a-
nalisi più approfondita dei
contenuti dei due docu-
menti, ma vale sin d'ora la
pena rilevare come in en-
trambe venga chiarito che il
diritto esclusivo sui pro-
grammi realizzali nell'ese-
cuzione 0 nell'adempimen-
to di un contratto o di un
rapporto dì lavoro debba
appartenere al datore di la-
voro, fatto salvo il diritto
dell'autore o dei coautori al
riconoscimento della pater-
nità dell'opera.
Quello che preme in que-
sto momento è mettere in
risalta come del resto fanno
con chiarezza ì presentatori
dei due progetti, l'urgenza
di un chiarimento legislati-
vo circa la tutela del soft-
ware che possa evitare li
perìcolo di consolidamento
per situazioni incontrollate
di mercato, già oggi tali da
danneggiare sia i produttori
che gli utilizzatori di quei
«beni» particolari che sono
programmi per computer.
42
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
i
Via Roggiuzzole 1 , 331'70 Pordenone, Tel. 0434/550340-550044
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DS/DD.
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parallela.
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— Espandibilità della memoria di
MASSA (HDD) fino a 1 1 8 MB.
— Monitor 12" grafico monocromatico.
•MS-OOS. GW.BASk:. CPM/S6 !
■ Torno ancora per un mese sulTargomento MC-Link per
illustrarvi le numerose novità che riguardano il sistema. A
partire da metà gennaio, ossia circa per quando leggerete
queste righe, sarà in linea la versisone 2.0 di MC-Link.
intéramente riscritta dal nostro Bo Arnklit in vista della prossima
attivazione di un sistema a più linee. Questa nuova versione, oltre ad
implementare tutta una serie di accorgimenti tecnici necessari per la
gestione condivisa delle risorse, incorpora numerosi suggerimenti dettati
dall'esperienza d'uso del sistema, sia maturati nell'ambito del gruppo di
lavoro responsabile del progetto e della messa a punto del sistema stesso, sia
proposti dagli utenti durante i mesi di sperimentazione pubblica di MC-Link. ■
MC-Ull
di Corrado Giustozzi
D opo soli quattro mesi di sperimenta-
zione pubblica di MC-Link (scrivo
queste righe a fine dicembre), devo
dire che le cose sono andate in un modo che
mai ci saremmo aspettati. La misura tangibi-
le de! successo di MC-Link è data, oltre che
dalle manifestazioni di apprezzamento rice-
vute da più pani, soprattutto dal numero
sempre crescente dì utenti: il sistema attual-
mente ha circa 1200 utenti, molto più di quel-
li che è in grado di sopportare con una sola li-
nea di comunicazione. Ed infatti, come già vi
ho accennato nei mesi scorsi, siamo al lavoro
per passare MC-Link su più linee. Il passag-
gio avverrà in due fasi: la prima, già a buon
punto, consiste nell'attivazione di un sistema
a due linee derivato dall'attuale e basato su
un hardware AT-Uke: la seconda, assai più
impegnativa, prevede l'installazione di un si-
stema interamente nuovo, sia dal punto di vi-
sta hardware che software, il quale nelle
aspettative gestirà diverse linee ed offrirà
una sensibile evoluzione nei servizi offerti.
Attualmente, come accennavo, siamo im-
pegnati nella prima fase, consistente nella
migrazione del sistema attuale in un ambien-
te multitask ospitato da un compatibile AT. Il
buon Bo Arnklit ha quindi dovuto rimettere
pesantemente le mani sul programma MC-
Link per adattarlo a questo nuovo environ-
ment. Abbiamo quindi pensato di sfruttare
l'occasione per modificare la struttura del
programma alla luce dei suggerimenti e delle
proposte comunicateci dagli utenti del siste-
ma stesso, nonché delle esperienze personali.
É nata cosi la seconda versione di MC-Link,
denominata appunto MC-Unk 2.0. che al
momento in cui scrivo è in fase di test interno
e dovrebbe presumibilmente essere già in li-
nea nel momento in cui leggerete queste ri-
ghe. La presente puntata è quindi dedicata a
descrivere brevemente la nuova struttura di
MC-Link.
Le modillche apportate al programina
MC-Link sono di due tipi. Alcune sono im-
mediatamente visibili aìruienle, per esem-
pio una diversa sintassi di un comando o
Velocità: ÌOO baud, full duplex.
Parola: 8 bit di dati, I bit di stop, |
nessuna parità.
Echo: il sistema genera l'ect
Hand.shake: Xon-Xoff, receiver-dri- (
Caratteri: accettabili maiuscole i
minuscole indifTerentemente.
Protocolli: ASClI-texL Xmodem. D
Nibble.
Telefono: (06) i5.\0.7i\.
Orario: 24/24 h. tutti i giorni (salvo P
manutenzione).
una nuova configurazione della struttura
ad albero. Altre sono invisibili in quanto ri-
guardano solo il funzionamento interno del
programma e non si riflettono direttamente
sul suo modo di apparire all'utente. Le mo-
difiche di questo secondo tipo, pur meno
appariscenti, sono state quelle preponde-
ranti. Ve le cito brevemente sia per puro
dovere di cronaca che per darvi un'idea del
notevole lavoro svolto da Bo.
Il problema fondamentale da affrontare
dovendo adattare un qualunque progamma
alla mulliutenza è quello delta condivisione
delle risorse e relativa soluzione degli im-
mancabili conflitti di richieste. Un pro-
gramma monoutente può tranquillamente
allocarsi tutti i file di cui ha bisogno per
tutto il tempo che vuole, senza rendere con-
to a nessuno del suo operato: un program-
ma multiutente no. deve rispettare certi vin-
coli e certe priorità per utilizzare I file e le
risorse di cui ha bisogno. Il programma de-
ve rendere conto delle sue azioni ad un ap-
posito supervisore, che può essere il siste-
ma operativo od un altro programma, il
quale stabilisce di volta in volta quali ri-
chieste debbano essere soddisfatte ed in
che modo: ovviamente l'interfaccia fra pro-
gramma e supervisore deve essere ottimiz-
zau. ed il programma non può pretendere
di avere sempre tutte le risorse disponibili.
Ciò ha comportato nella pratica una so-
stanziale riscrittura delle sezioni in cui si
elTettuano accessi ai file, che ora avviene in
modo più responsabile (a livello di rìchie-
44
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
MC-LINK 2.0
ste di programma) ed é gestita mediante
l'uso di «semafori» globali che stabiliscono
quali file possano essere acceduti e da chi.
Un secondo problema che il nostro Bo
ha dovuto risolvere è stato quello delle
lemporizzazioni nelle operazioni di I/O. Un
ambiente multitasking manda avanti più
programmi contemporaneamente mediante
la tecnica del lime-sharìng, nel quale si de-
dica tempo di CPU alternativamente ad
ogni programma. Ciò può portare a delle
inefndenze nell'uso delle risorse, partico-
larmente visibili nel caso delle operazioni
di I/O su video e sulle periferiche lente. Nel
caso di più utenti collegati contemporanea-
mente, ognuno vedrebbe infatti il sistema
funzionare «a scatti», per via appunto del-
la gestione non simultanea delle porte se-
riali. Per ovviare a questo fatto, ed assicura-
re un funzionamento più efficiente delle ri-
sorse eliminando nel contempo il difetto
estetico del funzionamento a scatti, è stato
necessario modificare radicalmente le mo-
dalità dì I/O del programma. In particolare
adesso ogni operazione di I/O verso i termi-
nali è gestita sotto interrupt e bufferizzaia,
e ciò oltre a risolvere i problemi citati ha
portato l'ulteriore vantaggio di un migliora-
mento delPefficienza globale del sistema
grazie alla sovrapposizione dei tempi di 1/0
e di accesso al disco.
Per poter effettuare queste modifiche, e
le altre che vedremo fra un attimo, è stato
necessario mandare in overlay il program-
ma: ciò non ha comportato un particolare
appesantimento del sistema ma ha lasciato
maggiore libertà di movimento nell'am-
pliare quelle sezioni del programma che
precedentemente erano state lasciate ai mi-
nimi termini per colpa dell'eccessivo in-
gombro in memoria.
I cambiamenti esterni nella struttura di
MC-Link sono altrettanto sostanziali. Ciò
che abbiamo cercato di fare è stato rendere
MC-Link ancora più coerente e consistente
nelle sue varie sezioni, e ancora più user-
friendly ed intuitivo nell'uso- Ciò ha porta-
lo innanzitutto ad una revisione dei termini
adoperati per Indicare i comandi e le opzio-
ni disponibili: ora tutti i termini sono defl-
nitivamente in italiano e, crediamo, chiari e
senza possibilità dì equìvoci.
Le modifiche principali si sono concen-
trale sull'ediior dell'area M)essaggi. che è
adesso notevolmente più evoluto. II testo
digitato viene formattato sullo schermo
man mano che viene scritto, con tanto di
wraparound fra le parole e numerazione
automatica delle linee. L'editor rimane so-
stanzialmente orientato al blocco (e non al-
la linea), ma sono state migliorale le fun-
zioni di ricerca e sostituzione neH'ambiio
di una riga. Ora è più semplice e meno
esposto agli errori il richiamo dì un testo
già scritto (o letto), ed è inoltre possibile in-
viare copie multiple di un messaggio. Ora il
Comrol-Z usato come segnale di fine lesto
non viene più inviato indietro durante la ri-
lettura e quindi non è più potenziale causa
di problemi per gli utenti MS-DOS. Infine
la struttura logica dell'albero dei comandi
«intorno» all'ediior è stata rivista, per cui
ora le varie operazioni compaiono in un or-
dine più naturale e più semplice.
Anche la ricezione di messaggi, siano es-
si P)osta o Oonferenze, è ora realizzata in
modo diverso. Adesso é possibile vedere I
messaggi inseriti successivamente ad una
cena data, che per default è quella deU'uIli-
ma sessione, ma può essere variata a piaci-
mento: inoltre si può chiedere di vedere il
solo sommario dei messaggi oppure i mes-
saggi stessi, per intero ed in successione
futile per scaricare su disco tutta la posta
per esaminarla con calma una volta off-li-
ne), Naturalmente è sempre possibile legge-
re il singolo messaggio, passando al prece-
dente od al successivo nella lista, ed in que-
sto caso si ha ancora la funzione di risposta
automatica. Queste modifiche hanno com-
portato di conseguenza una leggera revisio-
ne della struttura dell'albero dei comandi
intorno alle funzioni di lettura.
Adesso ogni funzione del sistema che
produce ampi volumi di output può essere
«filtrata» con una chiave: ossia il sistema
emetterà solo quelle linee che contengono
al loro interno una parola specificata dal-
l'utente. Come prima, le liste possono esse-
re sospese e riprese con Comrol-S e Con-
trol-P. e terminate immediatamente con
Control-C.
Un sostanziale miglioramento in quanto
a semplicità ed immediatezza di uso si ha
ora nella procedura di primo login: i mes-
saggi del sistema sono più chiari e ad ogni
richiesta viene visualizzata la lunghezza
massima del campo relativo. È stato infine
migliorato il controllo sul superamento del
tempo massimo concesso (che in preceden-
za lasciava spazio ad un ceno tipo dì ope-
razioni malevole tese a paralizzare ti siste-
ma per un ceno tempo), e rivista la politica
di assegnazione del tempo stesso; ora il
tempo di collegamento è assegnalo su base
quotidiana, per impedire che uno stesso
utente tenga occupato il sistema per troppo
tempo consecutivamente.
Questo dunque è. nelle grandi linee,
MC-Link nella sua versione 2.0; manca so-
lo una cosa, la seconda linea. Per essa toc-
cherà attendere ancora un pochino, sia per-
ché la SIP non ci ha ancora fornito il mo-
dem, sia perchè la sperimentazione interna
del sistema multilinea non é ancora termi-
nata. Ovviamente vi farò conoscere, al mo-
mento opportuno, tutte le novità in merito.
Ne! frattempo potete cominciare a prende-
re confidenza col nuovo sistema, che sarà il
medesimo che troverete nella versione a
due lìnee. E quindi, in attesa dì novità,
buoni collegamenti monolinea! lac
SQNO IN EOICGLA AUDIQrevie» n.S
9/12/Ss sre lS;3S
Attenaere. . ,
Teepo ai collegeeento 00 «jn.
COnANDG: messss9Vr Pirosrssni
HESSAGSI: PIOSCS, Cionieren:e,
tepu, Slervici, Hielp, S)y
steni, H)elp, O'Uit? p
nesssggi in ercivo:
ssg: Oats: Ora: Oa: Oggetts:
3167 17/12/&S ls;27 LEPPO nARCC FAélO NON FUNZIONA
3232 19/12/aS 22: 18 nESSINEO FRANCESCO PROBLENI DI LUCE'
3260 21/12/86 02:n>. STAGNARO LUCA PROTOCOLLI 01 COHUNICAZIONE
3261 21/12/66 0n:SS CORTI 4LSERTQ PENTAHINI
»DSTA: EH
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CDnANOO: n
22/12/66 Ore
Slpeoire, NIelp,
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iGllegaeento OS 6
45
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
Persomi Modem M 23Ù
di Corrado Giustozzi
C loni PC. cloni AT... perché non
«clonare» anche i modem? Que-
sto si debbono essere deni fra sé e
sé i Taiwanesi quando hanno progettato
questo Personal Modem: il quale è. ap-
punto. un clone del famoso Smartmo-
dem prodotto dall’americana Hayes.
Per chi non conoscesse i modem Ha-
yes diciamo che questa casa è stata la
prima ad inventare e produrre i cosid-
detti modem «intelligenti»: apparecchi
che possono dialogare col computer che
li controlla per mezzo di un apposito lin-
guaggio di comandi, detto «AT» in
quanto ogni strìnga deve neces.saria-
mente iniziare con questa coppia di sim-
boli. Tramite questo linguaggio è possi-
bile istruire il modem sia per configurar-
lo da software fai posto dei vari interrut-
tori e microswiich imposti dalla configu-
razione hardware) che per fargli svolge-
re automaticamente funzioni evolute
quali comporre il numero o rispondere
alle chiamale entranti.
In particolare il Personal Modem che
vediamo que.sto mese è un apparecchio
intelligente, Hayes-compatibile. mulii-
funzione ma monostandard essendo
configurato .solo secondo lo .standard
CCITT V.2! (ossia 300 baudfuU duplex
a norme europee), con possibilità di au-
lodiat e autoan.swer.
A vederlo non si direbbe un mo-
dem, almeno come uno se lo figura so-
litamente: ossia uno scatolotto con un
pannello pieno di led e interruttori. Il
Personal Modem WD 230 si presenta
invece come un basso parallelepipedo
di plastica color panna, senza alcuna
scritta particolare ma con due soli in-
terruttori a slitta e quattro led rossi po-
sti sul pannello superiore. A sinistra
una scanalatura, forse un alloggiamen-
to per qualcosa di non meglio definito
(un microtelefono dalla foggia partico-
lare?) contribuisce a movimentare un
po’ l’estetica dell’apparecchio, che tut-
tavia rimane sobria e poco appariscen-
te.
L’assenza di controlli si spiega con
la programmabilità software del mo-
dem: ed in effetti i due interruttori
presenti servono ad inserire od esclu-
dere il modo di funzionamento di pro-
va (ioopback digitale) ed ad accendere
o spegnere l’apparecchio. 1 quattro led
segnalano invece lo stato di accensio-
ne (POWER), ed i tre stali più impor-
tanti del processo di comunicazione:
la rivelazione della portante del mo-
dem remoto (DCD) ed il transito dei
dati in arrivo (RD) e in partenza (TD).
Sul pannellino posteriore sono di-
sposte tutte le connessioni che servono
al modem per dialogare col mondo
esterno. Da sànistra a destra troviamo
il jack di ingresso dell'alimentazione
(fornita da un trasformatorino esterno
tipo calcolatrice), i due connettori per
il collegamento alla linea ed al micro-
telefono (del tipo RJ-11 americano,
praticissimo ma pressoché introvabile
qui da noi) ed infine il connettore del-
la RS-232, realizzato con un DB-9 al
posto del più classico DB-2S per ovvi
motivi di ingombro.
Col modem, contrariamente a quan-
to avviene con modelli superiori an-
che della stessa casa, non viene fornito
un microtelefono: l'utente deve quindi
provvedere per conto suo a collegare
un apparecchio telefonico a monte del
modem. Ciò in teorìa non è indispen-
sabile in quanto il modem come dice-
vamo è in grado di comporre automa-
ticamente il numero; tuttavia è conve-
niente perché cosi si può sfruttare il
punto telefono anche per normali
chiamate in voce, mentre altrimenti si
rimarrebbe obbligati alle sole chiama-
te «telematiche».
Col modem vengono forniti due ca-
vi di collegamento. Il primo è un cavo
RS-232 per il collegamento al compu-
ter, cosa decisamente utile in quanto
purtroppo lo standard RS-232... non è
affatto standard, e il tipo di cavo op-
portuno varia quasi aleatoriamente in
funzione dei due apparecchi da colle-
gare. Quello fornito, in particolare,
funziona specificamente con le porte
seriali in dotazione al PC-IBM e com-
patibili vari, ma dovrebbe andare bene
in lìnea di principio con quasi tutti ì
computer. Non va bene tuttavia con
l’AT in quanto questo computer adot-
ta connettori DB-9 per le connessioni
seriali, al posto dei più comuni (ma
più ingombranti) DB-25. Il secondo
cavo serve invece per collegare il mo-
dem alla linea: questo è ancora più
importante dell'altro in quanto, come
accennavamo poc’anzi, le prese sul
modem sono fatte con i connettori te-
lefonici standard americani (RJ-il) i
quali non si trovano qui da noi nean-
che a pagarli oro! 11 cavetto fornito
termina da un Iato con un RJ-I I e dal-
l’altro con due pagliette fermacavo,
applicabili in qualsiasi tipo di spina
telefonica senza difficoltà. Il problema
semmai sorge nel collegamento del-
l'apparecchio telefonico: il nostro
consiglio è quello di procurarsi uno di
quegli economici telefonini «giappo-
nesi», che spesso hanno in dotazione
un cavo come quello che serve e quin-
di possono essere collegati al Personal
Modem direttamente.
Aprire l’apparecchio è semplicissi-
mo, basta svitare quattro viti sul fondp
per poter separare i due gusci di pla-
stica che formano la carrozzeria. No-
tiamo che le viti strìngono in madreviti
metalliche annegale nella plastica, in-
MCmlcrocomputer n. 59 - gennaio 1987
PERSONAL MODEM WD 230
dice di una cura costruttiva spesso tra-
lasciala da molti produttori di Taiwan.
Fra i due gusci, come il prosciutto nel
panino, troviamo una scheda a circui-
to stampato che contiene tutto il mo-
dem. La costruzione è pulita e lineare,
il cablaggio praticamente inesistente.
Gli unici nii che si vedono in giro so->
no quelli fra la scheda e gli RJ-II. La
scheda stessa è solo incastrata fra i
due gusci e può essere estratta con
estrema facilità. Su di essa si notano
facilmente la sezione alimentatrice ed
il modem vero e proprio, contenuto in
un solo integratore. Ottima realizza-
zione ed ottima ingegnerizzazione, per
un apparecchio lutto sommato di un
certo impegno.
1) primo passo da compiere per po-
ter utilizzare il modem consiste ovvia-
mente nel collegarlo al computer ed
alla lìnea. I problemi sono quelli ac-
cennati poco sopra: e se per il compu-
ter va generalmente bene il cavo RS-
232 fornito, per la linea e per l’appa-
recchio telefonico le cose possono es-
sere più complicate vista la maggiore
difTicoltà di procurarsi i cavi e/o i
connettori adatti. Supponiamo co-
munque risolto anche questo aspetto
della questione, e passiamo a vedere
più da vicino il funzionamento del
modem. A questo proposito ci aiutano
abbastanza sia il m.inualetto originale
dell'apparecchio che la sua revisione
italiana fornita daH’importatore. In es-
sa vengono descritti piuttosto chiara-
mente. anche se non troppo in profon-
dità. i vari aspetti sia del funziona-
mento teorico che deH'utilizzazìone
del modem. Ovviamente è necessario
avere un programma di comunicazio-
ne in grado di sfruttare i comandi AT
(praticamente tutti quelli sul mercato)
e... un numero da chiamare. Noi ab-
biamo usato CrossTalk e dobbiamo
dire che tutto ha funzionato al primo
colpo. Nel caso di autodial, ossìa chia-
mata automatica, il modem è in grado
di comporre il numero sia sfruttando
il sistema ad impulsi (europeo) che
quello a frequenze (americano ma in
uso anche nei moderni PAB o «centra-
lini intelligenti»), di accorgersi della
presenza o meno della portante del
corrispondente e di informare di ciò il
computer. Nel caso di autoanswer, os-
sia risposta automatica, il modem si
accorge che qualcuno sta chiamando
e, dopo un numero prefissabile di
squilli, risponde emettendo la sua por-
tante ed attendendo l'aggancio con
l'allro modem. Anche in questo caso il
computer viene mantenuto al corrente
di ciò che sta succedendo grazie ad al-
cuni messaggi di stato emessi dal mo-
dem. Sfruttando i'autoanswer occorre
tuttavia esercitare qualche precauzio-
ne se si usano quei programmi di co-
municazione che, come Cross Talk,
sfruttano determinate linee di control-
lo della RS-232 per determinare lo sta-
io del modem (ad esempio il segnale
di Ring Detect); in questo caso occor-
re disabilitare sul modem il colloquio
mediante stringhe di caratteri, cosa
che si fa con uno dei tanti comandi
AT.
Per il resto nessun problema: il mo-
dem è praticamente privo di controlli
e quindi di potenziali problemi per l'u-
tente inesperto, docile ai comandi del
computer e praticissimo da usare. Per
chi è abituato ai modem a chiamata
manuale il Personal Modem è una ve-
ra liberazione: l'operatore non deve
fare più nulla se non comunicare al
computer il numero da chiamare. Se
poi si sfruttano le possibilità di memo-
rizzazione dei parametri e di auto-lo-
gin olTerte dai più moderni program-
mi di comunicazione, il processo di
connessione ad un computer remoto si
riduce ad un gioco: computer, pro-
gramma e modem cooperano per chia-
mare automaticamente il numero e
collegarsi aH'host, fornendo anche l'e-
ventuale sequenza di login e/o pass-
word richieste. Di più ancora: con i
programmi «programmabili» (scusate
il bisticcio ma è proprio cosi) sì può
fare addirittura in modo che ad una
determinata ora, magari della notte, il
computer chiami spontaneamente un
corrispondente remoto, si colleghi,
svolga un determinato numero dì ope-
razioni (scambio di file, scarico dì
messaggi in una mailbox eccetera ec-
cetera) e si scolleghi, il tutto automati-
camente e senza alcun intervento uma-
no. Il Personal Modem supporta tutto
questo tipo di operazioni, essendo co-
me dicevamo compatibile con il lin-
guaggio di comandi Hayes, lo stan-
dard di mercato accettato da tutti ì
principali programmi dì comunicazio-
Per concludere ci sembra giusto lare
un'annotazione commerciale su quella
che potrebbe sembrare una limitazio-
ne di questo modem, ossia la sola pos-
sibilità di funzionamento a 300 baud
V.21 CCITT. Secondo noi si tratta in-
vece di un vantaggio, una precisa scel-
ta commerciale che va a tutto favore
deH'acquirente. Bisogna infatti consi-
derare che nella maggior parte dei casi
le maggiori velocità si dimostrano non
così utili come sembrerebbe, e quindi
finiscono per non essere sfruttate ade-
guatamente: in definitiva servono solo
a far pagare di più un apparecchio che
verrà quasi sempre usato a 300 baud.
In secondo luogo occorre tener pre-
sente che i 1200 baud sbandierati dai
modem più economici sono solitamen-
te a norme V.23, ossia half duplex con
segnale modulato in frequenza, che
sono quasi perfettamente inutili: come
dicevamo la volta scorsa ciò che even-
tualmente serve sul serio sono i 1200
baud V.22 (full duplex con segnale
modulato in fase), ma questo standard
sì trova solo su apparecchi di costo
piuttosto alto. Anche la mancanza del
modo di funzionamento a norme Bell
(americane) non ci sembra grave: chi
di voi pensa veramente di chiamare un
CBBS americano in teleselezione a
300 baud? Per cui ci sembra giusta la
scelta del costruttore, che ha preferito
fare un apparecchio poco costoso ri-
nunciando al multistandard ma non
alle facìlity costituite dalla program-
mabilità Hayes.
Il Personal Modem è quindi un ap-
parecchio commercialmente intelli-
gente, dotato di quelle cose che servo-
no sul serio e privo di quelle che po-
trebbero servire ma alzerebbero il
prezzo. Alla luce di queste considera-
zioni il suo rapporto prezzo/prestazio-
ni ci sembra decisamente favorevole.
«c
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
47
IBM Ventìtfuattnre
di Marco Marinacci
In Italia è stato denominato ufficialmente «Ventiquattrore» il portatile
che la più grossa casa di computer del mondo ha presentato ai primi del
mese di aprile al Comdex di Los Angeles. Ne abbiamo dato qualche
anticipazione nel numero di giugno, riportando le informazioni che
Filippo Colangeli, nostro corrispondente negli Stati Uniti, aveva potuto
racimolare nello stand di Big Blue. Ora che è iniziata la
commercializzazione de! prodotto anche in Italia, abbiamo potuto
averne fra le mani un esemplare messoci a disposizione dalla Bit
Computers. In attesa della prova completa, prevista per il prossimo
numero (forse a confronto con un agguerritissimo concorrente...!, eccovi
le impressioni del primo, rapido contatto.
£ un po' che il mercato dei portatili è
in fermento. Probabilmente non vale la
pena, qui. di ripercorrerne la storia; fat-
to sta che è ormai da qualche anno che
più o meno tutti coloro che seguono ab-
bastanza da vicino il mercato dell'infor-
malica guardano con occhio interessato
le novità che a mano a mano vengono
presentate nel settore prima dei... vali-
gioni (tipo Osborne 1 per intenderci,
che é probabilmente stato il primo qua-
si-portaiile) ed ora dei «lap top», come
sono stati ormai universalmente deno-
minati i computer abbastanza piccoli
(ed autonomi) da poter essere utilizzali
anche tenendoli sulle ginocchia.
I primi portatili finirono col cambia-
re la loro denominazione in quella di
«trasportabili», quando ci si rese defini-
tivamente conto che chi li acquistava
non era molto invogliato a «portarseli
appresso», ma piuttosto poteva «tra-
sportarli facilmente»; poi cominciarono
ad arrivare i «portatili sul serio», che
solo recentemente sono stati battezzati
lap top; dopo i primi esemplari, dalle
prestazioni relativamente interessanti
ma obiettivamente limitate, si è arrivati
a prodotti veramente potenti e funzio-
nali, in particolare non solo in MS-
DOS. ma in grado di assicurare la com-
patibilità (in molti casi praticamente to-
tale) con «lui»; il PC IBM.
Chi è arrivato per ultimo nell'arena
dei portatili davvero compatibili IBM?
La IBM. II che non è male: primo per-
chè non arrivando per prima ha lasciato
spazio agli altri, utili per movimentare il
mercato, lasciare al pubblico possibilità
di scelta e stimolare (grazie alla concor-
renza) la realizzazione di prodotti inte-
ressanti c competitivi ; secondo, perché
arrivando «lei» ha in pratica conferito
la patente di «possibile» al mercato dei
lap top. Nel senso che molti dei... ben
pensanti sprovveduti possibili acquiren-
ti penseranno, probabilmente, che se
anche la IBM costruisce un prodotto di
questo genere vuol dire che può funzio-
nare e che forse vale la pena comprarlo,
della IBM o di un'altra marca poco im-
porta... D'altronde non bisogna dimen-
ticare che quando la IBM usci con il
personal, negli Stati Uniti la Apple im-
postò una campagna pubblicitaria che
suonava più o meno «grazie, IBM, di
essere entrala net mercato del personal,
perché ci aiuti a vendere i personal alla
gente».
La IBM, come già accennato nel cor-
sivo iniziale, ha presentato per la prima
volta il Convertible al Comdex di Los
Angeles, ai primi di aprile. Da allora, lo
si è potuto vedere in tutte le successive
manifestazioni fierìstiche americane; in
Italia ha fatto una... strana apparizione
in occasione dello SMAU, in settembre,
dove é stato esposto non nello stand
ma, zitto zitto, quale partecipante al
premio Industriai Design (premio che il
Convertible ha. peraltro, ricevuto). Del
Convertible, in Italia, non si è saputo
ufficialmente nulla fino a che. verso la
metà di novembre, non é comparsa su
alcuni quotidiani una pagina intera di
pubblicità che diceva di andare a vede-
re il Ventiquattrore, come era stato bat-
tezzalo, presso i rivenditori IBM, che in
quel momento peraltro ne erano sprov-
visti. Ai primi di dicembre abbiamo fi-
nalmente ricevuto un comunicato stam-
pa. datato 18 novembre. Ci si sarebbe
aspettati una qualsiasi specie di confe-
renza di presentazione, vista l'assoluta
novità deH'oggetio nella gamma di pro-
dotti IBM, ma cosi non è stato. Il Venti-
quattrore é spuntalo fuori improvvisa-
mente e quasi dal nulla: speriamo non
significhi che verrà abbandonato a se
stesso: è, al contrario, un prodotto che
necessita di essere seguito e supportato
ed al quale la IBM farà bene a dedicare
le necessarie energie.
Nel suo .settore il Ventiquattrore si in-
serisce, da un certo punto di vista, nel
modo migliore. Non... stravince nei
confronti dei concorrenti, anzi non sem-
bra neppure essere il migliore. Però non
é assolutamente un cattivo prodotto, e
gli altri... non sono IBM. Quindi il di-
scorso è aperto: c'é spazio per un buon
successo del 24ore, un po' perché é un
buon prodotto, un po' perchè é IBM,
quindi presumibilmente più facile da
trovare per un possibile acquirente (leg-
gi meglio distribuito) e. come si diceva
prima, queste tre magiche lettere posso-
no pesare nella scelta di chi non è abba-
stanza informato da saper valutare le
prestazioni di una macchina e decide
quindi di affidarsi solo al nome. Ma c'é
spazio anche perché ci sono varie mac-
chine che hanno le carte in regola per
dire la loro, delle quali non è mancala
occasione di parlare su MCmicrocom-
puier. Citiamo l'ottimo Zenith 181, ma
anche l'economico Bondwell 8, entram-
bi in prova sul numero 57, E chi ha letto
il reportage dal Comdex di Las Vegas,
nel numero scorso, avrà visto che la
Nec ha un portatile a dir poco favoloso,
con tanto di lastierìno numerico vero e
clock a due velocità (ci sarà in Italia?).
E in fondo lasciamo quello che per ora
è sicuramente il più agguerrito sfidante
(anzi sfidalo), il Toshiba 1 100, del quale
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
IBM VENTIQUATTRORE
peraltro sta arrivando anche da noi la
versione Plus (più veloce, con due dri-
ve. con display migliorato). Prestazioni,
prezzi, reperibilità, «blasone», ma an-
che aggressività ed efficacia della pub-
blicizzazione: saranno queste, occhio e
croce, le armi principali della sfida. La
prova completa delI'IBM Ventiquattro-
re è prevista per il prossimo numero. Se
sarà possibile, ci sarà contemporanea-
mente anche il 1 100 Plus, ma forse non
si farà in tempo ad averlo e non è quin-
di una promessa.
Nel frattempo, per i più impazienti,
cerchiamo di dare uno sguardo rapidis-
simo. £ un portatile e cominciamo dal...
guscio. Chiuso, innanzi tutto: ottima la
presenza della maniglia, motto robusta,
che tra l'altro può fungere anche da ap-
poggio per i polsi mentre si scrive. La
forma del contenitore è molto squadra-
ta, sta benissimo in piedi tipo valigetta,
ed il tutto è abbastanza robusto da non
far temere urli (almeno quelli «norma-
li». è sempre un computer). Il peso è di
poco superiore ai cinque chili, quindi
non contenutissimo ma più che ragione-
vole: i piedini antiscivolo sono molto
Aprirlo non è forse semplicissimo: ci
sono due piccoli pulsanti sul frontale, al
di sotto della maniglia, non troppo age-
voli da premere mentre si solleva il co-
perchio-display. Durante l'apenura di
quest'ultimo, il lutto si articola in modo
che sia la tastiera, sia la parte su cui è la
cerniera e che contiene le due unità mi-
crofloppy assumano una posizione er-
gonomicamente inclinata, ed il sistema
rivela la sua estetica obiettivamente
molto gradevole. II 24ore è serio ma cu-
rato. non banale, e dà un'ottima impres-
sione di robustezza nonostante il com-
plesso snodo e l'articolazione del di-
splay. A proposito di quest'ultima biso-
gna dire che se è apprezzabile la possi-
bilità di asportare mollo facilmente il
display, non è viceversa possibile incli-
narlo oltre l'angolazione mostrata nella
foto, cosa che invece sarebbe in parec-
chi casi desiderabile; per un uso lette-
ralmente «lap top» ad esempio, ossia
tenendo la macchina sulle ginocchia, o
semplicemente per ottenere che il di-
splay sia illuminato nella maniera più
conveniente in un ambiente particolare.
Per fare un caso concreto, ci sono dei
problemi se si tenta di lavorare utiliz-
zando come unica sorgente il lume del-
la scrivania, a meno di non posizionar-
selo quasi come... un cappello. La leggi-
bilità è abbastanza buona, anche se non
eccezionale non trattandosi né di un
back lit (display a cristalli liquidi dotato
di illuminazione propria del fondo) né
di un super-twist (i cristalli si dispongo-
no in modo da essere più opachi alla lu-
ce). È molto meglio di quello del Bond-
well. é più 0 meno come quello del To-
shiba seconda serie (il primo era peg-
giore), ma decisamente inferiore al back
lit super-twist dello Zeniih. Per il 24ore
la IBM ha previsto un apposito monitor
tradizionale esterno, a fosfori verdi (del
quale per ora non c'è traccia in Italia),
da usare una volta rimosso il display
LCD in modo da trasformare la mac-
china in una specie di desk top dalle di-
mensioni particolarmente contenute. Il
«tocco» della tastiera é ottimo; il lasiie-
rino numerico é «annegato» nella ta-
stiera (accessìbile tramite il tasto blu
Functìon), mentre i tasti funzione sono
in una fila superiore e quelli per il cur-
sore disposti, intelligentemenie. a croce
(quasi) e in basso a destra.
L'accesso ai microfloppy é ovviamen-
te. grazie alla loro posizione frontale,
molto comodo. Viene fornito un disco
di Start-Up. che contiene fra l'altro un
articolatissimo diagnostico e le cosid-
dette applicazioni; tools, blocco note,
elenco telefonico, calcolatore e agenda-
scheduling: quest'ultima, in panicolare.
colpisce per caratteristiche e facilità dì
impiego. Alle applicazioni si accede
premendo uno dei tasti funzione, secon-
do un menu a icone che compare sullo
schermo.
Sul funzionamento non credo che
valga la pena di dare molto più che que-
sti accenni, rimandando ovviamente il
tutto alla più volte annunciata prova:
ad un primo approccio la macchina non
sembra comunque velocissima, almeno
per quello che riguarda i drive che si
mettono in moto con un ritardo vicino
ai paio di secondi quando si impartisce
il comando. Non sì tratta, é ovvio, di un
dato che possa essere preso come signi-
ficativo più di tanto. Ben di più stupi-
sce. invece, la mancanza della dotazio-
ne dì serie di un'interfaccia di qualsiasi
tipo; esiste a listino, per 412.000 lire,
una scheda aggiuntiva con interfacce
seriale e parallela. Cosa si fa con un
computer senza interfaccia, come si
stampa? risposta, probabilmente; con la
stampante apposita, termica, che si
monta sul fondo dell'apparecchio (co-
sta 627.000 lire). Continuiamo in tema
di prezzi, già che ci siamo: l'adattatore
colore, per collegare il monitor esterno,
costa 8SI.000 lire, più 20.S00 di cavo: i
drive esterni costano 347.000 il 3" e
i /2. 68 1 .000 e 762,000 i 5" e 1 M rispet-
tivamente da 360 K e 1.2 M. Infine,
3.975.000 lire è il prezzo del Ventiquat-
trore con 512 K di RAM e due micro-
floppy da 720 K. con alimentatore, bat-
teria ricarìcabile, DOS 3.2 e disco Start-
Up con applicazioni. Per ora. ed é que-
sta forse la cosa più criticabile, é dispo-
nibile la sola unità base. Come dire che
chi oltre ad elaborare o immagazzinare
vuole stampare, bisogna che aspetti
(qualche mese, secondo i primi annun-
ci).
I nostri lettori, dal canto loro, do-
vranno aspettare un mese per saperne
di più...
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MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
PRAMEWORKII
D ella precedente versione del Fra-
mework. il pacchetto integralo
della Ashton Tate. MCmicrocompuier
ha pubblicato la prova nel maggio del
1985. Si iraiiava del Framework l.l.
versione italiana.
Nell'articolo venivano analizzate tutte
le funzionalità del prodotto, e veniva
colta la .lua filosofia di strumento stu-
diato in particolare per analizzare e tra-
durre in espressioni formali le idee. Idee
che in genere nascono in maniera disor-
dinata ed estemporanea e che quindi si
rischia di perdere, se non si appuntano e
mettono al più presto a fuoco.
E ora uscita la nuova edizione, solle-
citamente tradotta nella versione Italia-
na dalla Editrice Italiana Software, che
ne cura la distribuzione in Italia.
Il Framework è un prodotto integralo,
che quindi, per definizione, è in grado di
«fare tutto». Possiede una serie di mo-
duli. ciascuno specializzato per una sin-
di Francesco Petroni
gola attività (tabella, testo, grafica...) in-
tegrabili l'uno rispetto all'altro.
I concorrenti del Framework sono og-
gi fondamentalmente tre: il Symphony
vers. 1.1 della Lotus Corporation, distri-
buito dalla J. Soft, Open Access II della
Software Product International distri-
buito dalla SyPT. e infine Enable realiz-
zato dalla The Software Group e distri-
buito dalla Channel Italiana.
Va notaio che questi quattro prodotti
La casa che ha prodotto il Frame-
work è una di quelle che hanno fatto la
storia del PC. E la Ashton Tate, nata sul
successo del Data Base ll/Ill. che co-
stituisce il vero standard nei prodotti di
gestione archivi su Personal. Di questa
parentela il Framework conserva parec-
chie tracce, vedremo quali.
La nuova edizione ha il nuovo nome
«Framework II», per significare che non
si tratta di un semplice aggiornamento,
ma di un prodotto pressoché nuovo. In-
fatti i miglioramenti sono numero.sissi-
mi, e riguardano anche quelle caratteri-
stiche che avevano suscitato le critiche
da parte degli utilizzatori.
Citiamo la gestione della memoria,
che nella versione precedente impediva
la realizzazione dì tabelle di cene di-
mensioni.
La risposta a questo, che era il limile
più importante, è duplice. E sia softwa-
re. in quanto le routine di gestione della
memoria sono state riviste e permettono,
a parità di «ingombra» dell'applicazione
(ad esempio un tabellone elettronico),
un «risparmio» variabile dalle 2 alle 5
volte. È anche in un certo senso Har-
dware in quanto è possibile configurare
il prodotto riconoscendo una scheda
EMS.
50
n. 59 - gennaio 1987
FRAMEWORK
Per chi non lo sapesse, da un accordo
Ira Microsoft. Intel /del gruppo IBM) e
Lotus Corporation, è nato uno standard
per le schede di espansione RAM. chia-
mato Extended Memory Specifìcalion.
oltre i fatidici 640 khyte.
Sono schede che permettono espan-
sioni fina a 8 megahyte. indirizcabiti in
maniera trasparente daU'applicativo.
utilizzando^ tecniche di Banking della
memoria. È noto che il microprocessore
8088 indirizza infatti solo I mega.
In questa maniera i limiti di utilizza-
bilità del Framework, che lavora preva-
lentemente in memoria centrale, si «al-
largano» di un fattore variabile tra 30 e
50.
Inoltre il Framework II. rispetto al
.suo predeces.sore. possiede numerosi co-
mandi in più. alcuni già visibili a livello
di barra dei menu, come ad esempio la
completa integrazione del modulo Co-
municazioni. che prima era assoluta-
mente esterno, altri meno appariscenti,
ma altrettanto importanti, come numero
di funzioni utilizzabili.
Altra innovazione sostanziale è il pro-
gramma di SETUP, che. oltre a permet-
tere l'adeguamento praticamente a tutte
le periferiche oggi in produzione (schede
video e video, stampanti, plotter, mouse)
e la configurazione «una tantum» delle
specifiche d'uso, si gestisce via menu
successivi, semplificando al massimo l'o-
perazione di installazione e di eventuale,
di.sinstallazione.
I manuali sono quattro, più alcuni
opuscoli, e i dischetti in dotazione so-
no 9 (nove!).
I quattro manuali corrispondono ad
un crescendo neirapprendimento. Il
primo si chiama «Primi Passi con il
Framework II» e si occupa della Tase
di installazione, che lavorando con 9
dischetti, comporta una serie di passi
successivi a seconda della configura-
zione Hardware a disposizione.
II secondo manuale «Conoscere
Framework II» permette di fare la co-
noscerua con le funzionalità principali
del prodotto, e cioè la creazione e la
gestione dei quadri, nome che corri-
sponde, in prima approssimazione, al
concetto di WINDOW, Poi la costru-
zione di un quadro di Testo, di un
quadro di tipo Spreadsheet, di un Gra-
fico. costruito sullo spreadsheet, dì un
Database e infine di un quadro di tipo
Profilo, particolare organizzazione che
permette di collegare con una logica
«ad albero» più quadri anche di tipo
differente.
Il terzo manuale è il più voluminoso
(oltre cinquecento pagine) ed è quello
che si usa «a regime». È organizzato
cino delle copertine, per cui lo sfoglia-
re le pagine non risulta molto agevole,
e si rischia, se lo si fa con un certo vi-
gore. di sfilare qualche foglio.
Tra gli opuscoli c'è il solito fonda-
mentale manuaietto con il riassunto di
tutti i comandi e le funzioni (si chiama
Guida di Consultazione Framework
II).
I dischetti sono, come detto, nove.
Su ognuno di essi è stampigliato il nu-
in 1 1 capitoli ciascuno dei quali tratta
in modo approfondito un argomento,
ad esempio Profili, oppure Stampa dei
Documenti, ecc.
In questo manuale è anche affronta-
ta la problematica delle MAGRO, nel
capitolo intitolato Framework II a mi-
sura deirUtente. che permettono una
prima forma di programmazione, rea-
lizzabile anche da un utilizzatore fina-
le con un minimo di esperienza.
Chiudono il volume, come consue-
tudine. una serie dì appendici tecni-
che, e l’indice per voce.
Il quarto ed ultimo manuale è
«Fred e Telecomunicazioni». FRED è
il linguaggio di programmazione «pro-
prio» del Framework. Sono quindi
raccolti in un volume a sé gli aspetti
più tecnici del prodotto e che, in un
certo senso, riguardano solo gli utiliz-
zatori più avanzati.
I quattro volumi ricalcano lo stìling
della Ashton Tate, e sono stampati
con estrema cura sìa da un punto di vi-
sta esteriore (qualità della carta e della
stampa) che da un punto di vista so-
stanziale (contenuti). Sono racchiusi,
assieme al contenitore rìgido dei di-
schetti, in un cofanetto di cartoncino
rìgido.
Se proprio volessimo fare un appun-
to a tanto lusso potremmo dire die la
soluzione della chiusura a spirale mal
si combina con la rigidezza del carton-
mero di serie del prodotto che identifi-
ca il cliente presso la casa distributrice
e che quindi va citato quando sì vuole
usufruire dei vari servizi compresi nel-
la Licenza d'Uso (ad esempio la con-
sulenza via Hot Line). Ricordiamo che
il Framework. cosi come altri impor-
tanti prodotti software, non viene ven-
duto. ma ceduto in licenza d'uso ad un
cliente che si impegna a rispettare le
clausole della licenza, e che in tal mo-
do può usufruire dei numerosi servizi
accessori.
I primi due dischetti contengono il
prodotto. Il primo disco, quello con
cui sì carica la prima parte del prodot-
to, è protetto con il Superlock e quindi
non è copiabile. Ne è fornita una co-
pia di backup (e siamo a tre).
Un disco di configurazione contiene
il programma Setup, del quale parlere-
mo poi. e utilizza anche un dischetto
con ulteriori driver (ad esempio sono
riconosciute circa 80 stampanti diffe-
renti). E siamo a cinque.
C'è il dischetto delle applicazioni,
ovvero i moduli esterni al FW ma ri-
chiamabili direttamente via MENU.
C’è poi il dischetto di controllo orto-
grafico (ancora in inglese), per la cor-
rezione automatica dei testi prodotti
sotto word processor.
Gli ultimi due dischetti contengono
i Tutorial. II programma autodidattico
si svolge lungo una specie di storia di
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
51
FRAMEWORK
argomento poliziesco, che via via per-
mette in maniera automatizzata, di
analizzare le varie funzionalità. I vari
moduli del programma di autodidatti-
ca sono ovviamente scritti in FRED,
che è il linguaggio di programmazione
del Framework.
Per configurare il Framework, adat-
tandolo al proprio hardware, si utiliz-
za il programma SETUP, che per mez-
zo di menu successivi, guida l'installa-
zione. Trattandosi di un prodotto re-
centissimo sono previste tutte le novità
hardware. Ad esempio configurazioni
per Olivetti, schede grafiche avanzate,
schede di espansione memoria, ecc.
Se si lavora con Hard disk occorre
installare il prodotto su tale disco, pre-
levandolo dal dischetto che ovviamen-
te dopo non «funziona» più. La pro-
cedura di Setup permette anche la di-
sìnstallazione, restituendo al dischetto
la sua piena funzionalità. In figura 1
vediamo una fase di tale operazione.
I vari menu che appaiono durante
la fase di installazione permettono le
più svariate configurazioni, ad esem-
pio le specifiche standard per i drive
di lavoro, per la stampante, per il mo-
dem, per la memoria RAM. Esistono
anche specifiche indicate come PRE-
FERENZE. per la scelta dei colori
dello schermo di lavoro, la dimensio-
ne dei quadri standard, ecc.
Facciamo notare la possibilità di
utilizzare le nuove schede video, sia la
EGA (Enhanced Graphic Card del-
riBM), identificata come scheda grafi-
ca sofisticata, che permette quattro
differenti installazioni, sìa la Hercules
Graphic Card Plus.
Quest'ultima scheda, tra l'altro an-
ch'essa distribuita dalla E.I.S., nel di-
schetto dì installazione contiene nuovi
driver che permettono di lavorare in
due modalità; 29 righe per 90 colonne,
e 43 righe per 90 colonne. Ne parlere-
mo prossimamente.
Sempre per quanto riguarda le sche-
de video citiamo la presenza, ormai
costante, di driver per Olivetti.
La parola Framework è composta
da Work, che come noto significa lavo-
ro. e frame, che come meno nolo, si-
gnifica quadro. In questa parola, che
opportunamente non è stata tradotta è
racchiusa la filosofia del prodotto e
anche il suo modo di lavorare.
Il concetto dì base non è il foglio
elettronico, altrettanto valido ma in un
certo senso «solo» bidimensionale, il
concetto è quello del quadro, inteso
come struttura omogenea al suo inter-
no, che però può avere qualsiasi tipo
di contenuto (numeri, testi, dati, grafi-
ci) e che può essere collegata con rap-
porti di «parentela» ad altri quadri an-
che non omogenei a sé.
Il Framework permette quindi sia di
costruire quadri di vario genere sia di
costruire strutture particolari di colle-
gamento tra i quadri, sia di gestire gli
interscambi tra i quadri.
Questa filosofia di lavoro, peraltro
già descrìtta in maniera esauriente sul-
la citata prova del Framework 1.1. ben
si presta a quella particolare attività
della mente umana che è il pensare e il
trasformare un'idea, magari abbozza-
ta. via vìa in qualcosa dì formalizzato
e quindi in qualcosa di concreto e
complesso.
Il termine inglese, peraltro usato
nella manualìstica, che definisce tale
attività è il Brainstorming, che vuol di-
re lasciar scaturire le idee, idee che
spesso vengono perse in quanto non
viene esercitata un'attività di «messa a
fuoco» e di «rielaborazione» e di «fis-
saggio» delle stesse.
Il Framework si pone come stru-
mento ideale per tale tipo di attività,
vantando una serie di funzioni specifi-
camente studiate, la principale delle
quali è senza dubbio il profilo, che
permette, anzi stimola, a buttare giù le
idee.
A fronte di questa filosofia il modo
dì lavorare del Framework segue la or-
mai collaudata metafora della scriva-
nia. con vaschette dalle quali preleva-
re e nelle quali immettere documenti
(quadri) e sulla quale aprire, chiudere
e spostare «pratiche».
Su tale scrivania assumono partico-
lare importanza gli strumenti di lavo-
ro, le cui funzioni sono ovviamente
svolte dalla tastiera, per cui ad alcuni
tasti vengono assegnali nuovi nomi,
Esistono, nella voluminosa confe-
zione, anche due «mascherine» che si
posizionano sulla tastiera e che per-
mettono di avere sempre sotto control-
lo i nuovi significati dei tasti. Per fare
un esempio F3 diventa «SPOSTA», il
tasto + all’estrema destra diventa
DENTRO (cioè entra nel quadro).
Analisi del prodotto
La prima difficoltà nell'accìngercì a
descrivere un prodotto tanto versatile
e complesso sta nella scelta dei meto-
do, che può essere quello di percorrere
la barra menu e di descrìvere in modo
ordinato le varie funzionalità, oppure
quello di suddividere la trattazione in
argomenti specifici.
In certi casi seguiremo il primo, in
altri casi il secondo metodo. L'analisi
sarà per forza «di spazio» non appro-
fondila. ma ci ripromettiamo di scen-
dere un po’ più in dettaglio in succes-
sivi artìcoli, realizzati nell’ambito del-
le rubriche della rivista, dedicali a spe-
cifiche funzionalità. Approfondimenti
che il prodotto, per la sua importanza,
merita.
52
MCmicrocompuler n. 59 - gennaio 1987
FRAMEWOHK
I liM Cn« Ujt tifiiiTuhAbi TkU )Mrn Crtfut ItWHjK
Il sistema di lavoro del Framework
è per mezzo di una barra di menu in
cui sono indicati i titoli dei vari menu
operativi che scendono quando richia-
maci.
Per posizionarsi sulla barra menu si
utilizza il casto INS, a cui è delegala
per sempre questa importante funzio-
ne. Per scegliere le opzioni ci si muove
facilmente e incuilivamence con le
frecce o in orizzontale o in verticale.
Per comare indietro nel percorso o in
generale per annullare una scelta ap-
pena fatta ma ancora non confermata
ESC.
Esistono inoltre delle «scorciatoie»
per passaggi più veloci, e per inserire i
vari passaggi anche in un programma.
Senza entrare nel dettaglio di cia-
scun sottomenu citiamo almeno gli ar-
gomenti dì ciascuna di esse.
APPLICAZIONI particolari funzio-
nalità estranee al FW ma richiamabili
e gestibili dal suo Interno.
DISCO per caricamento e salvatag-
gio di file FWII (hanno la desinenza
•.FW2). oppure importazione esporta-
zione da e verso altri formati (DB 11/
DB III, Lotus 123, Word Star. Display
Writer. Visicalc e ovviamente, il for-
mato ASCII).
Va notaio innanzitutto che il carica-
mento di fogli di lavoro Lotus 123.
permette la «traduzione» delle formu-
le. Inoltre è apprezzabile la possibilità
di «esportare» traducendo nel forma-
to del prodotto sul quale sì vuol passa-
re.
In tale sociomenu sono presentì an-
che il comando di pulizia area di lavo-
ro (a proposito la memoria disponibile
su una macchina 640 kbyte è di circa
340.000 byte) e di uscita da Frame-
work.
CREA per realizzare quadri Testo,
Tabella, DataBase e Profili. Inoltre
per dimensionare le tabelle aggiungen-
do righe e/o colonne. Da questo menu
si accede anche alle librerie di macro
(funzione che vedremo dopo).
EDIT varie funzionalità di editing,
valide in vari ambienti.
ORGANIZZA per le elaborazioni
di database come ricerca, modifica,
sostituzione, ordinamento, ecc.
QUADRI per la gestione del WIN-
DOWING.
TESTO per le funzionalità di word-
processor.
NUMERI definizione dei formati di
visualizzazione dei contenuti numerì-
GRAFICA per la creazione di grafi-
ci, definendone le varie tipologie e ca-
ratteristiche.
STAMPA funzionalità di stampa
comuni ai vari modi di lavoro.
I profili
Il profilo rappresenta la formalizza-
zione che si dà della struttura del lavo-
ro. Ad esempio supponiamo di dover
realizzare un progetto che si compone
di vari elementi, anche di tipo diffe-
rente tra dì loro, testi, tabelle, conteg-
gi. elenchi ragionati dì dati, disegni,
ecc. (fig. 2).
Ipotizzando che ciascun elemento
indivisibile del progetto occupi un
quadro, occorre realizzare una struttu-
ra che raccolga in un quadro «conteni-
tore» un insieme dì quadri elementari.
A loro volta i quadri contenitori po-
tranno appartenere a contenitori di
più alto livello e così via.
Il concetto è ben individuabile dalla
foto che illustra tale funzionalità. Si
vede come il Profilo possa essere assi-
milato ad un indice ragionato, a più li-
velli, che può via via esplodere mo-
strando il suo contenuto.
Il grosso vantaggio del lavoro con
tale struttura sta oltre che nel fatto di
organizzare nella maniera più logica il
lavoro (di qualsiasi tipo esso sia), an-
che nel fatto che non si è costretti u se-
guire una sequenza ordinata di lavoro.
È la struttura che riordina i vari ele-
menti costruiti via via in maniera di-
sordinata. Inoltre ogni elemento finale
di un profilo può essere un quadro di
qualsiasi tipo, indipendentemente dal-
la tipologia degli altri quadri.
Se si lavora con i profili, la tastiera
permette una serie di movimenti per
percorrere rapidamente la struttura sia
in senso orizzontale (cioè a parità di li-
vello) che in senso verticale (dentro/
fuori).
I quadri tabella
In modalità Tabella il quadro diven-
ta un tabellone elettronico, di dimen-
sioni iniziali definibili via configura-
zione, ma variabili se durante l'uso se
ne ravvisa la necessità (fig. 3).
Il tabellone è, al pari delle altre fun-
zionalità, molto evoluto, anche se al-
cune operazioni tipiche del lavoro su
uno spreadsheet non risultano molto
agevoli, in quanto debbono per forza
di cose essere condivise con gli altri
modi di lavorare.
È questo un po' il problema di tutti
gli strumenti integrati. Ad esempio l'o-
perazione SPOSTA è necessaria in
ogni ambiente (esempio Tabella. Te-
sto, ecc.). ma non è detto che le carat-
teristiche dei vari ambienti permettano
l'ottimizzazione del comando.
Le funzioni sono moltissime, anche
perché sono le stesse riconosciute dal
FRED, linguaggio di programmazione
del Framework. del quale parleremo
tra un po'.
Anticipiamo il fatto che la formula
inseribile in una cella non ha un limite
superiore di dimensione, in quanto la
cella può all'occorrenza (se per e.sem-
pio deve contenere una formula com-
plicata, con controlli, calcoli, ecc.) di-
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
53
FRAMEWORK
ventare un quadro il cui scopo è pro-
prio quello di contenere la formuia.
I quadri DataBase
I Data Base possono essere rappre-
sentali in tre forme, swiichabili via ta-
sto FIO (che significa VISTA). In for-
ma tabellare, con le colonne che indi-
cano i campi e le righe che rappresen-
tano i record (fig. 4).
Le altre forme sono la forma Data
Base, che assomiglia alla maschera
standard degli archivi DB III. con no-
me dei campi sulla sinistra e contenu-
to dei campi sulla destra, racchiusi tra
caratteri delimitaiori. e la forma Sche-
da. nella quale ciascun campo diventa
un piccolo quadro il cui titolo, in alto
a sinistra, é il nome del campo.
Anche nella modalità Data Base é
possibile utilizzare formule, ad esem-
pio per inserire campi calcolali (ad es.
con la funzione di assegnazione
@SET). oppure per eseguire controlli
(ad es. con la funzione logica ®IF).
Si può lavorare sull'archivio cosi co-
struito con i comandi del menu OR-
GANIZZA che permette RICERCHE,
ORDINAMENTI, o con la funzione
di filtraggio, che si attiva impostando
una funzione logica, con una condi-
zione.
Il Word Processor del Framework
viene attivalo aprendo un quadro di ti-
po testo. Anche in tale tipologia di
quadro valgono gli stessi comandi co-
muni agii altri ambienti, come ad
esempio copia, sposta, ecc. (fig. 5).
Sono condivisi anche altri comandi,
richiamabili via barra dei menu, come
ad esempio RICERf A e SOSTITUI-
SCI.
Specifici de! word processor sono i
comandi sotto TESTÒ, che permetto-
no di definire la tipologia della stam-
pa ( Normale. Corsivo, Grassetto e Sot-
tolineato). Notiamo con l'occasione
che l'aspetto di un lesto sul video di-
pende dalle specifiche deH'hardware.
In pratica se si lavora in testo a colori
gli effetti vengono mostrati mediante
l'uso di più colori, se si dispone di un
video grafico gli effetti sono più reali e
il corsivo diventa effettivamente corsi-
vo.
Sempre sotto TESTO sono inseriti i
comandi di giustificazione, e quelli di
definizione dei margini. Per eseguire
tutte le funzionalità che lavorano su
zone è necessaria la preventiva defini-
zione. che si fa con F6, della zona stes-
sa.
La giustificazione, all'interno del
paragrafo è automatica, e inoltre è
possibile, ma va richiamata tramite
specifica funzione, dal menu EDIT. la
divisione della parola, che quindi non
é automatica, ma va decisa volta per
volta. Anche sotto EDIT è posto il co-
mando provoca la forzatura del salto
pagina.
Le operazioni di stampa si eseguono
attivando lo specifico MENU, che é
ovviamente comune ai vari Moduli, e
che permette di definire, al solito, sia
cosa stampare sia come stampare, im-
postando opportune specifiche.
Il modulo WP è in linea con gli altri
moduli e quindi sufficientemente com-
pleto per eseguire lavori complessi, in
più permette operazioni di taglia e cu-
ci con altri quadri, per poter ad esem-
pio inserire una tabella nel testo, op-
pure un grafico.
Molto utile, e lo sarà ancor di più
quando sarà disponibile un vocabola-
rio Italiano, la correzione ortografica,
e il facile collegamento con la Appli-
cazione MaìImerge.
L'unico problema, ma se proprio si
vuol cercare il pelo nell'uovo, sta nel
fatto che il tasto INS è comunque de-
stinato al richiamo dei menu a caduta,
per cui l'operazione di passaggio delle
modalità Inserimento/Sovrascritturu.
per chi è abituato ad altri prodotti e
quindi lo esegue con meccanicità, va
eseguila via menu.
I quadri Grafico
Anche la modalità Grafico presenta
numerose facce. Si possono infatti rea-
lizzare grafici come forma di output di
una zona di una tabella, ed è questa la
maniera più semplice. Ma si possono
anche realizzare grafici mediante spe-
cìfici comandi, inseribili individual-
mente in una formula che gestisce in
un quadro.
Infine poiché il Framework dispone
di numerosi comandi grafici utilizzabi-
li all'interno di una struttura program-
ma, è possibile eseguire veri e propri
programmi di grafica interattiva.
Qui per brevità presentiamo un sem-
plice esempio riferito alla prima mo-
dalità, ma ci impegnamo fin d'ora ad
approfondire l'argomento Grafica con
Framework, in un prossimo articolo di
Computer Grafica (fig. 6).
Le Applicazioni
La opzione AI’PL (Applicazioni) è il
solo nuovo comando che appare nella
barra principale dei Menu. Nel menu
a caduta che appare posizionandovisi
sopra con il cursore sono indicate le
applicazioni richiamabili direttamente
daÌTambiente FW.
Per applicazioni si intende program-
mi esterni, che quindi vanno caricati,
ma con i quali FW può interagire.
Quelli presenti all'inizio, ai quali se ne
possono aggiungere altri in sede di in-
stallazione sono Telecomunicazioni
(che è residente). Controllo Ortografi-
co. Mailmerge. Stampa Etichette e
dBase MI.
La sessione dì comunicazioni si atti-
va mediante una serie di menu succes-
sivi, che permettono, al solito di tra-
smettere 0 ricevere testi e file, oppure
54
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
FRAMEWORK
di configurare al volo le modalità di
colloquio, se differenti da quelle di in-
stallazione.
Il controllo onografico viene ese-
guito o ricorrendo ad un dizionario
SPELL.OVR. che però è ancora in in-
glese. oppure è possibile costruire uno
o più propri dizionari.
Interessante è il fatto che il control-
lo permette anche di individuare erro-
ri dovuti ad inversioni di caratteri.
Il Mailmerge permette la stampa di
lettere, personalizzandone l'indirizzo e
il contenuto con dati provenienti da
Data o da una Tabella. Anche la fun-
zione di stampa Etichette, ovviamente,
si appoggia su un archivio in linea.
Del dBase IH parleremo dopo.
È poi possibile lanciare applicazio-
ni. predefinendole in fase di installa-
zione.
Esiste la possibilità di costruire del-
le Macro, intese come memorizzazio-
ne di un insieme di comandi, che pos-
sono essere eseguiti tutti insieme pre-
mendo un solo tasto.
Tale opportunità è talmente elemen-
tare che risulta praticabile anche da
un utente finale, che abbia comincialo
da poco a lavorare con un personal, e
magari usa solo il FW,
Una macro occupa un quadro e va
battezzata con un nome composto dal
tasto ALT e una lettera. In tal modo
può essere richiamata in qualsiasi mo-
mento premendo la combinazione di
ta.sti che la identifica. Può essere co-
struita utilizzando espre.ssioni ricono-
sciute da FW II, e quindi compren-
dente funzioni o addirittura altre ma-
cro già definite.
Altra possibilità è quella di realizza-
re vere e proprie librerie di abbrevia-
zioni. in cui sono in un certo senso co-
dificate delle frasi a ciascuna delle
quali va attribuita una abbreviazione.
Durante il lavoro è possibile imposta-
re le abbreviazioni e poi, con un appo-
sito comando, tradurle automatica-
mente nel loro reale significato.
il Framework Editor (Fred) è il lin-
guaggio dj programmazione proprio
del FW. È totalmente integralo nel
pacchetto e quindi non va caricato per
poter essere utilizzato.
Inoltre condivide le funzioni utiliz-
zabili nei vari ambienti. Quindi la pri-
ma categoria di istruzioni inseribili in
un programma Fred sono le funzioni
FW II. che sono quasi 200.
Comprende inoltre una serie di co-
mandi che sono la traduzione dei cor-
rispondenti comandi FW, quelli ad
esempio che l'utente attiva premendo
la tastiera. Ad esempio FI, oppure
Freccia Su, ecc. in tal modo si riesce a
realizzare un'applicazione che utilizza
appieno gli standard di lavoro FW.
Esistono ovviamente anche varie
funzioni tipiche della programmazio-
ne, che hanno cioè senso solo se inse-
rite in un programma. Ad esempio, lo
diciamo in BASIC. IF, WHILE, RUN.
RETURN, INPUT. PRINT. ecc.
Vediamo un esempio di programma
scritto in FRED, per realizzare il quale
occorre aprire un quadro, al quale si
attribuisce il nome, che poi è il nome
del programma. Per editarlo occorre
entrare nel quadro che va ampliato,
con una operazione ZOOM, e sul qua-
le si lavora in modalità WP (fig. 7).
Va di nuovo precisato che pur lavo-
rando con strutture omogenee al loro
interno (quadri) sono consentite tutte
le operazioni di collegamento tra i sin-
goli quadri, ad esempio sia per trasfe-
rire dati da una parte all'altra, sia per
utilizzare in un quadro valori desunti
da un altro, ecc. (fig. 8).
La Ashton Tate ha prodotto sia il
Data Base 111 (noto come DB III) che
il Framework II. Questa parentela è
dichiarata a tal punto che il Frame-
work privilegia il rapporto con il DB
HI. riconosciuto sìa in sede di Appli-
cazione, quindi richiamabile diretta-
mente via barra dei menu, sia via fun-
zionalità DISCO IMPORTA, che im-
porta un file data Base IH, che ha de-
sinenza *.DBF, sia infine via funzione
©DBASEFILTER. che accetta para-
metri che permettono di eseguire una
vera e propria estrazione dal file origi-
In tal modo il Framework si può ri-
velare utile per chi, lavorando con il
dBase III. si trova a maneggiare archi-
vi di grosse dimensioni dai quali vuole
trarre ulteriori elaborazioni, ad esem-
pio di tipo grafico, oppure di tipo
Mailmerge, ecc.
Una prova di poche pagine è senza
dubbio sproporzionata rispetto alla
complessità del prodotto, che tra l'al-
tro presenta molteplici facce, differen-
ti a seconda dell'esperienza e degli in-
teressi dell'uiente.
Ci ripromettiamo fin da ora quindi,
e lo faremo neH'ambito delle rubriche
di MC. di riparlarne ancora.
Fugate le perplessità di tipo tecnico
che il Framework prima versione ave-
va generato soprattutto negli speciali-
sti. il Framework li si impone come
prodotto innovativo, estremamente
potente e versatile, pronto ad adattarsi
a qualsiasi tipo di lavoro.
Il compromesso con l'utente va rea-
lizzato sul modo di eseguire tale lavo-
ro. L'utente deve o accettare la filoso-
fia del FW 0 . e sarebbe meglio, condi-
viderla.
In tale maniera il prodotto diventa
insostituibile per chi lavora in maniera
«creativa», e deve dare forma e con-
cretezza alla sua creatività.
Inoltre è -un prodotto «tutto da sco-
prire» in quanto dispone di numerose
funzionalità, e non è detto che si arrivi
ad utilizzarle tutte, e di vari livelli di
utilizzabilità. Da un livello di tipo co-
mandi diretti, ad un livella intermedio,
in cui tramite macro l'utente «costrui-
sce» nuove funzioni.
Il livello superiore è l'uso del
FRED, vero e proprio linguaggio, che
oltre alle funzioni tipiche di un lin-
guaggio dispone di funzioni che gesti-
scono completamente il sistema Fra-
mework.
Altra menzione di merito va alla cu-
ra con cui sono state curate le «pubbli-
che relazioni» con l'esterno sia in ter-
mini di programma di comunicazione,
sia in termini di colloquio con altri
prodotti diffusi sul mercato.
«c
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
55
Mari 1040 ST
E ccolo qui. Signori e Signore ecco
qui a voi l'Aiari 1040. tomo desi-
deralo. tanto aspettalo, tanto...
Beh. non cominciamo subito con gli
entusiasmi. De! resto il 1040 essendo
molto simile al 520. dovrebbe essere già
noto ai più. Di diverso, un drive dentro
doppia faccia doppia densità per un to-
tale di 720 kappa formattati, un mega-
byte di memoria on line, l'alimenlaiore
incorporalo e non quelle orribili scatolet-
te tanto yic-eggianii (oh. pardon!), ij si-
stema operativo dentro, su Rom. prei-ó-
porter.
Per chi invece non conosce già il suo
fratellino minore (provato sul numero 46
di MC) diremo che gli Alari della serie
ST dispongono, ad un presso che rasen-
56
di Andrea de Prisco
ta l'incredibile, di una grafica da leccar-
si i baffi, la fantastica interfaccia utente
Mac-like con finestre, icone e appendice
grigio-chiaro di nome mouse, un 16-32
bit di nome 68000 e cognome Motorola
(scusale se è poco), una interfaccia Midi
per strumenti musicali Midi-compatibili,
una interfaccia per hard disk, il lutto,
come detto, compreso nel prezzo.
Già. il prezzo: con quel poco che costa
un Atari ST fin configurazione minima)
rivolgendosi ad altri si e no otteniamo
una scarno 8 bit con un quarto della me-
moria ed un fioppino da 200k.
Magari ci restano 100 mila lire in la-
sca. ma sicuramente un ST non l'abbia-
mo mai visto. Andiamo, dunque, a inco-
minciare...
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
ATARI 1040 ST
Se nel vedere un 520 si aveva un’im-
pressione di enorme disordine genera-
le essendo questo formato, in configu-
razione accendibile, da almeno 5 pez 2 i
distinti tutti collegati tra loro, guar-
dando un I040 l'impressione è assolu-
tamente diversa. La pulizia dell'insie-
me è unica: un solo pezzo con un cavo
per ralimentazione, direttamente alla
duevventi. e il cavo per il monitor. Si
risparmiano dunque tre pezzi, costitui-
ti dai due alimentatori (del computer e
del drive) contenuti in forma unica al-
l’interno del I040 e del drive stesso an-
ch’esso dentro con tutto il resto.
Spicca, al primo colpo d'occhio,
l'imponente tastiera di cui la macchi-
na dispone. I tasti sono in tutto 95, di-
sposti ergonomicamente e sufficiente-
mente dimensionati per facilitarne la
«presa». A tutto questo è doveroso ag-
giungere che il tocco è molto sensibile
e sicuro, anche per il grazioso beep
che viene emesso dall’altoparlantino
del monitor ad ogni pressione. Discor-
so a parte per i tasti funzione, belli da
vedere ammesso che ci si renda conto
della loro esistenza: sono un po’ trop-
po mimetizzati nell'estetica generale
di tutto il computer e le scritte Fl-FlO
sovrastanti sono appena leggibili.
Bianco su fondo grìgio chiaro del I040
risalta davvero poco: se fossero state
nere o grigio .scuro l’effetto (visivo) sa-
rebbe stato certamente migliore. Il ta-
stierino numerico è intelligentemente
dotalo di operatori aritmetici, parente-
si ed Enter in modo da non doverceli
andare a cercare chissaddove quando
dobbiamo fare i nostri conticini.
Il resto della facciata superiore dei
computer è occupalo da una grande
Drive iniemo do 720 K formauau.
grìglia di areazione anch'essa abilmen-
te mimetizzata nello stiling di tutta la
macchina (stavolta non avrebbero po-
tuto fare di meglio): il 1040 non dispo-
ne di una ventola di areazione cosa
che. se da una parte si traduce imme-
diatamente in una ovvia silenziosità di
tutto l’apparato, dall'altra fa venire in
mente che una sincera ventola silen-
ziosa funziona meglio dì una silenzio-
sa griglia.
Sui fianco destro, troviamo la fessu-
ra relativa al drive interno doppia fac-
cia doppia densità capace di leggere
anche i dischi singola faccia. Questo
per garantire compatibilità totale col
520 che poteva disporre di drive nei
due formati sopraindicati. Spariscono
dal fianco destro le prese per joystick
e mouse che ritroviamo sul fondo del-
la macchina in un apposito incavo che
ne permette l’installazione senza che ì
connettori diano noia. L'effetto finale
è uno 0 due fili, a seconda che siano
attaccali il solo mouse o uno o due
Joystick, che escono da sotto la mac-
china. sempre in quel tono di totale
pulizia di insieme che avvolge tutto il
1040.
Dal versante opposto, ovvero sul
fianco sinistro, troviamo le fatidiche
prese pentapolari deH'interfaccia Midi
per strumenti musicali evoluti (una
per l’input e una per l’output) più un
connettore mulii-pin per le cartucce
contenenti espansioni Rom.
Sul retro dell’apparecchio, da sini-
stra a destra, troviamo neH’ordine;
una porta RS-232 per modem (valida
anche per stampanti seriali): una por-
ta parallela per stampami (parallele):
un connettore per hard disk collegato
in DMA alla memoria del computer
(ovvero un trasferimento da HD a me-
moria non richiede l’intervento del
processore se non a inizio e a comple-
tamento dell’operazione): un connet-
tore a 14 poli per floppy disk esterno:
un’unica presa per il monitor a colori
0 in bianco e nero: l'interruttore di ac-
I
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
57
ATARI 1040 ST
censione; il connettore a vaschetta per
l'alimentazione c non ultimo il reset di
sistema che non guasta mai. anche se
nel caso dei I040 è un po' troppo
esposto quindi facilmente colpibile
per sbaglio.
Manca all'appello la presa per tele-
visione, se non altro perché è citata sul
manuale fornito con la macchina:
avrebbe fatto molto comodo a chi, giu-
stamente 0 ingiustamente squattrinato,
vuole un computer e non un monitor.
Probabilmente la mancanza sta nel
fatto che nei computer europei, a cau-
sa della diversità di standard televisivo
con l'America (maledetto NTSC!) si
sarebbe dovuta riprogettare la sezione
video e la cosa certamente non avreb-
be lasciato invariati i costi di produ-
zione. La soluzione migliore sarebbe
stata allora una bella interl'accina che,
partendo dal segnale RGB presente
dentro al computer e prelevabile dal
connettore video, tirasse fuori un bel
video composito PAL da mandare poi,
in video frequenza, al televisore trami-
te un modulatore. A questo punto si
sarebbe potuto scegliere tra l'acquisto
del monitor o dell'interfaccina. accon-
tentando così tutti.
Per spogliare il I040 delle sue ele-
gantissime plastiche vesti, occorre svi-
tare 7 viti dal fondo della macchina,
per la precisione quelle nei buchi qua-
drati. Le rimanenti tre viti tengono an-
corato il drive e quindi le sviteremo tra
breve. Rivoltato il computer, e solleva-
to il coperchio superiore troviamo una
buona schermatura contro i radiodi-
sturbi (in America sono severissimi
per queste cose) e possiamo comincia-
re a contare i pezzi fondamentali di
cui è composta la macchina. Troviamo
la tastiera, uno scaiolotto per l'alimen-
tatore a sinistra, il drive a destra (come
era prevedibile) e. ancora impacchet-
tata nel metallo, la scheda madre. A
proposito della tastiera, c'è da dire che
essa è collegata al resto del computer
da solo 6 fili, ergo, si tratta di un'unità
intelligente che dialoga col resto del
computer. Senza contare che ad essa é
abbinata anche la presa del mou.se. In
altre parole non è l'unità centrale che
si occupa della scansione della tastie-
ra. ma il compito é demandato all'inte-
grato po.sto sotto questa che provvede
a comunicare al resto del I040 cosa
l'operatore sta facendo (tasti, mouse,
joystick).
Detto questo, separiamo la tastiera
dal resto, smontiamo la calotta sopra
aH'alimentazione e sopra al connettore
del drive; rivoltiamo il I040 e svitiamo
le viti che mantengono questo. Tornati
in superficie, occorre togliere il drive,
il blocco alimentatore e allentare i fer-
mi che tengono uniti i due gusci metal-
lici che rivestono la scheda. Ancora
qualche vite lungo il perimetro e... ab-
biamo aperto completamente il nostro
amato I040. La modularità dell'insie-
me non fa che facilitare al massimo le
operazioni di smontaggio; certo viti ce
ne sono tante, ma se fossero mancate
sicuramente l'impressione di robustez-
za che abbiamo avuto sarebbe venuta
meno appresso alle viti mancanti.
Messa completamente a nudo la
scheda, possiamo ora divertirci a indi-
viduare le pani salienti deirdeiironica
di questo Atari. Inutile dire che il pez-
zo più bello, appariscente, maestoso e
autoritario é il capo: il Motorola
68000, il chippone a 64 piedini che
possiamo vedere all'estrema destra
58
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
circa sei volle. Il coprocessore può inol-
tre essere nioniato anche sui 1040 e 520
la cavallo del 68000, nel vero senso del-
la parolai assieme al nuovo si.srenia ope-
rativo in grado di gestirlo. Ritorneremo
suirargomenlo quando avremo notizie
più precise.
La nostra visita alTinterno del 1040
continua con uno sguardo alle 6 rom
da 32 k contenenti in forma residente
il sistema operativo, alla sezione video
ulteriormente schermata da una calot-
ta metallica e ai vari chip (custom e
non), presenti in alto a destra, che con-
trollano i floppy disk, l'accesso in
DMA dell’hard disk, il suono, l'inter-
faccia con la tastiera (che come abbia-
mo detto è una unità a sé stante) e l'in-
terfaccia Midi per strumenti musicali.
Guardando il computer da dentro,
si nota come il modulatore video do-
vrebbe proprio esserci dato che esiste
un vuoto sulla scheda in alto al centro
e la lamiera della schermatura già fo-
rata per la connessione al tv e per il
trimmer di taratura.
Rimontato il computer, prima di ini-
della scheda.
Oltre a «Lui» fanno bella mostra di
sé i trentadue chip da 256 k-bit l'uno
per un totale di 1 megabyte di memo-
ria centrale. Accanto a questi, l'inte-
grato quadrato che potete vedere nelle
foto, è un chip custom controllore di
tutta la memoria. È lo stesso che tro-
vammo nel 520. che non solo é in gra-
do di gestire 32 invece che 16 chip di
ram da 256 k-bit. ma pare che sia in
grado di supportare l'uso di chip da I
megabit. pe un totale dunque di 4 me-
gabyte di memoria centrale. In virtù di
questo fatto il 520. qualche tempo do-
po la sua commercializzazione, era già
disponibile con un megabyie di me-
moria. Chissà se presto non vedremo
un 1040 espanso a 4 mega; non ci di-
spiacerebbe affatto.
Visto: le linee che stale leggendo in
questo momento sono stale aggiunte al-
la prova deU'Atari 1040 ST all'ultimo
momento. Sul numero di Bvte di novem-
bre '86 leggiamo, a conferma della no-
stra eprofeziav che la Alari ha presenta-
to il 2080 e 4160 rispettivamente con
due e quattro mega di memoria centrale
e con un coproces.sore grafico che au-
menta la velocità di tali applicazioni di
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
59
ATAflI 1040 ST
ziare una sessione di lavoro, diamo
uno sguardo al monitor.
Bianco/nero o colore
Appurato che all'Atari i040 ST non
è possibile collegare un televisore, esi-
stono due possibilità per risolvere il
problema della visualizzazione: moni-
tor a colori 0 in bianco/nero. Il primo
costa di più, il secondo è migliore: cer-
chiamo di capire perché.
Per una scelta fatta dalla Atari evi-
dentemente sin dal concepimento del-
la serie ST, ciò che è visualizzabile con
uno dei due monitor non io è con l'al-
tro. Nella fattispecie, a seconda del di-
spositivo di output video collegato al-
l'unità centrale, questa stessa si ricon-
figura impostando una diversa risolu-
II moine
Si noli
la falidka
pallino.
zione video che si traduce in un diver-
so formato di schermo. In bianco e ne-
ro avremo una risoluzione di ben
640x400 pixel, a colori la metà o un
quarto: 640x200 o 320x200. Ovvia-
mente al diminuire della risoluzione
aumentano le possibilità di colore per
ogni pixel: in altissima risoluzione
avremo solo due «colori» per pixel
(bianco o nero), in media risoluzione 4
colori per pixel (a scelta in una tavo-
lozza di 512 colori), in bassa I6 per pi-
xel sempre scegliendo dalla tavolozza
di prima. Quindi acquistando il moni-
tor a colori po.ssiamo scegliere tra vi-
sualizzare in media o in bassa risolu-
zione, usando, di contro, il monitor in
bianco e nero avremo output solo in
altissima risoluzione. Fin qui potrebbe
anche essere accettabile: un monitor a
colori capace di visualizzare una im-
magine 64Ux400 certamente costa mol-
to e avrebbe Unito per far pagare tutto
il sistema davvero troppo. Il problema
però è che le immagini in una determi-
nata risoluzione non sono compatibili
affatto con quelle di altre risoluzioni,
tant'è che provare a caricarne una nel
modo sbagliato può finanche provoca-
re il blocco totale del sistema fino a
nuovo reset.
Considerato poi che a parte i giochi,
(uno) la maggioranza degli applicativi
non richiedono ardentemente il colo-
re; (due) il monitor a colori costa mol-
to di più di quello in bianco e nero:
(tre) la risoluzione intrin.seca di quello
a colori non è eccellente (pitch 0..‘'l è
davvero pochino, oltre a dare abba-
.stanza fastidio agli occhi quando si
tratta di permanere a lungo davanti al
video): (quattro) perdiamo la possibi-
lità di output grafici ad altissima riso-
luzione; (cinque) il monitor in bianco
e nero è. di contro, eccellente... non ce
la sentiamo di non consigliarvi l'acqui-
sto di quest’ultimo tranne il caso in
cui non possiate proprio farne a meno.
Tutto qui.
Mouse e dintorni
Detto questo, mouse in mano, dia-
mo corrente al nostro Atari e vediamo
cosa succede. Come già anticipato,
ora il si.stema operativo della macchi-
na. a differenza di quanto succedeva
coi primi esemplari di 520. è fornito
direttamente nei \92 kbyte di rom con-
tenuti nella macchina. Ovvero per
«partire» è sufficiente inserire un di-
schetto anche vuoto (purché formatta-
to) per vedere dopo pochissimi secon-
di la ben nota scrivania con le icone
che rappresentano oggetti di uso abba-
stanza comune. Senza inserire il di-
schetto. la scrivania appare ugualmen-
II desktop
60
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
ATARI 1040 ST
le sebbene con qualche secondo di ri-
tardo. L'imerfaccia a icone «montata»
dall'Atari è la ben nota GfìM (Gra-
phic Environmenl Manager) della Di-
gital Research, disponibile ora anche
su computer di natura ben diversa, co-
me gli IBM e company. Li troveremo
un cestino dei rifiuti, due schedari che
identificano altrettante unità a dischi,
e la freccetta del mouse che possiamo
muovere sullo schermo spostando il
«topo» in tutte le direzioni sopra il no-
stro tavolo. Il funzionamento di tale
animaletto è mollo semplice: al suo in-
terno è posta una pallina gommata
che sporgendo un po' dalla superficie
inferiore del mouse, rotola nella stessa
direzione di spostamento del mouse
stesso. A questo punto, basta trasferire
il movimento della sferetta a due albe-
rini disposti perpendicolarmente i
quali a loro volta con un meccanismo
opio-meccanico e un po’ di circuiteria
inviano impulsi all'unità centrale a se-
conda delle loro rotazioni. Dentro al
computer un apposito drawer del
mouse muoverà la freccetta sul video
a seconda della velocità con cui perce-
pirà le rotazioni degli alberini orizzon-
tale e verticale. Semplice, no?
Gli elementi visibìli sulla scrivania
possono essere spostati col mouse, e
qualsiasi cambiamento può essere sal-
vato su disco in modo da ritrovarlo a
nuova accensione (col medesimo di-
sco. ovviamente).
Come Mac insegna, se vogliamo ve-
dere il contenuto di un dischetto (ve-
dere è il termine esatto come vedremo)
basta portare la freccetta sull'icona del
drive al quale siamo interessati e click-
are (premere il pulsante del mouse, nel
nostro caso quello di sinistra) rapida-
mente due volte. Al primo click l’ico-
na diventerà nera (l'abbiamo selezio-
nata) al secondo, purché dato imme-
diatamente dopo, diamo ordine al
computer di aprirla per mostrarci il
suo contenuto. In alternativa, specie
se non riusciamo ad essere abbastanza
veloci col doppio click, possiamo sem-
plicemente selezionare l’icona, accer-
tandoci che diventi nera, e scegliere
l’opzione OPEN dai menu a discesa.
Di questo ci occuperemo tra un po’. In
tutt’e due i casi. l'elTetto sarà quello di
veder aprire una finestra sui video
contenente altre icone: possiamo rico-
noscere tra queste i programmi, rap-
presentati da un rettangolo col bordo
superiore scuro; i file, rappresentati
da tre fogli di cui quello superiore con
un angolo ripiegato; i folder, rappre-
sentati da un raccoglitore per archivi a
cassettoni, i quali altro non sono che
delle subdirectory contenenti altre ico-
ne (per accedervi basta bi-clickarci so-
pra).
Potrà capitarci che la finestra aperta
dal sistema sia troppo piccola per mo-
strare tutto il suo contenuto: niente
paura, basta allargarla un po’ trasci-
nando il suo angolo inferiore destro
con la freccia del mouse e il tasto pre-
muto oppure possiamo aprirla diretta-
mente a lutto schermo click-ando sul
suo angolo superiore destro. Oltre a
questo le finestre del GEM pos.sono
essere spostale trascinando, allo stesso
modo visto per allargarle, il loro bor-
do superiore. Per chiudere una fine-
stra, infine, è sufficiente click-are sul
suo angolo superiore sinistro.
Per cancellare un file si osa il cesti-
no dei rifiuti semplicemente trascinan-
do sopra a questo l’icona del file che
non ci interessa. Attenzione però che
un file cancellato non può più essere
ripreso da dentro al cestino, come suc-
cede su altri computer orientati a ico-
ne. Analogamente, per effettuare co-
pie di file, trascineremo l'icona dalla
finestra di partenza in quella d'arrivo
come effettivamente faremmo mani-
polando oggetti fisici sul nostro tavo-
lo.
Quando più finestre si sovrappon-
gono l’un l’altra sullo schermo, dato
che sempre solo una di esse é attiva,
prima di manipolarla occorre selezio-
narla clickando su di questa in un suo
punto qualsiasi. In questo modo si ha
anche l’effetto di far sovrapporre a
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
61
ATAftl 1040 ST
tulle le ulire la finestra selezionata se.
per esempio, prima era parzialmente
nascosta dalle altre. Manca però un
dispositivo inverso per far andare una
finestra alla quale non siamo interes-
sati sotto alle altre: tale necessità si
manifesta ad esempio quando la fine-
stra che vorremmo è completamente
coperta da altre più grosse: dobbiamo
spostarle, restringerle, chiuderle fino a
quando non vedremo apparire un solo
pezzetto della finestra che vogliamo
per poi clickare su questa.
C ome per curiosare nella directory
di un dischetto, per mandare in esecu-
zione un'applicazione basta bi-c!icka-
re la sua icona o selezionarla ed aprir-
la. come prima, con un OPEN. Oltre a
ciò possiamo accedere a un file per
stamparlo o listarlo, o se l'applicazio-
ne che lo ha creato é «istallata» su
quel dischetto, aprendo la sua icona
provochiamo anche il caricamento del
programma adatto. Ad esempio se
apriamo l'icona di un lesto crealo col
word- processor e questo è istallalo sul
dischetto avremo Teffetlo di caricare
sia il programma di trattamento testi,
sia il lesto al quale siamo interessati.
Menu e discesa
Portando la freccia del mouse sul
bordo superiore dello schermo, su una
delle scritte visibili in alto a sinistra,
vedremo scendere dall'alto un'altra
delle componenti dell'interfaccia gra-
fica GEM di cui gli Atari ST dispon-
gono: i menu a discesa. Ognuno di
questi mostra un po' di opzioni previ-
ste daH'ambiente in cui ci troviamo:
aH'accensione avremo certi menu, se
carichiamo un programma ne avremo
degli altri, se usiamo il Basic altri an-
cora e cosi via. Una volta comparso
uno di questi menu, possiamo sceglie-
re l'opzione che ci interessa semplice-
mente puntandola col mouse e click-
andoci sopra. I più attenti avranno no-
tato dalle foto che alcune di queste op-
zioni sono scritte in nero altre in gri-
gio: queste ultime non sono disponibi-
li in quel momento e quindi è impossi-
bile selezionarle. Ad esempio, l'opzio-
ne OPEN del menu FILE risulta esse-
re in neretto solo se abbiamo selezio-
nato l'icona che intendiamo aprire, in
grigio altrimenti.
Dal menu a discesa relativo alla po-
sizione VIEW possiamo effettuare al-
cune scelte in merito alla visualizza-
zione della directory di un dischetto:
possiamo ad esempio indicare in qua-
le ordine vogliamo visualizzarla o ad-
dirittura se tenerci le nostre brave ico-
ne 0 optare per un più classico catalo-
go composto da linee di testo.
Ancora, sempre dai menu a discesa,
possiamo installare unità a dischi, in-
stallare applicazioni, scegliere (quan-
do possibile) la risoluzione, i colori, la
velocità di click e altro.
Non ultimo, possiamo passare all'e-
mulalore di terminale VT 52 col quale,
una volta collegato un modem, possia-
mo dialogare via telefono con chic-
chessia (MC Link compreso!).
Queste due ultime featurcs. sono di-
sponibili nei menu a discesa, solo se
sul dischetto col quale abbiamo boot-
strap-aio il sistema .sono presenti i file
CONTROL.ACC ed EMULATOR-
ACi . In caso contrario avremo un
menu a discesa relativo alla voce DE-
SKTOP più scarno: solo Desktop Info
che visualizza alcuni messaggi di co-
pyright delia Alari Corporation.
Due dischetti
Con la macchina vengono forniti
due dischetti da tre pollici e mezzo
(singola faccia), il primo intitolato
«Language Disk» l'altro «IST-
WORD». Nel primo, oltre aH'interpre-
te Basic è presente il linguaggio Logo
e il programma di grafica a colori in
bassa risoluzione NEOchrome, sul se-
condo dischetto un word processor.
Procediamo con ordine.
Caricando il Basic, appaiono sul vi-
deo 4 finestre: COMMAND, Ol T-
PUT. LIST ed EDIT, quesi'ultima sot-
to le altre, appena visibile negli inter-
stizi delle prime.
La finestra COMMAND serve per
dare comandi Basic e per digitare i
programmi. Dando ad esempio il co-
mando LIST vedremo il nostro listalo
scorrere nella omonima finestra. Se
diamo Run. gli output avverranno nel-
la loro finestra, cosi come per editare
un programma che abbiamo preceden-
temente scritto o caricalo.
Il set di comandi e funzioni presenti
nel Basic del 1 04(1 è dei più ricchi (ben
124 pagine del manuale spiegano uno
per uno come usarli) senza considera-
re che con gli oltre 700 k che restano
liberi una volta caricalo il Basic sicu-
ramente non avremo problemi di al-
cun genere per programmare lutto ciò
che ci pare. Non manca ovviamente
una buona gestione della grafica non-
ché potenti costruiti iterativi e alterna-
tivi degni dei migliori Basic. Per gli
amami dei numeri, diremo che il ben-
chmark Basic listato in una delie foto
é eseguito in 21 secondi circa contro,
ad esempio, i circa 31 secondi circa
impiegali da un IBM PC XT.
Sempre sul dischetto «Language...»
troviamo il linguaggio Logo che come
tutti sanno è orientato alla grafica faci-
le. tanto facile che é usato per Insegna-
re i primi fondamenti di programma-
zione ai bambini. Se a ciò aggiungia-
mo che il Logo, essendo un linguaggio
di programmazione ricorsivo, permei-
62
MCmicrocomputer n. 59 • gennaio 1987
ATARI 1040 ST
Il rimi Kraficii Geo Paini.
Il unni pmieisor IST-H ord.
te di fare con poche linee di listato di-
segni che hanno dell'incredibile (tipo
frattali & affini) non resta che conclu-
dere che sugli ST, che hanno un eccel-
lente grafica ad altissima risoluzione,
non poteva fare fine migliore. F, poi è
compreso nel prezzo, che cosa deside-
rare di più?
Un altro bel programma fornito con
la macchina è il NEOchrome col qua-
le è possibile, semplicemente muoven-
do il mouse, disegnare sullo schermo a
bassa risoluzione con 16 colorì a scelta
in una tavolozza di 512. A proposito di
questa c’è da dire che essa è sempre
presente nella metà schermo inferiore
quindi qualsiasi colore ci serve dob-
biamo. come al solito, soltanto bi-clic-
karlo per ottenerlo. Per la cronaca, il
disegno visibile nella foto di apertura
di questa prova è stato realizzato a
notte fonda col suddetto programma,
davvero piacevole ad usarsi proprio
per la sua semplicità. Tra l'altro, quan-
do disegniamo qualcosa col mouse, la
finestra contenente la tavolozza di co-
lori si trasforma automaticamente in
una finestra zoom che riproduce in-
grandita la zona di schermo in cui stia-
mo disegnando. Naturalmente l'intera
metà campo inferiore tramite la pres-
sione del tasto ESC può essere tolta,
in modo tale da mostrare l'intera pagi-
na grafica. Una nuova pressione del
medesimo tasto fa ritornare il quadro
di comando. Tra le features più inte-
ressanti citiamo la possibilità di far ci-
clare velocemente i colori al fine di
creare effetti movimento, come la fa-
mosa cascata d'acqua dell'Atari.
11 word processor fornito sull'altro
dischetto, pur non essendo ecceziona-
le (è a dire il vero un po' macchino.so
da usare) è pur sempre un processore
di testi WY.SIWYG (what you see is
what you get) ovvero formatta il testo
man mano che viene digitalo. Tra le
possibilità più interessanti, il fatto che
può gestire fino a quattro lesti diversi
contemporaneamente su altrettante fi-
nestre, più un comodo riquadro dove
troviamo tutti i caratteri speciali ri-
chiamabili col solito, immediato, sim-
paticissimo colpo di mouse (click!).
Da notare il file GUIDE, presente sul
dischetto, è un «piccolo» testo che oc-
cupa meno di un decimo della memo-
ria del 1040 digitato dal produttore
per spiegare il programma ed è lungo
«solo» 44 pagine (che bello avere un
mega...).
Conclusioni
Trarre delle conclusioni in merito a
una macchina come l'Atari 1040 ST è
cosa molto facile. Col prezzo col quale
esso è stato letteralmente buttato sul
mercato non possiamo che trarre con-
clusioni molto positive: circa 1.5 lire a
byte di memoria non s'erano ancora
viste e crediamo che continueranno a
non vedersi per un pezzo. Basta pensa-
re che un Macintosh con stessa memo-
ria. stesso drive, stesso processore,
stesso video, stesso mouse, stesse fine-
stre costa quasi il triplo.
Tutto ciò non vuol dire che il 104(1
sia privo di difetti- Ma si tratta, in mol-
te occasioni, di difettucci che per alcu-
ni utenti possono anche non esserlo,
mentre altri di questi potranno essere
risolti dalla Atari stessa nelle prossime
release.
Un esempio è il monitor a colori.
Siamo su livelli appena accettabili per
i videogiochi, ma certamente non sop-
portabili per chi coi computer vuole
anche lavorarci. Di contro il monitor
in bianco e nero, coi suoi 640x400 pi-
xel (più di papà Mac) i suoi 70 Hertz
di frequenza di quadro (contro i 50 di
un normale monitor) è davvero il mi-
glior monitor in as.Koliiio che sia pre-
sente sul mercato sotto le ireceniomila
lire. Dello tra le quinte, peccato che
non sia facilmente collegabile ad altri
computer (...).
Oltre a tutto ciò. come abbiamo già
detto, molti programmi scritti per il
monitor in bianco e nero (che dovreb-
be essere quello più diffuso) non gira-
no su macchine che hanno installalo
quello a colori a causa della diversità
di risoluzione: questo veramente non è
perdonabile.
L'unica soluzione sarebbe quella di
acquistare entrambi i monitor: ma non
la si può propriamente considerare
ideale da un punto di vista economi-
co...
Un ulteriore piccolo appunto si po-
trebbe fare all’estetica, curatissima ma
poco consona alle caratteristiche della
macchina. II 1040 è una macchina
troppo seria per una forma, seppur
bellissima e curatissima, che ripete le
linee del piccolo Alari 130 XL. Tastie-
ra staccata e drive in posizione un po’
più comoda (spe.sso occorre affacciar-
si lateralmente per capire che fine ha
fallo il buco) avrebbero sicuramente
strappato qualche applauso in più. È
vero che cosi il tutto è molto più com-
patto. ma é anche vero che il Mac è
ancora più piccolo, anche se costa
quasi il triplo...
In realtà, per la sua natura, il 1040
andrebbe paragonalo piuttosto con il
llgs che con il Mac. olire che natural-
mente con il... più diretto contendente.
l’Amiga. E quello che faremo a brevis-
sima scadenza... ma per ora non vi
posso dire di più.
Continueremo ad occuparci di Atari
ST per il quale, come anticipalo nella
posta in uno dei numeri scorsi, è previ-
sta (imminente) l’i.stituzione di un'ap-
posita rubrica.
JéC
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
63
IL PC COMPATIBILE TURBO DA 1024 K
999
000
L.
VA
PRESENTA
PUNTI VENDITA
sifsr:
liiìr
PC bit ut
dì Corrado Gìustozzì
P iccoli, sempre più piccoli. E più
polenti. E. incredibilmente, sem-
pre meno cari. Questo è ciò che ci offre
il mercato dei compatibili AT con i suoi
ultimissimi annunci. La cosa è stupefa-
cente ma assolutamente vera. Inoltre si
sta assistendo ad una interessante ten-
denza al superamento de! clone: se all'i-
nizio il mercato si limitava a proporre
dei «semplici» cloni AT. ora invece si dà
da fare per presentare macchine real-
mente compatibili, ossia diverse (non co-
piate). spesso con diversi vantaggi tecni-
ci rispetto airoriginale ma pur sempre
compatibili con esso, o.ssia in grado di
accettare tutto (o quasi) il sfftware e
ihardware ad esso dedicati.
Bene, la macchina in prova questo
mese segna una piccola rivoluzione nel
mondo dei compatibili AT in quanto è
una delle prime, almeno per il nostro
mercato, a sfruttare una scheda madre
dalle dimensioni estremamente ridotte
grazie all'adozione di ct>cM»7t VLSI. So-
lo pochi costruttori hanno attualmente
in produzione AT «piccoli»; il primo
esemplare che abbiamo visto in Italia è
stato lo Sperry PC micro/IT (provato su
MC 56 dello scorso ottobre), il secondo è
stato TApricoi XEN-i (provato su MC
57 di novembre 86) ed il terzo è questo
PC bit at, prodotto di punta della rinno-
vata ed ampliata linea PC bit. importata
e distribuita dalla Bit Computers di Ro-
ma. È quasi inutile sottolineare quanto
Taccostamento con due fra i più blaso-
nati costruttori sia piuttosto lusinghiero.
In effetti del PC bit al ci eravamo già
occupali qualche mese fa. proprio all'ini-
zio della nostra lunga carrellata nel
mondo degli AT (MC 51. aprile 86). Do-
po nove mesi, tuttavia, le cose sono radi-
66
MCmicrocomputer n. 59 • gennaio 1987
calmeme cambiale: ed eca)ci quindi a
presentarvi questo "nuovo^ PC hit ai.
presentato da pochissimo ed in commer-
cializzazione da questo mese tper la cro-
naca. la macchina in nostro possesso è
uno dei primissimi esemplari de/ìnilivil.
Di diverso rispetto al modello prece-
dente il nuovo PC bit al ha quasi lutto,
o meglio quasi tutte le cose che contano.
La sua caratteristica fondamentale ci
sembra il ridottissimo ingombro, ottenu-
to appunto grazie all'adozione di una
nuovissima moiherboard a quattrt) stra-
li con circuiti integrati in tecnologia
VLSI. Tuttavia pur es.sendo quella che
balza immediatamente agli occhi non è
la sola innovazione di questa macchina.
Il sistema si basa ovviamente su un
microprocessore Intel 80286. la cui fre-
quenza di clock è però selezionabile fra
6 MHz e 8 MHz. La RAM fornita di ba-
se è di SI2 KByle. ma la scheda madre
è espandibile jìno a 1024 KByle «on
board». Le memorie di ma.s.sa /ornile
sono variabili in funzione del modello:
tuttavia lo standard può essere conside-
rato quello con un drive per minifloppy
da 5.25" ad alta capacità il.2 MBytel
ed un Winchester da 20 MByle normale
i85 ms di tempo medio d'accesso) o velo-
ce i4ll ms). Oltre alla possibilità di va-
riare la velocità di funzionamento della
CPU è anche disponibile un la.sto che ef-
fettua il resei hardware della macchina.
All'interno dell'unità centrale é po.ssihUe
insuillare otto schede di e.spansione
»lungbe» idi cui sei col doppio bus a
816 hit tipica delTAT e due col solo bus
a olio hi! de! PCt. e c'é lo spazio per
montare una terza unità di memoria di
massa, a scelta fra un .secondo floppy,
un secondo Winchester oppure un'unità
di backitp a cartuccia di nastro.
Per concludere Tiniroduzione convie-
ne ricordare due «atout» che distinguo-
no ulteriormente il PC bit al. In primo
luogo la macchina giunge all'utente
completa di MS-DOS 3.20 e relativo in-
terprete Basic, che la Bit Computers di-
stribuisce ufficialmente grazie ad una
regolare licenza stipulata con la Micro-
soft. In secondo luogo ci piace .sottoli-
neare che il PC hit at non è interamente
«cinese» ma ha molto di italiano: gli ot-
timi Winchester Olivetti OPE. per e.sem-
pio: alcuni dei monitor con cui può esse-
re collegato: e l'assemblaggio, che viene,
fatto in Italia direttamente dalla Bit
Computers.
Sulla carta. in.somma, questo nuova
PC hit at .sembra avere tutte le creden-
ziali in regola per diventare un successo
commerciale (l'enne.simo della aggres.si-
va organizzazione romana). È quindi
con sincero interesse che ci accingiamo
a provarlo ed a descrivervi le nostre im-
pre.ssioni.
Beh. che la macchina sia piccola lo
abbiamo detto e Io si capisce dalle fo-
to: ma a vederla è ancora più impres-
sionante, é proprio piccola! iconside-
rando che dentro c'è un vero AT, ov-
viamente). Le sue dimensioni sono di
circa 42 X 16 x 43 cm, Ìl che significa
che la differenza nell’impronta (1800
cm-) è veramente minima rispetto ad
altri noti lillipuziani quali l'Apricot
XEN — i e lo Sperry micro/IT. Le di-
mensioni leggermente superiori rispet-
to ai concorrenti consentono però un
sostanziale aumento di hardware in-
stallabile: ricordiamo infatti che sia
l’Apricot che lo Sperry possono mon-
tare solo due unità di memoria di mas-
sa mentre il PC bit at tre, e per quanto
riguarda le schede di espansione gli
slot disponibili sono addirittura solo
tre (Apricot) o cinque (Sperry) contro
gli otto del PC bit at (tra l'altro gli slot
effettivamente utilizzabili nello Sperry
sono solo quattro in quanto uno è de-
dicato al controller per i dischi).
Passando all’esame ravvicinato del
computer, notiamo subito come il pan-
nello frontale si differenzi leggermente
da ciò che è rapidamente divenuta la
norma. L’elemento di differenza è co-
stituito da un pannellino posto al cen-
tro del frontale nel quale si trovano,
oltre alla consueta serratura di sicurez-
za ed alle spie di alimentazione e di at-
tività del Winchester, due pulsanti...
romanisti (ossia di colore giallo e ros-
so) ed una spia a led marcata «Tur-
bo». Di cosa si tratta'.’ Bene, il pulsan-
te rosso effettua il reset hardware della
macchina, permettendo di uscire da
quelle situazioni particolarmente mali-
gne in cui anche il Ctrl-i- Alt-t- Del non
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
67
PC BIT AT
Aieuni porricolori del .tisiema: i due pannelli, anie-
nore e potierìore. ed il monilor. Quesi'ullimn, da
N" a fosfuri verdi, è di produeinne iioliana.
sortisce alcun effetto. Peccato che non
disponga di alcuna protezione, e quin-
di sia pericolosamente esposto ad
azionamenti accidentali dagli esiti pre-
sumibilmente disastrosi (tra l'altro
non compare neppure una scritta che
dica di cosa si tratti). Il pulsante gial-
lo, che poi è un interruttore, serve in-
vece a commutare la frequenza di
clock della CPU da 6 MHz (normale)
a 8 MHz («Turbo»): la cosa viene se-
gnalata dall'accensione di una spìa
rossa (che contribuisce a confondere
le idee riguardo ai colori dei pulsan-
ti!).
Sulla parte destra del pannello fron-
tale trovano posto le memorie di mas-
sa: tre unità in tutto, di cui due acces-
sibili dalTestemo (tipicamente floppy
0 cartucce di nastro) ed una esclusiva-
mente interna (Winchester). Sulla sini-
stra del frontale troviamo il marchietto
Bit Computers ed una ampia fascia di
fessure di areazione. Rimanendo per
un attimo ancora sul pannello fronta-
le. non possiamo non sottolineare la
presenza dì un bollino di controllo au-
toadesivo, di colore dorato e col mar-
chio Bit Computers; si, è proprio il
controllo di qualità! Ogni macchina
prodotta viene testata dopo l'assem-
blaggio. ed il bollino certifica appunto
che t'esemplare è stato riscontrato pri-
vo di difetti. Ci sembra un buon indice
di serietà, anche se fa assomigliare
tanto il computer ad una macchina fo-
tografica giapponese...
il pannello posteriore, piuttosto pu-
lito per essere quellu di un compatibi-
le. è decisamente spanano e si divide
grosso modo in due pani. Sulla sini-
stra si trova la sezione alimentatrice,
con tanto di cambiatensione, ventola
di raffreddamento e spina lEC asser-
vita all’interruttore generale. Sulla
pane destra invece sono presenti le fe-
ritoie di accesso agli slot interni, in nu-
mero di otto. Completa la dotazione il
connettore della tastiera, posto pro-
prio al centro fra le due sezioni.
La tastiera è una versione più eco-
nomica di quella IBM ma presenta un
buon tocco ed è piacevole da utilizza-
re. Per quanto riguarda il monitor so-
no disponibili diverse alternative in
funzione di ciò che si desidera ottene-
re e spendere; si va dal semplice moni-
lor b/n da 14" visibile nelle foto al
monitor avanzato a colori ad alta riso-
luzione (per nababbi): ovviamente ac-
canto al monitor occorre acquistare il
relativo adattatore video che, a secon-
da dei casi, può essere monocromati-
co, CGA-compatibile. Hercules-com-
palibile ed infine EGA-compatibile.
Mentre la maggior parte dei cloni
PC e AT si aprono con un meccani-
smo a compasso, magari poco serio
ma assai pratico, questo PC bit at si
comporta nel modo più tradizionale:
il coperchio superiore è inserito «a
cassetto» sulla scocca ed è bloccato
mediante cinque robuste viti poste sul
pannello posteriore. Non occorre tut-
tavia aver sbloccato la serratura di si-
curezza per poter procedere allo
smoniamento della macchina; infatti,
contrariamente a quanto avviene nel-
l'AT «vero», il meccanismo di chiusu-
ra si limita a disattivare la tastiera e
non blocca il coperchio nella sua sede.
Bene, ci credereste che nonostante
le ridottissime dimensioni, airinterno
del PC bit at si trova un sacco di spa-
zio vuoto'.' In effetti la sensazione di
vuoto è data dall'assenza, nella mac-
china in prova, di schede di espansio-
ne installate: lo spazio che sembra li-
bero è quello che in realtà verrebbe
occupato dalle eventuali schede. L'as-
senza dì espansioni ci fa comunque
ammirare comodamente la bellissima
scheda madre. Sì tratta di una piastra
in vetronìte a quattro strati, sulla quale
viene fatto largo uso di circuiti inte-
grati VLSI prodotti dalla «solita»
CHIPS. Su di essa si notano facilmen-
te il banco delle RAM (nel modello in
prova riempito solo per metà, ossia
512 KByte), l'80286 avvolto in un raf-
freddatore metallico, lo zoccolo vuoto
per l'80287. Posteriormente, a fianco
del connettore per la tastiera, si trova
una grossa batteria al lìtio responsabi-
le del mantenimento del clock di siste-
ma. Quasi al centro, invece, spicca l'u-
nico dìp-switch della scheda, col quale
si imposta la quantità dì RAM presen-
te e sì seleziona il monitor dì defauli.
La costruzione della scheda madre è
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
PC BIT AT
esemplare: ma in realtà tutto il com-
puter appare ben costruito, certamente
al di sopra degli standard «cinesi». La
scocca é molto robusta, ralimentato/e
ben dimensionato, le memorie di mas-
sa di ottima qualità (NEC e Ope), ed il
tutto é ben assemblato e molto rìgido.
La parte destra (per chi guarda dal
frontale) è occupala dal poderoso ali-
mentatore e dalle memorie di massa;
quella sinistra è riservata alla mother
board e. sopra di essa, alle schede di
espansione- I fiat cable volanti che si
notano sono quelli che connettono i
drive al controller e permettono l'in-
siallazione della terza unità di memo-
ria di massa, operazione quanto mai
semplice per la quale bastano un cac-
ciavite e cinque minuti. Nell'esempla-
re in prova la filatura rimanente (so-
prattutto quella fra mother board e
pannellino frontale) è piuttosto poco
elegante; ciò tuttavia dipende solo
dall'essere questo uno dei primi esem-
plari pre-definilivi; i modelli definitivi
disporranno di una filatura più ordi-
L'unico appunto che ci sembra ne-
cessario muovere alla costruzione si ri-
ferisce alla collocazione dell'alimenta-
tore. o forse al tipo stesso di alimenta-
tore che evidentemente è previsto per
rinstaliazione in contenitori di dimen-
sioni maggiori. Il fatto è che ì numero-
si cavi di alimentazione C.C. escono
dal lato verso le schede di espansione,
creando così qualche problema nel-
l'accesso all'oitavo slot, quello più vi-
cino aH'alimentatore stesso. A nostro
parere sarebbe stato meglio se fossero
stati fatti uscire dal lato anteriore. Il
problema sorge per via del controller
per i dischi; da esso partono infatti di-
versi fiat cable, che con la loro presen-
za rendono impossibile il montaggio
di schede lunghe fra il controller stes-
so e l'alimentatore. Occorre quindi,
per evitare di sprecare slot, montare il
controller nello slot più vicino all'ali-
mentatore. Questo però è molto diffi-
cile da farsi per colpa, appunto, dei
cavi in uscita dall'alimentatore, i quali
ingombrano proprio lo spazio sopra-
stante l'ottavo slot. Come si vede nelle
foto siamo ugualmente riusciti ad infi-
lare il controller neH'alloggiamento,
ma solo a costo di qualche sforzo e
grazie all'elasticità naturale della ve-
tronite (la scheda rimane un po' fles-
sa): cinque millimetri in più di distan-
za fra alimentatore e mother board, o
un foro sul frontale dell'alimentatore
anziché sui fianco, avrebbero evitato
questa difficoltà. Fra l'altro non si può
montare il controller nello slot nume-
ro sette, che non dispone del bus ad
otto bit. e quindi l'alternativa consiste
nel montarlo sullo slot sei. lasciando
cosi il sette e l'otto praticamente inuti-
lizzati se non. magari, per schede par-
ticolarmente corte e «sottili». Per la
cronaca, e già che siamo in tema, la
scheda controller è bellissima, piccola
piccola grazie all'ampio uso di inte-
grati VLSI di tipo planare, ossia salda-
ti sulle piste .senza fori nel circuito
stampato; forse è proprio colpa sua
questo bisticcio di cavi, se fosse stata
lunga come tutte le altre schede i fiat
cable non avrebbero dato fastidio...
I drive, come dicevamo prima, sono
di produzione NEC (floppy) e Ope
(Winchester). Si tratta di due unità di
ottima qualità, certamente adatte ad
una macchina di questo livello. Il Win-
chester presente sul modello in prova,
in particolare, è del tipo a basso tem-
po di accesso e permette prestazioni
complessive veramente elevate a sca-
pito ovviamente di un certo costo. È
possibile risparmiare qualcosina ordi-
nando la macchina col Winchester nor-
male; per applicazioni che non preve-
dano un uso particolarmente intensivo
dei dischi questa soluzione non degra-
da in modo sensibile il troughpui del
Il bel drive da 20 Mhrie veloce di produzione Oli-
velli OPE.
dei clock Sopra, il hollino di |■a^lrllllo di prodiizio-
sistema e conviene maggiormente sul
fronte... del quattrino.
Fossero tutti cosi gli AT compatibi-
li, la vita di un povero redattore sareb-
be certamente più leggera! Provate a
fare su e giù fra scale, ascensori, auto-
mobili, magari tre o quattro volte in
una sola giornata, con un AT normale
e con questo, e vi accorgerete della
differenza. E se le motivazioni «mu-
scolari» non vi bastano, pensate alla
vostra scrivania con sopra un AT gran-
de e un PC bit at. Convinti? Piccolo è
hello, piccolo è comodo: soprattutto
quando nel «rimpicciolimento» non si
perde in potenza, ed anzi se ne guada-
gna. Il PC bit at in modo «turbo» va
che é una bellezza; non sarà il più ve-
loce AT del mondo, oramai ci hanno
abituato a cose incredibili, ma il suo
posto sul podio comunque se lo gua-
dagna. Da notare che la commutazio-
ne fra normale e turbo può avvenire in
qualunque momento, senza bisogno di
spegnere o ri-bootstrappare la macchi-
na: e ciò si rivela spesso piuttosto im-
portante. Particolare di cronaca, ripor-
tato a solo titolo di curiosità per far
vedere cosa succede con gli esemplari
semi-definitivi: l'interruttore del turbo
è montato al contrario, dimodoché
quando la spia è accesa è proprio il
momento in cui la macchina va piano!
Nulla di grave, sono cose che capita-
no. Segnalando la cosa alla Bit Com-
puters (se n'crano già accorti anche lo-
ro...) abbiamo fatto anche presente la
necessità di proteggere il tasto di reset
dagli azionamenti accidentali; credia-
mo quindi che gli esemplari definitiva-
mente commercializzati non avranno
più questo inconveniente, il quale ver-
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
rà risolto probabilmente ritardando
l'azione del pulsante (ad esempio Ta-
cendo si che occorra tenerlo premuto
per un paio di secondi affinchè abbia
effetto).
Proseguendo con le impressioni d’u-
so. dobbiamo dire che ci ha fatto un
buon effetto la tastiera, di buona qua-
lità nonostante la classe economica .
Tra l’altro il cordone è parzialmente li-
scio e molto lungo, ossia fatto come sì
deve: e permette di collocare l'unità
centrale anche in posizione piuttosto
decentrata senza problemi. Per i moni-
tor. stante il discorso fatto poc’anzi,
non si può dire gran che: quello b/n é
molto ben definito e non stanca, è
orientabile e costa poco. Degli altri
parleremo semmai in altre occasioni.
Con il PC bit at viene fornito il si-
stema operativo MS-DOS in versione
3.20 assieme al corrispondente rilascio
dell’interprete GW-Basic. Ciò consen-
te, tra l’altro, dì installare sulla mac-
china anche drive per microfloppy da
3.5" (720 KByte di capacità), cosa che
grazie alla diffusione dei portatili sta
cominciando ad essere molto utile.
Comunque questa versione del DOS
contiene anche qualche altra miglioria
rispetto al 3.10 (distribuito da IBM),
ad esempio la possibilità di definire
uno spazio maggiore per l’environ-
ment. un miglior controllo dei device
driver, una più completa gestione del-
le reti. È ancora in inglese, ma voci di
corridoio danno come possibile una
italianizzazione a cura della stessa Bit
Computers.
Per concludere con le impressioni
d'uso: la macchina funziona bene, non
ci ha dato problemi, è ben costruita e
facilmente adattabile e/o espandibile.
Che volete di più'.’
Soldi, soldi, soldi... quanto costa
questo PC bit at? Allora, facciamo un
po’ di conti. L’unità centrale come
quella in prova, e cioè con 512 KByte.
Winchester veloce da 20 MByte, flop-
py ad alta densità da 1.2 MByte viene
cinque milioni pressoché tondi. Ag-
giungendo la scheda vìdeo b n ed il
monitor da 14" a fosfori verdi si sale
di altre seicentomila circa, che però si
possono quasi tutte recuperare se si
prende il Winchester normale al posto
di quello veloce (differenza cinquecen-
per/eiiamenie. ma la scheda nmane «ri po' ftissa.
tornila lire). Passando ai monitor a co-
lori le cose cambiano, pur rimanendo
sempre a livelli accettabili in funzione
del mercato; centosessaniamìla lire la
scheda CGA. settecentocinquantamila
la EGA; da otlocentomila a un milio-
ne e seicentomila i monitor, in funzio-
ne della risoluzione. Per i Winchester
si va sui 20 MByte che costano un mi-
lione ed un milione e mezzo (rispetti-
vamente normale e veloce), o sui 40
M Byte che co.stano due milioni e due-
centomila lire (veloce).
Ad ogni modo la macchina in prova
costa meno dì sei milioni, un prezzo
piuttosto concorrenziale in assoluto e
particolarmente attraente se si portano
in conto ì vantaggi consentiti dalle ri-
dotte dimensioni.
E per chi non potesse spendere tutti
questi soldi?
Beh, come già accennavamo nelle
new.s dello scorso mese, la Bit Compu-
ters sta puntando molto su un prodot-
to originale basato sulla medesima
scheda che equipaggia questo at. Par-
liamo del cosiddetto PC bit mini at. un
«ibrido» che unisce prestazioni vicine
a quelle AT ad un costo poco superio-
re a quello PC. XT.
Sì tratta dì una macchina formata
dalla medesima scheda che equipag-
gia il PC bit at provato questo mese,
cui vengono aggiunti alimentatore e
periferiche (controller e di.schi) del PC
bit normale (cioè con bus a otto bit); il
risultato è una macchina complessiva-
mente poco costosa ma con prestazio-
ni superiori alla media PC/XT, so-
prattutto in compiti CPU-bound. ed
ovviamente trasformabile in qualsiasi
momento in un al «vero» (basta cam-
biare dischi ed alimentatore). L’equi-
valente mini at dell’ai in prova questo
mese costa tre milioni e settecentocin-
quantamila lire, che non è molto per
una macchina con 80286 e 20 MByte
su disco.
70
MCmicrocomputer n. 59 • gennaio 1987
S»»CO/sf(H«C£
Terminale Ampex 232
compatibile con protocollo IBM PC.
AMPEX
One ol The Signal Companies®
EMULAZIONE TOTALE
Indovinolo di chi si porlo?
Di un nuovo ferminole, un vero gioiello, di gron-
dissime copocitò, focile do usore, ergonomico, mo
soprattutto in grodo di diologore con tutti i PC IBM
ed IBM compotibili. Insommo si porlo di un termi-
nale dalle caratteristiche stroordinorìe; un codice
completo ASCII; un set
completo di 256
caratteri
come IBM PC; uno lostiero in versione AT; emula-
zione con il TeleVideo 925; tastiere di diverso na-
zionalità incluso l'italiano; uno schermo antirìflesso
ed orìentobile; il CRT Sover; uno tosh'era regolabile
per il mossimo comfort uno facile opplicozione in
ombiente Multi Link, MS-DOS ed in Xenix/Unix.
Tutto od un prezzo estremamente interessanle.
Ampex é più che mai sullo cresta dell'ondo con
il suo nuovo terminale 232.
Dove orrivono ! migliori, Ampex è tre i primi.
Come sempre.
rtgatroio detto I6M TeteVideo 925 e
' rogetmio dello lolevdeo Systoro. Ine
COMMODORE
i=l
liMMLPjl ■
1 — 1
CORREDO HARDWARE
PER AMIGA
• Drive da 1 Mega
Esterno
• Sidecar per la com-
patibilità con il PC
IBM In MS-DOS
• Hard Disk da 10 Me-
ga
• Hard Disk da 20 Me-
ga
• Hard Disk da 30 Me-
ga
• Unità di Back-Up da
10 Mega
• Unità di Back-Up da
20 Mega
• Unità di Back-Up da
30 Mega
• Digitalizzatori e tele-
camere B/N
• Plotter Roland inter-
facciablte con Amiga
formato A3 ad 8 co-
lori
• Espansioni di memo-
ria da 1MB e 2MB
CORREDO SOFTWARE
PER AMIGA
Disponibilità di una libreria di ol-
tre 300 programmi: data base,
utilità, gestionali e grafici tra cui
il potentissimo DYNAMIC CAD
PER INFORMAZIONI E
SPECIALITIES
QUOTAZIONI
AGGIORNATE
TELEFONARE
4' CONFIGURAZIONE
COMMODORE
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GRUPPO DISITACO
RoboCAD-K
di Massimo Truscelii
1 / termine CAD < Computer Aided
Designi fu coniato neiromiai lonta-
no 1 965. per designare un progetto com-
missionato daU'Air Force statunitense
all'Archiiecture Machine Group del mi-
tico MIT di Boston. L'ohiellivo era la
realizzazione di un sistema interattivo
da utilizzare nella progettazione mecca-
nica. nel quale il processo di ideazione,
disegno, controllo, modifica e nuovo di-
segno. fino a quello dejiniiivo. fosse il
più possibile privo di errori, tempi morii
74
ed il più possibile funzionale.
Nel 1970. negli Stati Uniti d’America
esistevano già circa 200 sistemi CAD
per lo più impiegati nelTindu.stria aero-
nautica ed automobilistica.
Oggi, con il boom informatico che si
avvia ormai alla sua fase dì normalizza-
zione. è difficile riuscire a dire quanti
siano i sistemi CAD attualmente utiliz-
zati. ma esiste una matrice comune che
ha decretato l'adozione di tali sistemi in
industrie, università, .studi tecnici, di ar-
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
ROBOCAO-PC
chiieiiura ed in svariali altri settori:
l'aumento della produttività.
In questa ottica va inquadrato anche
il prodotto presentalo in que.ste pagine:
si tratta del RoboCAD-PC della Ruhq-
com Limited inglese, distribuito in Italia
dalla Telav International ad un prezzo
di 3 milioni di lire.
Con questa cifra è oggi possibile ave-
re un sistema che solo qualche anno fa
era riservato a pochi, privilegiati e ri-
stretti settori produttivi, soprattutto ae-
ronautica. ingegneria aerospaziale, elet-
tronica, o comunque settori in evoluzio-
ne e con il denominatore comune di un
elevato contenuto tecnologico.
Dgscrizione
Il RoboCAD-PC, come lascia inten-
dere il nome, è la versione aggiornata
ed adatta al PC (per definizione IBM
e compatibili) del già famoso Robo-
CAD per Apple II, provato nella ver-
sione 1500 su MC del gennaio 1985.
Si tratta di un sistema completo per
la produzione di disegni tecnici a due
dimensioni ed i suoi campi di applica-
zione sono tipicamente ingegneria, ar-
chitettura, illustrazione e tutti gli altri
settori nei quali il disegno riveste un
ruolo di preminente importanza. La
configurazione hardware richiesta per-
ché RoboCAD-PC possa funzionare
comprende un PC XT o AT (e/o com-
patibili) con 640 Kbyle di memoria
RAM, doppio floppy disk drive o di-
sco rigido (sicuramente da preferire
quest'ultimo), scheda video-grafica
Hercules o compatibile, scheda seriale
RS 232. una unità di input dei dati (fa-
La chiave hard»an di pniie:ione senza la i/uale
voletta grafica o mouse), ed infine, un
plolter oppure una stampante grafica
per l'output sulla carta degli elaborati
ottenuti.
La confezione di RoboCAD-PC
comprende cinque floppy disk, adatti
ad essere impiegati sotto MS-DOS o
PC- DOS nelle versioni 2. 10 e successi-
ve. ed una chiave hardware di prote-
zione. senza la quale non è possibile
alcuna utilizzazione applicativa del
pacchetto.
I cinque dischetti, PROGRAM, SY-
STEM. TRANSLATOR. DRIVERS e
LIBRARY, contengono oltre al pro-
gramma vero e proprio, anche i file
necessari alla configurazione del siste-
ma. alla traduzione nel formato utiliz-
zato da RoboCAD di disegni ottenuti
con programmi simili, al «pilotaggio»
di vari modelli e marche di plotter e
dispositivi di input, ed alcuni file con-
tenenti disegni di utilità generale.
Completano il «Compilation Pack»
del RoboCAD un «Reference Ma-
nual» ed un «Quick Start Tutorial» in
lingua inglese; per l'edizione italiana
del pacchetto, la cui traduzione è stata
curata dalla Telav International, la do-
tazione sarà presto integrata da un ma-
nuale anch'esso in italiano.
Dopo aver configurato il proprio si-
stema operando l'installazione delle
schede necessarie e l'inserimento della
chiave in una delle due porte della RS
232, la prima cosa da fare è un backup
dei dischetti (non si sa mai...) e, se si è
in possesso di un PC dotato di disco
rigido, installare il programma su di
esso.
L'operazione avviene automatica-
mente avviando il programma RC
contenuto nel dischetto SYSTEM e se-
lezionando l'opzione 2 dal menu prin-
cipale: le operazioni successive vengo-
no gestite in modo tale da guidare l'u-
tente nelle varie fasi di installazione su
hard disk.
Eseguita tale operazione è necessa-
rio configurare il programma affinché
riesca a gestire i dispositivi di input ed
output impiegati, ed assegni loro le
porte di comunicazione, con relativi
parametri, più adatte.
Nelle prove eseguite, a dispetto di
quanto indicato sulla scatoletta pres-
sofusa della chiave hardware, che ne
consiglia l'inserimento tra il plotter e
l'uscita seriale del PC, il sistema è sta-
to così configurato: chiave di protezio-
ne e, in cascata, il mouse (nei caso spe-
cifico un Terrington Manager fornito-
ci. cosi come il plotter Roland DXY
980. dalla stessa Telav International)
sulla porta seriale I (com 1); plotter
sulla porta parallela (Ipt I): e stam-
pante opzionale, compatibile Epson
oppure Canon, anch'essa sulla porta
parallela.
Al lancio del programma, avendo
A sinistra, il menu principale di RtéoCAD-PC ed il menu a discesa di canfigurazione. A destra, una delle librerie attivale dall'apposita opzione.
MCmìcrocomputer n. 59 - gennaio 1987
75
nOBOCAD-PC
insiallaio il driver del mouse con un fi-
le di batch, per evitare che il program-
ma non riconoscesse la chiave di pro-
tezione e visuali 22 asse un «Security
Key Missing!!!», è stato necessario di-
sconnettere il mouse stesso dalla chia-
ve; tuttavia, operando con il driver del
mouse installato da programma, inve-
ce che da sistema operativo, la proce-
dura di avvio viene ripetuta fin quan-
do tutto non è a posto, nella fattispe-
cie fin quando il mouse non è discon-
nesso.
La visualizzazione sullo schermo
del menu a icone di RoboCAD-PC
consente la connessione del mouse; da
questo momento in poi è possibile la
creazione degli elaborati grafici desi-
derali.
Caratteristiche
Il menu principale di RoboCAD-
PC è organizzato in modo da presenta-
re contemporaneamente sullo schermo
alcune icone e. con gli opportuni input
da mouse o tavoletta di digitalizzazio-
ne, anche altri otto menu a discesa.
Questi ultimi si distinguono in;
Configura, Disegna, Modifica. Vista.
Libreria, Accessori, Dimensioni, Out-
put.
Ognuno dei menu presenta varie op-
zioni selezionabili spostando un cur-
sore, rappresentato da una freccia, ed
agendo sui pulsanti presenti sul dispo-
sitivo di input impiegato; in più, sulla
linea inferiore di ogni menu, viene vi-
sualizzata anche l’ultima opzione ef-
fettuata, con la possibilità di riselezìo-
narla con il cursore.
Nella parte bassa dello schermo so-
no visualizzate alcune linee di stato
corrispondenti alla scala del disegno,
l'unità di misura impiegata, il formato
della carta ed alcune informazioni ri-
guardanti il punto nel quale si trova il
cursore, il tipo di attività che si svolge
ed eventuali richieste di input da ta-
stiera.
Ogni opzione selezionata presenta a
sua volta un sottomenu a icone oppu-
re altri menu. Tre icone sono presenti
in ogni sottomenu (sono identificabili
con una V, una X ed una «scatoletta»
con una freccia a destra) e corrispon-
dono alla conferma delle operazioni
fino ai momento eseguite, all’abban-
dono dell'opzione selezionata ed all’u-
sciia dal sottomenu. Anche la tastiera
permette di operare alcune scelte: il
tasto ESC permette di abbandonare ed
annullare ogni operazione in corso
senza necessariamente doverla com-
pletare. la barra spaziatrice permette
di ridisegnare la figura in elaborazione
nelle dimensioni originali, e viene usa-
ta tipicamente dopo aver operato lo
ZOOM di alcune zone dell’immagine,
inoltre, è possibile, in qualsiasi mo-
mento, la stampa su carta semplice-
mente premendo lo shift in unione al
tasto PrtSc.
RoboCAD-PC è uno strumento
molto versatile che consente di esegui-
re disegni tecnici anche dì una certa
complessità in maniera semplice ed
immediata.
Tutta la serie di opzioni offerte spa-
zia dalla configurazione degli stru-
menti e degli elementi di disegno, alle
operazioni di disegno vero e proprio
con particolare attenzione per le cur-
ve, gli archi di cerchio e le circonferen-
ze. Su 10 elementi di disegno, ben 5 ri-
guardano le curve; è possibile il dise-
gno di archi di cerchio tra due punti,
circonferenze, archi di cerchio di de-
terminato raggio, archi di cerchio pas-
santi per tre punti ed infine, arcotan-
genti ad un punto.
Gli altri elementi di disegno riguar-
dano il tracciamento di linee, paralle-
lepipedi ortogonali, campitura di aree,
disegno a mano libera e posiziona-
mento di punti di aggancio.
Anche il tipo di tratto offre una va-
sta possibilità dì scelta per dimensioni
e stile; lo spes.sore varia tra 1 ed 8 pi-
xel. il tipo di tratto può essere conti-
nuo oppure a tratteggio più o meno
fitto. La distanza delle linee di campi-
tura può essere variata, il valore di de-
fault è comunque 10 mm.
Prima di iniziare a disegnare è bene
definire la configurazione di base del
disegno: ovvero definire tutti quei va-
lori riguardanti le dimensioni del fo-
glio di carta: la scala del disegno; l'u-
nità di misura da impiegare: la preci-
sione, in termini di cifre significative
dopo la virgola, di eventuali misure: la
distanza, in pixel, dì attrazione tra il
cursore e punti «significativi» (centro
delle circonferenze, estremi di segmen-
ti, ecc.) del disegno.
Una volta operata tale configurazio-
ne, che prevede anche l’uso di tavolet-
te grafiche, l’inversione dello schermo,
il salto ad una specie di block note
con eventuali elementi di disegno; è
possibile salvare su dischetto la confi-
gurazione. Si tratta di una possibilità
molto utile, che, specialmente se si è
76
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
ROBOCAD-PC
A Msma ■ La /!*
A delira - HarJ-Capy dì
cala ingrandiia uuli:zando il i
soliti lavorare con alcuni parametri
sempre uguali, può risultare mollo co-
moda.
Altre interessanti caratteristiche ri-
guardano la possibilità di inserimento
di figure contenute nella librerìa se-
condo le esigenze volute; ad esempio
rotazioni, capovolgimenti, simmetrìe
rispetto all’asse X o Y.
Dal menu «Disegna» si può notare
che esistono due opzioni a prima vista
uguali: «Ins.moduli» e «Ins. parti»; la
prima può operare le trasformazioni
già descrìtte sugli elementi di disegno
prelevati dalla librerìa, la seconda può
operare altre trasformazioni, di grado
più complesso: si tratta di trasforma-
zioni che prevedono lo schiacciamen-
to 0 l'allungamento delle figure secon-
do vari assi; l'inclinazione delle mede-
sime, la rotazione, il cambio di stile e
spessore delle linee, e addirittura il
cambio di modo di trasformazione
dalla modalità «Ins.parti» in «Ins. mo-
duli».
È possibile, logicamente, anche l'in-
serimento di testi in varie dimensioni e
stili, secondo inclinazioni ed altezze
diverse. RoboCAD-PC offre numero-
se possibilità di documentazione degli
elaborati grafici realizzati: misura de-
gli angoli, degli archi, delle distanze:
inoltre è possibile realizzare gli elabo-
rati grafici sfruttando delle griglie di
tipo radiale oppure ortogonale, evi-
denziando eventuali punti dì raccordo
del disegno.
Anche l'output prevede molte possi-
bilità di intervento nel settaggio dei
parametri: è possibile scegliere il for-
mato della carta: si può selezionare il
tipo e lo spessore del tratto, inserire i
filtri, cioè eliminare gli elementi, il te-
sto, le distanze, angoli o altre compo-
nenti deH'immagine. Dal menu di out-
put è possibile scegliere anche la velo-
cità di tracciamento ed assegnare, uti-
lizzando plotter a più pennini, un co-
lore per ogni spessore delle linee.
L'uso di RoboCAD-PC è facile ed
agevole: chiunque sappia disegnare
riesce ad utilizzarlo tranquillamente
ottenendo da subito, senza penare, ri-
sultati dì buona qualità.
A riprova di dò basta guardare gli
esempi di queste pagine: una «dream
car» che sembra essere uscita dal film
«La carica dei 101 » di Walt Disney (la
macchina di Crudelia), disegnata in
poche ore di lavoro; lo stesso disegno
ricaricalo dalla libreria e debitamente
deformalo con uno dei menu descritti
è alla base di un successivo elaborato
nel quale compare anche una matita
che disegna il disegno... (l'immagine
nell'immagine).
Per finire l'ultima creazione realiz-
zata con RoboCAD-PC è un elaborato
di tipo architettonico, ispirato agli im-
pianti sportivi per le Olimpiadi di To-
kyo progettati da Renzo Tange: anche
in questo caso i tempi di realizzazione
sono estremamente ridotti e solo ad
aver avuto qualche momento di più da
dedicare al disegno si sarebbe potuto
MCmIcrocomputer n. 69 - gennaio 1987
77
ROBOCAD-PC
Ottenere sicuramente qualcosa di mol-
lo meglio.
Intertacciamento
RohoCAD-PC può essere utilizzato
con una vasta serie di dispositivi di in-
put ed output; il dischetto contenente
i driver per i dispositivi presenta i file
corrispondenti a: Calcomp 2000, Gra-
phtec KD-2525A, .1030A, 3838A, 4030
e 4030A, Hitachi HDG 1515, tutta la
serie Houston e Kurta oltre alle Sum-
magraphics e Numonics. queste ulti-
me distribuite dalla stessa Telav; in
particolare per i mouse esistono i dri-
ver per Logitech, Microsoft, Mouse
System e Summagraphics.
I plotter collegabili sono gli HP,e
poi Calcomp, Gould, Graphtec, Hita-
chi e Roland. Per chi disponga di plot-
ter con interfacciamento seriale, i pa-
rametri di comunicazione del pacchet-
to applicativo sono 9600 baud, 8 bit +
I di stop, nessuna parità. Sui manuali
in dotazione sono indicate per ogni ti-
po di periferica impiegabile, le posi-
zioni dei dip-swilch di settaggio dei
parametri. A proposito di interfaccia-
mento va menzionata la possibilità di
traduzione, di file provenienti da pro-
grammi analoghi nel formato utilizza-
to da RoboCAD-PC.
Tra gli esempi contenuti nella libre-
rìa si può notare la pianta di una abi-
tazione elaborata con il «vecchio» Ro-
boCAD 1500 per Apple, il trasporto
nella libreria del RoboCAD-PC è av-
venuto utilizzando proprio il program-
ma di traduzione citato.
Conclusioni
Considerazioni finali decisamente
positive, non c'è nulla da eccepire per
un prodotto che è sicuramente molto
più versatile e polente di quanto si sia
potuto descrivere in queste note.
Il RoboCAD-PC è sicuramente po-
tentissimo nel disegno della compo-
nentistica e nello sviluppo di piani di
assemblaggio delle parti: non a caso
nelle librerie sono contenuti molli
esempi di componentistica sia elettro-
nica (transistor, altoparlanti, diodi,
connettori, ecc.). sìa di idraulica (giun-
zioni. raccordi, ecc.).
L'uso è consigliato per tutti gli ela-
borati grafici a due dimensioni: in ma-
ni esperte, l’uso può vantaggiosamente
essere esteso anche al disegno di pro-
spettive ed assonometrie. L'unione ad
una tavoletta grafica, invece che al
mouse, potrebbe renderlo più versatile
ed agevole da usare in alcune situazio-
ni, ma anche con il mouse è difficile
trovare un difetto che effettivamente
tale possa essere definito.
In redazione qualcuno ha fatto gli
inevitabili paragoni con AutoCAD del-
la AutoDesk e con l’ultimo nato CAD-
Key della statunitense Micro Control
Systems, ma personalmente non credo
che il confronto sia valido; Robo-
CAD-PC è un software di progettazio-
ne assistita dal computer diverso per
concezione, prestazioni e soprattutto
per il costo: 3 milioni contro gli 8 dì
AutoCAD ed i chissà quanti di CAD-
Key.
A chi desidera il colore per le pro-
prie applicazioni, si vocifera che pre-
sto la Telav dovrebbe immettere sul
mercato un altro prodotto, sempre di
produzione Robocom, che funzionerà
con le schede EGA e compatibili.
// plotter Roland DXY 980
ed il monitor Roland MB 142
La Telav Iniemational srl distribuisce
anche la completa gamma dei prodotti
Roland, tra i quali il plotter DXY 980A
dalle buone caratteristiche: formato A3. 8
penne, discesa «frenata» dell'holder por-
tapcnna, posizionamento elettrostatico
della carta, display digitale della posizio-
ne sugli assi cartesiani della penna, pan-
nellino di controllo delle principali fun-
zioni con elevata compatibilità con il
DXY 880A e doppia possibilità dì funzio-
namento (in modo DXY oppure RD—
GL). H plotter DXY 980A oltre la capaci-
tà di poter essere interfacciata per via se-
riale o parallela e come molti altri plotter.
oltre alle capacità grafiche sufficiente-
mente spinte, dispone anche di una buo-
na capacità di stampa dei caratteri.
Un altro elemento che si è fatto ap-
prezzare molto nell’uso di RoboCAD — -
PC è stalo il monitor Rol and MB— 142.
Si tratta di un monitor TTL ad elevata de-
finizione che in più di una occasione ha
lasciato supporre a molti redattori che
fosse a colori. Sebbene sia definito come
«character display», si è rivelato molto
adatto all’uso grafico. Il monitor, a fosfo-
ri bianchi, è dotato di un interruttore per
l'inversione dello schermo e dei soliti
controlli di luminosità e contrasto nella
parte anteriore, mentre invece nella parte
posteriore sono presenti i controlli per i
sincronismi verticali ed orizzontali ed il
controllo di ampiezza verticale dello
schermo.
78
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
il Turbo Pascal - Se
siete programmatori
professionisti, questo è
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le alte prestazioni dì cui
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invece non avete mai
programmato in un
linguaggio evoluto,
Turbo Pascal vi aiuterà a
muovere i primi passi in
un ambiente integrato di
programmazione
strutturata facilissimo da
utilizzare.
Con le sue 500.000
copie vendute in tutto il
mondo, Turbo Pascal è
diventato uno standard
di fatto nell’ambito dei
personal computer.
Fino a 4.000 righe di
codice al minuto: Turbo
Pascal è il più veloce
compilatore Pascal
esistente. E occupa solo
39 kB in memoria
rispetto ai 300 kB
occupati da alcuni altri
compilatori Pascal.
Ma c’è di più. Turbo
Pascal offre alcune
estensioni significative
standard, tra cui i file ad
accesso diretto, le
stringhe dinamiche, gli
overlay e l'accesso allo
hardware di basso livello
ed al sistema operativo.
Inoltre, Turbo Pascal
comprende un full-
screen editor, tipo
Wordstar.
11 compilatore indivìdua
istantaneamente gli
errori, attiva
automaticamente
l’editor e indica la
posizione dell’errore
aU’interno del codice
sorgente.
Turbo Tutor - Per
imparare il Pascal da chi
ha inventato il Turbo
Pascal. Turbo Tutor è
composto da una guida
Wordstar é ur marchio registrato delle
di autoistruzione ed un
dischetto con il codice
sorgente degli esempi.
Passo dopo passo,
Turbo Tutor
accompagna il
programmatore dalle
nozioni di base fino ai
concetti e le tecniche
più avanzate.
I Turbo Toolbox
Turbo Database,
Turbo Graphix e
Turbo Editor
contengono ognuno una
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la soluzione di tipici
problemi EDP tramite
Turbo Pascal. Con ogni
Toolbox viene fornito un
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di immediato utilizzo. Un
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Microstar incluso nel
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86 e CP/M 80 (solo 280)
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MS-DOS da versione 2.0
CP/M 86 da versione 1.0
CP/M 80 da versione 2.2
Memoria minima del
sistema
PC-DOS, MS-DOS CP/M86
120 K CP/M 80 48 K
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oggetto in una passata
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in memoria
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postali)
□ Allego assegno non trasferibile N
□ Allego fotocopia di versamento su CCP 48067201
□ Pagherò con addebito sulla mia carta di credito American
Express N scadenza
Con busta intatta del dischetto
SODDISFATTI O RIMBORSATI
entro 10 giorni
Nome e Cognome _
EDIA
BORLAND
v.le Cirene, 11 - 20135 Milano - Tel. 02/588523 ■ 5451953
Nasce con 10.000 programmi
software.
Apple* IIGS Ita fondamenta
solide: la preziosa esperienza di ire
milioni di utenti di Apple II, fa cui
professionisti, aziende, studenti e
professori.
Al suo interno opera il piccolo
Mega II, un chip che contiene tutte
le funzioni di -^^ple Ile ed Apple
Ile, capace di operare con i più di
10.000 pezzi di software scritti per
i^le II.
Ma questo non è tutto.
Rispetto alla femiglia Apple II la
velocità di i^ple IlGS è tre volte
superiore, grazie al nuovo
processore a 16 bit, con 256 Kb di
memoria (espandibili fino a 8Mb ).
L’apprendimento è ancora più
facile e naiirale: interfaccia
amichevole ed uso del mouse sono
ora lo standard di /^ple llGS
Le sue cecità espressive sono
Disco Rigido HD20SC
Scheda d'espansione di memoria
Disk Drive 5.25"
Apple Hgs:
! fiituro è alle sue spalle.
estremamente più st)fisticate.
[1 monitor a colori RGB è in mdo
di riprodurre ogni tipo di grafico od
immagine a colori con una
definizione nitida e professionale,
paendo contare su una gamma di
4.096 nuances di colori.
Un sintetizzatore, con 32
vai a disposizione, è
capace di creare anche ogni
tipo di sonorità
L'e^rienza di tanti in un
computer per tutti.
Apple IIGS è un computer
\’ersatile ed espandibile, Il suo
corredo di periferiche, tutte
direttamente collegabili, comprende
tra le altre: le stampanti
ImageWriter" e la^iWriter", il
disco rigido HD20SC dalla grande
capacità di archiviazione, la scheda
di espansione di memoria a 1,28Mb
//// 1 —
Disk Drive 3 5"
e la scheda d’inter&ccia SCSI che
rende più velae la comunicazione
con le periferiche,
la più vsm biblioteca software
esistente al mondo, con dischetti da
3.5" e 5.25”, legabili da drive
per ambedue itormati, si adatterà
alle più svariate esigenze.
Infinti /^ple IIGS è in grado di
sneOire ogni attività gestionale
dell’azienda, tra cui contabilità e
ma^zzino, ed è un validissimo
strumento per tutti i professionisti
come medici, dentisti, avvocati ed
architetti.
Nel campo della scuola, la sua
elevatissima capacità di
comunicazione, insieme a tutti i
programmi di /f)ple li, rende
ancora più stimolante il suo utilizzo
nelle didattiche d’apprendimento
più avanzate.
Se pensine che Apple IIGS sia
veramente il computer più
rivoluzionario della femigliai^ple II,
prima di recarvi ad un Apple Center,
voltate pagina.,.
il, Apple Computer
Apple ed il marchio Apple sono marchi registrali di Apple Compuir Ine. Inu^Writer e LaserWriter sono marchi di Apple Computer Ine
PLaYWORLD
di Francesco Carla
The Halley
Project
Tom Snyder
Mindscape
USA 1985/6
Amiga, C 64
Mastertronic
■ Eccoci al prima ninnerò di Playworìd de! l'Jfl?. I
nuovi compuier dei quali t/« parlando da molli
mesi, il Commodore Amiga e l'Aiari ST, sianno
progredendo visibilmenie. Il .wfrware .spettacolare per queste
macchine, migliora in quantità e qualità, quasi giorno per
giorno, e in questo numero potete dare iin'occhiaia a sei
Commodore e tre della macchina Alari. E vi prego di
concedere una cena attenzione anche al sol'tware ecologico
di Sinopia Informatica, realizzato sul Commodore .4
che dimostra che anche
possiamo dire la no.stra in a
Ormai si delinea chiaramente un ,,
più nella comunicazione, il domini
accorgercene stiamo ahbandonand<
quello delle lettere, dei punti e d
■I provi,
PO informuth
to: l'alfabeto non ha
is.solulo. Senza quasi
in sistema di dialogo,
e virgole, che ci ha
Music, uno stupendo
c .Arts. è possibile mettere
r leggere neppure
zionamento del
0 tramite segnali iconici. Ma i veri
’i di questa rivoluzione, sono stati i
videogame, ed è per questo che Playworld ne ha parlato con
alla simulazione. L'interesse di voi lettori ci ha dato
ragione. L'alfabeto sta morendo, arriva la comunicazione
iconica. ■
zi è eccellerne; già la pre-
sentazione, supercantaiu e
animata quasi in versione
televisiva, sorprende a suf-
ficienza, ma il vero stupore
é reclamato dal cruscotto
della nostra astronave, una
cabina morbida e perfetta,
-senza pixel in disordine
sparsi fuori posto, h quasi
tutto airinterno della ship e
inieragibile:
ruttori per k
ne per azi
ve da salii
dare giù
là. ma di qi
sento di fare
nessuno, é la
simulazione: s
nare sulla
lete imma}
La cometa di Halley è la
protagonista di questa si-
mulazione spaziale della
Mindscape. che era già
uscita, con buon successo,
un anno fa per il Commo-
dore 64, ai tempi del ritor-
no della magica cometa
dalle parti del nostro Piane-
ta. Autore di questo video-
game è Tom Snvder, che
pochissimi, solo i più aiten-
stato l'autore di In Search
of thè Most Amazing
Thing. un bellissimo e poe-
venture e un po' arcade del
1983- Snyder adesso dirige
uno dei centri di ricerca sul
software spettacolare per
conto della Mindscape
americana, ed insieme a
Len Bertoni e a Omar Khu-
dari é il responsabile della
operazione Halley su Ami-
ga -
Il risultato di questi slor-
Bè. lungaggini a parte,
The Halley Project c un bel
videogame, anche se non si
ha l'impressione che il po-
wer di Amiga sia stalo
sfruttato in pieno.
82
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
APPLE CENTER Specializzazioni: Business e professionisti: EdIT: Scuola e UniversHa: '
VALLE D'AOSTA - Aosta: Inloiinalique - Av Du Conseii des Commis 14 Guari: inlormatiaueS - Reg America 31
PIEMONTE - Torino: Bellucci - Via Papacmo 23 Commlor Sistemi - CsoTelesioA/B C so Grosseto 209 Compulable- CsoCorSiCa ’9 Dimensione
Personal - Vta Bertela 22/ E Soflec Computer - Via Juvrarra24 Tecnosysiem - Cso Francia 12 TeKnoCompuIers - Via Madama Cnstma 31'C-
Ciriè; Aldebaian - Via V Emanuele39 AlessandriatSislerm Bit- ViaGhilim27 Cuneo: Ttiemalnlor DistriDuita -ViaC Emanueietll20 Alba:Centro
Computer -VraParuzza2 NovaratOR - V leXXSettembie 19- Via Mo'era3 SPA - ViaCanobbio 16/A Borgomanero: Ali Computer- Cso
Garibaldi 106 Biella: ini BieMa di Zanolto 8 Bernuzzo - Pz/a S Paolo l
LOMBARDIA - Milano: Alcor- Cso di Porta Romana 55 - Via Moreno da Brescia i9 Aiiinlormalica - Va VigevanoB - . ViaLaz2areno2 Business
Center Microage • ViaCofdusio2 C E Communication Engineering - Piazza FirenzeA Dellron -VIeGranSassoSO Espnt _ -Via Bergamini
13 Indico - Via Pier Capponi 12 - Via Marco O'Agrale i Information Tecbnology - Via dei Bossi 7 La Bottega inlotmalica - Via Turati 6 MiC'Otech
Sistemi ■ -Vie Piai/e7 Personal Computer Shop - Via Bertani 8 - Via S Vittore 6 PoliSiStemi - Via Derna 19 Smali Business Computer • Via
Vitiuvio38 Soflec Computei - VleJenner 23 Melegnano: L Amico del Compulei - Vie Lombardia 17/19 - Via Castellini 27 Monza: Compulenanaia
- Via Cortelonga 15 Esi - Via Cavallotti ii Vlllasanta: Computer Area • Via Volta 27 'A - Via Carducci 2 UssonecCompulerlandia Polli - V le Manir
della Liberta 72 TrezzanoS/NiPersonaiCompuieiSnop - Va L da Vnci 36 Bergamo: Aiilniormaiica Bergamo - ViaSioppar' 4 S Computer
Center Studio 1 5 - Via Ouarenghi 60 II Mondo dell Intormatica - Via Pitenlmo 8 Brescia: n Computer - Via So"e'>no 5 Gavardo: B't Sbop - '/ a
0uarenai20 Como:DSi -VaDottesioS Irpeinipimalica - Va Cadorna l 'A Albate: Accaesse iniormatica- Va Acguanera 46 Erba:BCS -Va
Leopardi 16- ViaPlimo27 Mantova: Aniek Computei Via Cavour 69 S. Antonio M.: Aniek Computer - Va Manzonc49- Pavia: M A S H Computer
Systems ' - Via delia Hoccnena 7 Varese irpe • Via de- Caraniani i Gallaraie: irpe - Via Pegoiaio 8
FRIULI VENEZIA-GIULIA- Trieste: CompuIermarKeUDec Sistemi) .. . - Via VaidinvoS Udine: P S Elen'on>ca - /iaTavagnacco89 9^ cc Gorizia:
Elcorn - Cso Italia 149 Pordenone: Electronic Center Va Beriozzi 17 • Vie Libertà 79 Manzano: Friuicompute' - Va S Giovanni 6- A
LIGURIA - Genova; Computer Gemei - Va Storace 4/i Sampieidarena - Va S Vincenzo 109/R Piemme System • va Casaregis 43 7 Sais
Inloimalica - Vie Biigate Paitigiane 132/R - . Via G 0 Annunzio 2/35 Lavagna: RaHo Linea Ufiicio - Cso Genova >00 Sanremo: Bottega sei
Computer - Via Martin della Liberta 180 Savona; Bnano - Cso Taidy e Benech 20i R
TRENTINO ALTO ADIGE - Trento; SI.GE . . - Via Piave 28 Bolzano: Oataplan Via Cassa di Risparmio 9 - Via Ospedale t
VENETO - Venezia: Manconda Computer - CannareggiO 5894 Mirano; Saving Computer - Va GramsCi 52 - Mestre: Computer Service /-a
LingrtildaiS PadovaiDataSeivice- Via Borromeo <6 EDPS<stemi - Via Boiromeo 13 Rovigo: Computer Service -ViaCavaiiotl' '2 Treviso:
A-5 - Borgo Cavour 37/ A Monlebelluna: Uomo Computer - C so Mazzini 53-2 Vicenza: ABC informatica ■ Viale S Lazzaro '9 - Comta Pia
PBdovai9 Creazzo;UomoCompuiei-VaOlmo38 NoveniaVieentinaiABCiniormaiica-VaVerdiS Verona; Esa-Comp- va Rovegg'a 43 Mos80
Personal Computei - Largo Marzabotlo 21 Personaiwaie - Via del Pontiere 2
EMILIA ROMAGNA - Bologna: EOP Sistemi - Vie Pieliamellara6l/F Luchy & Sysdata Via Fanne 33 A - V 3 P etramenara 5 • V'a Lame 'S
Sercom - ViaSerenganoda Carpi9/B Ferrara: Computei Service -VaBoiognaS4 Soc Tecnomeccanica di Crepate' - Va Ganbaid '95
Forti; Icot Impianti - Via Masetti 56 Kronos - Via Oreste Regnoli 30 Modena; Canaigrande inlotmatica - C so Canai Grande ' 4 - IRET Modena - V-a
Giaidini454 Sassuolo: Microintormaiica - P zza Martm Partigiani 3' Parma: Compuiek PieBoitoS Piacenza: PC - Persona' Compuier - ,'ia
Chiapponi 42 Ravenna: Diamond Byte . . - ViaCiassicana 408- Reggio E.; net Via Emilia S Stefano 32 Micro<ntoimaiica- VaS Giuseppe 4 A
Rimini: Computer Lne - Via Coletti 61
TOSCANA - Firenze; Aiiirei Compumaiket - Vie Gramsc BR/tOR Anfrei inlormatiea - Via Masaccio 50 Centro Servizi - Via P Petrotcni 24
Computer Line • V le S Lavagium 20 ComputerShop - Via V Emanue'e II 66- R SoluZiOniEDP - Cso dee Tmloii 39' R TufioCompulei - .'a
Panzani 36/38R Empoli; Livmlorm Empoli - ViaMacchiavelli30 ArezzoiSisied - V'aL Gaivanr22- Pzza Risorgimento IQ Livorno: ^ /.nform
Via Roma 8 -Scali delle Cantine 6 Lucca: Logos Informatica - V leS Concordio537 Fornaci di Barga: Logos inlormal'Ca- v 'e Repubblica 27: - Forfè
dei Marmi; Blu Data - Va Morin 95 Pisa: Data Pori 2 ViaSancasciani35 Pontedera: Daia Pori . - Va Bngaie Pari grane27 Borgo a Buggiano:
CO-DI - Via XXIV Maggio 1 17/119 Monlecafini Terme; CO-DI - V-a N Sauro 36
MARCHE - Ancona: Sisteda • Va Velino 5 - Va Fiammia 286 A - Torrette Aseol* Piceno: Rinascita inionnatica - Cso Trento e T-este ' '
Macerata: MED . - P zza Garibaldi 4/5 Camerino; MEO Vm V Venanzi 1 1 > ' 3 Pesaro; Centro Compule' - Via degl. Abel' 1 36
UMBRIA - Foligno: Linea Informatica Via Garibaldi 81 Cerbara: Computer Posi - V'a Madonna dei Vento Porle S. Giovanni: Ready Compute' - /'S
Adnalica49
LAZIO- Roma:AGCompulerSyslem -ViaG Lanza'O" &lCompulei2 -Vieionio333- ViaNemprense '4 - . ViaTuscoia'teSSO- VaSato:'
55- Va Tiberioimperaiore72 - vaCPeiiie/4 Compuieivrorld - Vadei Traforo '36 Computime • V le Panoii 25 - V'aCoia d' R'enzo28
Cosmic 1 - Via Viggiano 70 - Via Vespasiano 56' B Ostia: ÀC S ADV Computer System - Via Cansaccbi 10 Easy Bvle - 'za Gtevann' '.''"an 24
FBM ' - Va Flaminia 395 Cosmic • Va delie Gondole 168 - Ostia Lido Lalina; Easy Byte - Vie XVii Dicembre
ABRUZZO - Pescara:OCSA - Vie Marconi 361 Oiim Compulers- Via Ravenna 69- Via C Goldoni 5 Chieli Scalo: Computer - V leLmitadilanaS C
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MOLISE - Campobasso: Informatica Molisana - Via B Buozzi 12 Termoli: inlormalica Molisana - Via Marini della Resistenza 88 Isernia; S i E 5 /a
CAMPANIA -Napoli: Carlo La Barbera ' -ViaTotedo320 CEO- ViaScariatli 153 Golden Computei . • VaMicneiangelo IC imernal Computei
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S Giovanni Bosco '09 Foggia: ISI informatica Sistemi - Via Matteotti 83 Lecce: Ouasai li'lormatica - Via G Ard’t' "
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Pool
George Brenn
Shelbourne LTD
GB 1985
Atan ST
Disitaco
Il biliardo è uno degli
sport più diffusi e praticati
nei mondo, e si gioca in
molli modi differenti, il più
popolare dei quali è proba-
bilmente quello immortala-
to da Paul Newman nel
film «Lo Spaccone», cioè il
biliardo con le biglie nume-
rate ed il pallino bianco.
Diffusissimo soprattutto
nei paesi anglosassoni, do-
ve non c'è pub in cui non si
giochi a «pool», questo
modo di giocare a biliardo
è stato molte volte simulato
sul Commodore 64 e sullo
Spectrum, ma anche sul-
l'MSX. Ma posso scommet-
tere che nessuno di voi è
mai riuscito sul serio ad
identificarsi in quelle biglie
schiacciate, dal movimento
poco fluido e a scatti che si
scontravano senza realismo
emettendo suoni quasi ridi-
coli. Invece Pool, della
Shelbourne per l’Atari ST.
pur non essendo perfetto, è
certamente un grosso salto
in avanti nella simulazione
di questo gesto sportivo.
Per la prima volta compare
anche la stecca, una stecca
nera, che diventa rossa
quando è pronta per colpi-
re la biglia che voi indicate.
E le palline rotolano molto
bene e si fermano non trop-
po bruscamente, anche se
la cosa più difficile è pro-
prio imparare ad azionare
correttamente la stecca che
a volte s'imbizzarisce e non
Ecco lo siiua:ione dopo il primo colpo.
vuole farsi dominare, pro-
prio come accade ai novel-
lini del panno verde.
Ma la grafica e il suono
sono molto buoni, e le diffi-
coltà che ho indicato non
sono poi insormontabili se
considerate che questo è di
gran lunga il miglior biliar-
do 'simulato della terra.
Shangay
Broddie Lockard
Activision
USA 1986
Amiga C&4
Mastertronic
Nei paesi orientali il
computo del tempo avveni-
va con proverbiale tranquil-
lità, ed era scandito, il più
delle volte, dalla lettura di
antichi libri pieni di ideo-
grammi 0 da ancora più an-
tichi giochi con bastoncini
appuntiti e tavolette colora-
te. Uno di questi giochi è lo
Shangay. simulato su Ami-
ga da Brodie Lockard. che
si conquista la palma di
grandissimo game designer
con questo capolavoro. Il
gioco è semplicissimo e
complessissimo come tutte
le cose antiche: si tratta di
avvantaggiarsi sull'avversa-
rio spostando bellissime ta-
volette stupendamente de-
corate. fino a costringerlo
in una posizione dalla qua-
le è impossibile uscire, op-
pure arrivando per primi a
togliere l'ultima tavoletta.
Ma il modo più tradiziona-
le di giocare Shangay è il
solitario: in questo caso bi-
sogna tentare di districare
tutte le tavolette tenendo
presente che è possibile far-
lo solo seguendo alcune
semplici regole. Le tavolet-
te sono 144 e si chiamano
Mah-Jongg e devono essere
sistemale all'inizio del gio-
co in una formazione detta
«Il Dragone», che consiste
nell'impilare le tavolette
dall'esterno all'intemo in
colonne da una, due, tre. e
quattro, e con un'unica co-
lonnina da cinque, quella
collocata perfettamente al
centro del Dragone, e dello
screen.
La simulazione è stupen-
da e perfetta in tutti i sensi:
la grafica è agghiacciante
per realismo e bellezza; le
decorazioni delle tavolette
sono fedeli a quelle origina-
li e disegnate da una mano
abilissima, l'interazione è
stupefacente e i menu di
help e di strategia sono fa-
cilissimi da consultare e
completamente esaurienti.
84
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1907
■JLffrWORir
Dentro l'elicoiiero.
Super Huey IX
Paul Norman
COSMI
USA 1984/1986
Atari ST, AMICA. C64
Mastertronic
Super Huey IX è la simu-
lazione di volo di un elicot-
tero da guerra, che è stata
pubblicata dalla Cosmi
Americana fin dal 1984 per
il Commodore 64. Il soft-
ware ha riscosso un buon
successo in quello stan-
dard. con successiva vendi-
ta dei diritti alla US Gold
per la distribuzione in Eu-
ropa. Ora, a distanza di due
anni e mentre già è uscito il
seguito della prima avven-
tura. Paul Norman ha pro-
dotto questa simulazione
per lo standard 68.000, cioè
per l'Amiga e l'Atari ST.
Qui vedete la versione Atari
ST che non differisce asso-
lutamente in nulla da quel-
la per Amiga.
Di questo programma la
cosa più bella è probabil-
mente la presentazione, te-
stimonianza di quello che
l’Atari è in grado di dare
dal punto di vista grafico.
Si vede un elicottero che sa-
le verso la cima dello scher-
mo, un elicottero verde bel-
lissimo, con un effetto di
scintillio di metallo davve-
ro riuscito.
Per il resto la simulazio-
ne non è niente di speciale
e non sembra neppure di-
versissima da quella per il
Commodore 64 che già co-
noscevamo. Il punto di vi-
sta è quello classico, da die-
tro il vetro della cabina, ma
non ha certo un impatto
particolarmente emozio-
nante. Oltretutto per muo-
vere anche semplicemente
la cloche e cercare di decol-
lare bisogna penare moltis-
simo. Eppure so che non
mancano gli appassionati
di questo genere di voli si-
mulati. anche se franca-
mente questo mi sembra
abbastanza deludente. E
non possiamo neppure con-
solarci con gli effetti sonori
o con le immagini perchè
anche quelle sono netta-
mente al disotto delle possi-
bilità della macchina.
Discovery
David Joiner
Microlllusions
1986
Amiga
Disitaco
Discovery è un videoga-
me educational, che ad una
grafica mozzafiato, aggiun-
ge un notevolissimo sistema
di speech computerizzato e
una buona possibilità di di-
vertirsi ampliando la pro-
pria conoscenza deiringle-
se parlato.
La vicenda non è neppu-
re banalissima: uno dei
quattro personaggi visualiz-
zati all'inizio nel «cast of
characters», possono essere
adottati come partecipanti
al gioco.
Un sistema simile, anche
se ristretto a due possibili-
tà. un bimbo e una bimba,
veniva usato in «Cave of
thè Word Wizard» per il
Commodore 64. forse il mi-
gliore degli educational de-
stinati a migliorare lo spei-
ling.
Una volta fatta la scelta
si inizia una faticosa rico-
gnizione (l'animazione è un
po' lenta) nei meandri di
un'immensa mothership.
una specie dell'astronave
madre di Rendezvous with
Rama della americana Trìl-
lium.
Tra scale e botole, porte
di sicurezza e bestiole as-
sassine (qui la memoria
corre naturalmente ad
Alien), dobbiamo recupera-
re i cristalli, sparsi da un
nemico disordinato.
Per andare da un settore
all'altro bisogna superare
porte sigillate: la macchina
scandisce una parola e noi
dobbiamo riscriverla sulla
tastiera.
Se la risposta è esatta, via
libera, se è sbagliata si può
riprovare anche se l'energia
diminuisce.
Non troppo originale in
effetti, ma la bellezza della
grafica vale a bilanciare il
giudizio, così alla fine Di-
scovery diventa senz'altro
un software interessante,
un altro tassello sulla via
della tanto auspicata, e or-
mai abbastanza possibile,
simulazione interattiva to-
tale.
strip Poker
Doug.Mc Farland
Artworx
1984/1986
Atari ST
Disitaco
Nato 3 anni fa per il
Commodore 64, questo fa-
mosissimo e pruriginoso
software della Artworx. ri-
trova una seconda giovinez-
za grazie alla grafica dell'A-
tari ST.
Melissa e Susì, le due ra-
gazze spogliabili di questa
simulazione del poker, so-
no più affascinanti del soli-
to. anche se le fattezze si-
mulate del corpo muliebre
non riescono ancora a con-
vincere come lo Shangay.
Oltretutto le due giovinette
sono due schiappe feroci
nel gioco più crudele dei
mondo, e sarebbero comun-
que spogliate a qualunque
tavolo, a Las Vegas come in
famiglia a Natale. Quindi
non ci sentiamo di com-
piangerle più di tanto, né dì
ricorrere ai vetusti stereoti-
pi femministi della donna
oggetto.
Il videogame è un affare
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
85
piuuosio maschile, questo è
nolo, (quanti videogame
con protagoniste femminili
vi ricordale?) ma non è cer-
to lo Strip Poker la cosa più
sconcia che circola per que-
ste nuove macchine (avete
visto quante digitalizzazio-
ni sex stanno Horendo?).
Tutto questo per dire che
Doug Me Farland ha fatto
un onesto lavoro.
Una buona grafica, una
ottima velocità di carica-
mento delle varie fasi dello
strip, e una discreta versio-
ne delle carte da gioco, an-
che se non riesco a capire
che carta sìa quella indicata
con «T».
Software Ecolega
Sinopia Informatica Ifaha
- Diego Covon
Amedeo Pancrazi
Amiga
Un progetto di informati-
ca ecologica viene presenta-
to da Sinopia Informatica
di Bologna, in collaborazio-
ne con l'Ecolega. società
della Lega delle Cooperati-
ve creala per occuparsi del-
l'ambiente.
Ed è molto interessante
che si sia pensato, per la
sa di strano. In un angolo
del laboratorio del nonno
era rimasto un pezzo di piz-
za unto e rinsecchito, e uno
strano congegno simile ad
un cerchio da circo, pende-
va neU'aria. II cane del non-
no -Stava in un angolo abba-
stanza festoso, e ad un cer-
to punto mi rivolse la paro-
la: «Ora mi chiamo Ennio e
li aiuterò a riportare il non-
no a casa. Stava provando
il cerchio del tempo che
aveva appena inventato,
quando qualcosa non ha
funzionalo ed è sparito».
Ce/io potete immaginare
il mio sbalordimento a sen-
tire il cane del nonno parla-
re: comunque mi decisi
senz'altro a seguirlo, anche
per scoprire il segreto delta
macchina del tempo e delta
orribile pizza mangiata dai
mio parente. Da questo mo-
mento siamo proiettati nel-
la dimensione tempo, ac-
compagnali da un cane
giornalista con un cappello
da detective in testa. E visi-
tiamo discoteche e redazio-
ni di giornali senza senso,
affrontiamo pericoli dai no-
Tass Times
in Tonetown
Bill Heineman, Interplay
Activision
USA 1986
C64
Mastertronic
Tass Times in Tonetown
è uno degli adventure più
originali che siano mai stati
prodotti. Talmente origina-
le da avere addirittura il co-
raggio di fare a meno della
paccottiglia spaziale o fan-
(asy. degli elfi, dei nani, de-
gli hobbii. degli orchi e per-
fino dei fantasmi. Anche se
non riesce a fare a meno
dei serpenti, che anzi sono i
nostri più micidiali nemici.
Tutto ebbe inizio una se-
ra nel cottage del nonno
(nostro nonno nella storia).
Dopo aver bussato a lungo
e non aver avuto alcuna ri-
sposta, stavo per andarme-
ne. ma ebbi l’idea di prova-
re a spingere ugualmente la
porta. Con mia grande sor-
presa era apena. All’inter-
no della casa di legno tutto
sembrava tranquillo, ma
c’era naturalmente qualco-
La discoleca.
86
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
realizzazione, ad un Perso-
nal computer come il Com-
modore Amiga, macchina
della nuova generazione in-
formatica. che mette a di-
sposizione di chiunque una
potenza grafica e di anima-
zione interattiva impensabi-
li solo pochi anni fa.
Questo software, di cui
vedete alcune belle immagi-
ni. permette un dialogo in-
terattivo sui problemi dello
smaltimento dei rifiuti tec-
nologici e della produzione
industriale e Gualtiero Za-
netti. direttore delTEcolega.
dichiara che si tratta dì un
tentativo studiato per co-
municare. servendosi delle
immagini, concetti che uti-
lizzando sistemi tradiziona-
li avrebbero richiesto pon-
derosi e illegibili rapporti
scritti.
Oltretutto é possibile in-
terrogare il software con il
mouse, per ottenere ingran-
dimenti. risposte animate,
realizzando quasi un mini
sistema informativo, di
quelli che riempiranno i
musei e i luoghi della cultu-
ra italiana da qui a qualche
anno.
Pur ottenere ulteriori in-
formazioni sul software
F.colega potete scrivere a
Sinopia Informatica, via
Cairoli 7. Bologna.
mi immaginari, cascate e
foreste intricate- Per non
perdervi, vi consiglio di se-
guire la mappa di Giuseppe
Origlia, un avventuriero
profe.ssionista. rotto a tutti
gli agguati simulati.
Ma ecco qualche consi-
glio utile per andare abba-
stanza avanti neH'advenlu-
re: quando arrivate nel
mondo di Tasstown trave-
stitevi da Tassiani: non
comprate soltanto i vestiti, i
braccialetti e i cappelli co-
lorati. ma sbrigatevi anche
ad indossarli. In questo ca-
so, cioè se sarete mimetiz-
zati da Tassiani. Snarl. il
coccodrillo-maiale-serpen-
te. nostro irriducibile nemi-
co, non vi darà fastidio: se
invece ve ne dimentichere-
te, Snarl, dopo averci defi-
nito «stupidi turisti» ci di-
vorerà senza tanti compli-
menti.
I tasti più importanti so-
no: FI: Save; F2; Load:
F3: Ripete l'ultimo coman-
do: FJÌ: Quicksave. Il joy-
stick si usa molto comoda-
mente e le difficoltà di The
Bard's Tale qui non si ripe-
■ Ha collahor
federilo Croni
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
87
lOth Frame
Access, USA
C64
Dopo il grandissimo suc-
cesso di Leader Board, ac-
clamato unanimemente co-
me la migliore simulazione
sportiva di sempre, ecco il
nuovo software dei fratelli
Carver. Questa volta hanno
preso di mira il bowling, del
quale esistono molte simu-
lazioni, ma nessuna soddi-
sfacente. lOth Frame, inve-
ce, è davvero stupendo: cu-
ratissimo in tutti i particola-
ri, permette perfino di
ascoltare la biglia che rotola
sul legno smaltato. Forse
potrà sembrare non troppo
spettacolare, ma il diverti-
mento è assicurato.
Boulder Dash Cons.
Kit
First Star, Usa.
C64. Atari 800
Uno dei più divertenti vi-
deogame di sempre. Boul-
der Dash, esce ora in versio-
ne construction set. Potete
farvi il labirinto di macigni
secondo i vostri desideri,
decorarlo con gadget simu-
lati molto carini e spettaco-
lari. Boulder Dash, insieme a
Lode Runner e a Choplifter,
è uno dei pochissimi video-
qame news
game per home computer
che siano stati adattati per
le sale gioco, invertendo per
una volta, il percorso tradi-
zionale dei giochi elettroni-
Transformers
Activision, USA
C64
Da una delle più mefiti-
che serie di cartoon giappo-
nesi che si siano viste in te-
levisione, ecco la seconda
trasposizione per home
computer.
Dopo il bel game dell'an-
no scorso della Ocean, ecco
il nuovo gioco, di David Gra-
ne, famosissimo autore di
Pitali e dì Chostbusters, che
ha costruito una strana inte-
rattività coinvolgente, ma
non facilissima. E splendida
invece la digitalizzazione
vocale, che dimostra che il
Commodore 64. in tempi di
Amiga and ST Power, non è
poi così sorpassato.
Kettle
Alligata, GB
C64, Amstrad
Dopo alcuni insuccessi o
mezze battute d'arresto,
Anthony Crowther ritorna al
suo livello con questo bellis-
simo Kettle. Si tratta di un
videogame labirintico, nel
quale è possibile interagire
praticamente con qualun-
que cosa vediate tn giro.
Addirittura ho scoperto che
è interattiva anche la scrit-
tona a quadrettini che pre-
senta il gioco: provate a
puntarci sopra la frecdna
che si muove con il joystick
e guardate cosa succede.
Bellissima anche la musi-
ca opera della W.E. Music,
composta oltre che da
Crowther, anche da David
Whittaker e da Rob Hub-
bard.
Trap Door
Piranha, GB
C64, Spectrum
«È la cosa più divertente
che ho fatto con il mio
Spectrum. dalla volta che
l'ho usato come fresbee»,
cosi Tim Metcalfe, direttore
della rivista inglese Compu-
ter & Video Cames, com-
menta l'uscita della versione
software del cartoon televi-
sivo Trap Door.
Realizzato con grande
accuratezza grafica e mor-
bidissimo da manovrare e
guidare. Trap Door mantie-
ne praticamente intatto tut-
to il fascino dei personaggi
di plastilina che stanno
avendo tanto successo in
Europa. Imperdibile.
Adam Caveman
Databyte, GB
C64, Atari 800
Dopo il fantastico Dino
Eggs, esoterico videogame
sulla storia deH'umanità vi-
sta dalla prospettiva delle
uova di dinosauro, e il diver-
tente Frakl, storia di un sal-
tellante uomo di Neander-
thal e del suo yo-yo di tra-
vertino, ecco Adam Cave-
man, un climbing and spe-
lunking game, molto raffi-
nato dal punto di vista este-
tico ed anche sufficiente-
mente giocabile. Tra scalet-
te ricavate direttamente
nella roccia e clave pesantis-
sime da sollevare, Adam de-
ve anche guardarsi dalla
moglie.
Nosferatu
thè Wampyre
Piranha, GB
C64, Spec. Ams.
Basato sul film omonimo
interpretato da Klaus Kinsky,
ecco un adventure tridi-
mensionale sulle gesta del
vampiro più famoso dopo
Dracula. Per avere qualche
chance di non essere vampi-
rizzati, dobbiamo cercare di
impossessarci di amuleti e
oggetti antidemonio. Guar-
datevi bene intorno, perché
anche un martello di legno
e un paletto di palissandro
potrebbero farvi comodo.
Discreto.
Mumbles Superspy
Databyte. GB
C64, Atari 800
Dobbiamo cercare Bel-
dar, il solito scienziato paz-
zo. e distruggere il suo la-
boratorio, prima che sia lui
a distruggere il mondo.
Ricalcato con la carta car-
bone sulle più tradizionali
avventure spionistiche, e va-
gamente somigliante anche
a Impossibie Mission, Mum-
bles Superspy è un discreto
videogame della Digicorp
americana, distribuito in Eu-
ropa dalla Databyte inglese.
Se cercate l'originalità
non la troverete, se cercate
una discreta grafica c'è.
Hanno coUahoraw alla docu-
mentazione: Giorgio Pierantnni.
Mauro Sastasi. Ricky Nanni,
Akis Fleisios. I videogame pre-
sentali nelle news. sono disponi-
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■ «yi dirò una cosa che può aiutarvi nelle indagini», soggiunse rivolgendosi ai due
funzionari. «Qui c'è stato un delitto, e l'as.sas.<iino è un uomo. È alto oltre un metro e
ottanta, è ancora giovane, ha i piedi piccoli per la sua statura, porta scarpe
grossolane con la punta quadrata e. al momento deU'assassinio. fumava un sigaro
Triclìinopoly. È arrivato assieme alla vittima, su una carrozza a quattro ruote tirata
da un cavallo che aveva tre ferri vecchi ed uno nuovo allo zoccolo anteriore sinistro.
Con tutta probabilità l'assassino ha il viso florido e le unghie della mano destra
notevolmente lunghe. Queste sono soltanto piccole indicazioni, ma può darsi che vi
giovino.». Lestrade e Gregson si guardarono con un sorriso incredulo. «Se
quell’uomo è stato vittima di un assa.ssinio. in che modo è stato ucciso ?» domandò
il primo. «Veleno.», rispose laconicamente Sherlock Holmes, e s'incamminò, ma fece
ancora una sosta .sulla .soglia, volgendosi. «Un'altra cosa. Lestrade: 'Rachè in
tedesco .significa 'vendetta', quindi non perda tempo a cercare la signorina Rachele.».
E con quella freccia de! Parto Sherlock Holmes si allontanò, lasciando i due rivali a
bocca aperta. ■
Sir Arthur Conan Doyle, «Uno studio in rosso»
Ed. il Mondadori 1974. irad. Maria Gallone
L'arte della
deduzione
di Corrado Giustozzi
Induzione e deduzione, da Lewis Carroll a
Sherlock Holmes: guesio rne.se eccovi un
programma che risolve prohlemini logici
I più affezionati Ira
miei lettori ricorderanno
che qualche mese fa (per la
precisione a maggio H6) ci
occupammo, su queste co-
lonne. di quei programmi
che. in diversa misura, di-
mostrano «intelligenza». Il
discorso era incentrato sul-
la comprensione del lin-
guaggio naturale e si riferi-
va specificamente alla pos-
sibilità che un programma
potesse comprendere le re-
lazioni semantiche fra gli
oggetti del discorso, uno
dei più appassionanti temi
della moderna ricerca sul-
rintelligenza Artificiale.
A-ssieme ad un paio di pro-
grammi veramente «intelli-
genti» incontrammo in
quella occasione anche
qualche mistificatore di
successo; Eliza. ad esem-
pio. che con tecniche da
imbonitore da baraccone
riesce a dare al suo interlo-
cutore l'impressione di ca-
pire realmente il senso del
dialogo in corso di svolgi-
mento-
Questo mese vorrei tor-
nare nuovamente a sfiorare
i margini deirinielligenza
artificiale per vedere un al-
tro aspetto della questione,
forse meno scenografico
del precedente ma altret-
tanto importante; la possi-
bilità che un programma
compia ragionamenti de-
duttivi e/o induttivi. Lo
spunto mi viene dato, come
oramai è quasi consuetudi-
ne per questa rubrica, da
un lettore; Federico Comi-
nolto di Milano, che ispi-
randosi a sua volta alla ci-
tata puntata sui programmi
che ragionano ha voluto
scriverne uno che fosse in
grado di risolvere una certa
classe di indovinelli logici
hen nota, ad esempio, a chi
legge la «Settimana Enig-
mistica». Lo spunto è certa-
mente interessante, e merita
più di una puntata. Per
questo mese quindi vi pre-
sento solo un'introduzione
al problema, mentre il pros-
simo mese tornerà sull'ar-
gomento per pubblicare il
programma Deductor. Vi
invito fin d’ora a farvi vivi
con eventuali osservazioni
e commenti, in modo che si
possa presto riprendere
l'argomento anche alla luce
di nuovi interventi.
iDduzione e deduzione
Ragionamento induttivo
e ragionamento deduttivo
sono, per dirla con Aristo-
tele, due metodi per giunge-
re ad acquisire conoscenze
generali o particolari del
mondo che ci circonda. La
differenza tra i due metodi
consiste proprio nel fatto
che mentre l'uno agisce dal
particolare al generale, l'al-
tro si muove in direzione
opposta, dal generale al
particolare. L'induzione è il
passaggio logico con cui da
una serie di eventi partico-
lari (indizi) giungiamo a
formulare una proposizio-
ne di validità generale (re-
gola), mentre la deduzione
è semplicemente l'applica-
zione di una regola genera-
le ad un caso particolare
per affermare qualcosa di
specifico. Detto con parole
semplici (mi perdonino i fi-
losofi che leggono), si può
dire che l'induzione unifica
e «aggiunge conoscenza»,
mentre la deduzione appli-
ca una conoscenza e quindi
non ne crea di nuova ma la
esplicita in un caso partico-
lare.
Tutta la nostra scienza,
in effetti, non é altro che un
susseguirsi di induzioni e
deduzioni; anzi, la nostra
stessa vita quotidiana è re-
golata da infinite deduzioni
(e un numero minore di in-
duzioni). spesso squisita-
mente empiriche, che soli-
tamente compiamo in mo-
do del tutto automatico ed
inconscio. La massaia che
mette l'acqua sul fuoco per
cuocere la pasta non fa al-
tro che applicare una rego-
la deduttiva; sapendo che
l'acqua messa sul fuoco do-
90
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
'^ùiteiQSsioaa'
po un po' bolle (regola), ne
deduce che mettendo anche
oggi l'acqua sul fuoco que-
sta bollirà, e quindi la si po-
trà uiililìzzare per cuocere
la pasta. Come fa la massa-
ia a sapere che l'acqua mes-
sa sul fuoco bolle'? Ma per
induzione: siccome si é vi-
sto che ogni volta che qual-
cuno ha messo sul fuoco
una pentola piena d'acqua
questa ha finito col bollire,
si è stabilito una volta per
tutte (induzione) che questo
fatto è una regola, ossia che
tutte le pentole d'acqua
bolliranno se messe sul fuo-
co.
Come introduzione a
questo articolo, ed in consi-
derazione del fatto che il
programma che ne costitui-
sce il fulcro sì chiama De-
ductor, mi è sembrato giu-
sto scegliere un brano rela-
tivo al più famoso «dedut-
tore» della letteratura,
Sherlock Holmes. Holmes è
un cultore dell'arte dell'os-
servazione e della deduzio-
ne. che applica quotidiana-
mente per risolvere i più
svariati misteri. Ne «Uno
studio in rosso», il primo
romanzo di Conan Doyle
che io vede protagonista, lo
scopriamo addirittura auto-
re di una monografia in cui
scrive: «da una goccia d'ac-
qua un ragionatore logico
potrebbe dedurre la possi-
bile esistenza di un Atlanti-
co 0 di una cascata del Nia-
gara, senza averli visti e
senza aver mai sentito par-
lare né dell'uno né dell'al-
tro. Cosi, tutta la vita è una
grande catena la cui natura
si rivela a chiunque ne os-
servi un solo anello». Nel
seguito del romanzo Hol-
mes ha più di un'occasione
di mettere in pratica questa
metodologia, come ha mo-
do di spiegare all'attonito
Watson; «Non c'è nessun
mistero. Mi limito ad appli-
care alla vita normale alcu-
ni precetti dell’ane dell'os-
servazione e della deduzio-
ne che esponevo nel mio ar-
ticolo. ».
I programmi
che deducono
Ma non vorrei farla trop-
po lunga, e soprattutto non
vorrei andare a finire trop-
po lontano. Per cui tornia-
mo rapidamente all'argo-
mento principale dei nostro
discorso, ossia i programmi
in grado di compiere dedu-
zioni. Ogni buon sistema
esperto è. in effetti, una
«macchina deduttiva»: di-
spone di una base di cono-
scenze innata e precostiluì-
ta che contiene tutte le re-
gole necessarie ul suo lavo-
ro, e mediante l'interazione
con l'utente non fa altro
che selezionare le regole
opportune in funzione del
contesto applicandole al
problema concreto. Natu-
ralmente è possibile che la
base di conoscenza non sìa
fìssa ed immutabile ma am-
pliabile, magari dallo stesso
sistema esperto: nel caso in
cui il sistema apprenda dal-
la propria esperienza appa-
re chiaro che si viene a
creare un meccanismo di
induzione, per cui il siste-
ma stesso è in grado di sta-
bilire delle regole nuove
suggeritegli dai fatti acca-
duti. Per quanto riguarda i
programmi in grado di
compiere ragionamenti in-
duttivi, già una volta accen-
nai a SIR, il programma ri-
solutore dì sillogismi scritto
da Bcrtram Raphael. SIR è
sia induttivo che deduttivo,
è in grado dì risolvere sillo-
gismi. dì stabilire e mante-
Sempre più difficile...
Eccovi un paio di problemi logici di un tipo non affronta-
bile dagli schemi «diretti» di Deducior. La differenza fonda-
mentale sta nel fatto che in questi due problemi alcune delle
alTermazioni fatte dai personaggi sono false, e bisogna tenerne
conto per evitare una impasse. Ovviamente non sì sa quali so-
na le affermazioni false, e quindi parte del problema .stesso
consiste nello stabilire chi ha detto il vero.
Dopo che li avrete risolti mentalmente, vi invito a realizza-
re un programma in grado di risolverli automaticamente, ed a
mandarmi il fruito delle vostre fatiche. Vi avverto fin d'ora che
chi proverà a scrivere un programma del genere troverà pane
per i suoi denti! Ovviamente ì migliori programmi inviati sa-
ranno discussi su queste pagine e compensati.
Attenzione alla diversa struttura logica dei due problemi:
mentre nel primo si sa quante affermazioni false esistono c chi
le fa. nel secondo non si sa praticamente nulla. Buon diverti-
mento g buon lavoro!
Problema numero i :
Ci sono quattro personaggi; A, B, C e D. Ognuno dì e.ssi é
o un ragioniere o un geometra: inoltre ognuno di essi fa due
affermazioni, delle quali una è certamente vera e l'altra è cer-
tamente falsa (ma non necessariamente in quest'ordine). Sì
chiede di ìdcntincare ogni personaggio.
.4: lo sono geometra. Fra di noi ci sono almeno tre geometri
B: lo sono ragioniere. C dice sempre il falso.
C: Salo uno di noi è geometra, lo sono geometra.
D: Due di noi sono geometri, lo sono ragioniere.
Problema numero 2:
Si sta facendo un gioco di società, per il quale sette perso-
naggi sono incappucciati in modo che non sì vedano i capelli.
Le regole del gioco stabiliscono che chi é biondo debba dire
sempre la verità, mentre chi è bruno debba dire sempre il falso
(escludiamo ì castani ed j rossi...). Dalle affermazioni dei per-
sonaggi stabilire chi é biondo e chi è bruno.
A: lo sono biondo.
B: A e C sono entrambi biondi.
C: D è brano.
D: lo sono biondo.
£: lo sono biondo. B è brano. .Anche D è bruno.
F: Fra di noi ci sono più biondi che bruni.
G: Fra di noi ci sono più brunì che biondi.
Le soluzioni, ovviamente, saranno pubblicate il prossimo
MCmicrocomputer n. 59 • gennaio 1987
91
nere una serie di relazioni
logiche fra gli oggetti ap-
partenenti al contesto in cui
viene fatto agire nonché di
crearne di nuove o accor-
gersi di errori logici quali
deTinizioni tautologiche o
circolari. Sulla base del suc-
cesso di SIR (che sta poi
per Semantic Information
Retrieval) si tentò, nella se-
conda meta degli anni '60,
di realizzare un «dimostra-
tore automatico di teore-
mi»; purtroppo i facili en-
tusiasmi iniziali dovettero
ben presto infrangersi con-
tro le insidie del problema,
ma tutto il lavoro svolto
non è andato perduto; anzi
è servito a gettare le basi
della moderna ricerca in in-
telligenza artificiale, for-
nendoci in ultima analisi i
buoni sistemi esperti di cui
disponiamo al giorno d'og-
gi-
Tuttavia se non sì vuole
costruire un «ragionatore»
della massima generalità
ma ci si accontenta di limi-
tarsi ad ambiti piuttosto
specifici non è difficile scri-
vere programmi che effet-
tuino correttamente dedu-
zioni od induzioni. Un clas-
sico ambito é quello dì certi
giochi in cui si deve rico-
struire una situazione a par-
tire da informazioni incom-
plete. Il migliore di tutti è, a
mio avviso, il famoso Ma-
ster Mind, quello con i pio-
lini colorali (spesso giocato
coi numeri sotto nomi di-
versi); un programma che
indovini la corretta combi-
nazione di colorì a Master
Mind non è particolarmen-
te complicato da realizzare
(io ne feci uno addirittura
per la TI-59, che risolveva
un Master Mind a tre pioli
e cinque colorì), ed é piut-
tosto divertente da far gira-
re.
I problemi
di Lewis Carroll
Dai racconti di .Sherlock
Holmes passiamo ora re-
pentinamente ad Alice nel
paese delle meraviglie. No.
non ho intenzione di rac-
contarvi una favola; voglio
solo introdurre un altro
personaggio chiave per il
nostro discorso: Lewis Car-
roll, autore appunto del no-
to libro per bambini.
Non molti sanno che
Lewis Carroll si chiamava
in realtà Charles L. Dodg-
son ed era un pastore prote-
stante nonché insegnante di
matematica ad Oxford. Era
anche un appassionato
enigmista ed un uomo dal
cervello fertile, il quale ol-
tre a coltivare l'hobby delia
fotografia (non molti pote-
vano permetterselo, a quei
tempi) si dilettava parec-
chio dì... giochi intelligenti.
I suoi libri scritti con lo
pseudonimo di Lewis Car-
roll sono solo superficial-
mente per bambini, in
quanto fra le righe nascon-
dono infiniti giochi di paro-
le. problemi di logica, non-
sense e paradossi piuttosto
gustosi. Una vera passione
poi il reverendo Dodgson
[‘aveva per un ceno tipo di
problemi logici, quelli che
gli americani chiamano tal-
volta «problemi di Smith,
Jones e Robinson». Si trat-
ta di quei problemi in cui
vengono enunciate alcune
caratteristiche di un gruppo
di persone e in base ad esse
si richiede di stabilire l'i-
dentità 0 la disposizione
delle persone stesse: chi ha
letto almeno una volta la
«Settimana Enigmistica» sa
perfettamente cosa intendo.
Bene. Lewis Carroll fu uno
dei primi ad interessarsi
scientificamente (ossia con
rigore matematico) a questo
tipo di rompicapo, analiz-
zandoli e studiandoli alla
luce di quella che noi oggi
chiamiamo «logica mate-
matica». Molti ne inventò
lui stesso; se ne trovano
ben otto in appendice ad
un suo trattato sulla logica
simbolica, ed il più com-
plesso dì essi ha 13 incogni-
te e 12 premesse! Per la cro-
naca questo problema é sta-
to uno dei primi ad essere
sottoposto all'analisi di un
calcolatore, con un pro-
gramma basato sulle mede-
sime strategie risolutive ap-
plicate da Deductor. La co-
sa avvenne al Darthmout
College nel lontano I9.‘'6:
l’elaboratore era un «classi-
co» IBM 704 e indovinate
un pò chi era l'autore del
programma? Nientemeno
che John Kemeny, all’epo-
ca preside dell'Istituto di
Matematica del College e
meglio noto per avere pro-
prio in quegli anni inventa-
to e messo a punto assieme
a Kurtz il buon vecchio lin-
guaggio Basic che tutti co-
nosciamo. Com'é piccolo il
mondo! (Se ci tenete a sa-
perlo, il problema di Car-
roll sì concludeva con la
deduzione finale che nes-
sun magistrato fa uso dì ta-
bacco da fiuto).
Lewis Carroll pubblicò
diversi libri dedicati unica-
mente a problemi logici e
matematici di svariati tipi,
fra cui quelli che questo
mese ci riguardano da vici-
no. Secondo luì questi libri
erano letture per ragazzi, ed
uno si chiamava addirittura
«Pillow Problems», ossia
«problemi del guanciale»:
come dire che andavano
gustati la sera prima di dor-
mire. Pare però che alcuni
dì essi non siano stati risolti
se non in tempi recenti e
con l'ausilio del calcolato-
re...
rWuCtOT^ J^P
Il programma Deductor,
scritto da Federico Comi-
notto originariamente per
un HP-87 e convertito in
GW-Basic per MS-DOS. si
basa su un metodo risoluti-
vo piuttosto noto che fa uso
di due o più matrici per col-
legare i dati alle incognite.
Mediante opportuni aggior-
namenti dei valori delle cel-
le è possibile accertare o
confutare alcune delle ipo-
tesi possibili ed avvicinarsi
alla soluzione del proble-
ma. Come vedremo meglio
nella prossima puntata, De-
ductor in realtà può risolve-
re due classi di problemi
«Smith, Jones e Robin-
son»; quella in cui la rela-
zione fra le incognite è di-
retta e quella in cui è in un
certo senso indiretta (pro-
blema dei posti a tavola).
Come dicevo in apertura,
nella prossima puntata
pubblicherò la lettera di
Cominotto ed il listato di
Deductor: quest’ultimo per
la cronaca é già disponibile
su MC-Link, per chi voles-
se cominciare a giocarci:
siccome tuttavìa é di uso
poco «user-friendly» vi
consiglio dì attendere un
mese. Nel frattempo vi invi-
to a pensarci un po' sopra,
ed anzi lancio un mini-con-
corso. Deductor, cosi come
é stato scritto da Cominot-
to. non è in grado dì risol-
vere problemi in cui una o
più delle affermazioni (ma
non si sa quali) siano false.
Un problema del genere lo
potete vedere nel rìquadro.
Voi come realizzereste un
semplice Deductor in grado
di risolvere questo proble-
ma? Attendo i vostri lavori;
come al solito i migliori la-
vori giunti verranno pubbli-
cati e compensati.
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'ij-.jiiitóJ C.-lJ
■ /n afresa che la seconda Program Clip
prenda il via. facciamo la conoscenza con il
gioco a cui sarà ispirala: l'halma ■
HALMA
un'impegnativa migrazione
di pedine
Un gioco inglese popolare alla fine del secolo scorso
può diventare una fonie inesauribile di sluczicanri
problemi.
di Elvezio Petrozzi
enire il gruppo che
si occupa della disputa in-
formatica per la prima Pro-
gram Cup lavora a pieno rit-
mo ed in anesa dei risultati
di questa epica tenzone, vo-
glio dare, sia pure in forma
ufficiosa, il via alla seconda
edizione del «torneo per
programmi che giocano».
Lo faccio presentando
storia, regole, curiosità e
problemi inerenti all'halma,
il gioco cui sarà ispirato
l'argomento ludico oggetto
della seconda, storica disfi-
da.
Contrariamente a quanto
si può pensare, conoscendo
magari la dama cinese, la
halma è un gioco di assolu-
ta provenienza occidentale,
essendo nato nella seconda
metà del XIX secolo in In-
ghilterra.
11 gioco divenne cosi po-
polare da indurre G. B.
Shaw a scrivere «... il nor-
male modo di vivere inglese
è di albergare in gruppi fa-
miliari separati, dentro
stanze separate, in case
separate, ogni persona es-
sendo occupata in silenzio
con un libro, un giornale o
un gioco di Halma».
Le origini non orientali
di questo splendido passa-
tempo sono peraltro confer-
male dal suo nome, che de-
riva dalla parola greca che
significa «balzo».
Originariamente il gioco
veniva praticalo su una
scacchiera di 16 x 16 casel-
le, agli angoli della quale
(fig. I) venivano delimitate
delle zone che rappresenta-
vano i campi di partenza e
di arrivo per giocare in 2
(campi A) oppure in 4
(campì B), disponendo, a
seconda dei casi, di 19 o 13
pedine di colore diverso
per ciascuno dei parteci-
panti.
In tempi successivi han-
no però avuto grande svi-
luppo forme di Halma gio-
cate su scacchiere differenti
come nel caso della damie-
ra internazionale (10x10
caselle), sulla quale si gioca
in due con 13 pedine a testa
(oppure 15 se si occupano
anche le caselle X di fig. 2).
Altra scacchiera famosis-
sima è quella esagonale a 6
punte (fig. 3), adatta al gio-
co in 2. 3. 4 e 6 giocatori,
ciascuno dei quali dispone
di IO pedine del suo colore
(in qualche caso 15. utiliz-
zando anche i punti della
fila dì 5 posizioni).
Questa bizzarra scacchie-
ra ha procurato alla relativa
versione del gioco il pom-
poso nome di Dama Cine-
se, anche se i primi modelli,
sia pure realizzati in stile ci-
nese. risultano brevettati e
prodotti in America dalla J.
Pressman & C intorno al
1880.
Da noi infine, è abba-
stanza conosciuta la versio-
ne per scacchiera 8x8 de-
nominata «cavalletta», do-
ve sì gioca in due con 10
pedine a testa disposte co-
me in figura 4.
Nonostante queste diffe-
renti elaborazioni sul tema
però, sìa lo scopo che le re-
gole del gioco sono rimaste
assolutamente invariate.
Unica riflessione da fare
riguarda il fatto che il tavo-
liere originale appare dota-
to di caselle bianche e nere
mentre lo svolgimento del
gioco permetterebbe l'uso
di un semplice tableau mo-
nocromatico.
In realtà i due colori del-
le case venivano utilizzati
in alcune varianti delle qua-
li si è quasi completamente
perduta la notizia: si tratta-
va di forme di halma dette
«a colori» nelle quali vige-
va l'obbligo di mantenere
durante il gioco le pedine
•■ulle caselle dello stesso co-
lore di quelle di partenza
oppure, gioco molto più in-
teressante. di spostarsi su
caselle bianche solo con
Salti e su caselle nere solo
con Passi.
Entriamo comunque nel
dettaglio tecnico del gioco.
Scopo del gioco: trasferi-
re prima degli avversari tut-
te le proprie pedine dal
campo di partenza a quello
diametralmente opposto,
definito «campo di arrivo»,
sfruttando ì due tipi di mos-
se possibili.
Regole del gioco: come
detto, esistono due tipi di
mosse differenti, il Passo ed
94
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
il Salto. Il Passo consiste
nello spostare una propria
pedina da una casella ad
una delle otto contigue, a
patto che la casella di arri-
vo risulti libera.
Il Salto invece, permette
di scavalcare un'altra pedi-
na. propria od altrui, come
nella dama, atterrando nel-
la casella libera immediata-
mente successiva incontrata
nel senso di marcia.
A differenza della dama,
il salto può avvenire in tut-
te le direzioni e la pedina
saltata rimane dov’é. non
essendo eliminata per cat-
tura. Inoltre, nuovamente
in analogia con la dama,
una serie di salti collegati
vale come un'unica mossa.
In nessuna delle forme di
halma è permesso combina-
re in uno stesso turno di
gioco Passi e Salti: sì muo-
ve alternativamente una pe-
dina alla volta e vince colui
che per primo completa il
trasferimento dei propri
pezzi. Contrariamente alle
sue regole, la strategia del
gioco è enormemente com-
plessa e questo lo rende
uno dei classici più grade-
voli ed impegnativi, al pari
di altri giochi analoghi,
quali rOthello, il Backgam-
mon e pochi altri.
La semplicità dell'im-
pianto di gioco dell'halma
si presta tra l'altro alla for-
mulazione dì una serie di
problemi nella cui soluzio-
ne troverete non solo il pia-
cere della ricerca, ma anche
il modo di' entrare nell'uni-
verso valutativo delle varie
situazioni, esercizio sicura-
mente utile quando si trat-
terà di scrivere un program-
ma che gioca.
Il più famoso dei proble-
mi di cui ho ricordo è quel-
lo ideato dal giapponese
Michio Matsuda, nel quale
si richiede il numero mini-
mo di mosse di halma per
spostare 9 pedine da un an-
golo a quello opposto su
una scacchiera giapponese
di 9x9 caselle (ìig. 5).
Dopo un primo record di
17 mosse, il limite è stato
abbassato a 16 da H. Ajisa-
wa e T. Maruyama: sapre-
ste trovarle?
Altri problemi analoghi
sono poi stati concepiti da
Martin Gardner per la scac-
chiera 8 X 8 e minori : ne so-
no venuti fuori dei limiti
che però non sono mai stati
fissati come limiti assoluti:
1 5 mosse per la 8 x 8, 13 per
la 7 X 7 e 12 per la 6 x6.
A questo punto sarebbe
facile inventare una raffica
di nuovi problemi, ma per
una buona preparazione ri-
tengo sufficiente una seria
applicazione a quelli pro-
po.sti: la cosa, unita alla di-
sputa dì qualche partita dì
halma a tavolino su una
qualsiasi delle scacchiere,
dovrebbe mettervi in condi-
zioni di poter partecipare
alla gara con un buon pro-
dotto. Ne riparleremo tra
un paio di mesi, in occasio-
ne appunto della seconda
Program Cup, mentre dedi-
cheremo la puntata del me-
se prossimo ai risultati della
prima edizione; ciao! mc
Sono scaduti i lermìnì per rinvia di programmi per
partecipare alla prima Program Cup. Gli elaborali
pervenuti per la sfida che abbiamo lancialo in luglio, nel
numero 5-/. sono interessanti e numerosi, superiori alle
nostre previsioni. Al momento in cui scriviamo manca
ancora qualche giorno, e una commissione sta già
ragliando i lavori per giungere alla proclamazione de!
vincitore. La comunicazione dovrebbe essere nel pros.simo
numero, ma può darsi che .sia necessario organizzare una
.specie di torneo finale: ovviamente ne daremo notizia
tramite la rivi.sla. Appuntamento, quindi, al prossimo
me.se per... acclamare il vincitore
o fare il tifo per i finalisti!
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
95
H proposito di Amiga...
■ Apriamo, questo mese la rubrica
dedicata all'Amiga con alcune note ed
esperienze raccolte qua e là. che non dovrebbero
mancare di suscitare un buon interesse presso i lettori più
Amig-hevoli... m
di Andrea de Prisco
Control D I
La seconda puntata di Amighevoie
è stata interamente dedicata alla crea-
zione di un dischetto che, ai momento
del boot 0 de! re-boot, non Taccia par-
tire rinterfaccia utente Workbench,
ma mostrando direttamente il cursore
lampeggiante esegua comandi GLI.
L’operazione da compiere era assai
semplice in quanto bastava accedere
alla startup-sequence di quel dischetto
e togliere le due lìnee che caricavano
il Workbench e disabilitavano il GLI.
Lo scopo deH’artìcolo non era però
l'autoCLI in quanto tale, ma una sem-
plice applicazione per mostrare qual-
che comando in più delTAmìgaDOS e
vedere «sul banco» come poterli usa-
re.
Esiste infatti un metodo molto più
semplice per accedere al GLI senza
passare dal Workbench: premere con-
tro D mentre la startup-sequence è in
azione, ovviamente prima che questa
dia ordine di caricare i’inlerfaccia a
icone. Nella fattispecie, se al momen-
to del boot 0 dopo un reset inseriamo
nel drive interno il Workbench origi-
nale (o qualsiasi altra applicazione
che parte vìa icona e sul suo disco è
installato il Workbench) e diamo un
control D non appena appare l'hello
del sistema (Copyright 1985 Gommo-
dore-Amiga, Ine.) avremo reffelto
promesso: il prompt GLI in grado di
accettare tutti i comandi AmigaDOS
presentì su quel dischetto.
li compilatore Pascal «ufficiale» dì
Amiga è quello della Metacomeo, che
si è occupata tra l'altro anche del Lisp
e del MacroAssembler della macchi-
na. II suddetto Pascal è certamente dei
più completi essendo conforme alle
norme ISO pubblicate nel 1982 per
avere una precisa e universalmente ac-
cettata definizione del linguaggio Pa-
scal.
Per quanto riguarda il compilatore,
non possiamo però dire che sia super
veloce, sia per compilare che per ese-
guire programmi complessi. Fortuna-
tamente esiste una opzione di compi-
lazione, NOGHEGK. con la quale, se
siamo sicuri che il nostro programma
funzioni perfettamente possiamo otte-
nere risultati sorprendenti.
L'opzione NOGHEGK infatti disa-
bilita il controllo dei tipi a tempo di
esecuzione e permette cosi di avere
codici oggetto molto più semplici e
quindi più veloci. Niente controllo dei
tipi significa però che se nel nostro
programma c'è qualche errore dì tipo,
come è scrìtto anche sul manuale, non
è prevìdìbile a quali risultati pervenia-
mo. Quindi bisogna in ogni caso pri-
ma compilare il programma normal-
mente. mandarlo un pò in esecuzione
e solo dopo essere certi che funzioni
(informaticamente parlando ciò non è
possibile, teorema di Rice) ricomplia-
mo con l'opzione NOGHEGK. Risul-
tati; abbiamo fatto un banale ben-
chmark per valutare il miglioramento.
Due volgarissimi for, nidificati e
ognuno con indice da 1 a 1000. Ovve-
ro un milione di iterazioni vuote.
Gompìlato normalmente, il program-
mino dì test è portato a termine in 3
minuti. Tenetevi forte; con l'opzione
NOGHEGK tale tempo scende a circa
5 secondi ... un bel colpaccio!
j^ijratita luzo x /vz4
Si, avete letto propno bene; il Com-
modore Amiga è in grado dì gestire
una pagina grafica di ben 1024 x 1024
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
Illllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll
pixel ovviamente visualizzandone solo
una finestra sullo schermo dipendente
dalla risoluzione in corso e dalla di-
mensione della finestra stessa. Gestire
vuol dire che si può efTeltivamente di-
segnare su tutta l'area di schermo, an-
che su quella correntemente non visi-
bile sul monitor.
Per spostarsi sull'area desiderabile,
come sempre si usano le due scroll-
bar orizzontale e verticale presente
nella finestra grafica che sfrutta tale
super risoluzione (foto 1).
Detto questo è d'obbligo una consi-
derazione: dato che la paginona grafi-
ca è, ovviamente, tutta contenuta in
notare che alcuni programmi girano
solo sotto l.l altri solo sotto Manche
se la maggior parte sotto entrambe
(leggi: occorre conservare tutt'e due le
versioni).
tl GLI contenuto nel dischetto è an-
ch'esso diverso dato che sono stati ag-
giunti alcuni nuovi comandi:
BINDORIVEPS
MOUNT
ADDBUFFER
PATH
SETDATE
CHANGETASKPRI
OISKCHANGE
DISKDOCTOR
dal programma e ricaricarlo con una
diversa opzione.
Oltre a ciò, co! nuovo De Luxe
Paint, cambiando formato non si per-
de il disegno presente nella pagina vi-
deo ma tutt'al più lo ritroviamo com-
presso 0 espanso (a seconda che pas-
siamo da una risoluzione più bassa ad
una più alta o viceversa) nel nuovo
schermo selezionato.
E anche possibile definire un’area
di lavoro ben più grande della risolu-
zione video usata in quel momento,
nel qual caso per spostarci in una zo-
na 0 in un'altra del nostro disegno
useremo i 4 tasti cursore.
memoria ed essendo Amiga una mac-
china molto aperta disponendo della
sua porta espansioni con la quale è
possibile accedere in DMA alla me-
moria, non possiamo non subodorare
una bella cartridge contenente il ne-
cessario per accedere in memoria e un
buon processore video in grado di
spedire ad un monitor 1024x1024
l'intera pagina grafica. Non sappiamo
quanto questa possa costare, certo
non poco se al suo prezzo .aggiungia-
mo quello del monitor (sicuramente
alcuni milioni).
L'entropia che dì solito circonda
ogni computer Commodore, sta piano
piano aumentando anche per Amiga.
Questa volta l'aumento di disordine
software è dato dall’uscita del Work-
bench e Kickstarl 1.2 che non sono
una versione riveduta e corretta di
quella fornita con la macchina, ma
per alcuni aspetti due oggetti comple-
tamenti diversi dai precedenti. Basta
Ora si tratta solo di fare qualche espe-
rimento per capire come funzionano
(non abbiamo documentazione in pro-
posito).
Nella foto 2 potete vedere il nuovo
Workbench in modo interlacciato
640x400. Sì noti come l'orologio si
adatti automaticamente alla definizio-
ne grafica in corso, nel nostro caso
mostrando lancette più «reali».
Anche per il noto tool grafico della
Electronic Arts è stata approntata una
nuova versione funzionante solo sotto
Kìckstart 1.2. Rispetto aH'ottìmo pre-
decessore le differenze riguardano es-
senzialmente la possibilità dì passare
da una risoluzione all'altra nell’ambi-
to dello stesso programma. Nella pre-
cedente versione, lo ricordiamo, a se-
conda della risoluzione scelta era ne-
cessario caricare il programma con
una opzione o con un'altra. Equiva-
lente a dire che per passare a diversa
risoluzione era necessario «uscire»
]
Abbiamo provato a collegare un
Commodore 128 via RS-232 a un
Amiga. Su questo è stato impartito il
semplice comando GLI:
NEWCLI SER:
un semplice programmino basic sul
128 per ricevere caratteri dall'interfac-
cia seriale e spedire quanto digitato
sulla sua tastiera ... e il gioco è fatto.
Non vi nascondiamo che é stata un’e-
mozione digitare sul 128 DIR e vedere
scorrere sul video di questo la directo-
ry del dischetto contenuto nell'Amiga.
Cosi come qualsiasi altra applicazione
che non riguarda la grafica. Non sen-
za aver precedentemente caricato
qualcosa anche su Amiga per non fare
le cose troppo semplici.
In definitiva Amiga non solo è mul-
titask ma anche multi utente (2 per l'e-
sattezza).
Ne riparleremo più dettagliatamen-
te quanto prima.
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
97
Illllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll
\Text(rah Plus 1
Il glorioso Textcraft (foto 3 ... ops!
una anticipazione del prossimo artico-
lo) sta per andare in pensione lascian-
do il passo al nuovo nato in versione
Plus. Le differenze come al solito non
rappresentano solo una buona debug-
ata, ma il prodotto è proprio diverso
pur conservando la compatibilità coi
testi scritti col primo.
La versione di pubblico dominio
che circola (beta release) pur indican-
do nel file README contenuto su dì
essa che non funziona, non salva i te-
sti, la capacità è limitata ad una sola
pagina (foto 4) e quindi è solo un de-
mo. funziona «abbastanza perfetta-
mente» 0 perlomeno garantiamo che
le cose che non dovrebbe fare le fa.
Come si nota sempre dalla foto, il
nuovo Textcraft è contenuto in una fi-
nestra vera tant e che possiamo cam-
biarne le dimensioni e la posizione
sullo schermo.
Occupa molto meno spazio di me-
moria (meno di 200K), esegue il mail
merge, il tastierino numerico funziona
in quanto tale, è possìbile accedere
anche al drive esterno, inserire i salti
di pagina e dispone di altre feature dì
minor rilievo.
L’ultra famoso simulatore di volo
della Sublogic è ormai disponìbile an-
che per Amiga. A colori, naturalmen-
te. e molto più veloce in maniera tale
da ricreare movimenti meno «scatto-
si». Per la cronaca abbiamo sorvolato
New York non senza fare un giro (nel
vero senso della parola) attorno alla
statua della libertà e ai due gemelli (il
sottoscritto, alle prime armi con la...
cloche, non è riuscito a passarci den-
tro, ma in redazione c'é chi Io fa abi-
tualmente...). Non volevamo parlarvi
però del Flight Simulator in quanto
tale: è già abbastanza famoso per con-
to suo. Volevamo però raccontarvi
(forse renderebbe meglio «cantarvi»)
di una feature dì tale gioco che ci ha
lasciato sconvolti: è possibile collega-
re via RS 232 due Amiga e volare in
due nel cielo delia città che stiamo
sorvolando- In foto 5 è mostrato il
pannello di controllo per sellare la ve-
locità di trasmissione. Il collegamento
serve per comunicare ad ogni simula-
tore dì volo la posizione deH'altro ae-
reo in modo da vedere nel nostro
schermo il velivolo del compagno.
Spettacolare. (Nota: Io abbiamo fatto
ieri sera e... è troppo bello per non
parlarvene più ampiamente in una fu-
tura occasione). Ah! dimenticavo: nul-
la vieta di interporre tra i due Amiga
una linea telefonica e una coppia di
modem. Ovvero giocare coi simulatore
di volo da due case diverse anche di-
stanti qualche migliaio di chilometri: è
solo questione di bolletta.
A^Drm
Una notizia flash anche per chi usa
0 intende usare il famoso CAD della
Aegis Developmeni. Se desiderale che
la stampante tracci esattamente un
punto per ogni pixel mostrato sullo
schermo, dopo aver allargalo alla
massima dimensione la finestra conte-
nente il disegno, scelta l'opzione di
prini settate il valore Y pari a I77. II
valore indicato per X, di contro, é
.esalto. Le nostre prove sono stale ef-
fettuate con la stampante STAR NL-
lO e valgono per tutte le stampanti
Epson like. Impostando tale valore e
con la stampante sopraindicata, sono
stati stampati i disegni dell’anicolo
«Appunti di Informatica» presente su
que.sto stesso numero.
Chi possiede una stampante diversa
e ottiene risultati diversi con valori di-
versi può comunicarcelo.
Errata corrige!
Nell'artìcoh Amighevole «L'Editor ED« pubblicalo lo
scorso mese è stala falla un po' di confusione in lipografìa
circa la numerazione delle foia. La foto nominala nel le-
sto come I è siala stampala come foto 3. la foto 4 é siala
ripetuta anche nella pagina a fianco, mentre manca del
tutto la foto 3 che avrebbe dovuto mostrare il comando
LIST
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
Illlllllllllllllllllllllllllllllllllllllll
Devkes and Logha! Devhes
■ Il sisiema operativo di Amiga, lAmigaDOS. oltre ad avere una discreta
gestione dei device fìsici come stampante, porta seriale, porta parallela, drive
interno ed esterno, hard disk, tastiera e video, permette di gestire dei device logici di
inpul/ouipui atti a facilitare la stesura di programmi nonché ad aumentare la
flessibilità di lutto il sistema. In questo articolo ci occuperemo per l'appunto di questo
tema, incentrato sul comando AmigaDOS Assign, col quale è possibile scollegare, collegare
o creare nuovi device logici. ■
di Aodrea de Prisco
Molli si saranno chiesti come fare
per azionare da CLI la stampante e ot-
tenere cosi output su carta. Esistono
un paio di procedimenti: essenzial-
mente dipende da ciò che vogliamo
stampare e dal comando AmigaDOS
usato. Un primo metodo consiste nel-
l'usare i cosidetti operatori di redire-
zìone, , « < » e « > », nel nostro caso
quello di output «> » e specificare co-
me periferica di uscita la stampante. Il
tutto funziona se quanto stiamo digi-
tando provoca effettivamente un out-
put. Ad esempio , se digitiamo DIR,
abbiamo l'efTetto di veder scorrere su
video la directory corrente. Se specifi-
chiamo;
OiR> PRT:
(mi raccomando i «duepunti») l'out-
put del comando DIR non avverrà su
video ma sul device fisico PRT: che
rappresenta la stampante.
Se, di contro, vogliamo stampare un
file di lesto, abbiamo due scelte, anche
se forzate dal tipo di comando che
useremo. Possiamo infatti sia dare il
comando TYPE che il comando CO-
PY. Il primo con l'operatore di redire-
zione, il secondo semplicemente speci-
ficando come periferica di uscita la
stampante. Quindi, supponendo che il
file da stampare si chiami Pippo, scri-
veremo alternativamente:
TYPE > PRT: Pippo
oppure
COPY Pippo TO PRT:
Si noti che l'operatore di redirezio-
ne deve stare «appiccicato» al coman-
do e non dopo la specifica del file co-
me si sarebbe tentati a fare (TYPE
Pippo > PRT:).
Un'altra importante periferica . an-
che se spesso non considerata tale, è
l'unità video, identificata dal simbolo*
(asterisco). Ad esempio possiamo co-
piare il contenuto di un file su video
con:
COPY NomeFile TO'
(perfettamente equivalente a un TYPE
NomeFile) o, più interessante, fare l’o-
perazione inversa: da video a file, sen-
za scomodare ED. Scriveremo ad
esempio;
COPY'TO NomeFile
per ottenere l'effetto di copiare nel file
specificato tutto quello che digiteremo
dopo aver impartito il comando dì so-
pra, fino alla pressione dei tasti CON-
TRÒL\ (left sìash, accanto al backspa-
ce) che chiude il file e fa tornare al
prompl del CLI.
A proposito di COPY, questo co-
mando, qualora non fosse evidente,
permette anche di fare copie di file
sullo stesso 0 su altri dischetti. Nel ca-
so dì due drive, ad esempio, per copia-
re un file di nome pippo da quello in-
terno a quello esterno, digiteremo;
COPY OFO: pippo TO DFV
ometiendo eventualmente DFO; se
questo è il drive corrente. Se disponia-
mo dì un Hard Disk, per accedervi
useremo il device DH():.
Sempre a proposito della periferi-
ca* un'altra utile applicazione potreb-
be essere la visualizzazione in ordine
alfabetico di un file non ordinato pre-
sente su! disco. Se non vogliamo crear-
ne uno ex novo dato che non ci inte-
ressa conservarlo possiamo usare il co-
mando SORT nel seguente modo:
SORT NomeFile ro-
che come detto usa il video per scari-
care il file ordinato (ricordiamo che i
vari record del file in questione devo-
no essere separati da un carriage re-
turn. ascii 13).
Porta seriale e porta parallela costi-
tuiscono anch'esse due device dì Ami-
ga: rispettivamente SER: e PAR:.
Analogamente a quanto fatto per la
stampante c i dischi, per trasferire un
file aH'estemo di Amiga tramite le in-
terfacce parallela o seriale si utilizza o
il comando COPY o gli operatori di
redirezione. Ad esempio:
COPY NomeFile TO PAR:
oppure
TYPE > SER: NomeFile
In Amiga esiste un altro device mol-
to importante: la ram, che può essere
gestita proprio come una unità a di-
schi, con l'unica differenza che (ovvia-
mente) allo spegnimento del computer
sì perde tutta l'informazione in essa
contenuta. Come prevedibile, il device
si chiama RAM:, e come sempre (que-
sto è il bello di Amiga) l'accesso avvie-
ne per comando COPY o per redire-
zione di output. Importante è segnala-
re che avendo a che fare con un ram
disk vero e proprio, le redirezioni de-
vono avvenire non sulla periferica ram
e basta, ma su un suo file, anche non
esistente (nel qualcaso sarà automati-
camente creato).
Ad esempio, se vogliamo registrare
la directory attuale su ram non scrive-
remo semplicemente DIR > RAM;
ma dovremo indicare un nome con cui
identificare i caratteri trasferiti in ram
(il nome del file). Possiamo chiamare
il file pippo (tanto per cambiare) nel
qualcaso scriveremo:
DIR > RAM: pippo
e per leggerlo successivamente possia-
mo digitare:
TYPE RAM: pippo
Come dicevamo, il ram disk si com-
porta esattamente come un drive e so-
no possibili su questo tutte le normali
operazioni Dos. Possiamo ad esempio
copiare file da ram a disco:
COPY RAM:NomeFile TO DFO:
da disco a ram;
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99
1111
lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll
,olc
COPY DFO;NomeFile TO RAM:
creare directory in ram:
MAKEDIR RAM:NomeDireclory
COSÌ come esplorare la ram disk col co-
mando CD.
A fine articolo vi mostreremo come
rendere residente in ram i comandi
più utili deH'AmigaDOS. Cosi facen-
do, neU'ipotesi economica di non di-
sporre del drive esterno, non saremmo
costretti a infilare continuamente il
workbench nel drive ogni volta che
dobbiamo usare comandi DOS su un
disco diverso da quello dì sistema.
Se prendiamo il disco workbench for-
nito con la macchina (o meglio, una
sua copia) e cancelliamo da questo
tutti i file e le directory in esso conte-
nuti e visibili da «scrivania» (clock,
preference. demo, utility. System,
trashcan. empty) ci accorgeremmo che
il dischetto é tutt'altro che vuoto. Di-
verse centinaia di blocchi sono ancora
occupali, lam'è che se in tale condizio-
ne digitiamo da CLI un bel DIR OE*T
A (che mostra tutti i file contenuti sul
dischetto) vedremo una sfilza ancora
interminabile dì roba scorrere sul no-
stro video. Si tratta del «necessaire»
del sistema operativo, usato al mo-
mento del boot e durante l'uso delTin-
terfaccia CLI.
Tutta la roba contenuta sul dischetto
non è buttata lì alla rinfusa, ma intelli-
gentemente raccolta in directory e sub-
directory in maniera assai strutturata.
Ad esempio avremo la directory C che
contiene tutti i comandi : la directory S
contenente lutti i command file ese-
guibili con EXECUTE (argomento dei
prossimo numero, ndr). la directory
dei font di caratteri, quella DEVS dei
device, e delle librerie di sistema cari-
cate in ram, (LIBS) o utilizzate a run
time (L). Con uguale nome, ma (natu-
ralmente) seguito dai due punti, per
ognuna di queste directory l’Amiga-
DOS mette a disposizione un device
logico Inizìalizzato airomonima direc-
tory. Ad esempio esisterà il device C:
che punta alla directory C cosi come
per S; per S e cosi via.
Se digitiamo un comando qualsiasi,
il sistema va prima a cercarlo nella di-
rectory corrente, e se non lo trova,
prova a cercarlo nella directory punta-
ta dal devìce C:. Analogamente per gli
altri devìce: quando il sistema deve ac-
cedere ad una delle directory sopra in-
dicate. non vi accede direttamente, ma
in un certo senso «passa» per il device
logico corrispondente. Ed è bene che
chiunque scriva un programma faccia
lo stesso: se ne guadagna in flessibili-
tà.
Questo perchè se riassegnamo un
device a qualcos'altro, e poi mandia-
mo in esecuzione un programma che
fa riferimento a questo, automatica-
mente questo «vedrà» dò che noi vo-
gliamo che «veda». Un caso classico
sono i programmi che non prevedono
l'accesso ad altri dischi se non quello
di sistema, sul quale è presente il pro-
gramma stesso. Esso fa riferimento a
device SYS: ? Bene, col comando AS-
SIGN assegniamo a questo device un
altro disco e il gioco è fatto. Da questo
momento in poi il programma accede-
rà al disco che vogliamo noi. Se. di
contro, il programma è scritto in ma-
niera meno pulita e al posto di accessi
a SYS: fa rifórimenio ai nome col qua-
le è stato formattato il dischetto non
potremo far nulla.
Altro esempio tipico: i font di carat-
teri. Se un programma usa solo i font
del suo dischetto, ma riferisce al devi-
ce logico corrispondente, possiamo
riassegnare questo ad una altra direc-
tory (ad esempio su un altro disco) ed
avere il programma del disco A con ì
font presenti nel disco B.
Per assegnare device a directory è.
come già detto, disponìbile il coman-
do ASSIGN con sintassi:
ASSIQN NomeDevlce: NomeDIrectory
Ad esempio, per assegnare al device
logico FONTS: la corrispondente di-
rectory presente non su disco sistema
ma sul disco nel drive esterno, digite-
remo;
ASSIGN FONTS; 0F1; FONTS
Per ripristinare il tutto, faremo
macchina indietro con:
ASSIGN FONTS: DFO:FONTS
Analogamente per assegnare come
disco sistema il dischetto contenuto
nel drive esterno:
ASSIGN SYS: DF1'
Oltre a ciò, il comando ASSIGN di-
gitato senza alcun seguilo, permette di
vedere tutti gli assegnamenti finora ef-
fettuati. Per «scollegare» un device,
ovvero per farlo sparire e basta, è suf-
ficiente digitare solo:
ASSIGN NomeDevice:
In tutti i casi, le modifiche non re-
steranno permanenti, ossìa a nuovo
boot 0 re-boot tutti i device saranno
reinizìalizzati ai valori standard.
Come abbiamo più volte ripetuto
nelle pagine di Amighevole. il sistema
operativo di Amiga non è interamente
100
MCmlcrocomputer n. 59 - gennaio 1987
Ili inni 1111 III 1111 II lini lini lini lini II
inni
iole
residente in memoria centrale ma, per
quanto riguarda i comandi eseguibili
da GLI. essi stanno tutti su disco, dove
il sistema va a cercarseli ogni volta che
l’utente ne usa qualcuno. Ovvero,
quando noi digitiamo DIR e battiamo
(Return) per ottenere su video la direc-
tory del dischetto, il sistema operativo
va prima a prelevarsi il codice esegui-
bile del comando DIR e poi lo esegue
mostrandoci la lista dei file. A parte
l’ovvia perdita di tempo che si verifica
per trovare ogni volta il comando su
disco, il grosso svantaggio di tale scel-
ta da parte della Commodore è il fatto
che lavorare con un solo drive e due
dischi risulta essere davvero oneroso.
Ogni volta che vogliamo eseguire un
comando sul disco non di sistema
dobbiamo prima introdurre questo, di-
gitare il comando facendo riferimento
all’altro disco, attendere che il sistema
legga il codice eseguibile del coman-
do, scambiare i, dischi e... ottenere
quanto voluto. Come dire che dopo un
po’, a furia di togli e metti comincia a
dolorarci polso e pollice per quanti
scambi di disco abbiamo effettuato.
Fortunatamente (e da Amiga non
potevamo aspettarci di meno) il modo
per aggirare l’ostacolo esiste.... e co-
me!
Grazie infatti alla flessibilità del si-
stema operativo con i soli comandi
mostrati in questo articolo possiamo
implementare un sistema a comandi in
ram, in modo da non dover effettuare
più scambi dì disco, qualsiasi opera-
zione sì cerchi di fare. Basta imple-
mentare il device logico dei comandi
in ram e il gioco è fatto: vediamo co-
Col dischetto di sistema inserito nel
drive, la prima cosa che faremo è crea-
re in ram una directory dandogli un
nome qualsiasi, ad esempio Comandi.
MAKEDIR RAM; Comandi
Provando ora a digitare DIR RAM:
vedremo il contenuto del ram disk di
Amiga, ora contenente la sola directo-
ry Comandi, vuota. La seconda opera-
zione sarà quella dì copiare l'intera di-
rectory C del dischetto nella directory
Comandi in ram. Ricordiamo che C
contiene tutti i comandi di CLI. Scri-
veremo :
COPY C TO RAM: Comandi ALL
l'opzione ALL indica che dobbiamo
copiare tutto il contenuto di C. Per
controllare che tutto è andato a buon
fine, al termine della sopraindicata
operazione, proviamo a digitare DIR
RAM : Comandi. Dovremo veder scor-
cessarie tre sole operazioni) assegnia-
mo al device logico dei comandi C :
(che fino a questo momento puntava
alla directory C del disco sistema) la
Directory Comandi in ram. Scrivere-
mo dunque;
ASSIGN C: RAM: Comandi
e abbiamo finito. Da questo momento
in poi ogni comando che digiteremo
non sarà caricato da disco ma da ram
disk con l’ovvio vantaggio di una velo-
cità molto elevata, ma soprattutto sen-
za mai più richiedere il disco sistema
quando dobbiamo lavorare su dì un
altro disco. Provare per credere: inse-
rite un disco qualsiasi e provate a digi-
tare un comando. Arrivederci. mc
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101
0vei¥UC2.0
di Raffaello De Masi
■ Coniinueremo. anche stavolta, a parlare di Data Base. Il mese passalo
abbiamo descritto un pacchetto caratterizzato da una discreta potenza, facile
da usare, e. soprattutto, dì costo limitato e. comunque, con un ottimo rapporto
prezzo-potenza. Non male, quindi; stavolta esamineremo un nuovo aspetto del
problema: la domanda è: «Cosa c'è in giro di super, di davvero potentissimo,
velocissimo (ed altri vocaboli al superlativo), anche a costo non proprio basso? Le
risposte possono essere molte, tutte valide: Hayden Base. Mac Lion. MS File, tanto per
citare qualche nome, sono solo alcuni dei protagonisti del top qualitativo dei DB per Mac.
Perchè abbiamo scelto Overvue? Per quel qualcosa di originale ed insolito che distingue il
tocco di genialità dalla pur eccelsa qualità del grande. Ciò non toglie le indubbie qualità di
altri che non sono qui nominati e che non è detto non siano meritevoli di prova e nomination in
questa rubrica, ma lant'è: vedremo di far giustizia prossimamente.
Vediamo cosa questo DB ha di diverso, efficace, ed originale dagli altri, doti che gli hanno
consentito di imporre in effetti uno standard vero e proprio. ■
Giunto alla versione 2.0 Overvue è
Data Base sui generis, nel senso che si
presenta in maniera particolare, del
tutto fuori dai classici canoni di dise-
gno ed utilizzo dei D.B. Esso più che
un mezzo di raccolta ed ordinamento
di dati, va inteso come un tool per or-
ganizzare e manipolare informazioni.
Certe sue caratteristiche, che vedremo,
ne fanno un membro spurio della fa-
miglia degli integrati, ma la sua natura
principale è quella di un D.B., capace
di conservare, organizzare, richiamare,
selezionare e stampare informazioni.
Esso incorpora alcune importanti e ta-
lora uniche caratteristiche, che lo di-
stinguono da altri. Overvue infatti è:
— veloce: per certe sue caratteristi-
che, dì cui parleremo appresso, la sua
velocità è diverse volte più elevata del-
la maggior parte dei Data Base.
— capace: a causa della particolare
modalità di manipolazione dei dati
(tutto il file viene completamente ag-
giornato alla fine del lavoro, in modo
che i record risultano sempre accata-
stati in maniera del tutto sequenziale).
Overvue consente di immagazzinare
sul supporto di memoria un numero
maggiore di dati, visto che il sistema
di recording sequenziale è senz'altro
più efficiente, in termini di consumo
di memoria, dì altri.
— relazionale: in ossequio al più
moderno look dei DB, Overvue con-
sente di costruire complessi e pesanti
applicazioni multifile.
— potente: esso consente l'adozio-
ne e l'uso di macro, di equazioni an-
che di notevole complessità, di opera-
zioni di I/O verso programmi e pac-
chetti di altra paternità: Overvue co-
munica con e legge correntemente file
da sistemi MS-DOS e CP/M, redatti
con DBase li. Inoltre accetta dati pro-
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
doni da MSFile. Helix. PSF File, Ist
Base. DB Master, Omnis 3, ed altri.
Può eseguire, inoltre, funzioni di Mail
Merge, consentendo di costruire file
che vegono poi utilizzati da MS Word
per produrre lettere circolari e perso-
nalizzate.
A tutto ciò si unisce, e non è poco,
una estrema immediatezza ed una
grande facilità d'uso: conosciamo al-
meno una quindicina di DB per il
Mac; dobbiamo ammettere con piace-
re che Overvue è forse quello che ci è
parso più logico, come utilizzo dei co-
mandi; tanto per intenderci, gli ordini,
forniti tramite tastiera ai menu discen-
denti, eseguono quello che proprio ci
aspetteremmo che eseguissero, in base
ad una semplice deduzione logica,
senza aver letto o ricordare la loro
funzione.
La differenza principale, che distin-
gue Overvue da qualunque Data Base
è nella organizzazione dei dati, qui
completamente originale. Aprendo un
documento Overvue ci sembrerà di es-
sere di fronte ad un elaborato di foglio
elettronico. 1 dati sono organizzati in
righe e colonne ordinate ed incolonna-
te: è il nostro «data sheet», il nostro
foglio elettronico, che riunisce il me-
glio di un DB e di uno spreadsheet.
Il foglio, che come un f.e. che si ri-
spetti si espande in ogni direzione ol-
tre i limiti dello schermo, presenta una
serie di dati (si veda la figura A) orga-
nizzati in righe e colonne. Ogni colon-
na ha un nome, che identifica la co-
lonna stessa; ogni riga rappresenta un
record, raggruppante un blocco di dati
riferentisi ad una stessa registrazione.
Il record è organizzato in celle, cui so-
no destinate le singole parti della regi-
strazione. L'intera collezione di dati, il
data sheet, costituisce il file.
Guardiamo un po' più da vicino il
foglio, e per far questo apriamo un do-
cumento Overvue presente nel dischet-
to master: «Tickets». Esso contiene
una serie di registrazioni di motel. Il
programma impiega qualche lungo se-
condo per aprire il documento (vedre-
mo tra poco perchè, visto che questo è
forse l’unico difetto del pacchetto), e
presenta quanto in figura A: lo scher-
mo é diviso in tre parti principali;
quella superiore è il solito menu Ma-
cintosh; al di sotto compare il «dialog
window», che ha grandezza fissa ed è
il mezzo per eseguire l'editing di tutto
ciò che appare sul data sheet; il «data
window», l'ultima, occupa la maggior
parte dello schermo, e mostra il conte-
nuto del file, spreadsheet-like. In essa
vediamo che i dati sono organizzati in
righe e colonne, sotto un column na-
me bar. e sono presenti, a destra ed in
basso due barre di scorrimento per po-
tersi muovere sul foglio. Da notare,
ancora, la barra cursore, che evidenzia
in negativo la cella su cui è posta, e, in
basso a destra, al posto del resìzing
box, un tasto di zoom che, come ve-
dremo, consente di eseguire un editing
pilotato di una singola linea.
Un doppio click, secondo la conso-
lidata prassi Mac, su una cella qualsia-
si, ne edita il contenuto che si sviluppa
nella finestra di dialogo. In questa
possono essere eseguite tutte le opera-
zioni di modifica, inserimento, cancel-
lazione. ecc.
Vediamo come si costruisce in Over-
vue un data sheet; Overvue è un Data
Base del tutto ad accesso sequenziale,
l'abbiamo detto: le registrazioni, vale
a dire, vengono conservate come serie
di dati accodati l'uno appresso all'al-
tro. senza che la loro lunghezza sia in
qualche modo importante o significa-
tiva. Se poi questo sia il sistema mi-
gliore o se prevalga l’utilità di conser-
vare i dati in forme ad accesso casuale
(in questo caso, come tutti sanno, la
memoria viene suddivisa in blocchi,
eguali, che vengono poi raggiunti dal
programma facendo direttamente rife-
rimento alla toro posizione nel file
stesso) non è un discorso che può inte-
ressare in questa sede, visto poi che
rappresenta il vero nodo gordiano del-
la tipologia di conservazione di dati su
memorie di massa: è ovvio che ambe-
due hanno comunque pregi e difetti,
visto che, altrimenti, l'uno avrebbe
preso il sopravvento sull'altro. Over-
vue registra i dati in maniera sequen-
ziale, abbiamo detto: il file che produ-
ce è perciò compatto, serrato, senza
sprechi e vuoti all'interno, ma ovvia-
mente, per poterlo modificare, occorre
caricarlo per intero in memoria e, nel
caso di registrazione, il vecchio sovra-
scrive completamente il nuovo. Avere
tutto il file in memoria centrale dà una
rapidità operativa eccezionale (Over-
vue è di gran lunga il più veloce Data
Base del mercato Macintosh), ma è ov-
vio che si è molto più indifesi in caso
di mancanza di corrente o di errore di
sistema. La soluzione adottata è co-
munque più efficace su computer do-
tati di grande memoria centrale, come
quelli dell'ultima generazione, tra cui
appunto il Mac. in particolar modo il
Plus.
Macintosh 126K 28000 caratteri
Macintosh 512K 345000 caratteii
Macintosh PLUS 700000 caratteri
Usa espanso (2046K) 1700000 caratteri
Figura B — Tabella di capaciià dello memona cen-
La tabella di Figura B riporta la po-
tenzialità di Overvue montato su di-
verse macchine: si vede come la con-
venienza aumenti in maniera elevata
salendo con la memoria centrale di-
sponibile. Un Plus (assimilabile all'XL
quanto a memoria) ha una potenziali-
tà di 700000 caratteri, che è un bel ve-
dere per un personal.
Sotto il menu mela appare il solito
«About Overvue», che non è la solita
piccola icona con il greeting dell'auto-
re. Essa invece mostra una serie di uti-
li informazioni circa il contenuto del
file che si sta utilizzando, tra cui, an-
che, la quantità di memoria usata, sia
sotto forma di caratteri che di percen-
tuale della RAM totale.
Per creare un file nuovo si esegue
rOPEN: Overvue apre un nuovo data
sheet, la cui finestra dati è del tutto
vuota. Ci viene chiesto di assegnare il
nome alla prima colonna dati. Ogni
data sheet può contenere sino a 62 co-
lonne: ogni colonna ha un nome ed
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
103
una testata che appare, una volta per
tutte, al top della colonna. Il nome dì
una colonna può essere al massimo
lungo 12 caratteri; occorre evitare di
dare nomi eguali a colonne diverse: il
programma lì accetta senza dìrrìcollà,
ma si troverebbe in gravi ambasce in
certe operazioni interne, come ad
esempio durante la duplicazione di co-
lonne od il riferimento ad altre celle,
durante l’esecuzione di una formula.
Al contrario dei nomi, lo spazio di-
sponibile per l'immagazzinamento da-
ti nelle colonne (e non poteva essere
che cosi) è espandibile fino a 64 carat-
teri: c'é da prescisare alcune cose:
stiamo sempre parlando di spazio vi-
sualizzato (la capacità della celle è
sempre la stessa, qualunque sia la sua
ampiezza): inoltre è sempre possibile,
in qualsiasi momento, modìUcare la
grandezza della cella secondo le no-
stre esigenze; infine, al contrario di
molti spreadsheet old fashion, l'am-
piezza delle colonne è variabile una
per una.
La modifica dell'ampiezza è cosa
rapida e pulita: il mouse, in questo ca-
so, trascina il cursore fino alla lun-
ghezza voluta che, lo si noti, viene
sempre evidenziata, oltre che da una
barra nera, dal numero di caratteri che
in essa, in corpo Monaco-9. possono
essere inseriti.
La voce Setup di menu è riservata
completamente alla manipolazione
delle colonne; è possibile eseguire
operazioni di inserzione, cancellazio-
ne. spostamento, duplicazione, scam-
bio, accatastamento di colonne in ma-
niera molto ovvia e veloce: le ultime
due voci. «Input pattern» e «Value
bar» consentono dì aggiungere un lo-
ok particolare, come separatori (come,
nelle date, le barre trasversali /), ed in-
colonnamentì decimali. Una volte ese-
guita la definizione, per così dire, d'in-
gombro della colonna, è possìbile pas-
sare a definirne gli attributi. Ce n’é per
lutti i gusti: quanto contenuto nella
cella può essere definito come testo,
come «solo» testo (rappresentalo da
sole lettere), come numero, come testo
formattato secondo certe regole (es.
numeri dj telefono o date), come tem-
po, ecc. E possibile indicare che si de-
sidera, per tale colonna, la «Clayoran-
ce». letteralmente chiaroveggenza; è
una caratteristica simpatica, mai trova-
ta altrove tranne in alcune utility dì
W.P., attraverso cui il programma in-
terpreta quello che noi battiamo, in
ogni momento, come abbreviazione di
qualcosa che già contiene. Tanto per
intenderci, se battiamo me e nel foglio
già esiste MCMICROCOMPUTER.
Overvue interpreta quanto scritto co-
me una abbreviazione e ne esegue l'ag-
giomamento; ancora, le colonne defi-
nite come «number», destinate alla
definizione dei campi numerici posso-
no essere costruite con campiture con
numeri fissi di decimali, definizione di
separatori, ecc.
Continuiamo in tal modo a definire
colonne diverse: ci ritroveremo alla fi-
ne con un foglio ordinato secondo le
nostre direttive, contenente i dati da
noi richiesti. L'organizzazione del file,
che ci ha consentito di costruire un re-
cord contemporaneamente alla defini-
zione dei layout, del disegno del re-
cord stesso è completata; battendo [re-
turn] si ritorna a capo, al primo campo
definito precedentemente, e lutto rico-
mincia.
Overvue di norma, alla partenza,
mostra i dati secondo il suo proprio e
caratteristico disegno di base, tipo
spreadsheet; è possibile, comunque
«zoomare» su un singolo record e mo-
strarlo. mediante un disegno specifico
e particolare, predefinito o non, da so-
lo sullo schermo. Ciò si ottiene me-
diante il pulsante dì Zoom, situalo, co-
me abbiamo visto, in basso a destra
dello schermo, nella finestra di Di-
splay. Ci troveremo di fronte ad una
finestra mollo simile a quella di Mega-
filer o di MS File, in cui è possibile
spostare i dati, col nome corrispon-
dente, agganciandoli col mouse e tra-
104
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
sanandoli. È possibile, cosi, costruirsi
una scheda di disegno personalizzato,
che potrà essere salvala assieme al file.
Tutto il menu discendente che va
sotto il nome di «Edit». consente di
modificare e, comunque, di eseguire
operazioni di editing sul foglio. Inte-
ressanti ed originali le opzioni di
«Confirm backspace» che fa chiedere
conferma di qualsiasi operazione di
cancellazione di un dato. «Tab
down», che permette di inserire dati in
forma verticale invece che orizzontale,
«Slide», che consente di far slittare
giù o a destra lìnee o colonne. Non
mancano, ancora, i classici comandi di
qualunque buon foglio elettronico; in-
serimento colonne e loro cancellazio-
ne. scambio di esse, inserimento di re-
cord, sono solo alcune delle opzioni
possìbili, e, il che non guasta, soprat-
tutto eseguibili intuitivamente, grazie
all'impagabile mouse. Tutte le opera-
zioni di editing possono, ovviamente,
essere eseguite anche utilizzando la fi-
nestra di zoom, sempre disponibile.
Le operazioni di selezione, ordina-
mento e ricerca sono le classiche di
ogni DB; anche qui possono essere
eseguite operazioni sia specifiche ad
una singola colonna che a più colonne
diverse (mediante operatori logici dei
tipo AND ed OR): i dati possono esse-
re ordinali in forma alfabetica, nume-
rica. ed in più tenendo conto di diver-
se colonne come semi successivi d'or-
dinamento (il cosiddetto ordinamento
composito). Gli operatori relazionali
sono i soliti, ma non mancano tipolo-
gie insolite di comando, come il «Se-
lect Unique». mediante il quale solo
record che non hanno duplicati (anche
in un solo campo) saranno selezionati.
La cosa interessante è che. nelle ope-
razioni di sorting il comando «Aboui
Overvue...». che abbiamo descritto
precedentemente, si aggiorna automa-
ticamente alla situazione, descrivendo
la selezione eseguita.
Le operazioni di totalizzazione, nor-
malmente riservate, negli altri DB ai
report. in Overvue sono possibili diret-
tamente sul foglio di lavoro, senza la-
sciare l'ambiente di editing. Sono pos-
sibili diverse potenti operazioni, come
sommari, totali (anche parziali e nidi-
ficati), medie, numerazioni consecuti-
ve, suddivisioni del file in gruppi rego-
lari di righe, ricerche di mìnimi e mas-
simi, e totali correnti. Quest'ullima
operazione, che si esegue, come le al-
tre, selezionando una colonna e su di
essa operando, modifica ogni cella
nella colonna, eseguendo la somma dì
essa e di tutte le precedenti (da cui il
nome, del tutto giustificato). È possi-
bile, altresì, eseguire il riempimento di
colonne sia in modo distruttivo (ven-
gono sovrascritti tutti i dati esistenti)
sia in modo selettivo (solo le celle vuo-
te vengono riempite), il lutto con una
stringa di caratteri definiti dall'utente.
Il riempimento delle celle vuote può,
ancora, essere eseguito in maniera se-
quenziale (vengono in pratica numera-
te le celle con incrementi di uno) e in
maniera propagata (ogni cella vuota
assume il valore di quella piena imme-
diatamente superiore).
Un intero capitolo del nutrito ma-
nuale d'istruzioni è dedicato alle equa-
zioni numeriche: si vede qui la notevo-
le potenza del pacchetto, che non ri-
fugge dalle più complesse operazioni
matematiche: ma non mancano fun-
zioni di testo (comparazione e conver-
sione di stringa molto potenti) ed alfa-
numeriche di notevole finezza (rimo-
zione di virgole, forzature di tipi di
output, ecc.).
Overvue consente ancora di esegui-
re business grafica. Sebbene non si
tratti di un pacchetto dedicato, è pos-
sibile creare grafici dì cinque tipi: a
barra, a torta, a colonna, a linea e ad
area. Il numero di valori visualizzabili
varia a seconda del tipo; si va da 20
valori per la classica torta, ad un mas-
simo di 60 per istogrammi a colonna.
Overvue può stampare dati cosi co-
me presentali nel foglio di partenza, o
secondo report all'uopo preconfezio-
nati. I report vanno costruiti secondo
regole sìmili a quelle che regolano la
finestra di zoom. Trascinando e ridi-
mensionando i campi è possibile orga-
nizzare i campi nel modo che più ci
aggrada, aggiungendo eventualmente
del lesto. É possibile, anche, eliminare
dal report dati indesiderati e disegnare
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
105
Streen Saver Instali
la grandezza totale della scheda che
verrà stampata. 1 dati possono essere
organizzati in maniera particolare, con
giustificazioni, lunghezza costante o
fluttuante, allineamento dei titoli con
il corpo del report. ecc. È altrettanto
semplice inserire testate a piè di pagi-
na, numerazioni automatiche, stampa
deila data, e salvare i dati in forma
leggibile anche da wp come Mac Wri-
te: è presente, ancora, la possibilità di
creare etichette da corrispondenza
(mailing label). Un capitolo intero è
dedicato alla creazione di report com-
plessi.
Saltiamo a piè pari tutto quanto at-
tiene ad una lunga trattazione dedica-
ta a tecniche avanzale di inserimento
dati (ampiamente illu.strata nel ma-
nuale). e citeremo solo la possibilità di
legare tra di loro file aventi eguale
struttura, anche sotto condizioni rela-
zionali. Accenneremo ancora alla pos-
sibilità di definire macro. funzioni per-
sonalizzate che consentono di eseguire
una anche complessa serie di opera-
zioni utilizzando un solo comando. Si
tratta di un lungo capitolo di 20 pagi-
ne, scritte nel fitto corpo 9 del manua-
le, in cui non possiamo addentrarci
per ovvi motivi di spazio sulla rivista;
si tratta comunque di un vero pro-
gramma nel programma che, se non
sarà immediatamente utilizzato dal
novizio, darà però all'esperto quella
potenza e marcia in più di cui ha biso-
gno per ottenere i migliori risultati:
chiudiamo ricordando la compatibili-
tà. di nome e di fatto (sperimentata da
chi scrìve) dei file Overvue con diversi
Data Base (ne abbiamo accennalo in
premessa).
Tempo e spazio tiranni ci impongo-
no di chiudere. Male, perché ci sareb-
be da descrivere ancora per diverse
pagine. Possiamo solo dire che Over-
vue è davvero «la potenza». Non è
forse elegante, talora è non semplice
da usare, ma in mano a chi ha polso
fermo è davvero una formula uno.
Ciononostante faremmo ingiustizia al
costruttore se lasciassimo intendere
che si tratta di un pacchetto per soli
tecnici specializzati. Chi, al primo ac-
quisto di un DB ha bisogno di qualco-
sa di facile, agevole ed immediato da
usare scelga senza timore, se lo deside-
ra, Overvue. Si tratta di un acquisto
che non metterà in difficoltà l'utente
non eccezionalmente smaliziato, in
quanto sa essere, all'occorrenza ami-
chevole ed accorto, in questo suppor-
tato anche da un manuale, che, sebbe-
ne ponderoso, è facile e rapido da usa-
re, senza essere mai dispersivo; d'altro
canto chi ha detto che chi acquista
una Ferrari è obbligato ad andare
sempre a 200 all’ora?
Ancora un accessorio delia scriva-
nia. prodotto dalla Silicon Beach Soft-
ware. Si tratta di una utility che co-
munque non compare sotto il menu
mela, ed il cui uso risulta molto utile
per chi è abituato a tenere il Mac in
funzione per lunghi periodi. Poiché te-
nere acceso il computer per un lungo
periodo è sicuramente un male minore
che accenderlo e spegnerlo diverse
volte, E. Wrench, un programmatore
dello staff di questa dinamica casa ca-
liforniana (si ricordi Silicon Press,
provato qualche mese fa, ed il bellissi-
mo Airborne!) ha studiato questa utili-
ty che spegne lo schermo del Mac do-
po un prefissato numero di minuti. Il
programma, dì cui vediamo l'icona in
figura, al lancio, presenta la finestra
che vedete, che consente di prestabili-
re un ritardo di spegnimento da 0 fino
a 30 minuti, tramite un cursore a bar-
ra. Durante l'uso della macchina, se
non è stata eseguita alcuna attività alla
tastiera ed al mouse per un numero
minimo dì minuti almeno pari a quello
predisposto nella finestra di lancio, il
calcolatore spegne io schermo e si po-
ne in una posizione d'attesa; in prati-
ca nulla di quanto presente in memo-
ria viene perduto ma, allo scopo dì
preservare lo schermo da bruciature
(peraltro accadenti solo se lo sì lascia
in funzione, con un immagine fissa,
per alcune settimane), il video si
oscura e mostra solo una piccola icona
del Mac rimbalzante contro i bordi. Ba-
sta toccare, all'occorrenza, il mouse
perchè l'attività riprenda al punto in
cui l'avevano lasciata.
Screen Saver ci è parso un accesso-
rio davvero utile, se si tiene conto che.
specie in ufficio, per sbadataggine ed
incuria sovente i computer restano ac-
cesi ed inattivi per molte ore. Tenendo
conto che lo schermo, poi, é la pane
della macchina a maggiore assorbi-
mento dì corrente, si ottiene anche un
piccolo risparmio di energia elettrica,
il che non guasta. C’è un unico difetto,
per la verità un po' fastidioso: il pro-
gramma non considera come attività
ri/O con periferiche, come, ad esem-
pio, stampante o plotter. Quando vie-
ne stampalo un documento molto
esteso può capitare quindi che l'opera-
zione dì scrittura sia tanto lunga da
raggiungere il lìmite di tempo impo-
stato come ritardo nel programma.
Niente di grave: basta in qualsiasi mo-
mento toccare il mouse perchè l'opera-
zione in corso riprenda; ma è pur sem-
pre una seccatura.
Non è comunque conveniente fissa-
re ritardi brevi; l'optimum ci è parso
un intervallo tra i 20 ed i 30 minuti.
Il programma, in sè, è non proprio
magrolino, ma non deve più risiedere
sul disco di lancio dopo l'installazio-
ne.
L'attivazione della utility occupa,
nel sistema operativo, circa 4 Kbyie.
poco meno, quindi, di un set di carat-
teri di 12 punti. «c
106
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
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QUEL CHE SI DKE
AVERE LE SPALLE AL COPERTO
H primo personal computer, l’Ap-
ple )(, giunge in Italia nel 1979.
Nel 1 979 si costituisce la Automa-
zione Sistemi Elettronici Micro-
computerà sdf, con l'intento di svi-
luppare la propria presenza prin-
cipalmente nel mercato dell’elet-
tronica industriale. Aver scom-
messo nell’lntormatlca già da su-
bito, seguendo l’onda montante
dei primi PET COMMODORE, AP-
PLE j( e dell’M20 OLIVETTI fa
della ASEM, nel Irattempo trasfor-
mala in S.p.A., una delle aziende
più "vecchie" nei settore. Un’a-
zienda a cui di "rumore" piace
farne con le cose, con i risultali
piuttosto che con le chiacchiere.
Vi presentiamo pertanto la ASEM
di oggi, risultato di indubbi suc-
cessi di vendita, di capacità im-
prenditoriale e tecnica: un’azien-
da dal luturo sicuro.
La progettazione della piastra e-
lettronica, la realizzazione del ma-
ster e degli impianti da cui si ottie-
ne il circuito stampato, la succes-
siva saldatura dei componenti, le
fasi di collaudo sono gli "steps”
che il prodotto compie prima di
essere immesso sul mercato 0 di
essere avviato aH’assemblaggio
dei computers.
Nella scelta dei componenti si virv-
cono e si perdono molte battaglie.
Alla ASEM abbiamo salda una
convinzione: il costo di un compu-
ter non è il prezzo che si paga:
guasti, malfunzionamenti e inaffi-
dabilità sono cose che devono
essere messe in bilancio al mo-
mento dell'acquisto, come la se-
rietà del produttore. È per questo
che utilizziamo solo drives TOSHI-
BA, dischi fissi della NEC, tastiere
CHERRY e PREH, alimentatori
switching costruiti in conformità
alle normative europee su nostre
specifiche da una primaria azien-
da italiana.
Una fase del collaudo delle schede prima del montaggio dei computers.
Sotto, una fase della realizzazione del master.
La forza vendite Asemèpresente, in Italia, in quasi tutte le regioni:
è attualmente allo studio la realizzazione di centri territoriali di
assistenza tecnica
Piemonte/Val d'Aosta
Lombardia
Veneto/Trentino A.A.
Friuli V.G.
Emilia Romagna
Toscana/Umbria
Lazio
Campania/Calabria
Puglia/Basilicata
Mar Due Snc
PC Plus Srl
ECO Srl
Lucio Rodato
Marco Giannasi
G. Presentini e C.
Luigi Ricci
S. Barbagallo
N.R. Cavallo
01 1/3290769
02/2841544/5
045/916476
0432/962282
0522/294805
055/9731 51
06/6237040
081/414994
080/330499
Asem spa
Zona artigianale - Buia (UO)
telef. 0432/962282 telex450608
COME USARCI AL MEGLIO
La espansione lerritoriale della A-
SEM in Italia e la costante cre-
scita del numero di clienti e di
fatturato ci ha imposto l'introdu-
zione di alcuni aspetti organizzati-
vi che devono essere conosciuti
dai nostri clienti affinchè essi pos-
sano trarre il massimo dei vantag-
gi da questi nuovi servizi.
Ordini
Per l'inoltro degli ordini, i signori
rivenditori quando non vogliano
contattare l'Agente di zona, pos-
sono trasmetterli direttamente al-
l'Ufficio Vendite, che provvede i-
noltre all'invio della documenta-
zione anche agii utenti finali averv
do cura di indicare il punto vendita
più vicino.
Hot Line
Una hot line facente capo all'UI-
ficio Tecnico è a disposizione per
risolvere ogni problema di natura
hardware. La hot line è attiva il
pomeriggio e risponde al numero
0432/961014.
Assistenza
Sia le parti meccaniche sia le par-
ti elettroniche sono soggette a
guastarsi; è nell'ordine delle cose.
Cid che imporla è avere le risorse
tecniche ed umane in grado di
intervenire in tempi accettabili; a
tale fine va contattato l’Ufficio As-
sistenza.
Spedizioni
ASEM si è sempre distinta per la
celerità e la flessibilità nell’evasio-
ne degli ordini (di questa stessa
opinione sono i clienti che ci se-
guono da anni); ciò non vuol dire
che alle volte non serva sollecitare
una spedizione o una riparazione
che larda.
Telefonateci o veniteci a trovare:
imparerete a chiamarci per nome.
ASEM
LO
STANDARD
E LA
DIFFERENZA
THOMPSON È UNA MANNA
PER GLI OCCHI
Cinque sono i modelli che com-
pongono la gamma di monitor a
colori della THOMPSON. Le ca-
ratteristiche comuni a tutti I mo-
delli sono l’utillzzo di CRT di alta
qualità antiriflesso e con sfondo
nero per far meglio risaltare colo-
ri e caratteri.
Due sono I modelli di monitor a
colori; It CM31311 SIR ed II
CM31481 SIR, entrambi a 12". SI
distinguono per la capacità riso-
lutiva del tubo: il primo modello
ha capacità pari a 0.31 mm DOT
PITCH e 14 MHz di banda pas-
sante. mentre II secondo a 0.43
mm DOT PITCH e stessa banda
passante. Entrambi vengono pilo-
tati dall’adattatore grafico colore
del PC IBM. I due modelli a 14".
CM36382 SIR e CM36512 VPIR,
anch’essi si distinguono per ta
definizione del tubo, rispettiva-
mente di 0.38 mm e di 0.51 mm
DOT PITCH, con la stessa banda
passante di 12 MHz. I dati relativi
alla risoluzione sono analoghi ai 2
modelli a 12". Per la scheda EN-
HANCED GRAPHtC ADAPTER
prodotta dalla IBM, THOMPSON
ha progettato un modello specifi-
co in grado di rispondere al me-
glio alle caratteristiche grafiche
dell’adattatore. Riesce pertanto a
visualizzare 650 H per 350 V punti
con ben 64 colori possibili, dispo-
nendo di sincronismi automatici a
15-7 e a 22.0 KHz.
di Francesco Petroni
Problematiche
di controllo dei dati
Non vi è dubbio che uno dei problemi
più importami in ogni attività di gestio-
ne dati sia quella de! loro controllo, che
consiste o in un processo di validazione
iniziale per cui i dati sono «filtrati» nel
momento dell’immissione, oppure in
una attività di controllo a posteriori, per
mezzo della quale i dati «scorretti» ven-
gono evidenziati e/o eliminati.
Le forme di controllo sono abbastan-
za varie, si va da un controllo di forma-
to (ad esempio su un campo DATA non
si può immettere il 29/02/85). a con-
trollo di esistenza (ad esempio un campo
SIGLA DI PROVINCIA non deve ac-
cettare una sigla non esistente) oppure
controllo logico, ad esempio di tipo «in-
crocialo». cosi detto in quanto mette in
relazione più campi. Ad esempio se c'è
un campo DATA DI INIZIO e uno DA-
TA DI FINE è necessario che la prima
sia anteriore alla seconda.
È evidente l'importanza della funzio-
ne di controllo, infatti non esiste nessun
archivio o database che possa ammette-
re. per definizione, dati sbagliati. Pensa-
te all'archivio delTAnagrafe del Comune
di Roma, oppure all'Archivio de! Ma-
gazzino dei pezzi di ricambio Fiat.
Si può dire che buona parte dell'atti-
vità dei programmatori «tradizionali»
sia proprio quella di costruire routine e
programmi di controllo dei dati, sia in
procedure di acquisizione dei dati che in
procedure di elaborazione degli stessi.
110
Addirittura, ai primordi dell'informa-
tica. quando l'unico modo per comuni-
care i dati al calcolatore era la perfora-
zione delle schede, il sistema più econo-
mico per il controllo dei dati in immis-
sione era costruito dalla doppia digita-
zione, chiamata verifica.
Con la nascita dell’informatica indivi-
duale e con la diffusione dei nuovi pro-
dotti software «user friendly» il concetto
di controllo ha subito delle trasforma-
zioni. L'utente individuale, che usa per
un suo problema specifico un computer e
un software, immettendo e gestendo in
prima persona i dati di suo interesse,
può non aver bisogno di eseguire i con-
trolli.
Ad esempio per costruire un archivio
dischi ne! campo velocità metterà o 33 o
45. Se poi sbaglia e immette 35 o 43 o
qualsiasi altra cosa non è grave.
Se invece il prodotto è professionale e
chi lavora è un programmatore, la fac-
cenda cambia aspetto, e lo cambia per
vari motivi.
Il primo motivo è che la persona che
immette i dati non è mai la stessa che li
usa e quindi è meno interessata a che i
dati siano esatti, la seconda è che que-
sta persona deve immettere molti dati e
quindi sul grande numero aumentano le
probabilità di errore, la terza é che l'uso
che si fa di questi dati è importante e
quindi non sono ammessi errori, che
possono avere conseguenze gravi.
Il quarto motivo, specificamene tecni-
co. è quello che è sempre opportuno,
quando si può, codificare i dati. In
quanto il campo codificato è mollo più
facile sia da controllare al momento del-
la immissione che da elaborare successi-
vamente (ad esempio A — 33 giri B=45
giri C= CD).
Vediamo come queste semplici consi-
derazioni si trasportano in una tematica
tipo spreadsheet, che. nascendo come si-
mulatore... di foglio di carta a quadretti,
permette un uso spregiudicato ed estem-
poraneo. Ciò non vuol dire che però,
quando occorra, in applicazioni impor-
tanti. lo spreadsheet non possa permet-
tere sofisticate e efficaci funzioni di con-
trollo e validazione dati.
Quello che vogliamo esaminare è pro-
prio questa problematica, indipendente-
mente però da un ambito applicativo
specifico. Vedremo come realizzare con-
trolli di campi numerici, di stringa, di
campi data e controlli incrociati.
Come appena detto tratteremo con-
trolli spiccioli, eseguiti con formule che
occupano poche caselle, anzi preferibil-
mente una sola casella.
Questo sia perché in definitiva questa
rubrica raccoglie suggerimenti, trucchi
del mestiere, e non applicazioni, nean-
che se di limitate dimensioni, sia perché
la sperimentazione suggerita sia facil-
mente eseguita da chiunque, impiegan-
do pochi minuti, che diventano ben spesi
se poi il suggerimento trova pratica ap-
plicazione.
Premessa agli esempi
Prima di passare ad esaminare gli
esempi, realizzati tutti con il SIM-
PHONY in versione italiana, occorre
fare alcune precisazioni, riguardanti il
modo di presentare gli esempi stessi.
Nello spreadsheet, al contrario di
un qualsiasi linguaggio, ad esempio
Basic, non è possibile eseguire listati,
attraverso i quali comprendere la mec-
canica delle operazioni logico-mate-
matiche, e eseguire output che eviden-
zino i risultati relativi.
MCmicrocomputer n, 59 - gennaio 1987
L'ANGOLO DELLO SPREADSHEET
Figura 2 - Controllo Correueiza Formale di una DATA. Il primo controllo da fare su gualsiasi data é che... esista sul calendario.
Figura S • Controllo Data interna ad altre due DATE. Il controllo produce due messaggi: INTERNO, e ESTERNO, in conseguenza del rapporto tra la terza
data e le altre due.
]| tabellone ha due livelli; quello
esteriore facilmente riproducibile, ma
che non dice assolutamente nulla di
cosa, ovvero quali formule ci siano sot-
to. C’è poi, appunto, il livello sotto-
stante, che a sua volta non ha senso se
non legato rigidamente al contenuto
delle celle cui si riferisce.
Inoltre un uso avanzato del tabello-
ne comporta il fatto di concentrare in
una sola casella, e quindi in una sola
formula, la soluzione di un certo pro-
blema con il risultato che la formula
sarà sì solo una, ma sarà tanto compli-
cata.
È quindi estremamene difficile pre-
sentare degli esempi in cui siano chia-
ramente individuabili i due livelli di
contenuti.
Il compromesso cbe abbiamo rag-
giunto consiste in due scelte. La prima
è che riproduciamo, sotto forma di
stringa, aH'intemo dell'esempio stesso
la formula che risolve il relativo pro-
blema.
La seconda scelta consiste nello
snocciolare le formule troppo lunghe
in più parti, legate a catena, l’una al-
l’altra, in modo da capire i passi logici
delta soluzione. In questa operazione
dì traduzione gestiamo anche la mes-
saggistica via caselle.
Trasportando la soluzione suggerita
in un ambito applicativo specifico sa-
rà opportuno accorpare le formule in
una sola, che al limite comprenda an-
che la messaggistica, tenendo presente
che il SIMPHONY, con il quale rea-
lizziamo gli esempi, permette formule
lunghe 240 caratteri.
W.MIHlM.llilHIJ.WJ.II
Uno dei controlli più diffusi è quel-
lo di un codice che deve essere presen-
te in un certo elenco.
Se tale codice è di pochi caratteri e
il numero dei codici possibili è suHl-
cientemente corto è possibile risolvere
il problema in una sola casella utiliz-
zando una funzione di Ricerca di Sot-
tostringa (® RICER).
Se il codice è di più caratteri, biso-
gna prevenire il perìcolo che venga ri-
conosciuto anche un codice composto
da due porzioni di codici contigui. Ad
esempio se sono accettati i codici AA
e BB e la strìnga campione è
«AABB», le sottostrìnghe di due ca-
ratteri riconosciute sono AA BB ma
anche AB.
Per evitare tale evenienza suggeria-
mo dì inserire un carattere non presen-
te sulla tastiera, o particolarmente raro
e difficile da digitare, airintemo della
stringa campione, ad esempio il carat-
tere ASCII 092, per isolare i vari codi-
ci l’uno daU'altro, per cui nell'esempio
citato la stringa campione diventa
«AA§BB».
Se la funzione di ricerca dì sotto-
stringa non trova il codice, sì verifica
una condizione di errore che può esse-
re testata con la funzione ® DERR.
che restituisce il valore 1 se si è verifi-
cato un errore, oppure 0.
Per gestire la messaggistica ERRA-
TO / ESATTO si ricorre alla funzione
®SE, che verìfica lo stato di questo
FLAG.
In pratica nella casella di input va
immessa la sigla, e nella casella di out-
put appare il messaggio ESATTO /
ERRATO a seconda che il codice sia
presente nella strìnga campione o me-
no.
Figura 4 - Codifica di un Dato ■ primo metodo. Ipotizziamo di codificare il campo Tipo Disco. delTarehirio dei nostri dischi. ! valori accettati sono A ~ 33
giri. B — 43 giri, C — Compact Disc. La seodifica i effettuata con il comando di ricerca di sollosiringa.
Figura 3 - Codifica di un Dato - secondo metodo. Allo stesso risultato si può giungere utilizzando più metodi. In tpiesio caso utilizziamo la comoda funzione di
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
111
L’ANGOLO DELLO SPREADSHEET
Figura 6 • Calcolo della DIffertma ira due Dole - primo metodo. Il risultato viene fornito in anni, mesi e giorni.
Figura 7 - Calcolo della Differenza tra due Date • secondo metodo. Il problema del trattamento delle date e delle operazioni conseguenti, ha impegnato, e con-
linuerà a farlo ancora per un bel po '. tutti i programmatori.
Il campo data ha sempre costituito,
e costituirà, una spina nel fianco dei
programmatori, in quanto pur essendo
la data un elemento numerico, non se-
gue non solo nessuna progressione nu-
merica, ma neanche nessuna logica
numerica. SuH'argomento sono appar-
si recentemente sulla nostra rivista
una serie di articoli.
Questo ha comportato l’ulteriore
complicazione che in taluni ambiti ap-
plicativi (leggi BANCHE) si adottano
metodi di calcolo semplificati (mesi di
30 giorni), ma che presentano gravosi
problemi di traduzione.
Gli spreadsheet delle ultime genera-
zioni dispongono di numerose funzio-
ni data, con le quali da una data è pos-
sibile risalire al giorno, mese, anno e
viceversa, oppure ad un numero intero
progressivo che rappresenta un nume-
ro di giorni sul quale intervenire con
operazioni di somma e/o differenza.
Tutto questo agevola la soluzione di
parecchi problemi, ma non tutti, e per
questi occorre ancora inventare degli
algoritmi specifici di calcolo.
Scendiamo nel pratico, cominciamo
con una operazione molto semplice,
quella che si rende necessaria per con-
trollare la validità formale di una data.
In tre celle diverse immettiamo tre
valori numerici indicanti giorno, mese
e anno. Tali tre valori numerici sono
inseriti in una funzione ® DATA (gg,
mm. aa) che li mette in forma di data.
È evidente che se i tre numeri non
sono coerenti con una DATA la fun-
zione darà ERRORE. Con la funzione
® DERR, che fornisce un valore 1 o 0
a seconda della presenza o meno di un
errore, si testa la condizione anomala
nella casella e si gestisce la messaggi-
stica.
Si tratta di un controllo doppio, in
quanto la terza data deve essere com-
presa tra le prime due.
Poiché è possibile eseguire confron-
ti tra date, ottenendo come risultati va-
lori logici 1 o 0, è anche possibile inse-
rire tale confronto in una funzione
® SE. nella quale è anche possibile in-
serire i due messaggi da visualizzare
nei, due casi INTERNA e ESTERNA.
E evidente, e lo si vede chiaramente
nella formula, che le due condizioni
sono legate da un AND logico, per cui
per ottenere la risposta INTERNA,
debbono essere ambedue soddisfatte.
Questo esercizio è simile al primo,
con la differenza che questa volta desi-
deriamo anche la scodifica del codice
immesso.
Vogliamo inoltre mostrare come,
con uno strumento versatile come lo
spreadsheet, sia in generale possibile
trovare molte soluzioni, e tutte accetta-
bili anche dal punto di vista «econo-
mia», ad uno stesso problema.
L’esempio è relativo ad una codifica
della tipologia disco, da utilizzare nel
nostro archivio dischi. Ipotizziamo di
avere dischi a 33 giri (codice A), a 45
(B) e Compact Disc (C).
Nella casella input inseriamo il co-
dice. Poi sottoponiamo il codice stesso
ad una serie di trattamenti. Lo tradu-
ciamo in maiuscolo con la funzione
® MAIUSCOL, lo colleghiamo al ca-
rattere «sconosciuto» (composizione
di stringhe &), in questo caso l'ASClI
124 e la stringa risultante la cerchiamo
nella stringa campione (® RICER).
Se la stringa campione contiene co-
dici e scodifica, è possibile, elaboran-
do il valore numerico ottenuto con la
funzione RICER, eseguire una succes-
siva estrazione con la funzione
® MEZZO (stringa, car. iniz., num.
car.).
Con la funzione ®SE possiamo an-
che testare la correttezza del codice e
gestire una messaggistica errore, in
questo caso alternativa al codice ritor-
nato dalla codifica.
Molto più semplice è il secondo me-
todo, che però utilizza la funzione
® SCELTA, che accetta solo valori nu-
merici interi e progressivi, che inoltre
Conversione Binario
Decimale.
Pr^lematica
facilmente
risolvibile anche in
spreadsheet... ese.
112
MCmicrocompuler n. 59 - gennaio 1987
L'ANGOLO DELLO SPREADSHEET
Figura 9 • Convrrsione Decimale Esadecimale - primo metodo. Dato un numero in formato decimale, di ralort inferiore a 65SS5 (FFFFin HEX), lo si divide
prima in HIGH e LOW BYTE, e poi àascun byte si traduce in una stringa HEX.
Figura IO • Conversione Decimate Esadecimale - secondo metodo. In i/uesto esempio si uiilizia un calcolo a cascata eseguito in forma di tabella, In cui cia-
scun singolo calcolo dipende dal risultato del precedente.
partono da 0. Quindi se la vostra codi-
fica può essere fatta con codici nume-
rici 1,2,3 ecc. la scelta ® SCELTA è la
scelta più conveniene (bisticcio volu-
to).
Tra l'altro se si immette un codice
errato la risposta della funzione è il
messaggio di errore standard, che è
proprio quello che serve.
La differenza tra due date può esse-
re espressa in giorni, oppure in anni,
mesi e giorni. Nel primo caso non esi-
stono problemi dì calcolo in quanto il
risultato è univoco. Nel secondo caso
occorre decìdere con quale metodo
eseguire il calcolo, se in maniera con-
venzionale o in maniera effettiva.
Ad esempio tra il lS-02 e il 15-03
possono passare 28, 29 oppure un me-
se, a seconda che sì contino i giorni dì
calendario e l'anno sia o meno bisesti-
le, oppure che si conti il giorno all'in-
temo del mese.
Se esiste una funzionalità per mezzo
della quale ciascuna data viene tradot-
ta in un numero intero progressivo dì
giorni trascorsi da una data iniziale (in
SIMPHONY dal 01-01-1900), la diffe-
renza tra le date fornisce un numero dì
giorni trascorsi.
Per tradurre tale numero in anni,
mesi, giorni sì può ricorrere a metodi
convenzionali, ad esempio, con anno e
mese di lunghezza in giorni convenzio-
nale (nel nostro esempio di flg. 6
365. 25 gg e 30.57 gg). In tal modo però
non si riesce a governare completa^
mente il risultato, specie per periodi
particolari o per perìodi molto lunghi,'
in quanto come risultato delle varie
operazioni eseguite si hanno anche va-
lori decimali.
Il secondo metodo (fig. 7) invece
non ricorre alle funzioni di data ma
esegue calcoli separati dì giorni, dì
mesi e dì anni, e opera le necessarie
correzioni e riporti. Ad esempio tra il
20-01 e il 10-02 la differenza di giorni
è di -10 ma va corretta in 20 e il ripor-
to negativo va sottratto alla differenza
di mesi che matematicamente invece
darebbe 1.
Questo metodo si usa nel calcolo
dei ratei di interesse in quanto lavora
su mesi di 30 giorni, anzi il valore gior-
no 31 andrebbe sempre corretto in 30.
Anche tale metodo è convenzionale in
quanto scompaiono alcuni giorni del-
l'anno, ma note le convenzioni, produ-
ce dati unìvoci.
Altra tematica tipica, sempre pale-
stra di programmatori alle prime espe-
rienze, è quella della conversione tra
le numerazioni decimali, binari e esa-
decìmali.
La più semplice è la conversione tra
binaria a decimale, in quanto necessi-
ta solo di operazioni matematiche, le-
gate alla posizione dello 0 o I nel nu-
mero base. Ad esempio il quartultimo
elemento del numero di base rappre-
senta il numero 8, per cui va moltipli-
cato per 8, il successivo per 4 e cosi
via. I risultati dì tutte le moltiplicazio-
ni vengono sommati e si ottiene il cor-
rispondente numero decimale.
Conversioni Decimali Esadecimali
due metodi - Figure 9 e 10
Le cose sì complicano passando alla
conversione da decimale in esadeci-
male in quanto occorre comunque ese-
guire operazioni dì strìnga.
• Nel primo esercizio (fig. 9) partiamo
da un numero intero (al massimo
65535) e lo traduciamo nei due byte al-
to e basso. Ognuna dì queste due parti
a sua volta viene divìsa in due dividen-
dola per I6, oppure prendendo il resto
della stessa divisione.
In tal modo si ottengono due valori
compresi tra 0 e I5 (e cioè tra 0 e F) in
HEX. È ora facile, con la funzione
® MEZZO eseguita sulla stringa
0I23456789ABCDEF ricavare il corri-
spondente valore esadecimale, da ac-
corpare agli altri.
Vogliamo far notare come le formu-
le siano state diluite in una serie dì 5
formule. Teorìcamene si possono com-
porre in un'unica formula, che avreb-
be il vantaggio di «risiedere» in una
casella ma lo svantaggio di non essere
visualizzabile tutta insieme in una vi-
deata.Un altro metodo è mostrato in
figura IO e si avvale di una tabellina in
cui vengono eseguiti calcoli a caduta.
Il numero viene diviso dapprima per
4096, la parte intera del risultato viene
scodificata nel carattere HEX corri-
spondente, mentre il resto continua la
sua caduta nella tabella.
Il resto viene diviso per 256 e la par-
te intera del risultato diventa il secon-
do valore HEX, e così via.
Un risultato più diretto si ottiene
utilizzando la funzione MOD, il cui
significato è simulato con la formula
scrìtta nella seconda colonna.
Non descriviamo ulteriormente l’e-
sercizio in quanto gli interessati ese-
guendolo Io capiranno completamen-
te.
In conclusione vogliamo far di nuo-
vo notare la grande versatilità dello
strumento capace non solo di adeguar-
si agli ambiti applicativi più svariati,
ma anche di permettere soluzioni al-
ternative ad uno stesso problema, al-
trettanto valide, la cui scelta dipende
dal... gusto e dalle attitudini dell'uten-
te.
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
113
LA POTENZA DELLO SCSI !
dalla memoria dì massa
al controllo dì processo
• memorie di massa magnetiche
interne ed esterne.
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nnnnnH
Questa puntata della rubrica di Com-
puter Grafica è di tipo «pratico».
L 'argomento è uno dei più facili della
Computer Grafica Tridimensionale e ri-
guarda la Rotazione di una figura pia-
na attorno ad un asse, fino a formare
un solido (detto appunto solido di rota-
zione). Per realizzare tali solidi si parte
da una figura piana e la si fa ruotare,
assieme al piano cui appartiene, attorno
ad un asse.
In pratica ogni singolo punto della fi-
gura piana originaria traccia una cir-
conferenza nello spazio attorno alTasse.
per cui. date le coordinale X. Z. di cia-
scun punto è relativamente facile estra-
polarle in tre coordinale spaziali.
Le varianti sul tema che ci permette-
ranno di implementare lo studio riguar-
dano il collegamento tra le varie posizio-
ni successive assunte durante la rotazio-
ne, la possibilità che Tasse di rotazione
non sia compreso nel piano della figura
base e infine che la stessa figura base,
durante il movimento, subisca un movi-
mento sul piano in cui giace.
Lavoreremo in BASICA IBM ma uti-
lizzando comandi elementari in modo
che sia possibile tradurre i programmi in
qualsiasi altro linguaggio grafico. Ri-
spettando le direttive della redazione, i
listati non saranno più lunghi di una vi-
deata (24/25 righe).
Data la somiglianza tra i vari pro-
grammi presentati ne renderemo comu-
ni due routine di tipo generale che liste-
remo solo nel programma numero I ma
che vanno caricate anche negli altri. Ta-
li routine partono da riga 900 e com-
prendono la inizializzazione dello scher-
mo di lavoro e la routine di trasforma-
zione da coordinate tridimensionali a
coordinate video.
L'Ambiente di Lavoro
In figura I abbiamo realizzato una
visualizzazione grafica dell'ambiente
di lavoro. II piano su cui giace la figu-
ra base è l’XZ, mentre l’asse di rota-
zione è l'asse Z.Quindi la figura base
sarà espressa in coordinate X. Z. Nel
corso della rotazione la coordinata Z
rimarrà costante, mentre la coordinata
X rappresenta la posizione iniziale del
punto che ruotando percorre una cir-
conferenza di raggio X, e che assume
quindi anche un valore Y, variabile.
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
Rotazione attorno ad un Asse
via via, tra -X e X.
Da un punto di vista pratico aver as-
sunto l'asse Z come asse di rotazione
non rappresenta una limitazione in
quanto l'assumere un altro asse, sem-
pre giacente su XZ, è equivalente a far
subire alla figura base una rotazione
sul suo piano.
Premessa ai Programmi
Trattandosi di uno studio su una
problematica comune, è evidente che i
programmi presentati si somiglino tut-
ti. Abbiamo cercato di sottolineare ta-
le somiglianza in modo di rendere evi-
denti le differenze tra ciascun pro-
gramma e il successivo; è proprio sulle
difTerenze che va posta l’attenzione.
Tutti i programmi sono parametriz-
zati al massimo, e quindi tutte le co-
stanti sono definite nelle prime righe,
e le formule usano solo valori parame-
trìzzati. In tal modo è facile verificare
l'effetto del cambiamento dei parame-
tri sul risultato finale.
Si tratta di programmi di grafica tri-
dimensionale. Ma l'oggetto dei pro-
grammi è la problematica di traduzio-
ne delle coordinate da bidimensionali
a tridimensionali, trattata decine di
volte in questa rubrica.
Ripetiamo che le righe da 900 in poi
del primo listato vanno riportate an-
Figura I
Schema di Lavoro.
La figura base, che
sarà ruotala nello
spazio, giace su un
piano XZ. menire
l'asse Z stesso
(almeno per i primi
programmi).
che negli altri quattro in quanto com-
prendono routine comuni.
Le variabili inizializzate nelle prime
righe riguardano dimensioni dello
schermo di lavoro e dell’asse Z trac-
ciato come riferimento (V, W e Q), ri-
guardano gli elementi che definiscono
la vista tridimensionale e cioè distanza
e angoli di visuale (B. G, H). Riguar-
dano infine i dati necessari alla rota-
zione (P, PI e SP).
La figura base è composta da due
segmentini uniti in un vertice, le coor-
dinate relative ai tre punti sono Xi, Zi
e vengono lette tramite delle semplici
READ.
Le routine in comune con gli altri
programmi eseguono la pulizia e l'in-
corniciamento dello schermo (righe
900), tramite due istruzioni WIN DOW
e LINE, con parametri identici. Viene
poi visualizzato l'asse Z (unendo i
punti di coordinate 0, 0, -Q e 0, 0, Q).
L'altra routine in comune è quella
che trasforma le coordinate spaziali di
ciascun punto (X, Y. Z) in due valori
direttamente in formato video (M, N)
e inizia da riga 940.
Il MAIN program, cioè quello che
esegue la rotazione, comincia da riga
115
GRAFICA
ISO, e comprende il loop principale
sull'angolo A, e per ogni valore assun-
to da quest'ultimo, calcola la posizio-
ne dei tre punti costituenti la figura
base, e unisce i tre punti bidimensio-
nali risultanti.
II passo immediatamente successivo
è quello di collegare i vari punti non
solo airìntemo del singolo piano per
comporre la figura, ma anche da un
piano all'altro, in modo da rappresen-
tare «tridimensionalmente» la compo-
sizione spaziale.
Per far ciò occorre memorizzare cia-
scuna posizione, che assume il senso
di posizione precedente, in modo da
collegarla alla posizione successiva, e
quest'ultima una volta visualizzata di-
venta anch'essa precedente.
In pratica occorre utilizzare due
coppie di vettori, la prima con le coor-
dinate della figura iniziale, la seconda
in cui, via via che la composizione va
avanti, vengono parcheggiati i valori
delle coordinate della posizione assun-
ta in precedenza.
Oppure si può decidere di memoriz-
zare tutta la figura, immagazzinando
in una coppia di matrici tutte le coor-
dinate di tutte le posizioni. Le matrici
sono a due dimensioni in cui la prima
rappresenta il punto rispetto alla figu-
ra nel piano e la seconda il punto ri-
spetto alla sua traiettoria circolare at-
torno all'asse.
Le varianti, rispetto al programma
precedente, sono minime e riguardano
l'uso di variabili d'appoggio, sulle
quali parcheggiare via via ì valori dei
punti di ciascun segmento da collega-
re con i corrispondenti punti assunti
dal segmento successivo.
L'unica difficoltà consiste nel fatto
che solo per la prima posizione non vi
è una posizione precedente da collega-
re. Conseguentemente occorre isolare
il primo valore dell'angolo A e iniziare
il loop dal valore SP.
Vanno ripetute due volte, la prima
per il solo valore A = 0, le routine di
calcolo e di collegamento.
Logica evoluzione è quella che con-
siste nei permettere il caricamento dì
figure più complesse che possono es-
sere caricate in due vettori X(l), Z(I)
nei quali sono immagazzinati i valori
delle coordinate che la figura base as-
sume nel piano XZ.
Se poi si utilizza il metodo di colle-
gare le posizioni successive occorre di-
sporre di due vettori per il parcheggio
delle posizioni precedenti.
A
Figura 4
P^ramma Oine-
siro ■ Lìsiaio. La
prima variante am-
siile neU'unire con
segmenU i punii nel-
lo spailo die indica-
no le rafie posiiioni
assunte dalroggello.
Programma Cane-
stro - Output. Con
una semplice figura
di base (due seg-
menti contigui) si ot-
tiene un disegno che
somiglia vagamenie
116
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
GRAFICA
Va apportata un'altra modifica nella
routine principale per permettere il di-
segno del poligono, per il quale il pri-
mo punto va trattato in maniera diffe-
rente dagli altri, così come il primo an-
golo va trattato in maniera differente
dagli altri.
cienziato che per pri-
i. Da un punto di vista
Una delle fi
è quella definì
dal nome dell
mo l'ha studia
«tecnico» è una figura solida con u
sola faccia e con un solo spigolo. La si
ottiene praticamente con una striscia
di carta lunga e stretta della quale si
incollano tra di loro i due estremi cor-
ti.
Se prima di incollarli si ruotano di
mezzo giro (leggi 180 gradi) i due
estremi si uniscono e quindi si confon-
dono le due facce opposte. Se con il
dito percorrete uno spìgolo o una fac-
cia vi accorgerete che in realtà vi è un
solo spigolo e una sola faccia.
Anche l’anello di Moebius ha le sue
varianti costituite dal numero di «gi-
ri» cui si sottopongono gli estremi pri-
ma del congiungimento, e dal fatto
che dopo il congiungimento la strìscia
venga divisa in due o più parti.
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
117
GRAFICA
Figura II ■ Programma Colosseo • Listalo. Questa
volta la figura ruota rispetto ad un asse non più gia-
cente sullo stesso piano, ma giacente sul piano per-
pendicolare all'asse della figura stessa.
Figura 12 e 13 ■ Programma Colosseo - Output. An-
che in questo caso rulli gli elementi sono pararne-
iriszali, per cui cambiandone alcuni si ottengono vi-
ste differenti.
Dal nostro punto di vista la figura
base è un semplice segmento che, du-
rante la rotazione di 360 gradi attorno
all'asse, subisce una rotazione di 180
gradi (o suoi multipli) attorno a se
stesso.
Il listato è semplificato rispetto ai
precedenti in quanto il disegno base è
un comune segmento. Di tale segmen-
to però non vengono fomite le coordi-
nate degli estremi ma le coordinate del
centro e la lunghezza. In tale modo è
possibile far ruotare il centro del seg-
mento attorno all’asse e il segmento
attorno al suo centro.
È stato parametrizzato il rapporto
tra le due rotazioni (parametro K), per
cui è possibile eseguire da 0 a N rota-
zioni variando sensibilmente il risulta-
to «estetico» dell'operazione.
Nelle due figure presentate vediamo
due esempi, il primo mezzo giro e il
secondo due giri. Dalla prima alla se-
conda versione sono stati cambiati an-
che il passo dei loop sull'angolo e la
lunghezza del segmentino.
Il Colosseo
Un ulteriore sviluppo della proble-
matica riguarda la eventualità di far
ruotare l'oggetto non più attorno ad
un asse giacente sullo stesso piano del-
la figura base, ma attorno ad un asse
comunque posto nello spazio. Se que-
st'asse giace su un piano perpendico-
lare all'asse della figura si ha una rota-
zione della stessa su una superficie
pressoché cilindrica.
L'abbiamo definito Colosseo perchè
in definitiva anche ii Colosseo può es-
sere assimilato ad un solido di rotazio-
ne ottenuto ruotando un singolo arco
per più volte attorno ad un asse nello
spazio.
Anche in questo caso adotteremo
tutte le semplificazioni che tale pro-
blema permette e che consistono so-
stanzialmente nel fatto che il piano è
perpendicolare all’asse. Questo per-
mette, ancora una volta, di evitare l'u-
so di coordinate tridimensionali per
definire il disegno base.
Infatti ciascun vertice dell'arco è co-
munque distante dall’asse di rotazione
di un valore R, il valore Z, non varia
durante la rotazione, mentre il valore
X assume il significato di spostamento
in avanti o indietro del vertice rispetto
all'asse dell'arco.
Quindi in pratica ciascun vertice è
individuato da R (che è fisso) da Z.
che non varia con l'angolo, e da due
valori X e Y che dipendono dall'ango-
lo A e da un piccolo spostamento ag-
giuntivo che a sua volta dipende dal
valore X(I) originario.
Il singolo arco è fornito vìa READ
DATA in riga 280. 1 parametri aggiun-
tivi sono R, raggio della figura e T al-
tro parametro che indica il fattore di
spostamento di ciascun punto.
Va poi notato che poiché viene dise-
gnato un arco per ogni angolo, il nu-
mero totale degli archi dipende dalla
misura del passo tra gli angoli, e quin-
di a sua volta dal raggio.
E evidente la relazione reciproca
che lega dimensioni dell'arco, lun-
ghezza del raggio e numero di archi
disegnabili per piano. Tali elementi
possono essere modificati con facilità
per ottenere varianti del disegno. «C
118
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
JGaIcolatrice£'ffV:j
iSchedarìo - PROUA.CR:
Uia tlichelangelo 1
Cologno tl.se {III)
Tei; B2 25W41
Mitologia Groca - Capitolo XII
Il Dio EOLO
Il Dio Eolo, lappiesenlato di solito nell'al
dell’Olimpo Cieco. Figlio di Zeus è al si
Incoiiono nella collera del padre o per a
( 25W741 ì
@000 0.0
@00000
© O 0 0 0 0
© 0 O O 0 o
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di Andrea de Prisco
seco
Teoria della computabilità
Algoritmi
e Macchine di Turing
■ Forse qualcuno avrà già sentilo parlare di Turing, del suo test e della sua macchina. Qualcun altro
saprà che quesTuhima è stata inventala dallo stesso negli anni trenta, quando i calcolatori non solo
non esistevano ma, pur desiderandoli ardentemente, non si immaginava nemmeno come realizzarli. In
questo articolo ve ne parleremo brevemente, non senza anticiparvi che a lutt'oggi non esiste nessun altro
calcolatore che superi le capacità di calcolo della suddetta macchina, tante che dire che una funzione è
(in generale) calcolabile è sinonimo di «calcolabile con una macchina di Turing» o più semplicemente
«Turing-calcolabile». ■
Definizione dì Algoritmo
Per studiare adeguatamente la cal-
coiabilità delle funzioni, è necessario
stabilire, prima di muovere qualsiasi
passo, cosa si intende per algoritmo e
cosa per agente di calcolo. Empirica-
mente parlando, un algoritmo è un
procedimento, in qualche modo preci-
so, che descrive una serie di operazio-
ne da compiere. L’agente si occuperà,
una volta fornitogli l'algoritmo di
«eseguirlo».
Il formalismo della Macchina di Tu-
ring fa capo ad alcuni requisiti di deH-
nizione dì algoritmo ormai riconosciu-
ti universali nell'ambito della calcola-
bilità non probabilistica. In tali requi-
siti, come vedremo, si fa riferimento
anche a caratteristiche dell'agente dì
calcolo adoperato (ripetiamo: le due
cose sono sempre strettamente legate).
Innanzitutto l’algoritmo, descritto
da un programma, deve essere di lun-
ghezza finita e il calcolo deve avvenire
per passi discreti. Ovvero il numero di
istruzioni di cui esso è composto può
essere quanto grande vogliamo ma
sempre un numero naturale (ricordia-
mo che ai numeri naturali non appar-
tengono oggetti loro stessi infiniti, pur
essendo questi in numero infinito). Per
quanto riguarda l'agente di calcolo e
in particolare il set di istruzioni che es-
so può eseguire, occorre che queste
siano in numero finito e che la loro
complessità non sia infinita. In altre
parole, iniziata una singola istruzione
in un tempo non infinito questa deve
essere completata.
L'intrinseca finitezza di un pro-
gramma e delle sue istruzioni, non im-
plica altrettanto circa il numero di
passi (in un certo senso «iterazioni»)
necessari affinché il programma stesso
arrivi a «conclusione». Cioè, teorica-
mente parlando (quello che stiamo fa-
cendo da due mesi), un programma
descrivente un determinato algoritmo,
il quale calcola una qualsiasi funzione
può benissimo richiedere un numero
illimitato dì passi o addirittura infini-
to.
Si noti che, sebbene la differenza è
molto sottile, illimitato e infinito non
sono la stessa cosa: per tornare come
esempio ai numeri naturali, se è vero
che non esiste un numero infinito ap-
partenente a questi, possiamo afferma-
re che esistono numeri naturali com-
posti da un numero illimitato dì cifre
ovvero che non esiste un limite finito
al numero di cifre di cui può essere
composto un numero naturale (la non
esistenza dì un limite finito non auto-
rizza a pensare a qualcosa di infinito).
Nel caso dei nostri algoritmi, in un
certo senso sì taglia la testa al toro af-
fermando che un algoritmo può anche
non terminare mai, continuando a cal-
colare infinitamente. Per terminazione
si intende, qualora non fosse chiaro
dal contesto, che il programma in que-
stione «sputa» fuori il suo risultato e
si arresta.
Chiunque arrivi a questo punto di
teoria sì chiederà certamente a cosa
servano algoritmi che non terminano
mai. O meglio, tutti direbbero: perché
occuparci anche di questi se, tangibil-
mente parlando, non sappiamo cosa
farcene?
La risposta non è immediata. Di ri-
flesso però si dimostra che se adope-
riamo formalismi in grado di calcolare
solo programmi che terminano, non
solo perderemmo tutti i programmi
che non terminano mai (di questo po-
co ci importa) ma. sottolineamo è di-
mostrato e lo dimostreremo, perdere-
mo anche algoritmi che col formali-
smo precedente (terminazione e non)
ci avrebbero fornito prima o poi un ri-
sultato.
Come dire che non è possibile ripu-
lire un formalismo dai suoi algoritmi
che non terminano mai senza portar
via anche algoritmi che sarebbero ter-
minati. Del resto questa scrittura non
120
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
APPUNTI DI INFORMATICA
è poi tanto «araba»: in qualsiasi Basic
(dei miei stivali, ndr) esiste un pro-
gramma tipo «IO GOTO IO», è possi-
bile e non termina mai. Se facessimo
un Basic col quale non è possibile scri-
vere programmi che «vanno in loop»
non avremmo fatto qualcosa di utile
ma un vero e proprio disastro: usando
tale linguaggio di programmazione
prima o poi cominceremo a imprecare
perché non riusciamo a fare quella de-
terminata cosa che vorremmo: tutto
qui.
Per non limitare la potenzialità di
calcolo di un formalismo, occorre che
non siano posti limiti alla dimensione
dei dati in ingresso cosi come per la
quantità di memoria necessaria al cal-
colo. Ovvero un calcolatore calcola la
somma di due numeri naturali se ha
l’opportunità di ricevere in ingresso
due numeri qualsiasi su cui calcolare
la somma. Se limito la dimensione dei
dati in ingresso certamente non riusci-
rò a fare neanche un calcolatore che
somma due numeri qualsiasi. Figuria-
moci qualcosa di più.
Per la memoria illimitata basta pen-
sare a un qualsiasi algoritmo che per
raggiungere il risultato ha bisogno di
immagazzinare una quantità di risulta-
ti parziali proporzionale ai dati in in-
gresso (es. la moltiplicazione tra due
numeri). Se i dati in ingresso non sono
in alcun modo limitati per dimensio-
ne, segue che anche la memoria usata
per il calcolo deve essere illimitata.
E qui comincia a trasparire forte-
mente l'alto contenuto teorico di
quanto stiamo trattando: è ovvio che
un calcolatore siffatto non esìste e mai
esisterà (nemmeno usando per memo-
ria centrale tutti gli atomi dì cui è
composto l’universo, limitati); ciò si-
gnifica solo che a causa di questo fatto
non si riuscirà mai a costruire un cal-
colatore ideale. Ma questo nella teoria
poco importa. Il bello è che anche riu-
scendo a realizzare quanto richiesto
dai requisiti di ogni definizione di al-
goritmo sopra dati, si dimostra che al-
cune funzioni non sono calcolabili. Di
altre non si sa nulla, di altre ancora,
apparentemente non calcolabili risul-
tano essere calcolabili da una macchi-
na di Turing.
b veniamo a questo benedetto cal-
colatore ideato da Turing negli anni
trenta, che tanto ha fatto parlare il
mondo dì allora, come quello di oggi.
Innanzitutto, la macchina dì Turing
(per brevità d’ora in poi la indichere-
mo anche col suo acronimo MDTÌ
MCmicrocompuler n. 59 - gennaio 1987
non è fisicamente realizzabile per il
solito motivo della memoria illimitata.
Essa quindi non va intesa come una
vera e propria macchina ma come un
modello matematico di un oggetto ca-
pace dì calcolare. Se però dimentichia-
mo per un attimo la memoria, la MDT
diventa un oggetto, non solo tangibile,
ma realizzabile con pezzi elettromec-
canici dì fortuna come dei ricambi di
un registratore a bobina e una mancia-
ta di componenti, allo stato solido di
vario genere. Infatti, una MDT è com-
posta essenzialmente da tre parti: un
nastro magnetico, una testina dì regi-
strazione/rìproduzione e una parte dì
controllo (figura l).
Il nastro, suddivìso in celle ed usato
come memoria di lettura e scrittura, ha
lunghezza illimitata e viene utilizzato
sia per leggere i dati in ingresso (qual-
cuno prowederà a inciderlo, prima di
fare partire il tutto), sia per i calcoli in-
termedi, sia per scrivere i risultati pri-
ma di terminare l'elaborazione.
Per definizione di MDT, il nastro
prima dì una computazione é intera-
mente blank tranne un insieme finito
(volendo, anche illimitato, ma non in-
finito) di celle. In queste, come già
detto, sono incisi i dati del program-
ma.
La testina di lettura-scrittura, come
è facile prevedere, legge e scrive sulle
celle del nastro magnetico che, pro-
prio sullo stile di un registratore, scor-
re davanti a questa.
Infine, la parte di controllo, serve
per elaborare quanto è inciso sul na-
stro dando ordini sia alla testina che al
meccanismo di scorrimento del nastro.
A questo punto dovrebbe essere ben
chiara la semplicità dì tutto l’appara-
to: ripetiamo, l’unico problema è il na-
stro illimitato, se no l’avrebbero realiz-
zata. Anche perché a lutt'oggi non è
stato ancora trovato un formalismo ca-
pace di calcolare più cose della MDT:
equipotenti si, ma più potenti no.
Giusto per chiarire subito una cosa,
vogliamo aggiungere che anche un
VlC-20 con memoria infinita sarebbe
equìpotente alla MDT: di questa se ne
parla con tanta ammirazione proprio
per la sua semplicità e per il fatto di
essere stata ideata e studiata negli an-
ni trenta.
Detto questo, vediamo come funzio-
na una MDT. Innanzitutto una cella
del nastro può contenere o il carattere
blank oppure uno dei caratteri del co-
siddetto alfabeto del nastro: in genere
una manciata di simboli qualsiasi (in
numero finito), di solito quelli che
conviene a noi trattare, come le cifre
binarie 0 e I, le cifre decimali, le lette-
re dell’alfabeto inglese o altro.
La parte dì controllo funziona a sta-
ti finiti: durante l’elaborazione a se-
conda dello stato del calcolo, assume-
rà un proprio stato interno. Operativa-
mente parlando, la parte di controllo
legge dal nastro un sìmbolo, a seconda
di questo e del suo stato interno deci-
derà (unìvocamente):
a) cosa riscrivere sul nastro nella me-
desima cella
1 as "t r'o m na i co-
• testi na R/U
parte
d i
control lo
Figura I - Macchina di Turing schemoià:ait
APPUNTI DI INFORMATICA
DOPCTltZl 1 IgllgJIgl EilZ] 1 & DO
q0
b
0
1
q0
b-q0-D
1-ql-D
0-ql-D
ql
stop !
1-ql-D
0-ql-D
Figura S - Complemenia una siringa di bil
b) se posizionare la tesiina sulla cella
a destra o a sinistra della cella appena
letta
c) in quale dei suoi possibili stati inter-
ni traslare.
Univocamente nel senso che se do-
vesse ritrovarsi in un secondo momen-
to nelle stesse condizioni (stesso sim-
bolo in lettura e stesso stato interno)
effettuerà come conseguenza le stesse
operazioni di prima.
Rias.sumendo il tutto, abbiamo che
una elaborazione completa corrispon-
de a preincìdere il nastro con i dati del
programma, a memorizzare questo
nella parte controllo e, a elaborazione
ultimata, leggere dal nastro stesso il ri-
sultato del calcolo.
Il programma della parte controllo
altro non è che una bella tabellina che
riassume ciò che questa dovrà fare in
funzione del suo stato interno e del
simbolo in lettura. La suddetta tabella
conterrà quindi un insieme di quintu-
ple del tipo (q, s, q‘, s', (DIS}) che iden-
tifica una precisa transizione della
macchina di Turing. «q>> è lo stato in-
terno della parte controllo, «s» il sim-
bolo appena letto dal nastro. «q‘» il
nuovo stato interno dopo tale lettura,
«s'» il nuovo simbolo inciso sul na-
stro, nella stessa cella dove è avvenuta
la lettura. {DIS} sta a indicare che la
quinta posizione della quintupla è oc-
cupata da una D o da una S ovvero
dove la testina dovrà spostarsi dopo la
lettura e scrittura; a sinistra o a destra.
Sì noti che tanto il nuovo simbolo
quanto il nuovo stato non necessaria-
mente sono diversi da quelli preceden-
ti.
Detto ciò se ad un certo istante la
macchina di Turing si trova nello stato
q^ e legge dal nastro il sìmbolo s, non
fa altro che andare a cercare tra le sue
quintuple quella che inizia per q;, S; e
comportarsi di conseguenza. Se tale
quintupla non c’è, vuoi dire che il cal-
colo è terminato e la MDT può arre-
starsi.
Ad esempio; con stato interno qO e
simbolo in lettura «I», se nella nostra
tabella abbiamo la quintupla (qO, I.
ql, b, S) significa che dobbiamo scri-
vere un blank, spostarci a sinistra e
passare nello stato interno ql.... con
stato interno q2, simbolo in lettura
blank e quìntupla (q2, b, q2, b, D) ri-
marremo nello stesso stato, riscriven-
do il simbolo blank per poi spostarci a
destra.
Essendo il calcolo deterministico,
come detto, non possono esistere due
quìntuple con uguale stato e sìmbolo
in lettura e parte rimanente diversa,
che indurrebbero un comportamento
non deterministico della macchina:
aleatoriamente dovrebbe scegliere tra
due comportamenti diversi. Ciò indu-
ce una rappresentazione più compatta
e leggibile delle quintuple dì una mac-
china di Turing: una tabella bidimen-
sionale che ha perascissa il simbolo in
lettura e per ordinata lo stato interno
le cui caselle contengono la tripla ri-
manente. A questo punto leggere cosa
fare col dato simbolo e stato interno
non vuol dire altro che (stile battaglia
navale) far incrociare le due coordina-
te e leggere nella casella cosi trovata.
Sembra evidente a questo punto che
senza un po’ di esempi si rischia forte-
mente di diventare scemi.
Qualche esempio
Vedremo ora alcune macchine di
Turing, programmate per fare delle
semplici operazioni. Vista la non limi-
tatezza della stessa, applicazioni più
complesse richiedono solo insiemi di
stati più grandi e relativa tabella delle
transizioni opportunamente dimensio-
nata: per ragioni di spazio ci occupe-
remo solo di casi semplici.
Un primo esempio, potrebbe essere
una macchina di Turing che preso un
nastro su cui sono incisi un certo nu-
mero di «I» contigui restituisce un na-
stro completamente blank. La situa-
zione è mostrata in figura 2: dato che
gli «1» possono essere solo in numero
finito, è facile immaginare il nastro
tutto blank fino a un certo punto, poi
una quantità più o meno grande di
«I» e dopo questi di nuovo tutti
blank. Nella configurazione iniziale,
la macchina è posizionata sui blank
iniziali (a sinistra, per esempio) e il
suo compito possiamo suddivìderlo in
due fasi: dapprima scorrere il nastro
verso destra finché non troviamo un
«1» e, trovatolo, cambiare questo e i
successivi, con un blank finché non fi-
niscono. Senza accorgercene abbiamo
già identificato i due stati interni della
macchina: ricerca e sostituzione che
indicheremo rispettivamente con qO e
ql. Sempre in figura 2, è mostrata la
tabella relativa al programma di can-
cellamento nastro e, indicato nella
parte controllo della MDT, lo stato
iniziale col quale viene avviata la mac-
china.
Uno sguardo alla tabella per render-
si subito conto della semplicità di una
di queste macchine. In ogni posizione
della tabella, identificata come detto
da una ascissa (simbolo in lettura, b
sta per blank) e da una ordinata (stato
del controllo), leggiamo cosa la mac-
china, farà in ognuna delle possìbili si-
tuazioni. Ad esempio, con stato inter-
no qO e simbolo in lettura blank leg-
giamo nella corrispondente casella la
scritta b-qO-D: significa che riscrivia-
mo un blank. rimaniamo in qO e ci
bbtz>gil(ai lQlgigil0i2»l btob
r -1
b
0
1
q0
t)-q0-S
l-ql-S
0-q2-S
ql
stop !
1-ql-S
0-q2-S
q2
stop!
stop!
stop !
q0
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
APPUNTI DI INFORMATICA
sposliamo a destra. Ed è proprio quel-
lo che dovremo fare per scorrere il na-
stro fino al primo «I». Sempre da ta-
bella, vediamo cosa succede quando
incontriamo un «1» dallo stato qO.
Leggiamo b-ql-D; vuol dire che scri-
viamo un blank (questa volta al posto
dell'«l») Iraslìamo nello stato qi (ini-
zia (a seconda fase, di cancellamento)
e ci spostiamo a destra. In tale stato,
sempre come da tabella, continuiamo
a scambiare «1» con blank fino a
quando non troviamo in lettura un
blank (abbiamo finito gii «1»). Nella
tabella, in posizione stato ql. sìmbolo
b. troviamo scritto «stop!», ciò che la
macchina in tale condizione, farà.
Secondo esempio; complemento a I
di una strìnga di bit (figura 3). La si-
tuazione è analoga a quella preceden-
te; abbiamo una sequenza di «0» e
« I » immersa nella miriade dì blank di
cui il nastro é composto. Complemen-
to ad I significa che dovremo sostitui-
re ad ogni «0» un «1» e viceversa.
Sempre in figura 3 è mostrata la corri-
spondente tabella che descrive il pro-
gramma «complemento». Stato inizia-
le e prima casella della tabella, come
prima: continuiamo a scorrere il na-
.stro finché non troviamo qualcosa di-
verso da un blank. A questo punto, se
troviamo uno «0» scriviamo un «1».
trasliamo nello staio ql e ci spostiamo
a destra; se troviamo un «1» scrivia-
mo uno «0» e procediamo in maniera
analoga. Nello stato ql scambiamo
«0» con «I» e viceversa (tenete sot-
t'occhio sempre la tabella di figura 3)
fino a quando non troviamo un blank;
abbiamo finito e la macchina di Tu-
ring si può fermare.
Terzo esempio (un tantino più com-
plicalo); decremento di un numero bi-
nario di n bit modulo 2" (figura 4). Ov-
vero preso un numero binario, si resti-
tuisce lo stesso numero decrementato
di uno. e se il numero di partenza era
0, restituiamo il massimo numero bi-
nario rappresentabile con n bit. Esat-
tamente come accade in linguaggio
macchina e con un qualsiasi registro
del processore. In questo esempio, a
differenza di prima, la testina della
macchina di Turing è posizionata sui
blank a destra del nostro numero bina-
rio. quindi la prima cosa che farà sarà
di scorrere verso sinistra fino al primo
simbolo non blank: vedasi prima ca-
sella della tabella di figura 4 in cui con
lettura di blank e stato interno qO
(quello iniziale) sì riscrive il blank, si
rimane in qO e ci sì sposta a sinistra.
Se come primo carattere incontrato
troviamo un «1», è sufficiente scrivere
al suo posto uno «0» e abbiamo fini-
to; se incontriamo uno «0» bisogna ri-
correre al ben nolo prestito delle scuo-
le elementari ovvero scrivere un «l» e
manipolare le cifre successive tenendo
conto che abbiamo un debito. Ciò si
traduce nel fatto che continueremo a
cambiare tutti gli «0» che incontrere-
mo a sinistra con «I» sino al prossimo
«1» sul nastro che complementeremo
per poi fermare l'elaborazione. Se non
troviamo altre cifre, ma un blank. ci
fermeremo ugualmente. Quanto qui
descrìtto a parole è esattamente ciò
che è codificato nella tabella in figura
4 lo stato qO è quello iniziale, lo stato
ql quello in condizione di debito, lo
stato q2 di stop.
Infine, in figura 5. una macchina dì
Turing. che preso un numero naturale,
restituisce lo stesso moltiplicato per
due. Come nel caso precedente la
scansione avviene da destra verso sini-
stra (a tal proposito nella tabella inse-
rita in fig. 5 per ragioni di spazio è sta-
to omesso lo spostamento della testi-
na, da ritenersi sempre uguale a S, si-
nistra) e la tentazione di lasciare al let-
tore l'arduo compito di raccapezzarci-
si. è forte. Per aiuto comunque diremo
che lo stalo qO è come sempre quello
iniziale, lo stato ql è lo stato in cui va
la macchina quando raddoppia una ci-
fra minore di 5 (non c’è stato riporto),
lo stato q2 è dì contro quello in cui si
trova la macchina quando deve ripor-
tare una unità (nel senso «elementare»
del termine) alla cifra successiva (ov-
vero 7-q2 della tabella, ad esempio.
potrebbe essere letto «scrivo 7 e porto
I»).
Dopo tutto questo parlare, è d'ob-
blìgo una domanda: siamo proprio si-
curi che la Macchina di Turing sìa in
grado di calcolare qualsiasi funzione
calcolabile? O meglio: esìste una di-
mostrazione del fatto che qualsiasi al-
tro formalismo prendiamo esso non è
più polente deH’automa di Turing?
Una tale dimostrazione non esiste;
secondo Church e la sua tesi, qualun-
que algoritmo prendiamo, scritto in
qualsiasi formalismo, esso può essere
calcolalo da una apposita MDT. Lo
stesso affermò che tale macchina non
solo esiste, ma è possibile costruirla
effettivamente partendo dall'algorit-
mo e dai formalismo in questione.
Purtroppo Church mori prima di riu-
scire a dimostrare il suo asserto e oggi,
quello che poteva essere il teorema più
importante della .teorìa della computa-
bilità resta solo una tesi. Ovviamente
ci potrà riuscire qualcun altro cosi co-
me potrebbe essere dimostrato che
Church aveva torto.
Resta però da sottolineare il fatto
che altri formalismi, completamente
diversi da quello di Turing. partoriti in
epoche assai diverse e per vie diverse,
messi a confronto, risultano essere me-
no potenti 0 avere la stessa potenziali-
tà della MDT. Il confronto consiste
naturalmente nel fornire un procedi-
mento effettivo (ed eseguibile) per
passare da un formalismo ad un altro.
Quando riusciamo a passare indiffe-
rentemente dai primo al secondo e vi-
ceversa. i due formalismi sono equipo-
tcnti, se ci si riesce solo in un verso è
più potente quello che, ovviamente,
riesce a coprire anche gli algoritmi cal-
colati dall'altro. In tutte le ricerche ef-
fettuate e a confronti avvenuti, sempli-
cemente il formalismo della macchina
di Turing non è stato mai «battuto».
Tutto qui.
bbb43 165721 43802 bbb
fcl
EZl
1
s
3
•P’
e
q®
b-q0
0-qll2-ql
4-ql
fc-ql
8-ql
0-q2
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8-q2
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stop
0-ql
2-ql
4-ql
6-ql
8-c|l
0-<e
2-(^
4-q2
6-q2
8-q2
q2
1-ql
1-ql
3-ql
5-ql
7-ql
9-ql
l-q2
3-q2
5-q2
7-q2
9-q2
figura S • Raddoppia un numero naturale
BIBLIOGRAFIA
Aiello. Albano. Attardi,
Montanari;
Teoria della computabilità
logica, teoria dei linguaggi
formali
Editrice ETS Pisa. 1976
MCmicrocompuler n. 59 - gennaio 1987
123
di Raffaeilo De Masi
I linguaggi d’eiezione
deii’intelligenza artificiale:
il LISP
La funzione [for]
Poiché la lista è la funzione fonda-
mentale del Lisp, ed è in essa che con-
fluiscono e sì raggruppano gli elemen-
ti fondamentali del linguaggio, è ne-
cessario avere a disposizione un ope-
ratore che esegua in maniera del tutto
automatica, su tutti gli elementi della
lista stessa, qualcosa, ad esempio una
operazione stabilita dall'utente. La se-
rie dì operazioni raccolte sotto tale ti-
pologìa è riunita sotto il nome di fun-
zioni di mappatura. Queste operazioni
sono piuttosto complesse, e richiedo-
no conoscenze ben più avanzate di
quelle finora raccolte. Ciononostante
è possibile qui introdurre una funzio-
ne, [for], che. sebbene non standardiz-
zata nella forma e nelle sue potenziali-
tà. risulta di notevole utilità per la ma-
nipolazione di elementi multipli, come
quelli presenti in una lista.
[For] è un'altra delle forme del Lisp
prive di qualsiasi standard; in analo-
gia con quanto evidenziato da Cha-
miek e McDermott nel loro volume
«Artificial Intelligence» che, come ab-
biamo più volte detto, è fonte prima di
quanto stiamo narrando in queste no-
te. mostreremo le tre principali forme
di [for]. Esse possono cosi essere sche-
maticamente in figura 1 .
Al contrario dì quanto avviene nella
maggior parte dei linguaggi di pro-
grammazione, la variabile viene sem-
pre riferita agli elementi della lista
successiva all'operatore [in]. Non ha
perciò senso il comune operatore
jstep] presente, ad esempio, in Basic.
Per ogni elemento della lista, «espres-
sione» viene valutata. La differenza
tra le tre forme sta in ciò che accade al
valore di «espressione». Nel primo ca-
so quanto presente in (espressione]
viene brutalmente eseguito, senza in-
fluenzare il contenuto delle liste e va-
riabili iniziali: nel secondo, [save], i
valori vengono inseriti e conservati
nella lista stessa, nel terzo, infine, essi
sono collegati insieme nella lista. Ad
esempio, immaginiamo dì voler mani-
polare una lista di numeri, derivando-
ne una seconda lista che sia eguale al-
la prima tranne che ogni membro è pa-
ri al corrispondente -F2. Avremo una
serie dì istruzioni come in figura 2 a).
Da [splìce] si interrompa allorché, in
una delle liste manipolate, viene inter-
cettato l'ultimo atomo.
Ritorniamo un momento alla fun-
zione [do] per meglio esemplificarla:
in pratica è questo il caso in cui sia
[for] che [do] risultano molto più somi-
glianti alle analoghe strutture di lin-
guaggi più evoluti. Sì tratta di un loop
nella più semplice accezione della pa-
rola, universalmente usato per esegui-
re cicli ripetuti un certo numero di vol-
te: ci sembra inutile continuare su
questo argomento.
Una delle tecniche più efficaci nella
programmazione è la ricursione (o ri-
corsìvità). Senza voler esaminare a
fondo tale importante aspetto della
più avanzata tecnica programmacoria
diremo, per sbrigarcela in due parole,
che una funzione è ricorsìva se essa sì
definisce in termini di se stessa. Per fa-
re un esempio banale potremo dire
che un esempio dì definizione ricorsi-
va è quella che indica la pioggia come
«quella cosa che cade quando c'è
pioggia».
Posta in questi termini la cosa sem-
bra priva dì significato (ed infatti lo è),
ma in pratica sì tratta di una delle
strutture più potenti di certi linguaggi
informatici. Lisp supporta la ricursio-
ne nella maniera più ampia e comple-
ta: una funzione può richiamare se
stessa sia in forma diretta (la funzione
[a] chiama la funzione [a], nella sua de-
finizione e sviluppo) che indiretta ([a]
chiama [b] che a sua volta richiama
[a]). A titolo di pura notizia, notevole
potenza della funzione di riscursione è
data, al Lisp, dai possedere operatori
come [car] e [cdr], di cui abbiamo già
parlato. Strutture ricorsive che utiliz-
zano tali funzioni, in una con [defun],
sono pane quotidiano del Lisp, specie
se riunite nelle «macro», di cui parle-
remo adesso.
Si definisce come «macro» la possi-
bilità di riunire sotto un unico opera-
tore-funzione una serie di operazioni-
manipolazioni predeflnite, che, per il
fatto di essere correntemente utilizzate
nel corso di un programma, può essere
agevole riunire e richiamare con un
unico nome. Possono essere intese in
senso lato come macro le procedure
del Pascal, ma anche le funzioni del
«C» ] 1, le word del Forth, i
subprogrammi del Fortran, ecc. Il Ba-
sic originariamente ne è stato privo
(quale difetto non ha questo povero
linguaggio!) ma le sue variazioni più
124
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
L'INTELUGENZA ARTIFICIALE
evolute la ammettono, sia sotto forma
di semplici [DEFFNJ (define function,
che debolucce aH’inizio, sono divenu-
te sempre più elastiche ed efTicienti).
sia sotto le vesti di veri e propri sotto-
programmi-funzioni. come nella più
recente release del MSBasic della Mi-
crosoft per il Mac.
Lisp consente la creazione di ma-
croistruzioni attraverso l’operatore
(defmacrol (si ricordi che operatore e
funzione, in Lisp. assumono lo stesso
significato). Tanto per fare un esem-
pio. banale quanto si vuole, definiamo
una macro, (addizione] che equivalga
all'operatore (- 1 -]; avremo:
(detmacro addizione ( x ■ x •)
(-1- X, X.))
(addizione)
basterà a questo punto battere
(addizione 35)
per avere il risultato di 7.
Come numerosi altri linguaggi, an-
che il Lisp consente che macro posso-
no confluire in altre, per cosi dire di
gerarchia maggiore. Si tratta di struttu-
re piuttosto potenti ed elastiche, facili
da maneggiare, specie se ben commen-
tate. Linguaggi ben fatti consentono
inoltre di creare macro in cui risulta
variabile addirittura il_numero di va-
riabili da manipolare. È così possibile
creare veri e propri nuovi statement,
come con le word del Forth; in ciò è
di notevole aiuto la presenza dblle li-
ste che. con la loro struttura, risultano
ideali per generalizzare la funzionalità
di una macro; è infatti possìbile far ri-
ferimento generico ad una lista, ancor-
ché indefinita, pur non conoscendone
ì limiti, cosa che non é sempre possibi-
le in altri linguaggi, dove le array, lon-
tane cugine delle liste stesse, sono di
esse molto meno manipolabili e parec-
chio più rigide.
Termina cosi la nostra rapida oc-
.chiata al linguaggio Lisp. Sebbene svi-
luppata in diverse puntate, la trattazio-
ne ha toccato solo i princìpi fonda-
mentali della programmazione in tal
idioma, ingiustamente relegato nel
campo pur affascinante della intelli-
genza artificiale. Si tratta, come spe-
riamo di aver mostrato, di un idioma
abbastanza intuitivo e semplice da
usare; il suo problema, se ci è consen-
tito dirlo, è nella sua anticonvenziona-
lità molto spinta, che lo rende strano a
chi è abituato a pensare in linguaggi
molto più conseguenziali. con costrutti
soggetto — predicato — complemento
abbastanza codificati, come avviene in
Fortran, Basic, Pascal. II suo grave di-
fetto. la mancanza dì uno standard, è
molto pesante e lo rende scarsamente
trasportabile: peccato, perché si tratta
di un linguaggio discretamente elasti-
co, tanto da poter essere usato con di-
sinvoltura ed efficacia sia in applica-
zioni numeriche che non.
La sua estrema interlocutorietà ne
fa uno strumento ideale per lo svilup-
po di software (quante volte, scriven-
do una serie dì righe in Basic od una
procedura in Pascal, ci siamo chiesti
se davvero funziona correttamente?),
ma ad essa occorre fare la mano, altri-
menti si resta per lo meno sconcertati
da certe risposte talvolta ambigue.
Tutto sommato, comunque, risulta,
per chi lo volesse utilizzare, piuttosto
facile da imparare, non imponendo,
ad un attento esame, alcuna particola-
re modifica dì regole programmaiorie
già preacquisìle.
Che sia un linguaggio d'elezione per
la LA., come dice il nostro titolo, lo di-
mostra il fatto che il suo più giovane
concorrente, il Prolog (di cui comun-
que parleremo) stenta a prendere quo-
ta anche in certi ambienti più qualifi-
cati, segno che, il rapporto pregi-difet-
ti è nettamente in attivo. Noi ne abbia-
mo trattato solo alcuni aspetti, utili
per quanto diremo appresso; per chi
volesse approfondire l'argomento for-
niremo. al termine dì queste note, una
bibliografia (eventualmente annotata)
più che sufficiente anche per un non
novizio.
Esaminato l'argomento Lisp che,
come abbiamo già detto, ci ha fornito
alcuni tool per proseguire il nostro di-
scorrere sui veri aspetti dell'intelligen-
za artificiale, affronteremo la prossi-
ma volta un argomento oltremodo af-
fascinante; la visione ed ì problemi ad
essa connessi. Vedremo, è il caso di
dirlo, come un computer, dotato di op-
portune periferiche, possa guardare, e
distìnguere oggetti. A risentirci, quin-
di! MC
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
125
compUTGRLine
XENY5
XENIX SYSTEM V
XENY5 vi porta nel mondo dei sistemi multiutenle. multitasking,
nelle reti per Office Automation.
XENY5 è un sistema integrato di hardware e software: un hardware
PC AT compatibile, un software XENIX Sys V S.C O nel pieno
rispetto della «System V Interface Definition» AT&T
XENY5 vi dà la possibilità di leggere e scrivere floppy disk da
360 Kbyte o 1,2 Mbyte anche in formato MS-DOS per consentire
scambio dati in maniera ^ trasparente. XENY5 permette il
8 posti di lavoro indipendenti, la
XENY5 attraverso la rete locale
con altri computer in ambiente
XENIX/UNIX o in altri ambienti operativi, tutto con il software
standard XENIX Sys. V. XENY5 viene fornito con il software e
documentazione relativa a partire dalla configurazione base.
collegamento di almeno
connessione con altri sistemi
MICNET, jl collegamento
compuTERLine
COMPUTERUNE srl 0(1173 Roma V,a U Cc
06 6l.33025 bl301M 6130912 TsIck 621 166 Compì
39 6 7970539
di Raffaello De Masi
Un po’ di statistica
e di caicoio finanziario
Questo mese (e probabilmente il
prossimo) ho pensato di fornire qual-
che dato e qualche listato che ci potrà
aiutare a verificare qualcosa delle no-
stre (mie almeno, spero che non sia co-
si delle vostre) dissestate finanze.
Quante volte ci è capitato di trovarci
di fronte ad un elaboralo relativo ad
un estratto conto o ad un piano di svi-
luppo di un prestito bancario, di un
leasing, di un mutuo ipotecario e ci è
parso dì non riuscire a penetrare in
quella barriera di interessi, quote di
ammortamento, oneri deducibili e non
in cui il nostro interlocutore sembra
invece essere a suo agio? Quante vol-
te, a casa, ci è venuta voglia di pensare
di acquistare una nuova macchina e,
poi, dal concessionario, siamo stali
vittime supine del venditore e dei suoi
giochetti rateali e fideiussori; in que-
sto caso o si firma affidandosi alla
buona sorte e fede di chi ci è di fronte
oppure, più prudentemente, non aven-
do il coraggio di chiedere un'alternati-
va, si è usato r«escape» del «Ci pen-
serò!» e si è usciti con la vaga impres-
sione dì aver commesso chissà quale
delitto, sentendoci gli occhi del nostro
ospite come due punte dì ferro nella
schiena.
L’argomento, sebbene unico, può
essere visto sotto differenti aspetti. Per
rendere la cosa più chiara abbiamo
esemplificato ognuno dei programmi
che presentiamo con una domanda. Il
programma non fa altro che sviluppa-
re l'algoritmo di soluzione, sempre
espresso, comunque, nel testo e forni-
re la esatta risposta.
Una precisazione, prima di comin-
ciare: la matematica finanziaria è uno
dei pilastri della scienza dell'econo-
mia, con bibliografia tale da riempire
templi greci e teatri romani. I pro-
grammi che presenteremo, forse ben
noti a molti lettori, che li avranno tro-
vati, in altra veste, magari su altre pub-
blicazioni, non saranno certo il top
della finanza internazionale ma sono
stati preparati e vengono fomiti pro-
prio perché ovviano alia richiesta del-
ia persona comune che, ad una sem-
plice domanda, desidera una risposta
128
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
ALGORITMI
semplice.
Bene! Stiamo per andare in banca
per chiedere un prestito, stipulare un
contratto di leasing od aprire una pra-
tica di finanziamento. Ci poniamo una
serie di domande a cui vorremmo già
delle risposte per non trovarci di fron-
te a sorprese durante il colloquio con
il funzionario. Vediamole e diamo, se
possibile, una risposta.
1) Desidero chiedere in prestito un
certo capitate. Gli interessi applicati
dalla banca risultano essere del tot %.
Intendo pagare con cadenza n-mensile
per un numero ni di anni (o mesi, o
frazione dì esso). Quale sarà la mia ra-
ta?
È il caso più classico di analisi del
costo di un prestito. Il programma in
altre parole calcola il valore dì un pa-
gamento regolare necessario per l’e-
stinzione di un debito sottoposto ad
interesse, in un determinato periodo di
tempo.
Occorre fornire in input il valore del
capitale richiesto, il numero di anni in
cui si vuol estìnguere il pagamento, la
cadenza dei pagamenti (che, ovvia-
mente. saranno tutti uguali) ed il tasso
d'interesse applicato. Il calcolo si ba-
serà sulla formula:
- IxC/N
1-(I/N + 1)-^
dove
R = importo periodico della rata
I = tasso d'interesse annuo
C = capitale iniziale
N = numero di rate nell’anno
k = N X A. dove A è il numero di an-
ni in cui verrà estinto il debito.
Seconda domanda: il problema è lo
stesso, ma il punto di vista diverso:
Voglio pagare una certa somma, a pe-
rìodi bimestrali, per tre anni. Quale è
l'ammontare del prestito che posso
chiedere, tenendo conto che gli inte-
ressi di cui è gravato sono dell'N% an-
nui?
La formula che consente il calcolo
di tale valore è:
C - R X N/l X (1 - 1/(1-t-l/N)'')
in cui le variabili hanno valori corri-
spondenti a quelli della precedente
formula.
Terza domanda: Chiedo un certo
prestito a tasso n; intendo pagare una
somma prefissata per un certo numero
di anni in rate trimestrali; la restante
parte sarà saldata in un'unica soluzio-
ne al termine. Quanto pagherò per
questa rata finale?
Ancora una volta forniamo la for-
mula che sarà:
Saldo del pagamento finale — pagamento
periodico -l- valore del prestito dopo N x A
Quarta domanda, che, in effetti non
è molto differente dalla precedente.
Desidero un certo prestito, che sarà
gravato da un talaltro interesse. Dopo
aver pagato una serie di rate di un cer-
to importo per un certo tempo, quanto
pagherò ancora, continuando ad uti-
lizzare lo stesso ritmo ed importo ra-
teale?
Risolviamo con:
somma residua — capitale — valore riscat-
tato dopo N X (A-1) + n1 rate
dove N, come al solito, è il numero di
pagamenti in un anno, A è l'anno di
pagamento e NI è il numero di rata di
pagamento nell'anno A.
Continueremo la prossima volta an-
cora il discorso prestiti: era ovvio che
per introdurre l'argomento si è forse
incorso in qualche banalità, e qualcu-
no avrà sorriso della semplicità dei li-
stati. La cosa è voluta, e non ce ne vo-
gliano ì lettori ferrati in materia; pen-
sino a quanti sono quelli che, queste
cose, non le conoscono.
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
129
T3100 Portatile “Made in Japan”: 10 MB nell’azienda e in giro per
il mondo, con voi, quotidianamente.
Da sempre, il sogno di chi aspira a lavorare con un
Personal Compuier. è di possederne uno che sia realmen-
te alPavanguardia, totalmente compatibile ed in grado
di comunicare con lo standard più diffuso, leggero e ma-
neggevole, silenzioso e di piccole dimensioni.
La Toshiba, sempre attenta alle esigenze del mercato,
ha compreso tutto questo per prima ed è così Tunica ca-
sa al mondo che rivoluzionando il mercato dei compu-
lers presenta tre portatili in altrettante classi diverse.
Il Toshiba T-3KXJ. per esempio, progettato utilizzan-
do la piu sofisticala tecnologia della miniaturizzazione,
è il Personal Compuier piu leggero, con la più grande
capacità di memoria dovuta all'Impiego delTHard Disk
Il display al gasplasma ad alta risoluzione, di ottima
leggibilità ed estremamente riposante, la compatibilità
con TAT-IBM e la grande capacità di memoria fanno
di questo piccolo "giapponese" portatile un indispensa-
bile strumento operativo quotidiano alTintemo dell'a-
zienda e in ogni angolo del mondo.
Ciralteristicbe lecolcbe
Processore S0286-8 con Clock di 8 MHZ/4 MHZ sele-
uonabile
.Mimeniazione a 1 15/^20 volt
Video ^ ^^lasma ^ ^a nspluzione da 6M x 400 puels
Sistema operativo MS/ppS j-1
Memoria centrale standard da 640 KB espandibile a
2.6 MB
1 FDD interno da 3.S0” capacità 220 KB (I esterno da
1.2 MB opzion ale)
I Hard Djsk interno da 10 MB
Porta Seriale/Paràilela, Orologio/Calendario. Connet-
tore RGB, Videocomposìio. Connettore per box di
espansiqne,^Modem
Peso k^. 6. 1
rampuTER
^ H^HHBAniJZUu'lUKooSpA
I Via Uiesnuael n>KiM. 127 I
I 0O1«5nom> .T« 06«23«Z« •
MC 1
// set Iti Istruzioni
■ Dopo aver parlalo, nel corso delle precedenti puniate, di argomenti
puramente teorici quali la struttura logica di un programma redatto
in Assembler 8086/88, la gestione dei segmenti, le modalità di
indirizzamento e da ultimo le direttive deU'assemblatore, ecco che a partire
da questa puntata inizieremo l'analisi dettagliala del set di istruzioni del nostro
microprocessore.
Allo scopo dunque di classificarle ed analizzarle meglio, abbiamo perciò
suddiviso le istruzioni nei sei gruppi seguenti: istruzioni aritmetiche, istruzioni di
trasferimento dati, istruzioni logiche, istruzioni di gestione di stringhe, istruzioni di
controllo, istruzioni avanzate.
Iniziamo dunque dal primo gruppo. ■
Le Istruzioni aritmetiche
Appartengono a questo gruppo tutte quelle istruzioni
che consentono di effettuare intanto quelle operazioni arit-
metiche «primitive» che devono essere presenti in un qua-
lunque microprocessore e poi altre operazioni «avanzate»
decisamente utili ed infine altre operazioni (che ci sia con-
cesso definire «optionais») spesso dimenticate e perciò
sottoutìlizzate.
Ecco dunque che il primo gruppo si è già suddiviso in
tre sottogruppi: andiamo dunque ad analizzare le istruzio-
ni aritmetiche «primitive».
Si tratta, come è facile immaginare, delle istruzioni che
effettuano l’addizione e la sottrazione, rispettivamente con
e senza riporto (carry, CF) e con e senza prestito (borrow.
rappresentato sempre dal carry, CF).
In dettaglio si ha:
ADD desi, source
ADC dest, source
SUB desi, source
SBB desi, source
dove, seguendo la prassi comune, abbiamo indicato, dopo
11 cosiddetto «codice mnemonico», le quantità su cui ope-
ra la singola istruzione, rispettivamente la destinazione
(dest) e la sorgente (source).
Tanto per ricordare il significato di questi semplici con-
cetti. facciamo un esempio: la scrittura «ADD dest. sour-
ce» impone al processore di sommare i contenuti di «sour-
ce» e quello di «dest» e di porre il risultato in «dest» op-
pure, ma è esattamente lo stesso, indica al micco di porre
nella «destinazione» la somma della «sorgente» e della
«destinazione» stessa.
Ricordato perciò «come» si legge un’istruzione a due
operandi (dimenticavamo di ricordare che quanto detto si
applica in generale a tutte le istruzioni a due operandi), ve-
diamo in dettaglio le possibili combinazioni di «dest» e
«source» permesse dal microprocessore.
In particolare abbiamo riportato in tabella le possibili
combinazioni.
Istruzioni ADO
ADC.SBB, SUB
Destinazione
Sorgente
1)
registro
registro
2)
registro
memoria
3)
memoria
registro
4)
accumulatore
immediato
51
memoria
immediato
6)
registro
immediato
Abbiamo già visto nel corso delle varie puntate cosa si-
gnificano i termini riportati nella tabella, ma rinfranchia-
mo la memoria ricordando che:
— «registro» rappresenta in generale un qualsiasi registro
interno della CPU, ad 8 o a 16 bit
— «memoria» rappresenta una qualsiasi cella di memoria
indirizzata direttamente, indirettamente, in modo indi-
cizzato e/o basato (si riveda a tal proposito la puntata
relativa ai vari modi di indirizzamento della memoria
da parte dell’8086/88)
— «accumulatore» è il registro AX, se l'altro operando è
a 16 bit oppure AL o AH se l’altro operando è ad 8 bit
— «immediato» è un qualsiasi valore numerico.
Facciamo subito alcuni esempi relativi alle sei possibilità:
1) ADD BX, BP
SBB CL, DL
2) ADC SI, ALFA
SUB ex, BETA[BX-l-5][DI|
3) ADD GAMMA, AL
4) SUB AX. 1000H
5) ADD ALFA[BP][SI], 10
6) ADC CL, 4
Non c’è nulla di particolare da aggiungere se non che i
ftag che vengono alterati («affected») a seguito dell'opera-
zione sono: OF, SF, ZF, AF, PF, CF e cioè rispettivamente
i fiag di overfiow, di segno, di zero, l’auxiliary fiag, di pari-
tà ed il carry.
Allo stesso sottogruppo appartengono le istruzioni INC,
DEC e NEC, le quali rispettivamente incrementano, de-
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
131
ASSEMBLER 8086/8088
cremeniano e «complementano a 2» l'operando indicato
neiristnjzione; si ha infatti
INC dest
DEC dest
NEQ desi
dove in questo caso si hanno le due combinazioni della ta-
bellina seguente.
letruzioni INC, DEC. NEG
Destinazione
1) registro
2) memoria
Per queste tre istruzioni riportiamo dunque gli esempi:
1) INC SI
NEG BP
2) DEC ALFA
NEG BETA[BP]
INC GAMMA+3
Per quanto riguarda i flag abbiamo che le tre istruzioni
si alterano: OF, SF. ZF, AF e PF, mentre soltanto l’istru-
zione NEG altera anche il CF. come dire che per effetto di
un incremento o di un decremento il carry rimane inaltera-
to.
■•tnizlonl aritmetiche; moltiplicazione e divisione
AI secondo sottogruppo delle istruzioni aritmetiche ap-
partengono quattro istruzioni molto importanti e che prati-
camente si cominciano a trovare solo nei microprocessori
a I6 bit: si tratta della moltiplicazione e della divisione,
rappresentate rispettivamente dalle coppie IMUL, MUL e
DIV, IDIV.
In questo caso si hanno per ognuna delle due operazioni
le due possibilità (contraddistinte dalla presenza o meno
della «I» iniziale) di effettuare l'operazione tra operandi
dotati di segno (IMUL e IDIV) oppure senza segno (MUL
e DIV), dove il segno è rappresentato dal bit più significa-
tivo del singolo operando: se tale bit è «0» allora l’operan-
do è positivo, mentre se è «1» allora l'operando è negati-
vo.
Analizziamo innanzitutto la moltiplicazione, facendo al-
cune considerazioni: la moltiplicazione tra due operandi
senza segno non comporta problemi in quanto il prodotto
tra quantità positive dà sempre un risultato positivo e tale
verrà interpretato un risultato avente il bit più significativo
pari ad «1».
Viceversa effettuando l'operazione tra quantità «segna-
te» allora anche il risultato sarà di Cale tipo e si dovrà tener
conto della ben nota «regoletta dei segni»: se i due ope-
randi hanno lo stesso segno allora il risultato è positivo,
mentre se gli operandi hanno segno opposto allora il pro-
dotto avrà segno negativo.
In alcuni casi però si possono verificare delle condizioni
in cui il prodotto tra due valori di stesso segno genera un
risultato che viceversa possiede il bit più significativo pari
ad «I» (indicante dunque un valore negativo) oppure casi
in cui il prodotto tra una quantità positiva ed una negativa
dia un risultato positivo: sono questi i casi in cui il risulta-
to ottenuto è corretto in valore assoluto, ma manca un bit
per poterlo rappresentare correttamente.
Il bit che manca è proprio quello che viene usato per la
rappresentazione del segno.
Ecco che dunque nel caso deH'istruzìone «IMUL» (mol-
tiplicazione tra quantità dotate di segno), gli unici flag che
vengono settati (OF e CF) contemporaneamente verranno
posti ad «1» se la parte alta del risultato non è l'estensione
del segno della parte bassa.
Viceversa l'istruzione «MUL» (moltiplicazione tra
quantità senza segno) setterà i flag OF e CF (e solo quelli)
se la parte alta del risultato è diversa da 0.
Visto dunque come le moltiplicazioni alterano i flag. ve-
diamo il formato delle due istruzioni:
MUL memoria
MUL registro
IMUL memoria
IMUL registro
dove per «registro» e «memoria» vale quanto detto in pre-
cedenza: da aggiungere (ed è molto importante) è il se-
guente fatto che la moltiplicazione (con la «I» oppure sen-
za) avviene tra l'operando indicato e l'accumulatore secon-
do il seguente schema:
— se l'operando (memoria o registro) è un byte allora il
prodotto avviene tra l'operando e AL (parte bassa di
AX) ed il risultato viene posto in AX
— se l'operando è una word allora il prodotto viene effet-
tuato tra l’operando stesso ed AX (un’altra word) ed il
risultato a 32 bit cosi ottenuto viene posto nella coppia
DX:AX e cioè la parte più significativa in DX e quella
meno significativa in AX.
Come conseguenza di queste due possibilità si ha che
volendo moltiplicare un byte per una word bisogna;
1) caricare in AL il byte
2) estendere il segno di AL su tutto AX
3) moltiplicare AX per l'operando (word) per ottenere il
risultato correttamente su due word (DX ed AX).
In particolare l’estensione del segno del registro AL si
ottiene con l’istruzione
C6W
il cui nome deriva dalle iniziali delle parole «Convert Byte
to Word»; ecco che se AL ha il bit più significativo a «0»
allora AH verrà posto a 0, mentre se AL ha il bit più signi-
ficativo ad « 1 » allora AH verrà posto al valore OFFH. Ag-
giungiamo infine che l'istruzione CBW non altera alcun
flag.
Vediamo ora tre esempi relativi alle tre possibilità sopra
esposte:
— prodotto tra due byte
— prodotto tra due word
— prodotto tra un byte ed una word
La divisione
Per quanto riguarda questa operazione possiamo dire
che si può effettuare la divisione tra due operandi dotati o
meno di segno, operandi che. analogamente a quanto det-
to per la moltiplicazione, devono essere, uno, l'accumula-
tore e l’altro o un «registro» o la «memoria» (sempre con
il solito significato).
In questo caso il dividendo è l’accumulatore «estensibi-
le» (AX per un'operazione ad 8 bit e la coppia DX:AX per
un'operazione a 16 bit), mentre il divisore è riportato nel-
l’istruzione stessa come operando.
È proprio l'operando a far decidere di quale tipo di divi-
sione si tratta:
132
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
ASSEMBLER 8086/80S8
— se il divisore é un byte, allora il dividendo è solo AX. il
quoziente viene posto in AL ed il resto (si viene genera-
to anche il restol) in AH
— se il divisore è una word, allora il dividendo è dato dal-
la coppia DX;AX (dove in DX é posta la parte più si-
gnificativa), il quoziente é posto in AX ed il resto è sta-
volta posto in DX.
Ma questo non é tutto: si tratta solo del caso in cui. i va-
lori posti negli operandi non creano problemi di overflow.
Rimane infatti da vedere cosa accade nel caso in cui il
divisore sìa zero o un valore molto piccolo (è il solito pro-
blema della «divisione per 0»), nel qual caso viene addirit-
tura generato un interrupl di tipo 0...
A questo punto bisogna però analizzare singolarmente i
due casi di divisione con segno o senza segno: iniziamo
dalla DIV (perciò senza segno).
In particolare viene controllato che il rapporto tra il di-
videndo ed il divisore non superi la massima capacità del
registro che dovrà ospitare il quoziente:
— se la divisione era tra una word (AX) ed un byte (ope-
rando della DIV) allora il quoziente (AL) non può su-,
perare il valore ÒFFH
— se la divisione era tra una double-word (DX:AX) ed
una word (operando) allora il quoziente (AX) non può
superare il valore OFFFFH.
In caso contrario il nostro 8086/88 lascia indefiniti i va-
lori dei registri dove dovrebbe porre il risultato e genera a
lutti gli effetti, come detto, fintemipt 0: fra qualche punta-
ta. quando parleremo in dettaglio del meccanismo di ge-
stione degli interrupl, il discorso si chiarirà decisamente.
Per adesso segnaliamo la sequenza di operazioni che il
microprocessore svolge automaticamente:
— salva nello stack il registro dei flag
— azzera i flag IF (Interrupl Flag) e TF (Trace Flag)
— salva CS nello stack
— carica in CS il contenuto delle locazioni assolute
00002H e 00003H.
— salva il registro IP nello stack
— carica in IP il contenuto delle locazioni assolute
OOOOOHeOOOOIH.
Appunto fra qualche puntata apparirà più chiara la con-
nessione tra i valori contenuli nelle locazioni di indirizzo
assoluto indicate e l'interrupt 0.
Per quanto riguarda l'istruzione IDIV, bisogna ricordar-
si che coinvolge quantità dotate di segno e che perciò, nel
calcolare se il quoziente può entrare comodamente nel re-
gistro a ciò preposto, sì dovrà parlare dì «valore assoluto
massimo» che si può porre nel registro quoziente. In parti-
colare viene ancora controllato che il rapporto tra il divi-
dendo ed il divisore non superi la massima capacità del re-
gistro che dovrà ospitare il quoziente, però tenendo conto
stavolta del segno:
— se la divisione era tra una word (AX) ed un byte (ope-
rando della DIV) allora il quoziente (AL), se maggiore
di 0 (MSB pari a «0»), non può superare il valore
07FH (127 in decimali) e viceversa se è minore di 0
(MSB pari ad «1») non può essere inferiore ad 80H
(pari a —128 in decimale)
— se la divisione era tra una double-word (DX:AX) ed
una word (operando) allora il quoziente (AX), se posi-
tivo, non può superare il valore 07FFFH (pari a 32767
in decimale), mentre nel caso in cui risulti negativo
(perché ha l'MSB pari ad «l») non può essere inferiore
a 8000H (che rappresenta invece il valore decimale
-32768).
Nel caso in cui invece il quoziente non rientra in questi
range di valori, allora, analogamente al caso precedente,
viene generato un interrupt 0 con la stessa sequenza di
operazioni già viste per la DIV, che il microprocessore
svolge automaticamente.
Vediamo ora alcuni esempi, che rispecchiano le varie
possibilità offerte daH'Assembler:
— divisione tra una word (AX) ed un byte (operando)
— divisione tra un byte (AL) ed un altro byte (operando)
— divisione tra double-word (DX e AX) ed una word
(operando)
— divisione tra word e word (operando): in questo caso
dato che l'operando è una word allora il divisore deve es-
sere una double-word
In quest'ultimo esempio abbiamo usato l'istruzione
cwo
che consente l’estensione del segno del registro AX sul re-
gistro DX: è praticamente analoga alla CBW.
In particolare se l'accumulatore è minore di 8000H e
cioè se ha un bit più significativo pari a «0» allora DX vie-
ne posto a 0, altrimenti nel caso in cui l'MSB dì AX sia pa-
ri ad «1», questo «1» viene esteso a tutto DX, che cosi vie-
ne caricato al valore OFFFFH.
Le istruzioni aritmetiche «optlonals»
Appartengono a questo sottogruppo una manciata di
istruzioni, sei per l'esattezza, utilizzate per scopi molti par-
ticolari quali le operazioni tra numeri espressi in BCD: si
tratta di istruzioni il cui meccanismo è apparentemente
complicato (nulla a che vedere a confronto dei «mostri sa-
cri» che sono la divisione e la moltiplicazione), mentre vi-
ceversa sono «simpatiche» oltreché raramente usate.
Cominciamo dalla prima dì un sotto-gruppo rappresen-
tato da 4 istruzioni che è
AAA
che trae il nome dalle iniziali delle parole «ASCII Adjust
fot Addition» 0 meglio «Unpacked BCD ASCII Adjust
ecc.».
È, come detto, ma prima di un gruppo al quale fanno
parte anche la AAS, la AAM e la AAD, parenti della pre-
cedente in quanto effettuano tutte e tre un «ASCII Ad-
just» per rispettivamente una «Subtractìon», una «Multi-
plication» ed una «Division».
In tutti e quattro i casi correggono il risultato della ri-
spettiva operazione e contenuto nella coppia AH:AL (at-
tenzione! AX in questo caso non avrebbe senso logico), in
modo tale da avere in AH ed AL rispettivamente la cifra
delle decine e delle unità (espresse con solo 4 bit) di un nu-
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
133
ASSEUBCER 8086/8086
mero espresso in BCD, «unpacked» da! momento che le
due cifre non sono «impacchettate» in un unico byte.
Torniamo dunque aH’istruzione AAA.
Supponiamo dunque di avere effettuato un'addizione
che dia come risultato due cifre BCD poste in AH ed AL;
l’istruzione AAA provvede ad incrementare di I il valore
contenuto in AH se. per effetto deiraddizione, in AL ci
fosse un valore maggiore di 9 oppure nel caso in cui il flag
AF (Auxiliary Flag) risulti pari ad «1».
Prima di analizzare in dettaglio ciò che viene eseguito
da una parte deH'istruzione. vediamo un banale esempio
di ciò die stiamo dicendo.
Dobbiamo sommare i due numeri «48» e «37» espressi
in «Unpacked BCD» e perciò posti in registri separati: ad
esempio «48» in AH:AL (ponendo perciò «4» in AH e
«8» in AL) e «37» in BH :BL (ponendo «3» in BH c «7» in
BL):
MOV AX. 0408H; attenzione!
MOV BX.0307H; anche qui!
Ora effettuando l'addizione con
AOO AX.BX
otterremo in AX il valore 070EH che «non» è un «unpac-
ked BCD»! Impostando perciò risinizione
AAA
otterremo il risultato «corretto» dato da 0805H. rappresen-
tante dì quel valore «85» che é proprio la somma dei valo-
ri assunti all'inizio.
Dunque l'istruzione AAA effettua le seguenti operazioni
in sequenza:
— se AL AND OFH (i quattro bit bassi di AL) è maggio-
re di 9 oppure se il flag AF è pari ad « I » (vedremo
dopo il significato di quest'altra condizione) allora
— somma 6 ad AL (è un vecchio trucco per ì numeri in
BCD!)
— incrementa AH di I (ma se AH ora supera il valore
97)
— setta il Dag AF (ecco la risposta! nel caso basterà sal-
vare AL. porre AH in AL. azzerare AH e rieseguire l'i-
struzione AAA!)
— setta il flag CF
— pone in AL l’AND di AL con OFH.
Per quanto riguarda l'istruzione
AAS
vale praticamente quanto detto per l'istruzione AAA: ab-
biamo appena effettuato una sottrazione tra «unpacked
BCD» ed ora vogliamo aggiustare il risultato.
In breve le operazioni che Tistruzione in esame esegue
sono le seguenti;
— se AL AND OFH (4 bit più bassi di AL) è maggiore di
9 oppure se il flag AF è settato allora
— sottrae 6 da AL (sempre lo stesso trucco vecchio come
il mondo...)
— decrementa AH di 1
— setta i flag AF e CF (come prima)
— pone in AL l’AND tra AL stesso ed il valore OFH.
Con il che non aggiungiamo altro.
L’istruzione
AAM
corregge, come detto, il risultato di una moltiplicazione tra
«unpacked BCD»; in questo caso le operazioni che com-
pie sono comunque eseguite in quanto dopo aver effettua-
to una moltiplicazione saremo in generale costretti ad ef-
fettuare la correzione.
1 due passi che l’istruzione AAM effettua internamente
sono:
— pone in AH il valore contenuto in AL diviso per 10
(toh! chi si vede!)
— in AL pone nientemeno che il resto della divisione pre-
cedente!
Come sì vede dunque l’istruzione è solo apparentemente
semplice, dal punto di vista dell’esecuzione aU’intemo del-
l'8086/88.
Per quanto concerne i flag, si ha che l’istruzione AAM
altererà se necessario i flag PF (Parity), SF (Sign) e ZF (Ze-
ro).
L'ultima istruzione del sottogruppo è la
AAD
che non è altro che la controparte della precedente per
quel che riguarda la divisione.
Non ci ripetiamo ancora sulle occasioni in cui si deve
eseguire tale operazione, ma andiamo ad analizzare ciò
che il microprocessore esegue:
— pone in AL il valore di AH diviso per 10 (ancora lui!)
sommato al vecchio contenuto di AL
— pone in AH il valore 0.
Basta riflettere un attimo per comprendere che queste
operazioni sono proprio quel che cl voleva.
Per quanto riguarda i flag, l’istruzione AAD altera i flag
PF. SF e ZF cosi come faceva AAM.
II secondo sotto-gruppo infine è rappresentato dalle due
istruzioni DAA e DAS, che stavolta effettuano la correzio-
ne del risultato rispettivamente dell’addizione c della sot-
trazione di due numeri stavolta «packed».
Lasciamo volentieri al lettore, quasi come esercìzio, il
compito alquanto semplice di immaginarsi il contesto In
cui si deve applicare questa coppia di istruzioni, legger-
mente più complicate delie «unpacked» AAA e AAS.
A proposito, i nomi DAA e DAS stanno per «Decimai
Adjust for Addition» e «Decimai Adjust for Subtraction»
rispettivamente.
Per quanto riguarda rìslnizione
DAA
vediamo quali sono le operazioni che il microprocessore
compie;
— se AL AND OFH (i soliti 4 bit bassi di AL) è maggiore
di 9 oppure se il flag AF è settato (è sempre la solila
storia.. .)alIora
— somma 6 ad AL
— setta il flag AF
— se AL é maggiore di 9FH oppure se il flag CF è settato
(osservando il seguito si capisce il perché di questi
test...) allora
— somma 60H ad AL
— setta il flag CF (eccolo qui il flag CF posto ad «1»).
A questo aggiungiamo che oltre al flag AF e CF già in-
contrati, l’istruzione DAA altera all'occorrenza anche i
flag PF, SF e ZF. con il che il programmatore esperto po-
trà prendere le proprie decisioni.
L'ultima istruzione (anche dì questa puntata!) è
OAS
riguardo alla quale forniamo l’elenco delle operazioni ef-
fettuale internamente dal microprocessore;
— se AL AND OFH (serve ancora dire perche?!) è mag-
giore di 9 oppure se il flag AF è pari ad « I » (ancora...)
allora
— sottrai 6 al contenuto di AL
— poni il flag AF ad «I»
— se AL è maggiore di 9FH 0 se 11 flag CF è posto ad « 1 »
(nessun commento...] allora
— sottrai 60H dal contenuto AL
— setta il flag CF
Terminiamo dunque la puntata dicendo che quest’ulti-
ma istruzione altera i soliti flag (PF, SF e ZF) e dando l’ap-
puntamento alla prossima dove tratteremo in dettaglio le
istruzioni di trasferimento dati.
134
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
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a cura dì Fabio Marzocco
Ricetrasmissione della memoria per C-64
TRX-MEN
■ L'occupazione di un canale radio può essere caratterizzala nello stesso modo di
una comunicazione via filo: resta inteso che il mezzo di trasporto dell'energia è
ben diverso nei due casi, ma la gestione e l'impiego dei sistemi può essere affrontata a
grandi linee con la stessa filosofia. La grande differenza sta ovviamente ne! bassissimo
costo operativo di un canale radio rispetto a quello su linea filare.
A questo punto perché non trasferire software via radio? Al problema hanno già pensa-
to. e bisogna dire dimostrando estrema professionaiità e competenza, Giuseppe Came-
roni e Giancarlo Morellato, con il programma che vi presentiamo questo mese. ■
Trasmettere o ricevere programmi e
dati via radio ha sempre destato un
grande interesse nei radioamatori, fin
dalla realizzazione delle prime schede
a microprocessore di circa dieci anni
fa. Oggi, con la grande diffusione dei
personal computer e la conseguente
estrema disponibilità dei programmi,
il desiderio di impiegare la radio per il
trasferimento degli stessi si è fatto de-
cisamente inarrestabile.
I vantaggi delta radio sul telefono
sono essenzialmente l'estrema econo-
micità sulle lunghe distanze e la possi-
bilità offerta a più utenti di ricevere
contemporaneamente lo stesso pro-
gramma 0 gli stessi dati.
Questo programma, scritto intera-
mente in linguaggio macchina, rappre-
senta forse uno dei modi più semplici,
affidabili ed efficaci finora pensati
per la trasmissione e la ricezione auto-
matica dei programmi via radio, via
telefono o per connessione diretta tra
computer via RS232.
Anche se il compito base del pro-
gramma è quello di scambiare conte-
nuti di locazioni di memoria, siamo
certi che all'appassionato non sfuggi-
rà l'estrema potenza e versatilità di un
programma di trasmissione e ricezio-
ne seriale, facilmente modificabile per
velocità e protocollo.
II programma qui descrìtto è alloca-
to da S6000 a S63FE; ciò permette l'u-
so dello stesso sia per il trasferimento
dei programmi in Basic (inizio $0801)
che in linguaggio macchina (es. cart-
ridge - inizio $8000).
Il programma sì è rivelato di note-
vole utilità, permettendo la diffusione
immediata del software, in genere ad
di Giuseppe Cameroni
e Giaucaria Morellato
uso radiantistico, sviluppato dai grup-
pi sparsi tra Piemonte, Lombardia ed
Emilia-Romagna; grazie a queste note
altri OM o SWL potranno entrare in
possesso del software cosi realizzato,
ascoltandoci su 145.300 MHz: le ap-
parecchiature richieste sono ovvia-
mente oltre al ricevitore ed al compu-
ter, un demodulatore per RTTY.
Funzionamento del programma
Alla partenza (SYS 24576 per la ver-
sione descrìtta) il programma chiede
che sia attuata la scelta tra ricezione e
trasmissione. La ricezione è fatta in
modo assolutamente automatico e lo
stato è rilevabìle dalla scritta RICE-
ZIONE IN ATTO: al termine, in caso
di verìfica positiva, viene presentato il
messaggio RICEZIONE CORRET-
TA, seguito dalie locazioni esadecima-
lì di inìzio e fine della memoria carica-
ta. In caso dì perdita di dati, verrà vi-
sualizzata la scritta RICEZIÓNE ER-
RATA, seguita dalle ipotetiche loca-
zioni di inizio e fine caricamento: il
messaggio FINE LAVORO ed il ritor-
no al Basic concludono comunque il
programma.
La trasmissione chiede che sia indi-
cata in esadecimale la locazione di inì-
zio e fine trasferimento: qualora un
carattere fosse digitato errato, conti-
nuare l'introduzione fino alla richiesta
OK S/N? e battere N. In caso di in-
troduzione corretta, premendo S la
trasmissione, rìlevabile dal messaggio
TRASMISSIONE IN ATTO, avrà ini-
zio immediatamente e sì concluderà
con la scritta FINE LAVORO ed il ri-
pristino del Basic.
Data la relativa lunghezza del disas-
semblalo (circa 4 metri), riportiamo solo
il listato dell'oggeito in figura I. Sul
floppy in distribuzione presso la reda-
zione. comunque, è riportato anche il di-
sassemblato che comunque può essere
ottenuto, a partire dal codice oggetto,
con un qualsiasi programma disassem-
bler.
r-[ Per chi vuole il listato
II listato di questo programma è
lungo alcuni metri. In conseguenza
di ciò si i ritenuto opportuno non
pubblicarlo, sìa perché avrebbe oc-
cupato troppo spazio sulla rivista
sottraendone ad altri argomenti, sia
perché una digitazione senza errori
di un listato cosi lungo appare poco
probabile.
Chi è interessato al programma
può ordinare, seconda il solito siste-
ma. il disco o la cassetta in redazio-
ne. È anche possibile «pescare» di-
rettamente (e gratuitamente) il pro-
gramma per via telematica, dal no-
stro servizio MC-Link; questo ov-
viamente vale per chi è attrezzato in
tal senso. Ricordiamo che per otte-
nere una casella su MC-Link è suffi-
ciente telefonare (con un modem e
un programma di comunicazione) al
numero 06/4510211.
Questo programma è disponibile
su disco presso la redazione. Vedere
l'elenco dei programmi disponibili e
le istruzioni per l'acquisto a pag.
169.
136
MCmicrocomputer n. 59 - gertnaio 1987
BYTE NEU.'ETERE
Analisi del programma
Questa è la sequenza di trasmissio-
ne adottata: NNNN, MSB inizio, LSB
inizio, MSB fine, LSB fine, CHECK-
SUM. dati, STOP.
Caratteri di sincronismo (NNNN).
byte alto (MSB) locazione di memoria
iniziale, byte basso (LSB) locazione di
memoria iniziale, byte alto locazione
di memoria finale, byte basso locazio-
ne di memoria finale, checksum delle
locazioni da trasmettere espresso in 3
byte, contenuto locazioni di memoria
trasmesso in semibyte, carattere fine
trasmissione (S). L'analisi del disas-
semblato è fatta progressivamente con
l'intento, in questo modo, di rendere
più rapida l'identificazione e la com-
prensione delle varie routine.
SCETRX ($6005): chiede di sceglie-
re tra la ricezione e la trasmissione do-
po aver presentato la domanda.
SKAKEY ($6047): scansione della
tastiera; il tasto premuto viene memo-
rizzato nel registro A e contempora-
neamente inviato al vìdeo.
ASCVAL ($6052): converte in valo-
re esadecimale il corrispondente valo-
re ASCII. Es. $4I=$0A.
DUETAS ($6057): carica il valore
ASCII di due tasti in due locazioni
buffer di memoria.
DBYIUN ($6063): prende i valori
caricati dalla DUETAS e li pone in un
unico byte.
DISPLA ($6080): presenta a video
il testo, partendo dal campo indirizzo
più l'indicizzazione fino al carattere
$5E.
OPENTX ($608F): apertura RS-232
per trasmissione; al momento velocità
no Baud modificabile con POKE
24620,XX ove XX rappresenta il valo-
re del registro di controllo.
VALASC ($60B4): converte il con-
tenuto del registro A in ASCII. Es.
SOB = S42
TXLOC ($60BD); trasmette il con-
tenuto del registro A scindendolo in
semibyte.
RITCLO ($60D8): ritardo e chiusu-
ra file; il ritardo può essere sostituito
da una comparazione per bit I e 2 nel
flag RS232 $02A1.
celione
e Trasmissione.
Trasmissione:
50
BAUO -
POKE
24720,161
75
BAUD -
POKE
24720.162
110
BAUO -
POKE
24720,163
134
BAUD -
POKE
24720.164
150
BAUD -
POKE
24720.166
300
BAUD -
POKE
24720.166
600
BAUD -
POKE
24720,167
1200
BAUD =
POKE
24720.168
1800
BAUO -
POKE
24720,169
2400
BAUD -
POKE
24720,170
Ricezione:
Valgono gli stessi valon
delia tra-
smissione posti
25338.
nella
locazione
INIZTX ($60F1): inizio programma
trasmissione con richiesta e introdu-
zione locazioni di inizio e fine.
TXNNNN ($6155): trasmette la se-
quenza NNNN quale sincronismo
RX.
HSTAR ($615F): trasmette il byte
alto della locazione dì inizio.
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
137
BYTE NELL'ETERE
LSTAR ($6164); trasmette il byte
basso della locazione di inizio.
HHEND ($6169): trasmette il byte
alto della locazione di fine.
LLEND ($6I8E): trasmette il byte
basso della locazione di fine.
TXMEMO ($6185): trasmette i con-
tenuti delle locazioni di memoria po-
ste nell’intervallo inizio-fine prece-
dentemente introdotto.
TXME ($61A9): verifica buffer TX
vuoto per comparazione tra i puntato-
ri S029D e S029E.
CALCHE ($61BB); azzera i conta-
tori di checksum.
CHESUM ($61C6): realizza la
somma dei contenuti delle locazioni
di memoria contenute neU’intervallo
inizio-fine introdotto: il risultato è ca-
ricato in 3 byte.
OPENRX ($61 F9): apertura RS232
per ricezione: al momento velocità
1 10 Baud modificabile come in
OPENTX. ma nella locazione 25338.
RXBVT ($62IE): ricezione caratteri
con ricerca carattere fine lavoro S53.
RXN ($623A): rimane in attesa del-
ia sequenza di sincronismo NNNN.
RXI ($6250): ricezione e distribu-
zione locazioni di inizio e fine pro-
gramma.
RXC ($6281): ricezione e carica-
mento valore checksum.
RXMEM ($62A5); ricezione e cari-
camento in memoria dei valori ricevu-
ti.
DISLOC ($62FD): visualizza le lo-
cazioni di inizio e fine ricezione.
Connessioni user port:
ricezione: pin B e C cortocircuitati
trasmissione: pin M
L'utilità di questo programma va
ben oltre il campo delle applicazioni
radiantistiche in quanto, oltre a risul-
tare didattico per la gestione della
pseudo RS232 in linguaggio macchina
nel C-64, può essere impiegato per ge-
stire stampanti, per trasferire pro-
grammi e dati fra computer diversi e
per lo scambio dati fra strumentazioni
e computer via RS232. mk
Giuseppe Cameroni e Oiancarla Mo-
rellalo, radioamatori dal 1970 e molto no-
ti anche in campo internazionale, hanno
riscosso recentemente notevoli successi
grazie ad un intenso lavoro svolto nel set-
tore dell'elaborazione dei segnali radio. Il
primo programma che li rese famosi fra i
telescriventisti (1976) fu l'impiego di un
to per telegrafia il quale, attraverso
_..a scheda a microprocessore Z-80, con-
.sentiva la trasmissione deU’RTTY; il co-
dice Morse veniva prima convertito in
ASCII e poi in Baudot.
Nei prossimi mesi cercheremo di occu-
parci ancora di 12CAB e I2AED in quan-
to la loro produzione di software in que-
sto campo specifico è estremamente inte-
ressante. Uno fra i loro più recenti pro-
grammi consente, ad esempio la ricezione
delle immagini trasmesse dal satellite Me-
teosai e delle emissioni in fac-simile, con
possibilità di memorizzazione quadri, in-
grandimenti, trasformazioni nega-positi-
ve e stampa. Tutto questo senza interfac-
cia alcuna fra il ricevitore ed il Commo-
dore 64 oppure PC-IBM.
Un altro software interessante è risul-
tato essere quello relativo ad un program-
ma di ricezione e trasmissione di immagi-
ni 0 disegni via radio o telefono, sempre
con il solo Commodore 64, usando lo
standard SSTV (Slow Scan Television).
Questo programma consente la ricezione
delle immagini trasmesse dallo spazio
nella gamma dei due metri in SSTV dallo
Space Shuttle durante tutte le prossime
missioni aventi a bordo astronauti radioa-
matori. come già è accaduto in passato.
(Le prime immagini sono state già tra-
smesse con risultati eccezionali durante
la missione STS 51-F dal 29 settembre al
6 agosto 1985).
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Tei. 02/2440776
di Andrea de Prisco
Video Display Conlroller 8563
secondo po'»®
■ Questo mese vedremo una dozzina di registri interni aH'8563 che ci permetteranno di effettuare lo serali
fine orizzontale e verticale della pagina video, di cambiare il colore di fondo di questa e come sia
possibile rilocare la mappa video e/o quella colore in un altro punto della video-ram nascosta dentro a tale
integralo video. Infine un paio di programmi di linguaggio macchina che. «infiltrati» nelle ruotine di interrupt
(mascherabile e non) del 128, permettono di cambiare colore di schermo o l'intero contenuto di questo con la
pressione di un solo tasto. ■
12 registri
La tabella l, che a dire il vero sareb-
be dovuta apparire sul numero scorso,
mostra i registri già visti nella puntata
precedente. In tabella 2. questa volta
puntualmente, sono mostrati i I2 regi-
stri che andiamo a descrivere questo
I registri 2 e 3 servono per centrare
lo schermo in senso orizzontale: il pri-
mo spostandolo ad intervalli di un ca-
rattere (ovvero otto pixel) il secondo
mezzo carattere alla volta (quattro pi-
xel). Per effettuare tali «tarature» ci
avvarremo del programma di figura 1,
col quale potremo leggere o scrìvere in
qualunque dei registri deirS563.
II suo funzionamento è assai sempli-
ce: dapprima si indica a quale registro
siamo interessati, successivamente alla
domanda «value» (valore) se indichia-
mo un numero si effettuerà un'opera-
zione di scrittura se invece battiamo
[return] avremmo una lettura e il valo-
re del registro sarà «stampato» sullo
schermo.
Tornando ai nostri registri 2 e 3, ba-
sterà variare ì loro contenuti per vede-
re tutto lo schermo spostarsi a destra o
a sinistra di un carattere o di mezzo, a
seconda del registro interessato. Per
l’esattezza, immetteremo un valore
compreso tra 0 e 120 nel registro 2 (di
default è 102) o un valore compreso
tra 66 e 79 nel registro 3 (default 73).
Si badi bene che molti dei registri del-
l'8S63, se manipolali a casaccio posso-
no provocare la scomparsa del video a
so colonne sino al ripristino degli stes-
si o. meglio, al prossimo reset del siste-
ma. A tal proposito, se qualche lettore
intende esplorare 1'8S63 con la routine
di figura I, prima di modificare il con-
tenuto di ogni registro sarebbe oppor-
tuno che prendesse nota del suo conte-
nuto iniziale, in modo da poterlo ripri-
stinare anche alla cieca, in caso di per-
dita del video.
Degli otto bit di cui è formato il re-
gistro 5, i tre meno significativi servo-
no per centrare lo schermo in senso
verticale, un pixel alla volta. Avendo a
disposizione soli tre bit. potremo sce-
gliere tra 8 posizioni diverse, pari dun-
que all'altezza di un carattere. 1 valori
che possono essere immessi in tale re-
gistro sono compresi (da una analisi
abbastanza sommaria... chi sa di più si
faccia vivo) tra 224 e 231. e di default
è presente il valore 224.
Scroli fine e Reverse Video
Più che un vero e proprio scroti fi-
ne, come già successo su altri Commo-
dore, il 128 dispone solo di due regi-
stri per far scrollare di pochi pixel la
pagina vìdeo nelle quattro direzioni,
ferma restando una cornice dello stes-
so colore del fondo tipo il bordo delle
40 colonne. Ciò significa che per far
scrollare più righe di testo occorre
usare una routine in linguaggio mac-
china che terminato lo scroli, ad esem-
pio, di 8 pixel in su, velocemente reset-
ta il registro, sposta tutto il Cesto una
riga più in alto e riempie la nuova riga
formatasi in basso col nuovo testo da
far apparire lentamente.
Il difficile sta nel fatto che la routi-
ne in linguaggio macchina deve essere
0 così veloce da non farcene accorgere
(di solito si ha uno sfarfallio di scher-
140
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
128 DA ZERO
mo) oppure sincronizzata col quadro
in modo da effettuare tutte le opera-
zioni quando il «pennello» elettronico
è fuori campo (sta ad esempio co-
struendo il bordo superiore o inferio-
re). Considerato poi che una routine
in linguaggio macchina, nel I28, per
veloce che sia dovrà in ogni caso com-
battere coirindirìzzamento indiretto
dei registri che indirizzano indiretta-
mente la memoria (vedi puntata prece-
dente) non resta che concludere che lo
scroli fine, inteso come lo era nel 64.
non è (praticamente) possibile. A me-
no che qualcuno non ci riesca e ce io
segnali. Grazie.
Ad ogni modo, i registri interessati
allo scroli sono per il verso verticale il
24 e per quello orizzontale il 25. In fi-
gura 2 è mostrato un semplice pro-
grammino che permette di muovere lo
schermo video sotto la cornice esterna,
nelle quattro direzioni, usando i quat-
tro tasti cursore.
Colpo di scena: il bit 6 del registro
24 permette di ottenere lo schermo in
reverse: caratteri colore di fondo su
fondo colore dei caratteri. Settando^o
si ha l’effetto di veder apparire anche
per le 80 colonne un bordo attorno al-
lo schermo: il reverse video agisce so-
lo sulle posizioni dei caratteri.
Pagina video e Pagina colora
La mappa di memoria deir8S63 de-
scritta il mese scorso e mostrata in fi-
gura 3, può essere in parte riconfigura-
ta. Possiamo ad esempio spostare la
pagina video da tutt'altra parte così
come per la pagina colore, meglio det-
ta degli attributi. 1 registri interessati
sono: 12, 13, 20 e 21. I primi due (12
parte alta e 13 parte bassa) permetto-
no dì spostare la pagina video, gli altri
due. con lo stesso formato, la pagina
degli attributi. Possiamo ad esempio
spostare una di queste due mappe (o
ambedue) nella zona libera della me-
moria video, a partire cioè dairìndirìz-
Tabella 1
zo 4096. Se ad esempio vogliamo spo-
stare la mappa video a tale indirizzo e
la mappa degli attributi a 6144
(4096-1-2048), basterà immettere nel
registro 12 il valore 16 (4096/256) e
nel registro 20 il valore 24 (6144/256)
le rispettive «parti-basse» resteranno a
zero.
Oltre a questo, occorre informare il
sistema operativo dì tale cambiamen-
to. in modo da ottenere letture e scrit-
ture effettivamente nello schermo de-
siderato. Per fare questo sarà sulTi-
ciente ricopiare il valore «pok-ato»
nel registro 12. nella locazione Ram
2606 del 128, il valore «pok-ato» nel
registro 20 nella locazione 2607. Più
avanti mostreremo una applicazione
di tale possibilità, comandata dal tasto
restore.
Colore di schermo
Il registro 26 del Video Display
Controller serve per cambiare colore. I
4 bit meno significativi sono riferiti al
colore di fondo, i 4 più significativi il
colore della «penna» in alta risoluzio-
ne. 4 bit equivalgono a 16 possibili
combinazioni diverse, il numero dei
colori di cui il 128 dispone.
Per colorare diversamente lo scher-
mo, come per le celle della mappa co-
lore vista lo scorso mese, seguendo le
specifiche RGBl, indicheremo per il
colore che vogliamo usare di quali
componenti cromatiche esso è compo-
sto e se desideriamo o meno l'intensità
doppia. Un colore è dunque codifica-
to con la sequenza di bit:
Bit 0: intensità
Bit 1 : blu
Bit 2: verde
Bit 3; rosso
Se ad esempio desideriamo un colo-
re di schermo blu chiaro, setteremo il
bit 0 e il bit 1 del registro colore (blu
chiaro = blu -H intensità doppia). 11
bianco è composto da tutte e tre le
componenti cromatiche più rìniensità
doppia (quindi setteremo tutt'e quat-
tro i bit), mentre per le altre combina-
zioni di colorì abbiamo che:
Blu -I- Verde = Cyan
Verde + Rosso = Giallo
Rosso -I- Blu = Magenta
Cyan, per la cronaca è un quasì-az-
zurro mentre magenta assomiglia mol-
to a un rosa intenso.
Se settiamo solo il bit intensità, il
«nero-chiaro» che dovremmo ottenere
è un grigio scuro, mentre settando solo
le componenti cromatiche e non l’in-
tensità, il «bianco-scuro» cosi ottenu-
to è il grigio chiaro.
Posizione cursore
Terminiamo la nostra carrellata sui
registri dell’8563 (l'alta risoluzione sui
prossimo numero, promesso) con i re-
gistri 14 e 15 nei quali possiamo legge-
re la posizione del cursore. Tanto per
cambiare la parte alta nei primo dei
due, la parte bassa nel secondo. Si noti
che per posizione cursore non si inten-
de riga-colonna, ma reffetliva locazio-
ne di video ram dove si trova il carat-
tere sotto il cursore che vediamo sullo
schermo. Tant’è che se spostiamo la
mappa video col procedimento visto
prima, anche ì registri 14 e 15 sì ag-
giorneranno automaticamente ai nuo-
vo range dì valori.
Shift orizzontale 6 pixel
Shift orizzontale 4 pixel
Shift verticale 1 ptxet
) cursore Hi
Lo
Posi:
Inizio pagina t
Inizio pagina attributi Lo
Scroli fine verticale
(bit 6 - reverse screenl
Scroli fine orizzontale
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
128 da zm
Figura 5 e seguenti
Il listato di figura 5 implementa un
rapido metodo per cambiare colore di
schermo: è sufficiente infatti la pres-
sione del tasto ALT per vedere cam-
biare ciclicamente tutti ì colori possi-
bili (16). Oltre a questo, con la sequen-
za CONTROL SHIFT é possibile ef-
fettuare il reverse di schermo che, co-
bit 0 Luminosità'
BIT 1 Blu
BIT 2 Verde
BIT 3 Rosso
BIT 4 Flash
BIT 5 Sottolineato
BIT 6 Reverse
BIT 7 Secondo set
Figura 4 • Conlenuto di una cella della pagi-
na odore del KDf.
me detto, avviene sellando o resettan-
do il bit 6 del registro 24. Come visibi-
le in figura 5 , il listato è composto da
alcune istruzioni e da un po' di linee
data contenenti la routine in linguag-
gio macchina disassemblata in figura
6. Apriamo a questo punto una picco-
la parentesi per tutti quelli che non
hanno già militato precedentemente
nella fila dei Vic-hinghi o dei post- vi-
chinghi (classe millenovecento. ..64).
Il centoventotto, come i suoi nobili
predecessori, relega la gestione della
tastiera ad una apposita routine che
parallelamente a quanto avviene nel
computer (es. l'esecuzione di un pro-
gramma) provvede a scandire ì tasti
per vedere quale di questi è stato pre-
muto. Parallelamente nel senso simu-
lato del termine, per la precisione col
meccanismo delle interruzioni; qual-
siasi cosa stia facendo il processore,
ogni 60-esimo di secondo, viene man-
dato a questo un intemipt mascherabi-
le. A questo punto, se il processore
non ha settato la mascherazione delle
interruzioni, molla tutto ed esegue la
scansione delia tastiera.
Detto ciò, per implementare qualco-
sa che alla pressione di un determina-
to tasto deve essere eseguita, l’unico
modo è di «incunearsi» nella gestione
della tastiera, cambiando il puntatore
alla routine che la gestisce. Ovvero,
scriveremo da qualche parte in memo-
ria il nostro bravo programmino in lin-
guaggio macchina, il puntatore alla ge-
stione della tastiera viene fatto punta-
re alla nostra routine, la quale a sua
volta terminerà con un salto alta nor-
male routine di manipolazione delle
interruzioni che, come detto, controlla
quale tasto è stato premuto.
La nostra routine per vedere se il ta-
sto interessato è stato premuto farà si-
curamente riferimento ad alcune celle
142
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
di memoria come avviene nel pro-
gramma di figura 6 che andiamo a
commentare.
Le prime 9 istruzioni («linee»
1300-1310) servono per inìzialìzzare il
programma: viene cambiato l'indiriz-
zo della routine di manipolazione del-
le interruzioni (agendo .sulle celle S3 14
e S3I5) e posto uguale a zero la cella
SFE che ci serve per mantenere il colo-
re di schermo attuale. Come si vede,
l’inizio della manipolazione delle in-
terruzioni è stata portata airìndirizzo
1311. dove effettivamente ci occupere-
mo di cambiare colore ad ogni ALT e
di invertire il video se si digita CON-
TROL SHIFT. La routine di S131 1 per
prima cosa salva i registri A, X. Y nel-
lo stack dopodiché accede alla cella dì
Figura 6
MONITOR
PC SR AC XH YR SP
BOOO OD 00 00 00 F8
01300
01301
01303
01306
01306
0130B
01300
0130F
01310
01311
01312
01313
01314
01315
01316
01318
0131A
0131C
0131E
01320
01332
01324
01326
01329
0132C
01325
01331
01332
01334
01336
01339
0133A
0133B
0133C
0133D
0133E
0133F
01342
01344
01346
01348
01350
01353
01355
01358
01358
0135D
01360
78 SEI
A9 13 LOA
80 15 03 STA
A9 11 LOA
80 14 03 STA
A9 00 LOA
85 FE STA
58 CLl
60 RTS
48 PHA
8A TXA
48 PHA
98 TYA
48 PHA
A5 03 LOA
C5 FA CMP
FO lE BEO
85 FA STA
C9 08 CMP
DO 20 BNE
A6 FE LDX
A9 lA LOA
80 00 06 STA
2C 00 06 BIT
10 F3 8PL
8E 01 06 STX
E8 INX
C9 10 CMP
00 02 BHE
A6 00 LDX
86 FE STX
68 PLA
A8 TAY
68 PLA
AA TAX
68 PLA
4C 65 FA JMP
C9 05 CMP
DO F4 BNE
A2 18 LDX
8B 00 06 STX
10 FB BPL
AO 01 06 LOA
49 40 EOR
8E 00 Oe STX
2C 00 06 BIT
10 FB BPL
80 01 06 STA
4C 3A 13 JMP
S03
SFA
S133A
SFA
•SOS
S1342
SFE
SD600
SD600
$1326
soeoi
• SIO
S1338
SOO
SFA6S
S133A
•sie
SD600
SD600
S134B
$0601
• S40
S0600
SD600
SI 358
SD601
S133A
memoria SD3 che al termine di ogni
scansione indica quale o quali tasti-
prefisso sono stati premuti. La corri-
spondenza bit-tasto è mostrala qui dì
seguilo:
bit 0 SHIFT
bit 1 COMMODORE
bit 2 CONTROL
bit 3 ALT
bit 4 CAPS LOCK
Tornando al disassemblato, prima
di procedere si controlla se tale cella è
uguale al contenuto di SFA in modo
da non avere repeat su questi tasti che
ci creerebbe non pochi problemi per
azzeccare il colore giusto. Dopo di ciò
si controlla se il valore dì SDÌ è ugua-
le a 8 (è stato premuto l’ALT) o uguale
a 5 (sono stati premuti CONTROL e
SHIFT). A seconda di questi due casi,
come prevedibile, si provvede a man-
dare il contenuto di SFE al registro 26
dei!*8563 e a incrementare SFE oppure
si complemenea il bit 6 del registro 24,
che fa passare da schermo normale a
reverse e viceversa. Al termine, «li-
nee» 133A-133F, si ripristinano i regi-
stri Y, X, A e si salta a SFA65 per ef-
fettuare la normale scansione della ta-
stiera,
in figura 7 è listato il programma
che implementa due schermi a 80 co-
lonne, swiich-abili tramite il tasto Re-
store. Attenzione: il tasto restore non è
un tasto normale. Esso infatti non è,
come gli altri, scandito dal processore,
ma è collegato a questo direttamente
(a meno di qualche integratuccio di
comodo) tramite il suo piedino NMI.
L'acronimo sta per inlerrupl non ma-
scherabile e ciò sta a significare che il
processore non può fare a meno di
ascoltarlo. Come per gli interrupt nor-
mali. anche quello mascherabile ha la
sua routine dì gestione in memoria, la
quale non fa altro che controllare se è
stato premuto anche il run/slop nel
qualcaso viene eseguita la ben nota
routine di re-iniziaiizzazione del siste-
ma. Analogamente al caso precedente,
per implementare l'algoritmo di scam-
bio schermo ci «incuneeremo» nella
routine di NMI, cambiando il punta-
tore a questa per farlo puntare al no-
stro programmino in linguaggio mac-
china e facendo terminare quest’ulti-
mo con salto alla normale manipola-
zione dell’NMl.
In figura 8 è disassemblato il pro-
gramma in linguaggio macchina pre-
sente in figura 7 sotto forma di linee
data.
Tale programma è dunque attivato
ad ogni pressione del tasto restore o,
alternativamente, da programma tra-
mite una SYS 5120. Le linee 140 e 150
di figura 7 provvedono a spostare il
Figura 6
MONITOR
PC SR AC XR YR SP
BOOO 00 00 00 00 F8
OL400 A2 OC LOX «SOC
01402 8E 00 06 STX SD600
01405 2C 00 06 BIT SD600
01408 10 FB BPL S140S
014DA AD 01 06 LOA $0601
01400 49 10 EOR «SIO
0140F 8E 00 06 STX SD600
01412 2C 00 06 BIT $0600
01415 10 FB BPL $1412
01417 80 01 06 STA S0601
0141A 60 2E OA STA S0A2E
01410 18 CLC
014 lE 69 06 ADC *$08
01420 80 2F OA STA S0A2F
01423 A2 14 LOX *S14
01425 SE 00 06 STX SD600
01428 2C 00 06 BIT SD600
0142B 10 F8 BPL S1428
01420 80 01 06 STA $0601
01430 A9 11 LOA «SII
01432 20 02 FF JSR SFF02
01435 A9 91 LOA *$91
01437 20 02 FF JSR SFF02
0143A 60 RTS
0143B 20 00 14 JSR $1400
0143E 4C 40 FA JMP SFA4U
puntatore alla routine di NMI. Quello
che fa il programma di figura 8 é assai
semplice, a seconda di quale schermo
è attivo, sposta i puntatori 12. 13 20 e
21 deH’8563 e cambia il contenuto del-
le celle 2606, 2607 della ram in modo
da passare allo schermo, in quel mo-
mento. nascosto. Infine un Cursor-
Down e un Cursor-Up sono «sparati»
sul video in modo da avere il cursore
sempre sullo schermo selezionato. Fi-
ne. mt
Inviate i vostri contributi
Chiunque voglia contribuire nlln rubrica
«128 da zero» proponendo argomentazio-
ni, Imccbetti o semplicemente notizie ri-
guardinli ii Commodore 128 non deve
far altro cbe inviare il proprio contributo
io redazione, possibilmente indicando
sulla busta «128 da zero».
1 lavori più iatcressanli saranno ospi-
tati su queste pagine ovviamente ricora-
pensindo gli nulori a seconda sia delle
dimensioni che dell'importanza degli ela-
borati stessi. Non dimenticate (a tal pro-
posito) di indicare sempre chiaro il vostro
nome, indirizzo, codice fiscale. Anche il
vostro numero di telefono potrebbe esser-
ci utile per potervi eventualmente contat-
tare prima delta pubblicazione per chia-
rimenti. Bnon lavoro.
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
143
/ tomponentì
di ingresso/usdta
■ Eccoci qui a parlare dei componenti di I/O
del sistema MSX. / tre moschettieri dell'MSX
sono, come ormai lutti sanno, il PPI 8255, tripla
porta parallela, il PSG AY 3-8910 generatore
sonoro a 3 canali, il VDP TMS 9918. processore
video. Il quarto è D’Artagnan. pardon, lo Z80A.
che a dire il vero è la CPU. PPI, PSG e VDP sono
visti dalla CPU come dispositivi di I/O.
Ora vedremo il PPI e i dispositivi ammessi, come
la tastiera anche dal punto di vista sofl. ■
di Sergio e Dario Neddi
Programmable Peripheral Interface
Il PPI 8255 è un componente pro-
grammabile della famigiia 8080, quin-
di un po' anzianotto, ma tutt'ora mol-
to usato. Ha tre porte di I/O parallele
(di 8 bit) programmabili in ingresso o
in uscita individualmente, più un regi-
stro di controllo. Nell’MSX, questo
componente sì occupa della gestione
dei banchi di memoria, dell'uscita se-
riale verso il registratore, del comando
motore del registratore, del led CAPS
LOCK, del click sonoro della tastiera
(per questa funzione non viene impie-
gato il PSG) e della tastiera stessa.
Il componente ha tre modi di funzio-
namento, ma poiché due modi, l'I ed
il 2 richiedono una diversa configura-
zione hardware, a noi interessa parti-
colarmente il modo 0. E solo di questo
parleremo.
Le tre porte disponibili sono: la A, la
B e la C. Quest'ultima può essere
spezzata in 2 porte a 4 bit, che posso-
no venire programmate indipendente-
mente una dall'altra in ingresso od in
uscita. Le due porte a 4 bit si chiama-
no CL (dal bit 0 al 3) e CH (dal bit 4
al bit 7). Per programmare una porta
in ingresso od in uscita bisogna confi-
gurare il componente inviando una
parola di controllo opportuna all'ap-
posìto registro dì controllo (vedi tabel-
la) e poi leggere (o scrìvere) il dato in-
dirizzando la porta desiderata con
una normale istruzione di I/O. Nella
tabella A pubblichiamo le parole di
controllo.
144
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
MISTER MSX
Indirizzi
Tabella B
di I/O (hsx)
Mansioni
A8: Pori A
Commutazione dei banchi di memoria (uscita)
A9: Pori B
Scansione tastiera (ingresso)
AA: Port C
Port CH: bit 7: click audio della tastiera (uscita)
AB: Control Poti
bit 6: led CAPS LOCK (uscita)
bit 5: uscita seriale per registratore
bit 4: controllo motore registratore (uscita)
Port CL: bit 0-3: scansione tastiera (uscita)
Nella tabella B gli indirizzi di I/O del-
le porte ed i loro compiti.
Come si vede la configurazione hard-
ware implica che l'8255 venga impie-
gato sempre nella configurazione con
Fon A in uscita, Fort B in ingresso e
Fort CH e CL in uscita, pertanto sì po-
trà intuire che la programmazione del
Control Fort sarà sempre fissa. Dalla
tabella dei codici dì controllo si può
ricavare il codice, che è 82H. Notate
che il bit più significativo delle parole
di controllo presenti in tabella è sem-
pre ad I. Questo bit, se posto ad I, dà
infatti alla parola il significato di defi-
nizione dì modo, ed a seconda degli
altri bit, configura le porte come nella
tabella di programmazione vista so-
pra. Viceversa se il bit 7 è a 0 allora il
componente si trova nel modo BIT
SET/RESET, cioè ogni bit della porta
C (e solo della C) può venire settato o
resettato indipendentemente dagli al-
tri. Per la programmazione più di tan-
te parole vale la tabella C (ricordiamo
che questi codici vanno inviati al Con-
trol Fort).
Per provare quanto esposto basta un'i-
struzione Basic: con OUT & HAB,8 si
accende il motore del registratore.
Tabella C
Codici (hex)
di controllo
Effetto
00
resetta il bit 0
01
setta il bit 0
02
resetta II bit 1
03
setta II bit 1
04
resetta il bit 2
05
setta il bit 2
06
resetta il bit 3
07
setta II bit 3
08
resetta il bit 4
09
setta il bit 4
OA
resetta II bit 5
OB
setta II bit 5
OC
resetta il bit 6
OD
setta il bit 6
OE
resetta il bit 7
OF
setta il bit 7
mentre con: OUT & HAB.9 si spegne:
con; OUT & HAB, & HOC sì accende
il led CAPS LOCK (si accende solo il
led, non si bloccano le maiuscole) e
con; OUT & HAB.&HOD si spegne.
Da ciò si vede che sìa il led sìa il mo-
tore si accendono quando i rispettivi
bit sono a 0 e viceversa si spengono
quando sono ad 1. La logica è inversa
PB2 PBO p^2 PCI P(.Q fC6 pc? aO Al ^ CT SU’ PAD
miiiiiiiiu ui
PAI PA3
l’il
20 19
21 22
ie 17 16 15 14 13 12 n IO 9 8 7 6 5 4
Intel PPI 8255
23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37
3 2 1
c
38 39 40
/^ /|\ /[\ /|\ /|\ /|\ /|\ /j\ /[\ /|\ /|\ /|\ /f\ /]\ /\ /\ /|\
PB3 PBS P67 07 06 05 M D3 D2 01 DO flR
(^ttlvo altoW
m
PA6p,gPA4
probabilmente per esigenze hardware.
Attenzione: non crediate di poter leg-
gere dal Control Pori una parola appe-
na introdotta con PRINT INP
(&HAB); infatti il registro di controllo
è a sola scrittura e l'operazione di let-
tura ritornerà un valore senza senso.
Comunque è sconsigliabile accedere
direttamente a questo componente
perché è molto facile che la macchina
si inchiodi inviando qualche parola
sbagliata. È meglio accedervi tramite
le routine del Bios. Eccone alcune di
interessanti:
INDIRIZZO (HEX) FUNZIONE
00F3 equivale all'istruzione MOTOR del
Basic: se ii registro A contiene 0 al-
iora OFF, se contiene ^ allora ON,
se contiene un valore con II bit 7 ad
1 allora inverte.
0132 se ii registro A è a 0 aliora accende
il led CAPS LOCK. sennò lo spe-
gne.
0135 se il registro A è a zero aiiora reset-
ta ii bit relativo al click della tastiera,
sennò io mette ad 1.
0136 legge nel registro A ii contenuto del
poti A del PPI, cioè la parola di con-
trollo dei banchi di memoria.
013B scrive II registro A nel Poti A del
PPI, cioè scrive la parola di control-
lo dei banchi di memoria.
0141 se si pone nel registro A un codice
corrispondente ad una riga della
matrice della tastiera la routine ri-
torna In A la riga letta.
È chiaro che queste routine sono
sfruttabili solo da linguaggio macchi-
na. In particolare occorre una certa
pratica per manipolare la routine di
commutazione dei banchi: un errore
significa inchiodare il computer.
Parleremo un'altra volta della ge-
stione dei banchi di memoria. Intanto
ci può interessare come rS2S5 gestisce
la tastiera; i 4 bit meno significativi
dei port C sono collegati ad un circui-
to integrato denominato BCD/Deci-
mal decoder, siglato 7445 (nel nostro
caso) od equivalente. Questo compo-
nente provvede a portare a livello lo-
gico 0 una delle 10 uscite di cui è for-
nito (normalmente stanno a livello lo-
gico I) a seconda del contenuto degli
ingressi. Come conseguenza anche le
righe della tastiera (che stanno colle-
gate alle uscite del 7445) seguono le
vicissitudini delle uscite di questo
componente. Insomma. se il PPI gli
manda 4 bit a 0000 allora viene messa
a 0 l'uscita numero 0 e viene quindi
selezionata la riga 0 della matrice del-
la tastiera: se il PPI gli manda 0010 al-
lora viene messa a 0 l'uscita 2 (infatti
0010 in binario equivale proprio a 2) e
quindi selezionata tale riga della ta-
stiera. La lettura vera e propria dello
stato dei tasti associati a tale riga vie-
ne fatta leggendo il port B dei PPI: ad
esso, infatti, sono collegate le colonne
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
145
MISTER MSX
relative alla matrice della tastiera, con
delle resistenze di PULL-UP (3300
ohm nello SVI 728, ma non sono valo-
ri critici) che servono a forzare a livel-
lo logico I gli ingressi dei port B
quando nessun tasto è premuto; cosi
solo i tasti premuti sulla riga selezio-
nata possono venire letti come bit a 0
e quindi identificati. Nella matrice
della tastiera le righe tra 0 e 8 sono
quelle effettivamente usate da tutti gli
MSX. Le righe 9 e IO servono invece
per alcune versioni che dispongono di
tastierino numerico secondo lo sche-
ma di tabella D. dove i tasti opzionali
possono essere usati per qualunque
scopo (normalmente per gli operatori
aritmetici).
Fa eccezione a quella norma lo
SV1728 che usa solo 4 tasti della riga 9
per i segni di operazione, mentre gli
altri tasti sono la replica dei corri-
spondenti della tastiera principale ai
quali sono collegati elettricamente.
Notiamo, infine, che alcuni pro-
grammi che leggono direttamente la
tastiera (di solito i giochi) non testano
le righe 9 e 10, per cui il tastierino nu-
merico non viene riconosciuto.
Vediamo ora come sfruttare le no-
stre conoscenze (anche se divaghere-
mo un po' dall'hard per «infilarci»
nel soft) per leggere un tasto rimanen-
do in Basic; infatti le istruzioni IN-
KEYS ed INPUTS dicono quando un
tasto viene pigiato, ma se noi volessi-
mo sapere quando viene rilasciato?
Potendo leggere direttamente la tastie-
ra potremmo anche rilevare la pressio-
ne di tutti i tasti, ad esempio lo shift
da solo non viene rilevato dalle nor-
mali istruzioni Basic. Come fare? Di
primo acchito viene in mente un meto-
do che. come vedremo, ha un difetto.
Il metodo consìste neU'indirizzare nel-
la matrice della tastiera la riga conte-
nente il tasto da rilevare e leggerla di-
rettamente (vedere il disegno relativo
alla matrice, tenendo conto che ì tasti
della riga 9 sono tipici dello SVI 728).
Come sì fa? Semplice: mettiamo caso
che vogliamo rilevare il tasto shift,
dalla matrice della tastiera vediamo
che si trova sulla riga numero 6, e pre-
cisamente in posizione 0. Per rilevare
lo stato del tasto potremo fare, quindi;
10 A-tMP (&HAA) AND & HFO
20 OUT &HAA.A OR 6
30 IF IMF (8iHA9) AND 1 THEN PRINT -IL
TASTO SHIFT NON È PREMUTO- ELSE
PRINT -IL TASTO SHIFT È PREMUTO-
40 GOTO 10
Le linee 10 e 20 fanno si che non ven-
gano alterati i 4 bit più significativi
del port C. mediante mascheratura.
La linea 30 fa il test del bit 0 della riga
della tastiera letta. Se il valore di que-
sto bit è 1 allora il tasto non è premu-
to, se è a 0 allora è premuto.
Se provate a tenere premuto lo shift
per un po' di tempo vedrete, però che
a volte non viene riconosciuto. Per-
ché? Bene, il difetto di questo metodo
è proprio questo: a volte il tasto non
viene riconosciuto perché passa del
tempo tra l'attimo in cui il programma
seleziona la riga da leggere ed il mo-
mento in cui la legge effettivamente.
Se arriva nel frattempo un interrupt
da parte del VDP (ogni cinquantesimo
dì secondo ne viene generato uno) al-
lora la CPU esegue la routine di inter-
rupt. Questa routine, tra l’altro, preve-
de la scansione della tastiera, e quindi
va ad alterare il nostro puntatore alla
riga della matrice. Insomma, se arriva
un interrupt noi andiamo a leggere un
tasto sbagliato. Per questo bisognereb-
be disabilitare rimemipi prima di ac-
cedere all'8255 e riabilitarlo dopo aver
letto la tastiera. Difficile anche se non
impossibile da fare in Basic: vedremo
ora che è più facile aggirare l’ostaco-
lo. Per farlo bisogna sapere questo;
non tutto il male viene per nuocere, la
routine dì scansione della tastiera ci fa
pure un buon servizio: infatti ci rico-
pia in RAM «rimmagine» dello stato
della tastiera. A partire dall'indirizzo
&HFBE5 e per l'estensione di 1 1 byte
troveremo i byte corrispondenti alla
lettura delle righe della tastiera, già
bell'e pronti per essere «PEEKati» da
Basic! A dire il vero la stessa cosa la
troveremo anche a partire daU'indiriz-
20 &HFBDA, la doppia tabella serve
al soft dì gestione della tastiera per
confrontare lo stato dì un tasto letto
durante il ciclo di interrupt con lo sta-
to letto il ciclo precedente. A noi co-
munque questo non interessa, visto
che alla fine dì ogni ciclo di interrupt
la tabella «nuova» viene ricopiata nel-
la «vecchia», e così appaiono identi-
che viste da una routine «esterna».
Vediamo ora come leggere lo stato di
un tasto senza problemi;
146
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
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MISTER MSX
COIMIE lai corte del l'SZSS)
MATRICE TASTIERA
Il circoletti indicane i tasti)
RIME
terovengw»
dal 7445)
10 IF PEEK(&HFBE5+6) AND 1 THEN
PRINT -IL TASTO SHIFT NON E PREMU-
TO- ELSE PRINT -IL TASTO SHIFT É PRE-
MUTO-
20 GOTO 10
crediamo che sia abbastanza chiaro il
metodo: si somma a &HFBE5 il nu-
mero della riga della tastiera che deve
essere letta e si fa una PEEK. Poi si fa
un AND per testare il bit voluto. Se il
risultato è 0 allora il tasto è premuto,
in caso contrario il contrario! Ricor-
diamo ì valori da usare nell'operazio-
ne di AND per testare i vari bit:
BIT VALORE PER L’ANO
0 1
1 2
2 4
3 8
4 16
5 32
6 64
7 128
provate a scrivere una routine che ri-
conosca la pressione di un altro tasto,
con questo metodo.
Locazioni utili della RAM
Già che ci siamo nel discorso delia
tastiera vediamo alcune locazioni inte-
ressanti che hanno a che fare con essa,
anche se non c'entrano direttamente
con il PPI 8255.
Locazione &HFBB0: se contiene un
valore diverso da 0 si ha un ritorno al
Basic ogni volta che vengono pigiati
assieme i tasti CONTROL, SHIFT,
GRAPH e CODE. Funziona anche
nei programmi in L/M, a patto che
l'interrupt sia abilitato. Provate a fare
POKE &HFBB0.1 e pigiate i suddetti
tasti contemporaneamente per render-
vi conto dell’effetto.
Locazione &HFBB1: se contiene un
valore diverso da 0 vengono disabili-
tati STOP e CONTROL-STOP in un
programma Basic: provate POKE
&HFBB1,! e poi tenterete (invano!) di
fermare un programma (se però avete
dato in precedenza la POKE
&HFBB0,! potrete uscirne pigiando i
famosi 4 tasti).
Locazione &HFCAB: si tratta del
flag associato al tasto CAPS LOCK:
se contiene 0 vengono battute le minu-
scole, se contiene un numero diverso
da 0 allora sono maiuscole. Pigiando
il tasto CAPS LOCK il contenuto di
questa locazione viene complementa-
to (e quindi vale &HFF se prima vale-
va 0 e viceversa). Facendo però una
POKE con un valore diverso allora
potremo bloccare le maiuscole: infatti
anche pigiando il CAPS LOCK non si
otterrà mai 0. L'unica cosa è non far
caso al led di CAPS LOCK. che si ac-
cende solo se questa locazione va a
&HFF pigiando il CAPS LOCK, quin-
di mai dopo che avremo fatto POKE
&HFCAB,I.
Il buffer di tastiera
L'MSX possiede un buffer di tastie-
ra che può_ contenere al massimo 39
caratteri. È allocato a partire da
&HFBF0 e sì estende per 40 byte. Vie-
ne gestito da 2 puntatori. Per inserire
una stringa nel buffer il sistema parte
dall'indirizzo che sta nel puntatore
contenuto in &HF3F8 e &HF3F9, ar-
rivato alla fine del buffer contìnua
dall'Inizio dello stesso (il buffer è «cir-
colare»). Per leggere i caratteri dal
buffer il sistema li prende dalTindiriz-
zo che si trova nel puntatore contenu-
to in &HF3FA e &HF3FB. incremen-
tandolo (andando «a capo» alia line
del buffer) fino a raggiungere l'altro
puntatore, il che significa buffer vuo-
to. Si può sfruttare questa caratteristi-
ca per forzare nel buffer una stringa
da Basic. Per cancellare i buffer si può
usare (anche da Basic, con una USR)
la routine del Bios di indirizzo
&H0156.
Ecco un esempio di introduzione di
una stringa nel buffer:
10' CARICATORE PER PROGRAMMA BA-
SIC
20'
30 A$ - -cload- + CHRS (13) -i- -run- +
CHRS(13)
40 FOR 1-1 TO LEN(AS):POKE I-H-&
HFBF0,ASC(MIDS(AS,I,1)):NEXT
50 POKE &HF3FA,&HFO:POKE &HF3FB,
&HFB ' posiziona puntatore al primo carat-
tere del buffer
60 A-&HFBF0-FLEN(A$|
70 POKE &HF3F8,A AND 2S5:POKE
&HF3F9,(65536!-fA)/256 ' posiziona il pun-
tatore all'ultimo carattere della stringa pre-
sente nel bufter.
Questo programma può venire sal-
vato in modo ASCII e mandato in ese-
cuzione con RUN«CAS:» lui provve-
derà a caricare un programma Basic
con CLOAD ed a mandarlo in esecu-
zione con RUN.
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■ Nelle precedenti puntale abbiamo analizzalo i comandi di gestione
delle directory e quelli di gestione dei file veri e propri: in questo
numero parleremo di comandi previsti daU'MS-DOS e non riguardanti
argomenti specifici.
Si tratta di comandi per lo più legati all'«inieifacciamenlo» de! Sistema
Operativo verso l'utente e consentono di cambiare alcune caratteristiche
quali la data, l'ora, il prompt oppure di esaminarne altre (ad esempio la
versione del DOSj.
Iniziamo dunque da due comandi molto simili. ■
Come è facilmente intuibile dal loro
nome, i comandi in esame consentono
la vìsuali 2 zazione nonché la modiilca
rispettivamente della data e dell’ora: a
questo proposito bisogna operare una
distinzione a seconda se nel nostro
computer esista o meno una particola-
re scheda di espansione dotata di «re-
al lime clock».
Supponiamo dunque di analizzare
innanzitutto il caso di un computer
(ad esempio un IBM XT oppure un
«compatibile» a seconda dei gusti)
non dotato di alcuna scheda aggiunti-
va: in questo caso basta sapere che al-
l'interno è comunque presente un cir-
cuito integrato avente tra l’altro la fun-
zione di scandire il tempo (si tratta
dell'integrato 82S3-S), il quale ad in-
tervalli regolari invia un interrupt alla
CPU, al che viene aggiornata una serie
di celle di memoria contentente l'in-
formazione dell’ora e del giorno.
Tutto ciò però viene perso al mo-
mento dello spegnimento del compu-
ter e da ciò nasce l'esigenza di avere
due comandi di sistema che permetta-
no, una volta riacceso il computer, di
sellare l’orologio interno.
Viceversa esistono in commercio pa-
recchie schede aggiuntive che conten-
gono al loro interno un orologio dota-
to di batterìa in tampone, in modo tale
che una volta impostata l’ora e la data
iniziale, l’apposito circuito integrato
continui a contare e a memorizzare il
tempo indipendentemente dal fatto
che il computer sia accesso o spento:
data appunto la varietà di schede (tra
originali e «cloni») presenti sul merca-
to, diciamo soltanto che per effettuare
il settaggio iniziale dell'ora non si use-
ranno più i comandi «date» e «lime»
(dei quali parleremo ora in dettaglio!),
ma degli appositi comandi relativi ad
altrettante routine in generale fornite
in dotazione alla scheda: alcuni nomi
che ci ricordiamo sono ad esempio
«SETCLOCK», «GETCLOCK»,
«SET TIME», ecc. per i quali dobbia-
mo rimandare ai retativi manuali di
applicazione.
Comunque, tornando al caso dell’o-
rologio interno, vediamo subito che i
comandi in esame, se impostati da so-
li, forniscono l’indicazione della data
e dell’ora relative all’istante (anno più
anno meno!...) in cui si invia tale co-
mando: la battuta di cui sopra è dovu-
ta al fatto che l’ora viene fornita al
centesimo di secondo, senza però che
sia dato di sapere a quale istante si ri-
ferisca tale ora indicata, se quello in
cui è stato premuto il tasto di RE-
TURN oppure «qualche istruzione
dopo».
Non è un eccesso di pignolerìa, ma
forse ci bastava il decimo di secondo...
Nel caso del comando «time», subi-
to dopo l'indicazione dell’ora (staticis-
sima a contrario dell’ora «corrente» e
cioè aggiornata istante per istante, for-
nita dall’altro sistema operativo CP/
M-86) compare la richiesta dell'even-
tuale nuova ora da impostare, anche
in questo caso, volendo, con la preci-
sione del centesimo di secondo: dubi-
tiamo che ciò sia di una certa utilità
ammesso che sì riuscisse ad avere un
fantastico tempo di reazione nel pre-
mere il tasto di RETURN allorché
scocca l'ora indicata con i centesimi di
secondo....
Anche in questo caso, cosi come
150
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
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TRUCCHI DELL'MS-DOS
succede per altri comandi dell'MS-
DOS, si avrà l'output su video di un
messaggio originariamente in inglese,
che poi è stato tradotto in diverse lin-
gue.
Divertente è a questo proposito la
traduzione italiana del messaggio, tra-
duzione che ci rassicura che l'ora ri-
portata è proprio l’«ora attuale», sem-
mai ne avessimo il dubbio e che ri-
sponde alla nostra domanda: «Che
ore sono attualmente?!».
In inglese il messaggio era «Currenl
time is....», laddove sì evince che an-
che gli americani ci tengono a far sa-
pere che l'ora indicata è proprio quel-
la vera....
Per quanto riguarda il comando
«date» valgono analoghe considera-
zioni. alle quali va aggiunta la presen-
za dell'indicazione del giorno della
settimana relativo alla data impostata.
In questo caso c'è pure da aggiunge-
re il fatto notevole che il formato di vi-
sualizzazione della data può essere de-
ciso a priori dal programmatore: ricor-
diamo infatti che mentre noi indichia-
mo una data comune come «giorno-
mese-anno», nei paesi anglosassoni è
d’uso corrente indicarla con «mese-
giomo-anno».
Come vedremo quando parleremo
della «configurazione» del sistema, è
possibile dunque stabilire il formato
della data in modo tale da non aver
più il dubbio, davanti ad un’indicazio-
ne del tipo «5/6/86», se si stratti del
«S giugno» nostrano o del «6 maggio»
(anglofono).
Una curiosità: il «nostro» non rico-
nosce date anteriori al primo di genna-
io del 1980, né quelle posteriori al 31
dicembre del 2099. Già! prima del
1980 non era ancora nato!
Altri due comandi dell'MS-DOS ri-
guardano appunto la cancellazione
dello schermo e la scelta del prompt:
rispetto a sistemi operativi vecchiotti
(ad esempio il CP/M), si tratta di una
novità , specie il secondo comando.
Mentre in genere la cancellazione
dello schermo avveniva o a seguito
della pressione di un apposito tasto
(Clear screen) oppure per invio di un
codice di controllo (Control-z oppure
Control-I a seconda del sistema opera-
tivo), ora abbiamo appunto un coman-
do bello e pronto, da usarsi quando sì
desidera («CLS»).
Anche la questione del «prompt» è
nuova: passando in rassegna mental-
mente alcuni dei personal tuttora in
voga abbiamo praticamente un
prompt differente per ogni macchina:
dal sìmbolo «]» (Apple), al «S», al
«>». air«»», fino ad «A>», «B>»
ecc. del CP/M, In ogni caso, il prompt
rimaneva sempre lo stesso, ad eccezio-
ne deU’uItimo caso, in cui era possìbi-
le passare dall'unità «A:» aH'unìtà
«B:» avendone immediato riscontro
visivo.
Ecco che l'MS-DOS permette di al-
terare a proprio piacimento il prompt.
un po' come è possibile fare in am-
bienti più «elevati» quali ad esempio
l'Unix e nei main-frame.
In particolare il comando «prompt»
ha la seguente sintassi:
prompt [<testo>]
dove, come al solito, la parte indicata
come « < testo » può anche mancare.
Iniziamo subito dal caso in cui il co-
mando sìa proprìo«prompt»,nel qual
caso viene settato al valore di default,
rappresentato dal nome dell'unità lo-
gica a dischi attualmente selezionata
seguita dal simbolo «>» (ad esempio
il ben noto «A>» se «A;» è l'unità
correntemente selezionata).
Invece possiamo sbizzarìrci a più
non posso creando i prompt più stra-
ni. anche mutevoli nel tempo, come
vedremo subito dopo.
In particolare se scriviamo
prompt pincopallino
otterremo un illegibile prompt «pinco-
pallino» con a fianco il cursore lam-
peggiante: impostando il comando
«dir» otterremo uno strano «pincopal-
linodir»....
Non contenti di ciò, possiamo intro-
durre anche dei caratteri particolari al-
trimenti non impostabili in quanto
posseggono un significato ben preciso
aH'interno dell’MS-DOS: ci stiamo ri-
ferendo ai caratteri «>», «<» e «:»
che, lo ricordiamo, hanno un senso
laddove si voglia ottenere una «redi-
rection» dell’output da un certo pro-
gramma («>»), oppure dell'input ver-
so un comando («<») oppure ancora
un «piping» («:»), per i quali riman-
diamo alle scorse puntate.
Volendo dunque impostare il
prompt «pippo>», non possiamo im-
postare anche il carattere « > » in
quanto l'MS-DOS si aspetterebbe do-
po il nome del programma sul quale
ridigere l'output: insomma un bel pa-
sticcio!
Ecco che allora per impostare questi
caratteri particolari, bisogna codificar-
li rispettivamente con «Sg», «SI» e
«Sb», dove appunto il carattere «S» é
stato considerato come «prefisso» di
un altro carattere, a rappresentare una
parte del particolare del prompt.
Al solito rompiscatole che volesse
porre proprio il «$», come prompt, ri-
spondiamo subito che ciò si ottiene
con la coppia di caratteri «SS» e così è
sistemato!
Ma questo è niente: è possibile ov-
viamente (dopo il carattere «>») ri-
creare il prompt dì default con la cop-
pia di caratteri «Sn» che appunto per-
mette di ottenere automaticamente
l’indicazione dell'unità a dischi di de-
fault.
Ad esempio si può creare il prompt
«Disk A>» con il comando
prompt Disk Sn $g
dove gli spazi lasciati hanno un effetti-
vo riscontro net prompt stesso: infatti
il comando
prompt DiskSnSg
sellerebbe il prompt a «DiskA>»,
senza spazi.
Utilissimo, nel caso di utilizzazione
di un hard-dìsk, dotato perciò di infi-
nite sotto-directory, è sapere ogni
istante in quale sotto-dìretcotry si sta
lavorando: ciò si ottiene nel prompt
con la coppia di caratteri «Sp».
In questo caso la «root directory»
viene indicata correttamente come
« \», mentre per le sotto-directory»
viene indicato il «path» completo.
Esìstono altre possibilità bizzare:
«$v», con i quali sì ottiene (monoto-
namente diciamo) l'indicazione della
versione del DOS con la frase italo-in-
glese (è la versione italiana)
/BM Persotial Computer DOS Versio-
ne 3.10
se ad esempio il Dos usato è quello di
versione 3.1.
«$_» (underscore) con i quali si ot-
tiene l’effetto di aver inserito una cop-
pia «carriage retum-line feed» all'in-
temo del prompt stesso.
«$e» (utilissimo!) invece simulano
la presenza dì un codice dì «escape»,
il che apre la strada ad «altre infinite»
possibilità dal momento che con l’e-
scape si creano sequenze «ANSI»
quali, tanto per citarne alcune, il posi-
zionamento assoluto del cursore, il set-
taggio degli attributi vìdeo (colori, re-
verse, blink. ecc.) e tanti altri, che ana-
lizzeremo nelle prossime puntate
quando parleremo del «programma»
«ansi.sys».
Ultime due eclatanti possibilità so-
no quelle che consentono di porre co-
me prompt sia la data che l’ora (sem-
pre con i centesimi di secondo!): que-
sto si ottiene rispettivamente con le
coppie di carattere «Sd» e «$t».
Ecco che un prompt completo, ma
prolisso, potrebbe essere
prompt sono le ore $t de) Sd: I) drive é
$n$g
con il quale si ottiene il «mostruoso»
prompt:
sono le ore 21:43:42.55 del 11/24/1986: Il
drive è C>
152
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
TRUCCHI DELL’MS-DOS
dove l'ora cambierà ogni volta che il
prompt stesso ricompare...
In definitiva riassumiamo nella ta-
beliina seguente tutte le coppie di ca-
ratteri speciali, che permettono di otte-
nere effetti altrettanto speciali.
caratteri
effetto ottenuto
SS
Il carattere "S"
$t
l'ora
Sd
la data
$p
la directory ed II drive attuali
$v
la versione del DOS
$n
il drive di default
$g
il carattere - >-
SI
il carattere
$b
il carattere
$-
la coppia “CR-LF"
Se
il carattere ESC (escape)
Tabella I — Elenco di caraileri parlicolari che de-
termina effetti speciali nei prompt
Appariengono a questo sottogruppo
altri 7 comandi, dei quali alcuni con-
sentono di alterare o mostrare certe
caratteristiche del sistema, altri sem-
plicemente dì leggerle ed altri ancora
di eseguire altre funzioni.
In particolare i due comandi «bre-
ak» e «verify» sono simili come mo-
dalità di impostazione in quanto, se
inviati al sistema così come sono (e
cioè senza parametri aggiuntivi), mo-
strano lo stato del sistema nei confron-
ti rispettivamente della gestione del
«conirol-C» e della verifica delle ope-
razioni da e verso le unità a dischi,
mentre viceversa consentono l’abilita-
zione 0 meno della rispettiva caratteri-
stica.
Per quanto riguarda il comando
«break» dobbiamo premettere che il
tasto control-C è adibito all'interruzio-
ne di un programma che è in corso dì
esecuzione: ma attenzione!
Normalmente il control-C viene ge-
stito dall'MS-DOS solo durante opera-
zioni di scrittura su vìdeo o su stam-
pante, nonché ovviamente durante
operazioni di input da tastiera: in que-
sti tre momenti (e solo in questi...) il si-
stema «sente» se noi abbiamo inten-
zione di fermare l'elaborazione ed in
tal caso onorerà la nostra richiesta.
Per ingrandire di un altro poco il
raggio di azione del control-C e cioè
per concedere all’utente altre occasio-
ni in cui essere in grado di interrompe-
re l'elaborazione, allora sì usa il co-
mando
break on
nel qual caso l'analisi del control-C
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
viene estesa ad altre funzioni tra le
quali le operazioni relative al disco.
Viceversa con il comando
break oh
sì ritorna al funzionamento normale.
Infine digitando
break
il sistema operativo ci segnalerà ap-
punto se il tasto controI-C è abilitato
al massimo oppure al minimo conces-
so. Analogamente si comporta come
detto il comando «verify», relativo
stavolta alla verìfica delle operazioni
di scrittura su disco: in particolare con
verify on
viene richiesta la verifica tramite lettu-
ra di quanto è stato scritto sul disco,
mentre viceversa con
verify off
si disabilita questa facility.
Inutile dire che appunto il comando
verify
visualizza se il sistema operativo effet-
tuerà 0 meno le operazioni di verifica
della scrittura su disco.
C'è da aggiungere che l'operazione
di verifica comporta un allungamento
dei tempi di esecuzione dei program-
mi che richiedono appunto molte
scritture su disco, ma si ottiene un
comportamento affidabile da parte
deH'unità a dischi: nel caso in cui la
verifica non andasse in porto allora il
sistema provvederà ad informare l'u-
tente dell'accaduto.
In generale la causa di un'errata
scrittura e successiva verifica è impu-
tabile ad un dischetto di caratteristi-
che degradate.
Un altro comando, «ctty», consente
dì cambiare il dispositivo fisico dal
quale il sistema riceve dei comandi,
che normalmente è la tastiera: suppo-
nendo ad esempio di voler pilotare il
nostro computer non da tastiera ma da
un terminale remoto, ad esempio, via
modem, ecco che il computer riceverà
i comandi dalla porta seriale («aux»)
ed attraverso tale dispositivo invierà
l'output al terminale remoto.
In tal caso il comando da digitare
sulla tastiera (che poi risulterà inutiliz-
zabile) del computer sarà
ctty aux
Viceversa per ripristinare le funzio-
nalità della keyboard, bisognerà invia-
re dal terminale remoto il comando
ctty con
con il quale il computer riprenderà le
sue usuali funzioni.
Sul comando «exit» torneremo più
in dettaglio nel seguito, quando ana-
lizzeremo più da vicino il funziona-
mento del computer sotto MS-DOS in
base alla configurazione prescelta: an-
ticipiamo che con tale comando si
«esce» dall’ambiente dì GOMMANO.
COM per tornare ad un eventuale li»
vello superiore.
Un esempio non molto approfondi-
to è dato dalle possibilità che hanno
alcuni programmi (quali ad esempio il
Framework) di eseguire dei comandi
MS-DOS airinterno del proprio am-
biente, creando quello che in gergo
viene chiamato un «sotto-processo» o
«figlio».
In questo caso è come se aH'intemo
deH'ambìente «Framework» si aprisse
una parentesi (o una finestra) verso
l’MS-DOS: ciò comporta parecchie
complicazioni sulle quali non ci sof-
fermiamo, ma basti sapere che dopo
aver eseguito il comando MS-DOS de-
siderato bisogna (sempre sotto MS-
DOS) eseguire appunto il comando
«exit» con il quale si ritorna aU’am-
biente precedente e cioè al Framework
o chi per lui.
Altri esempi che ci vengono in men-
te sono il BASICA stesso, che prevede
l’apposita istruzione «shell» ed il
Wordstar airìnterno del quale si pos-
sono eseguire (con il comando «R»)
altri programmi, al limite altri Word
Star....
1 due comandi «ver» e «voi» sono,
a differenza dei precedenti, alquanto
innocui in quanto permettono la vi-
sualizzazione rispettivamente della
versione del DOS caricata in quel mo-
mento ed il nome «logico» del di-
schetto attivo sempre in quel momen-
to.
Per il comando «voi» c’è da aggiun-
gere che se il dischetto non possiede
un nome logico.in quanto così era sta-
to richiesto all'ano della formattazio-
ne o della copia fisica, allora l'MS-
DOS segnalerà il fatto con un messag-
gio sul quale non c'è niente da aggiun-
gere.
L'ultimo comando descrìtto in que-
sta puntata è «set».
Anche su questo ritorneremo più in
dettaglio nel seguito sempre allorché
parleremo della configurazione del si-
stema: in particolare accenniamo che
consente dì associare ad un certo no-
me una stringa.
Lo sappiamo, detto cosi non rende
bene l'idea, ma peggio sarebbe intro-
durre in questo contesto il concetto di
«environment»....
Quando sarà il momento opportuno
ritorneremo in dettaglio su tutti gli ar-
gomenti lasciati in sospeso ed avremo
modo di verificare con alcuni esempi
quanto è riportato dalla teoria: sotto
questo punto di vista sottolineiamo
ancora con piacere la stretta parentela
dell'MS-DOS con i sistemi operativi
di mini e dei mainframe. mc
153
Per la prima volta in Italia
“The PC-SIG Library”
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spensabile per sfruttare al meglio le
possibilità dei files Batch del DOS.
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ve fosse quella delle copie pirata, fino a
quando non ho scoperto quella specie di
miniera d'oro che è la libreria ^SfG.
(un vecchio possessore di PC).
Tre mesi fa un amico mi ha prestato il i
lume “The PCSIC Library'. Clhomes
un attimo a decidere di cambiare il mio
vecchio computer con un PC. Per W.OOO
lire in tutto mi sono comprato un corso di
aiiioisinizione sul DOS. un M'ord Proces-
.sor. uno Spreadsheet, un pacchetto per la
grqfìca e un Data Base, (un nuovo olen-
te di PC).
100.000 Copie Vendute
Gentile lettore, forse pensi che i nostri
due amici abbiano esagerato circa l'uti-
lità della libreria PC-SIG. Ebbene. dob-
biamo smentirti. Giudica tu stesso alla
luce di questi fatti:
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ler mondiale, già venduto in oltre
100-000 copie. Nei due volumi di cui
si compone trovi catalogati e com-
mentati 454 dischetti, che contengo-
no circa 8000 programmi. Il primo
volume (340 pagine: dischetti 1/300)
costa 27.000 lire e il secondo (130 pa-
gine; dischetti 301/454) 12.000 lire.
b. Ogni dischetto costa 18.(XK> lire. Tro-
vi assolutamente tutto: Utilities, gio-
chi, linguaggi. WP, spreadsheet, corsi
ed altro. I dischetti sono pieni a! limi-
te della capienza.
c. Il numero di dischetti della libreria
aumenta di giorno In giorno. Siamo
già a 6(X). La pubblicazione bimestra-
le “PC-SIG NEWS", che viene invia-
ta gratuitamente agli Associati, ripor-
ta le ultime novità, recensioni e com-
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chi.
■ 254 PC-DOS HELP Basta battere
HELP per avere sullo schermo tutte le
spiegazioni relative ad un dato coman-
do del DOS. Inoltre vengono approfon-
diti molti argomenti di norma tralasciali
nei manuali DOS. comprese le soluzio-
.ni di alcuni problemi comunemente in-
contrati daH'utente.
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ficativi che svelano i segreti del Macro
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miare tempo a chi già conosce questo
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SDA (Screen Design Aid), che serve
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matico 0 . con risultati più spettacolari.
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□ Allego fotocopia vaglia postale
■ 6? DESIGNER Editor per la grafica.
Richede BASICA e scheda color grap-
hics. 4SK di documentazione.
□ Pagherò al postino in contrassegno
NOME COGNOME
VIA - CITTÀ ( )
CAP P. IVA/Cod, Fise,
I Generatore di testo
DHGR
di Marcello Fini - Argenta (FÉ)
Il lavoro che sottopongo è un gene-
ratore di testo che, a differenza della
quasi totalità di quelli conosciuti, la-
vora in Doppia Alta Risoluzione
(DHGR) a 80 colonne.
Oltre a questa particolarità però, fa
anche altre cose interessanti che mi
pare il caso di menzionare.
Innanzitutto è (quasi) perfettamente
comparabile allo schermo standard
Apple: inverse, normal, uppercase, lo-
wercase sono disponibili normalmente
e, per di più, in tutti i set di caratteri
formato Tool Kit.
Non dispone ovviamente del modo
Flash, che comunque non è normal-
mente disponibile in 80 colonne.
(Contrariamente a quanto si crede è
però possibile ottenerlo; provate con
POKE 49166,0!).
Supporta inoltre i limiti di finestra
fìssati dalle famose locazioni 32; 33:
34; 35 per la scrittura, la pulizia scher-
mo (control «L») e lo scroll del video.
Ma c'è di più: la versione scrìtta per
lavorare con PRODOS alloca (e pro-
tese) se stessa tra il BASIC. SYSTEM
e i file buffer senza bisogno dì usare
HIMEM. Lo schermo DHGR è sem-
pre accessibile digitando (!) PR£S, do-
po di che si comporta come se avessi-
mo invocato il più sensato (per il Ile)
PR£3.
Se poi si pensa che la routine occu-
pa solamente 620 byte di RAM (-1-768
per il set), mi sembra che valga la pena
digitarla.
Veniamo ai lati negativi.
È ovvio che dovendo manipolare
una grande mole di dati, le operazioni
risulteranno essere penalizzate soprat-
tutto per quanto riguarda la velocità.
Prima sorpresa; per quanto riguarda
la stampa da Basic, la velocità è risul-
tata essere circa la metà del corrìspon-
dende schermo a 80 colonne.
Soddisfacente se si tiene conto che
ogni operazione è per forza di cose
molto complessa e, per di più, viene
eseguita anche nel sottostante scher-
mo di testo per avere la possibilità di
recuperare con i tasti cursore le scritte
sul video.
Le cose sono un po' più pesanti per
quanto riguarda la velocità dì scroll
del video: ogni scroll a pagina piena
richiede circa 3 decimi di secondo,
contro i circa 0,3 decimi in 80 colonne
testo.
Fermo restando che una utility di
questo tipo non è da utilizzarsi per li-
stare lunghi programmi in Basic, vor-
rei soffermarmi un attimo sul signifi-
cato dei tempi di esecuzione.
Ad ogni scroti l'apposita routine de-
ve spostare 16 Kb dì pagina grafica te-
nendo conto della paginazione della
grafica DHGR. dei limiti della finestra
dì schermo e deH'«ordine sparso» del-
le lìnee grafiche Apple, cancellando
inoltre l'ultima lìnea di schermo (8 lì-
nee DHGR) ed eseguendo anche lo
scroll dello schermo 80 Col per i moti-
vi precedentemente esposti.
Se allora pensiamo che, in Basic, so-
lo per un loop che sposti 16K senza te-
nere conto di niente occorrono circa 6
Figura 1
minuti, penso che possiamo ritenerci
soddisfatti.
Voglio comunque ricordare che, co-
m'è intuibile, la velocità aumenta rim-
picciolendo la finestra vìdeo.
Contrariamente a quanto si potreb-
be pensare, sostituire la routine che
genera l'indirizzo delle lìnee grafiche
con una tabella precalcolata non porta
vantaggi visibili e, considerata la gran-
de occupazione di memoria, non con-
siglio quindi la modifica.
istruzioni per i'i
Questa routine è salvata in formato
sorgente con il nome di TEXT.PRO-
DOS (funziona solo con questo siste-
ma operativo).
L'operazione dì caricamento è un
po' macchinosa perché il codice è divi-
so in due parti più il set di caratteri.
Occorrerà allora digitare il listato dì
figura 1 poi quello dì figura 2 e. dopo
avere inserito il disco TOOL KIT
BLOAD QUELLOCHEVOLETE.-
SET. AS2I00. Salvare quindi il tutto
con
BSAVE ■reXT.GENERATOR, A$2000, L$700
Convertite quindi il file a PRODOS
con le utility dì sistema e. se proprio
volete apprire dei maghi, salvatelo in
formato SYS.
Quando digiterete
-TEXT.GENERATOR
non succederà proprio nulla, ma non
lasciatevi ingannare.
Il rilocatore avrà spostato ì buffer
PRODOS con rinteressantissima rou-
tine SBEF5 e avrà allocato text.gen e
char.set al loro posto linkandoli al BA-
SIC. SYSTEM. senza dimenticare di
marcare come occupato tale spazio nel
PRODOS SYSTEM BIT MAP.
Lo schermo DHGR sarà ora nello
slot 5 e scrivendo PILCS...
MCmicrocomputer n, 59 - gennaio 1987
155
software
■ Screen Save & Restore
]| secondo lavoro che vi invio è sen-
z'altro il più originale sia come funzio-
ne che come soluzioni utilizzate.
Si tratta in breve di un programma
che, in un tempo ragionevole, (<0.4
sec), salva la pagina grafica DHGR
permettendo poi dì recuperarla.
Una utility dì questo tipo è utilissi-
ma, in quanto permette, volendo ad
esempio aprire delie finestre sulla pa-
gina grafica, di ripristinarne poi facil-
mente il contenuto.
Naturalmente, dati i tempi ridottis-
simi, questa operazione non coinvolge
i dischi, ma si svolge completamente
in RAM.
Siccome ogni pagina DHGR occu-
pa 16 Kb non sarebbe stato possibile,
a costo di rinunciare a programmare,
compiere il salvataggio nella memoria
che abitualmente usiamo.
Ho però pensato che il Ile possiede
il famoso Auxbank da 64K: perché
non sfruttarlo?
È cosi possibile salvare, senza parti-
colari problemi, fino a due pagine
DHGR, che possono salire a tre utiliz-
zando la seconda language card che.
essendo però paginata, complica un
po' la vita a chi volesse espandere la
routine.
Siccome molte utility in memoria
occupano spazio prezioso che è invece
disponìbile in quantità in Auxbank,
ho pensato di piazzare là anche la rou-
tine stessa (SCOO): nella memoria prin-
cipale (a S300) risiede solo il link che
gestisce le chiamate da programma e
si occupa di «saltare il banco».
A proposito del metodo di chiamata
ho pensato che le antiestetiche POKE
& CALL fossero da scartare; rimaneva
il solito &, ma ciò avrebbe precluso
l'utilizzo di altri tool.
Ho perciò optato per un'altra solu-
zione che penso sia veramente una no-
vità. Tutti sappiamo che il Ile non ge-
stisce il registratore a cassette; sappia-
mo però che il Basic che abbiamo in
ROM è sostanzialmente equivalente a
quello del Ile. Essendo assenti però le
routine I/O cassette del monitor, i vari
LOAD, SAVE. STORE, RECALE
hanno un effetto diverso; quando uno
di questi comandi viene invocato, il
Basic esegue un JSR S3FS, ovvero al
puntatore dell'ampersand (&).
Ciò è facilmente verificabile; infatti
una qualsiasi estensione che sfrutti &
possibile peó rico c c h
provocato la chiamata analizzando il
contenuto del registro Y del processo-
re, che contiene un valore associato al
comando Basic eseguito.
Ho perciò sfruttato i due statement
STORE e RECALE per implementare
la routine descritta.
Avendo poi la possibilità di salvare
due pagine distìnte, utilizzando due
routine Applesoft ne ho modificato la
Da programma Basic invece non c'è
alcun problema.
Rimane da chiarire come è possibile
usare anche altre estensioni &, dato
che viene sfruttato io stesso puntatore
S3F5.
Per ottenere ciò bisogna prima lan-
ciare il tool che usa l'ampersand e poi
la nostra routine STORE&RECALL.
Il primo tool setterà naturalmente il
puntatore al proprio entry point. e la
nostra routine invece... farà lo stesso.
se si lavora in PRO-
DOS. digitando in modo direno STO-
NE(N) si otterrà SYNTAX ERROR.
' è STORE è anche un co-
156
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
software
Anche assemblare questa routine
non è una operazione intuitiva, visto
che il codice è diviso in tre moduli.
Digitare allora i listati di Hgura 3.
Salvare quindi il tutto con
BSAVE SCREEN.SYS, AS2000, LS300
Una volta dato il BRUN i comandi
saranno disponibili e l'unica zona oc-
cupata sarà a S300 (una settantina di
byte).
La routine funziona senza problemi
con DOS e PRODOS (non usare il di-
sco virtuale /RAMI!!).
Chi volesse cimentarsi in modifiche
potrebbe sistemare il BASIC. link tra il
BASIC.SYSTEM e i buffer con lo
stesso sistema usato per il text.genera-
tor, oppure preparare una versione di
quest’ultimo che lavori in AUXRAM
(non dovrebbe essere particolarmente
difficoltoso).
In questo modo, oltre a potere usare
l'orologio in contemporanea, si po-
trebbero avere in memoria le due utili-
ty occupando non più di 255 byte di
spazio utente!
Tutte le routine descritte fanno uso
di codici 65C02 e. sfruttando preroga-
tive del Ile, girano solo su questa mac-
china; penso però che il TEXT.GEN
possa funzionare senza problemi an-
che sul Ile enhanced.
I Mouse facile
dì Stefano Riva
Cinisello Balsamo (MI)
Il programma permette di gestire il
mouse II da programmi Basic molto
più agevolmente e velocemente che
tramite le solite operazioni (PRINT
CHRS(4) «PR£4»: PRINT CHRS(l):
PRINT CHRS(4) «PRilO» per accen-
dere il mouse, PRINT CHRS(4)
«IN£4»; INPUT «»; X,Y,S; PRINT
CHRS(4) «IN£0» per leggerlo ed infi-
ne PRINT CHRS(4) «PR£4»; PRINT
CHRS(O): PRINT CHRS(4) «PR£0»
per spegnerlo).
Inoltre, il programma esplora auto-
maticamente culti gli slot del computer
per scoprire in quale sia inserito il
mouse, cosicché non è necessario che
l'utente gli fornisca il numero di slot
in cui è alloggiata la periferica.
Per utilizzare il programma, dopo
averlo inserito occorre eseguire CALL
768 per inizializzarlo (se è già residen-
te su disco, è sufficiente utilizzare
BRUN invece che BLOAD per cari-
carlo). Dopo aver fatto questo, sono a
disposizione i seguenti comandi:
CALL 918 = Accende il mouse.
CALL 949 — Lo spegne.
USR(1) «Posizione orizzontale dei mou-
se (0- 1023).
USR(2) =Posizione verticale (0 - 1023).
USR(3) -Stato del pulsante (1 premuto.
0 rilasciato).
L'aspetto più interessante del pro-
gramma è l'impiego per le letture della
funzione USR del Basic, la quale per-
mette una grande semplicità di utiliz-
zo, al posto di astruse PEEK(n) x PE-
EK(n-i-l) • 256 che sarebbero neces-
sarie se essa non fosse utilizzata. L’im-
piego del mouse risulta in tal modo
semplice come per joystick e paddle
(funzione PDL).
l'istruzione USR, scrivendo Tindirizzo
a cui dovrà passare il controllo ($339)
nelle locazioni SB ed SC, quindi il
controllo ritorna al Basic.
Da $339 a S395 il programma gesti-
sce l'istruzione USR. agendo diretta-
mente sul suo buffer (che pane da
S9D) per l'input ed utilizzando la rou-
tine delle ROM del Basic a SE2F2
(che scrive nel buffer il valore conte-
nuto nell'accumulatore come byte alto
Programma dimostrativo in Basic
10 TEXT I HOME I CALL 748i CALL 910
20 PRIWr ‘IL MOUSE E' NELLO SLOT * PEEK (?) - 19Z'-, MUOVILO'’! VTAB lOl
KTAB 10! PRINT ’X’ SPC( 9)’Y* SPCt 9)*S’
JO UTAB 12l KTAB lOi PRINT USR <1>' ’i UTAB IZi KTAB 20: PRINT USR (
2)’ ‘I UTAB I2i KTAB 30i PRINT USR (3)
aO GOTO 30
Funzionamento
Nella parie tra $300 ed $32F, il pro-
gramma esplora gli slot e scrive nella
locazione 7 il numero dello slot -l-
$C0 (questo valore sarà in seguito
sfruttato dalle altre routine per acce-
dere al firmware del mouse); perciò,
se dopo avere inizializzato il program-
ma la locazione 7 viene cambiata per
qualsiasi motivo, occorre rifare CALL
768. Se il mouse non è in nessuno slot,
viene generato il messaggio d'errore
Applesoft «OUTOF DATA ERROR»
•(sarebbe stato più adatto «I/O ER-
ROR» 0 «DEVICE NOT CONNEC-
TED» del ProDOS. ma ho preferito
non toccare il sistema operativo).
Fra $330 ed $338 viene inizializzata
e nel registro Y come byte basso). Se
l’argomento della USR non è fra 1 e 3,
viene generato il messaggio «ILLE-
GAL QUANTITY ERROR».
Tra $396 ed S3B4 è situata la routi-
ne che accende il mouse e, infine, tra
$3B5 ed $3C3 quella che lo spegne.
Compatibilità
II programma è stato scritto e verifi-
cato sui mio Apple Ile, ma dovrebbe
essere utilizzabile su qualsiasi Apple
li, dato che durante la stesura ho po-
sto la massima cura nell'evitare istru-
zioni specifiche del microprocessore
65C02 e. come suddetto, il programma
può lavorare su ogni slot; non solo sul
numero 4. Per quanto riguarda il siste-
ma operativo, non ci sono problemi: il
programma funziona sia in DOS 3.3
che in ProDOS.
Routine del Firmware del mouse
utilizzate
Iniims —
Inizializza il mouse.
Seims «
Accende o spegne il
mouse a seconda del
contenuto dell'accumula-
tore (1 0 0).
Readms —
Legge i dati del mouse
(posizione e stato del
pulsante) e li trasferisce
nei «buchi di schermo».
N.D.R.
Esiste un modo ancora più semplice
di utilizzare il mouse: a patto di ac-
contentarsi di un range tra 0 e 255 si
può leggere il mouse tramite le funzio-
ni PDL(O) e PDL(l): ovviamente dopo
averlo attivato con PR*t4; PRINT
CHRS(I): PR»0. MC
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
167
a cura di Tommaso Pantuso
I Grafici 3D
di Luciano Uzzo - Collegno fTO>
Come me. canti studenti, hanno do-
vuto affrontare lo studio delle prime
nozioni di trigonometria, (seni, coseni,
tangenti, ecc.), per non parlare dei gra-
fici tridimensionali.
Ora. grazie all'ausilio del C-128 an-
che a chi ha poca dimestichezza con la
matematica, questi argomenti possono
risultare addirittura divertenti.
Inoltre, vi assicuro che appena viste
le immagini tridimensionali che si pos-
sono ottenere, ognuno sarà tentato di
sviluppare delle proprie equazioni.
Il programmo
Linee 10 - 160: PROGRAMMA PRINCIPALE
Unee 170 - 190: LA FUNZIONE
Linee 230 • 480: DRAW GRAFICO
Linee 490 - 510 FERMA L'IMMAGINE
Linee 520 - 600 MENU
Linee 610 - 820 INTESTAZIONE
Linee 630 - 850 MODIFICA FUNZIONE
Linee 860 - 950. SALVA GRAFICO
Unee 960 - 1060: CARICA GRAFICO
Linee 1070- 1090, RESET
Le linee 10-160 saltano alTintesia-
zione (linee 610-820), richiedono il co-
lore del grafico della funzione, memo-
rizzata nelle linee 170-190. preparano
lo schermo ed immagazzinano te coor-
dinate dei punti che comporranno il
grafico.
Il loro calcolo richiede un certo
tempo, che varia a seconda della com-
plessità della funzione.
158
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
software
I Supermon 128
dì Marco Lusini ■ Arezzo
Questo programma è stato pensato come estensione
del già abbastanza completo monitor del C-128, al quale
a^iunge numerosi comandi che permettono di gestire fa-
cilmente lo Z-80 usando i mnemonici dello Zilog, di acce-
dere alla video ram e tante altre cosine interessanti.
Esso nasce da uno studio del tutto personale della
ROM del monitor e dalla lettura dell'articolo apparso sul
N. 56 di MC dove si spiegava come poter «accendere» lo
Z-80. Poiché i programmatori della Commodore non han-
no fornito i mezzi per usare questa e tante altre possibilità
del 128, al povero «smaneltone» frustrato non resta altro
che armarsi di buona volontà e crearseli da solo; cosi co-
minciando dal disassembler per MSX di Dario Neddi pub-
blicato sul numero 45 di MC (unico riferimento in mio
possesso per quanto riguardava l’Assembler dello Z-80) il
Supermon 128 ha cominciato a prendere forma routine do-
po routine.
Dopo aver caricato il programma in memoria è neces-
sario entrare nel monitor digitando MONITOR o F8. A
questo punto dare il comando diretto «G 2F00» ed il pro-
gramma risponderà mostrando i registri deH’8502 come se
fossimo appena entrati nel monitor con la differenza che
ora sono disponibili tutti i nuovi comandi e banchi di me-
moria.
I Banchi Speciali
Per prima cosa parliamo dei nuovi banchi di memoria
divenuti ora accessibili; infatti, modificando le routine per
la gestione della memoria del 128, è possibile usare la
RAM dell’8563 (processore video) come se fosse mappata
nel secondo banco (N.B. Poiché rSS63 vede al massimo
I6K, dopo S4000 le locazioni si ripetono): nel terzo banco
troviamo la memoria vista dallo Z-80 compresa quindi la
ROM interna del microprocessore e infine nel decimo pos-
siamo accedere alla RAM del disco, previa inizializzazione
Dopo la visualizzazione del grafico
si passa ad un menu composto da 4
opzioni:
1 MODIFICA FUNZIONE
2 SALVA GRAFICO (su disco)
3 CARICA GRAFICO (da disco)
4 RESET
MCmicrocompuler n. 59 - gennaio 1987
159
software
con il comando U. Ad esempio: per scrivere una «®» in al-
to a sinistra nello schermo a 80 col. basterà digitare:
>20000 00 <ret>
per disassemblare la ROM dello Z-80:
P 30000 <ret>
e per esaminare il bufTer 0 del disco:
■' <rel>
M A0300 <ret>
i Nuovi Comandi
B-lock Sintassi: B
Mostra la traccia e il settore dell'ultimo blocco del di-
sco coinvolto in operazioni di I/O.
Es: B
TRACK: -M8 SECTOR: -1-01.
E-xecute Sintassi: E <lndlrizzo>
Inizia l'esecuzione di una routine nella memoria dei di-
sco aH’indirizzo specificato. Deve essere stato precedente-
mente impartito il comando U.
Es: E EAAO
Esegue la routine dì reset del 1541.
l-n Sintassi: I <lndirlzzo> <traccia> <settore>
Carica aH'ìndirìzzo il blocco del disco specificato dai 2
byte seguenti:
Es: I 1000 +18 + 01
Carica in 1000-1100 il primo blocco della directory.
K-all Sintassi: K <indlrlzzo>
Esegue un programma in modo Z-80; se si desidera un
ritorno al monitor il programma deve finire con RET. Al
rientro sono mostrati ì principali registri dello Z-80.
Es;KO000
Resetta completamente il C-128.
0-ut Sintassi: O <indlrlzzo> <traccia> <settore>
Memorizza su disco il blocco indicato daH'indirizzo.
traccia e settore. Usatelo con attenzione perché non chiede
conferma.
Es: 0 1000 +18 +01
Salva il primo blocco della directory.
P-rint Sintassi: P [< Indirizzo 1 >] (< Indirizzo 2>]
Disassembla una routine in Assembler Z-80.
Es: P FFEO
I FFEO F3 DI
Mostra la routine che permette il passaggio dallo Z-80
all’8502.
Q-uit disk Sintassi: Q
Chiude i file aperti da U escludendo la memoria del di-
sco.
Es: Q
U-se disk Sintassi: U
Inizializza il disco per poter usare il banco 10.
Es: U
00. OK. 00. 00
W-rita Z-80 Sintassi: W <lndirlzzo> <mnamonlco> <operan-
do>
Permette di scrivere routine in Assembler per lo Z-80.
Gli operandi in esadecimale devono essere necessariamen-
te preceduti da S: le istruzioni RST nn non necessitano di
«$>.
Es: W 01800 LD A. $00
W 01802 RST 08
Z-80 Sintassi: Z
Mostra i registri principali dello Z-80.
Es: Z
Z-80
SP AF BC DE HL IX lY
.4000 0000 0000 0000 0000 0000 0000
, Sintassi: , <reglstrl>
Serve a modificare il valore dei registri che lo Z-80 use-
rà in seguito all'Istruzione K.
Es: . 6000
Posiziona lo Stack Pointer a 6000.
ISintsssl:l<indlrlzzo> <byta>
Consente di modificare un listato Z-80 agendo diretta-
mente sui codici delle istruzioni.
Es: ! 01800 0120DO
Descrizione tecnica
Il Supermon fa largo uso delle routine del monitor de!
128, quindi converrà elencarne le principali con un breve
commento. Ciò che segue è frutto delle mie fatiche e non
deriva da nessun testo o rivista.
Nelle seguenti note indicherò con Ind. 1 il primo indi-
rizzo che viene memorizzato in S60-S61-S62 dalle routine
che necessitano un indirizzo, e con Ind. 2 il secondo indi-
rizzo memorizzato in S66-S67-S68; in entrambi i casi i pri-
mi due byte indicano l'indirizzo e il terzo il banco a cui si
riferisce.
(032E) Vettore per esecuzione comandi: normalmente punta a
B006 ma modificandolo si possono aggiungere comandi propri.
6050 Esegue II comando R.
80B8 Loop principale di accettazione comandi e di salto alle relati-
ve routine.
BOBC Entry Point per gli errori: stampa ? e torna al loop principale.
80E3 Esegue II comando X.
BOFC Tabella con gli indirizzi delle routine dei comandi.
BUA Legge un byte puntato da (lnd.2). Y.
B12A Scrive un byte puntato da |lnd.2). Y.
B152 Esegue il comando M.
B1AB Esegue il comando >.
BIOS Esegue II comando G.
81DF Esegue II comando J.
B231 Esegua il comando C.
B234 Esegue II comando T.
B337 Esegue I comandi S, L. V.
B3DB Esegue il comando F.
8406 Esegue II comando A e il comando.
B599 Esegue II comando D.
6504 Oisassembla 1 linea a partire da lnd.1.
B7A7 Accetta un byte o indirizzo da tastiera: è usata da quasi tutti I
comandi per ricevere t propri parametri. Ritorna con Cariy settato
se non ha trovato alcun byte valido, altrimenti ritorna il dato In
lnd.1.
B892 Stampa lnd.2 in esadecimale.
B8C2 Stampa il byte nell’accumulatore In forma esadecimale.
B8D2 Trasforma Tace, nel due caratteri Asci! corrispondenti alta
sua forma esadecimale e II immette nell'acc. e nel reg. X.
B901 Trasferisce lnd.1 in lnd.2.
B90E Fa la differenza tra lnd.2 e lnd.1 e salva il risultato In $60.
(usata dal comandi con due Indirizzi),
B922 Oecrementa di 1 Ind.1.
B924 Sottrae Tace, da lnd.1.
B950 Incrementa di 1 lnd.2
B952 Aggiunge Tace, a lnd.2
B960 Oecrementa di 1 lnd.2
BA90 Esegue II comando «.
160
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
Segue ora l'elenco delle routine principali che compon-
gono Supermon, anch'esse con un breve commento; come
potrete notare Supermon è locato in una posizione un po'
strana, cioè da S02000 a S02B00 e da SOEOÒO a SOFDOO;
ciò è dovuto al fatto che esso era nato come una semplice
routine facilmente rilocabile e non aveva nessuna pretesa
di diventare quello che è ora. Comunque la sua posizione
ha il vantaggio di lasciare spazio per brevi programmi in
Basic (SICOO-SIFFF) e per lunghi programmi in l.m.
(S2B00-SDFFF), non interferendo allo stesso tempo con
quei programmi che usano lo spazio per le versioni stranie-
re (S1400-SI7FF), i buffer dell'RS-232 ecc.
N.B. Tutte le routine che accedono allo Z-80, disabili-
tano prima il modo FAST, altrimenti si inchioda tutto
quanto.
225D Esegue II comando p.
229B Prepara l'Indirizzo per II banco speciale 2.
22AE Legge un byte In Z-60 mode: indirizzo In $2166-S21G7 e dato
In $2166.
22B9 Scrive un byte In Z-80 mode; indirizzo in $2166-82167 e dato
In $21 BE.
22C3 Esegue la routine 22A8.
22C6 Esegue la routine 22B9.
22E6 Prepara l'indirizzo per il banco speciale 3.
22F5 Nuova routine INDFET.
2351 Nuova routine INDSTA.
23A8 Nuova routine INOCMP.
23E1 Codice Z-80 usato da K per aggiornare I registri e cblamare la
subroutlne.
2410 Esegue II comando K.
2449 Esegue II comando Z.
2492 Esegue II comando !.
2516 Esegue II comando U.
2573 Esegue II comando E.
259B Esegue II comando..
25B6 Esegue II comando W.
27B8 Prende I parametri per I e O e apre I llle necessari.
2805 Manda II comando di I/O per un blocco.
2826 Trasforma un byte In due cifre decimali, che sono Immesse
nelTacc. e nel reg. X.
264B Esegue II comando I. Termina con un salto all'Interno del co-
mando M.
287A Esegue II comando O.
software.,
28C3 Esegue II comando B.
28FA Esegue il comando Q.
2A00 Riconosce e esegue I comandi; se non trova II comando pro-
segue a SB006.
2F00 Iniziallzza II tutto. ^
EOOO Tabella degli opcode e relativi mnemonici senza prefisso.
E975 Tabella degli opcode con prefisso $CB.
F313 Tabella degli opcode con prefisso $DD.
F519 Tabella degli opcode con prefisso SED.
F725 Tabella degli opcode con prefisso $FO.
F92B Tabella degli opcode con prefisso $OOCB.
FAEF Tabella degli opcode con prefisso $FDCB.
Ancora due parole sul come creare banchi di memoria
a proprio piacimento: per fare ciò è necessario modificare
le routine INDFET, INDSTA, INDCMP in pagina 2 per
farle puntare a routine scritte appositamente da noi, le
quali controlleranno se il banco interessato è uno dei ban-
chi speciali 0 no: se non lo è, si proseguirà con la normale
routine, altrimenti si calcolerà l'Indirizzo interesssato e si
preleverà il byte nel modo più opportuno.
Ad esempio supponiamo di voler intercettare le opera-
zioni di memoria nel banco 2, (cui corrisponde il valore
SBF per il CR della MMU) per farle eseguire nella VIDEO
RAM ; bisogna modificare le routine nel modo indicato nel
riquadro sottostante.
Utilizzando questa tenica non dovrebbe essere difficile
per i fortunali possessori delle espansioni RAM per il C-
128 scrivere delle routine che possano accedervi facilmen-
te anche da Basic con delle semplici POKE e PEEK in un
banco speciale. «c
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
161
I Music 64
(li Paolo yerroccliio ■ Pescara
Questo programma consente di far
suonare semplici melodìe al vostro
Commodore 64, scrivendole diretta-
mente su un pentagramma disegnato
sullo schermo. Il programma ridermi-
sce alcuni caratteri per rappresentare
le note e le pause; i dati corrisponden-
ti alle sagome dei nuovi caratteri occu-
pano 2 Kb a partire dalla locazione
2048. Questo però é solitamente il byte
iniziale della RAM Basic, cioè di quel-
la parte di memoria RAM in cui sono
memorizzati i programmi Basic.
Per evitare quindi una disastrosa so-
vrapposizione tra dati e programma
bisogna spostare la RAM Basic, facen-
dola partire alia locazione 4096. In so-
stanza prima di iniziare a battere il
programma dovrete digitare
POKE 44,16:POKE 409S.0
e ogni volta che vorrete ricaricare il
programma battete
POKE 44.16:POKE 4096,0:LOAD -MUSIC"
Impiego del programma
Dato il RUN si dovrà attendere
qualche istante, il tempo necessario
per leggere i dati relativi ai nuovi ca-
ratteri. allo Sprite e alle note du suona-
re. Subito dopo apparirà un penta-
gramma dall'estensione di 2 ottave sul
quale si può muovere uno Sprite di
forma quadrata tramite i tasti-cursore
(quelli con le frecce, per intenderci)
sia in senso verticale, per scegliere la
nota, sia in senso orizzontale, per pas-
sare ad un'altra nota. Sopra il penta-
gramma vi è un rigo in cui è indicato
che valore avrà la nota o la pausa che
si sta per scrivere; naturalmente que-
sto valore può essere modificato come
vedremo in seguito. Oltre a queste in-
formazioni vi è indicato anche il nu-
mero della pagina su cui si sta lavo-
rando. Le pagine disponibili sono 30,
numerate da 0 a 29, ognuna contenen-
te 13 note o pause, per cui la melodia
non può essere più lunga di 390 note.
Sotto il pentagramma troviamo un pri-
mo menu che comprende le seguenti
opzioni:
NOTA; si abilita premendo «N» e
si ottiene la nota specificata dalla po-
sizione del cursore, questa nota avrà
come valore quello specificato nel rigo
sovrastante il pentagramma.
NOTA DIESIS; si abilita con Shift
-t- «N». è uguale all'opzione prece-
dente, solo che la nota sarà diesis, cioè
aumentata di un semitono.
PAUSA: abilitata tramite il tasto
«P» serve per ottenere una pausa del
valore specificato nel rigo sovrastante
il pentagramma.
VALORE NOTA: si ottiene col ta-
sto «1», incrementa il valore della no-
ta indicato neU'ormai famoso rigo del-
le informazioni.
VALORE PAUSA: ottenuta tramite
il tasto «2», funziona come la prece-
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
dente ma invece del valore della nota
incrementa il valore della pausa.
PUNTO: si abilita premendo «3» e
aggiunge ai valori della nota e della
pausa un punto: cioè il valore di una
nota o di una pausa viene aumentato
della metà del valore stesso.
(Ad esempio una nota del valore di
2/4 seguita da un punto varrà 3/4).
CANCELLA PAGINA; con questa
opzione, ottenuta tramite FI, si cancel-
la la pagina su cui si sta lavorando.
CANCELLA MELODIA: questa
opzione invece, ottenibile con F3, ser-
ve per cancellare l'intera melodia.
CANCELLA NOTA: si abilita pre-
mendo F5 e serve per cancellare la no-
ta o la pausa su cui si trova il cursore.
INSERISCE NOTA: si abilita con
F7 e si usa per aggiungere delle note o
delle pause di cui ci si è dimenticati in
un primo momento. Grazie a questa
opzione si crea uno spazio nel punto
in cui è posizionato il cursore, e tutte
le note successive scalano di un posto.
Sopra il pentagramma e sopra il ri-
go delle informazioni troviamo un al-
tro menu composto dalle seguenti op-
zioni:
SUONA: si abilita con «S» e dopo
aver fatto questa scelta ci apparirà un
altro menu formato dalle seguenti vo-
I Strino Search
di Ben Biaise - Quanti Sani'Elena
Stnng Search è un programma per il
C-64 corredato di disk drive e la sua
funzione è quella di cercare una se-
quenza di stringhe o codici ASCII a
scelta dell'utente, sul disco, fornendo
come risultato finale il numero di trac-
cia e settore nel quale o nei quali essi
sono registrati.
La caratteristica principale è che,
per eseguire tale ricerca, il programma
non trasferisce tutti i dati dal disco al-
la memoria del computer (il che ri-
chiederebbe un tempo notevole sia in
Basic come pure in L.M.), ma lavora
mediante una routine in L.M. situata
nel buffer del drive per cui l'esame di
tutti i settori del disco, compresi quelli
situati sulla traccia 18, richiede un
tempo medio di circa 3 minuti.
Esso può quindi essere utilizzato
per le numerose applicazioni che ri-
chiedono il ritrovamento sul disco di
un testo o di una serie di comandi di
un linguaggio di programmazione (per
esempio «jsr ffdS») evitando le noiose
ricerche «manuali» con un disk moni-
tor.
Passo ora ad una descrizione più
dettagliata del programma, rimandan-
do al commento allegato ai listati per
ulteriori informazioni. Le note princi-
pali del programma sono:
ci: I) STRUMENTI 2) METRONO-
MO 3) ESECUZIONE 4) FINE.
Premendo I si sceglie con quale stru-
mento suonare la melodia. Gli stu-
menti disponibili sono 6: pianoforte,
flauto, violino, cembalo, xilofono, or-
gano.
Premendo 2 si sceglie la velocità con
cui suonare la melodia; essa varia da I
a 9 e per default è uguale a 4.
Premendo 3 si passa all'esecuzione ve-
ra e propria. Il computer ci rivolgerà
alcune domande per sapere quante so-
no le pagine su cui sono scritte le note
(o le pause) da suonare e qual è la pri-
ma; immessi questi dati esso suonerà
la melodia. L'esecuzione è ciclica, nel
senso che dopo aver finito, il compu-
ter ricomincia da capo; per fermarla
basta premere lo spazio,
premendo 4 si ritornerà al pentagram-
ma.
REGISTRA; si abilita con «R» e
serve per registrare la melodia su un
registratore a cassette.
CARICA: si abilita con «C» e serve
per caricare una melodia precedente-
mente salvata sul registratore.
FOGLIO: si abilita con «F» e si usa
per passare ad un'altra pagina.
END: abilitata con «E» serve per
uscire dal programma.
software^ ,^,iz
Per chi vuole il listato
Il listato di questo programma è lun-
go alcuni metri. In conseguenza di ciò
si è ritenuto opportuno non pubblicar-
lo. sia perché avrebbe occupalo troppo
spazio sulla rivista sottraendone ad altri
argomenti, sia perché una digitazione
senza enorì di un listato cosi lungo ap-
pare poco probabile.
Chi è interessato al programma può
ordinare, secondo il solito sistema, il di-
sco o la cassetta in redazione. È anche
possibile «pescare» direttamente (e gra-
tuitamente) il programma per via tele-
matica, dal nostro servizio MC-Link;
questo ovviamente vale per chi è attrez-
zato in tal senso. Ricordiamo che per
ottenere una casella su MC-Link è suffi-
ciente telefonare (con un modem e un
programma di comunicazione) al nume-
ro 06/451021 1.
Questo programma è disponibile su
disco presso la redazione. Vedere l'elen-
co dei programmi disponibili e le istru-
zioni per l'acquisto a pag. 169.
— ricerca in tutti i settori del disco
di al massimo sei stringhe fino alla
lunghezza di IO caratteri ciascuna o di
al massimo sei sequenze di codici
ASCII fino ad una lunghezza di IO co-
dici per ciascuna sequenza:
— l'esame di tutto il disco richiede
un tempo di circa 3 minuti che può pe-
rò allungarsi se il disco contiene molte
stringhe corrispondenti a quelle cerca-
te in quanto l'output del risultato al-
lunga i tempi:
— come risultato finale vengono in-
dicati: I) il numero di traccia e settore
nel quale è stata trovala una determi-
nata stringa: 2) un numero tra 0 e 255
(esso viene fornito sia in decimale che
in esadecimale) che punta l'ultimo by-
te della stringa trovata nell'ambito del
settore, la quale può essere qundi fa-
cilmente reperita mediante un disk
monitor.
Il programma consiste in due pani:
una in Basic che carica la parte in
L.M.. controlla l'input dei parametri
di ricerca definiti daH'utenle ed infine
avvia e guida la ricerca stessa: una in
L.M.. situata nel buffer numero 2 del
drive, che esamina il contenuto di cia-
scun settore caricato nel buffer nume-
ro l da parte del programma Basic e
scrive il risultato della ricerca nei buf-
fer numero 0 dove viene controllato
dal programma Basic. In caso di esito
positivo sarà trasferito nella memoria
del computer. In questo modo si evita
infatti il trasferimento di tutti i dati
dal drive al computer attraverso il len-
to bus seriale.
Lo svolgimento del programma
comprende:
— il caricamento nel buffer del dri-
ve della parte in L.M.;
— l'ulenle decide poi se cercare del-
le stringhe o sequenze di codici ASCII
e quante di esse devono essere ricerca-
te in ciascun settore (da I a 6):
— segue l'input delle stringhe o co-
dici ASCII controllato da parte del
programma;
— ad input concluso I parametri di
ricerca sono trasferiti nel buffer 0 del
drive dove vengono utilizzati dalla
routine in L.M.:
— inizia la ricerca vera e propria; se
in un settore vengono trovate delle
stringhe corrispondenti a quelle cerca-
te. il risultato viene indicato sul video:
— a ricerca conclusa, sarà chiesto
aH'uteme se esaminare un altro disco,
nel qual caso la ricerca sarà ripetuta
con gli stessi parametri di prima senza
la necessità di ripetere l'input.
Vorrei infine segnalare che secondo
il mio parere il programma contiene
una serie di routine piuttosto interes-
santi per quanto riguarda il controllo
sull'inpui che, per essere scritte in ba-
sic. sono abbastanza efficaci.
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
163
software
S$, B%. H$, H = variabili per la trasforma-
zione di numeri decimali in numeri esadeci-
maJi: H contiene il numero decimale al mo-
mento dell'Ingresso nella rispettiva subrou-
tine. HS il risultato finale
CS = decide se vengono cercate stringhe
o sequenze ASCII
N$. N = numero delle stringhe - codici
ASCII cercate (da 1 a S)
ST$(z) o ST$(x,10) = stringhe - sequenze
ASCII cercate
LS(x) = lunghezza delle sequenze di codici
ASCII (1-10)
P = posiziona II cursore nell'input delle
stringhe - codici ASCII
ST$~controllo sull’input
TI, T2, S = numeri di traccia e settore
A$ - risultato della lettura di una locazione
di memoria dei buffer del drive
L, LI = posizionano II buffer-pointer
A — numero delle stringhe trovate In un de-
Oisassemblaio del programma in LM.
terminato settore (max. 110)
NOS — nome della routine in L.M.
X$ = input s/n, return
V, w, X, y, z — variabili per cicli for - next
Commento al listato Basic
90 - 160 — controllo sulle decisioni si/no
dell'utente; 120 accende il cursore e svuota
il buffer della tastiera; t30, 140 input. 150
stampa N «> no sul video; 160 spegne il cur-
sore
460 - 700 = cerca nella directory del disco
la routine in L.M. che serve per eseguire la
ricerca delle stringhe nei singoli settori e la
carica nel buffer #2 ($0500 - 05ff| del drive
710 - 1130 = input delle stringhe o sequen-
ze ASCII da cercare
164
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
650, 940 — aprono la tastiera come file logi-
co: -input# 1> — -Input- senza punto Inter-
rogativo
880, 990, 1110 = posiziona il cursore nella
desiderata riga e colonna del video
1000 - 1040 = controllo sull'input delle se-
quenze di codici ASCII; devono essere
compresi tra 0 e 255: il primo deve essere
<> X (cioè di ciascuna sequenza scelta si
deve immettere almeno un codice); non
possono contenere altro che cifre o X per
indicarne la fine
1060 - 1090 = Idem
1140 • 1430 - inizializza il buffer #0 ($0300
- 03ff) del drive: In esso vengono infatti tra-
sferiti tutti I parametri di ricerca (numero di
stringhe cercate, la loro lunghezza ecc.)
che servono poi alla routine in L.M., situata
T cnfiroTEHi
0 DIKSTSIHI :<30SUB2eCI,PaitrT
- HìPPIKTSPC(«r'(t>0WI)
TPSTIBHA
»"(LZFT1. STRINGA,"
840 PRIHTSPCO) "IDOVmi IHAX. 10 CARATTCRI A STRINGA)''
680 POKE211.24;POKe314.P,SVSS8640:INPUT*l.STi(XI ,i:
900 PRINT:PRINT8BC(15) -IDOWN) IDOWN) (OOWHI (CYN)VA B:
) >1 060TOS8G
‘'!POKE211.23,603UB9
940 DIMSTXH.ia
970 PRINTSPC<9) 'lOOWNI (X - PER PINE SEQIANZA)'-
980 P-B,POKE647.4:PRlNT-'<PUR) " iF0RZ-lTO9STEP2; P-P-
990 POK£2ll.l7:POK£214.P,SySSe<40!lNPUT«1.3Tliy,2l
■ ■ LISTSlV.ZlXOORVALISTSIY.Zn >255GOT0990
riLETT). SEQUENZA,"
1040 irST»-'X"GOTOmO
iOSO POKE21l.3S,INPUrtl.ST»(y,Z<
•6OTO990
'ÀNDSTS< >"X"GOT0990
0 lFST»-"X"GOTOmO
0 POKE211.l8iP0KE214.22;SYS5864O,P
Il >2SS60T01050
X"OOTO1030
"!P0KE211.25,S0SUB
0 REH • IHIZIALIZZ. BUFFER D
T'MUPl lUP) <UP) IROKTI (R6HT) INSERISCI IL B:
3) "(DOWNIE PREMI ‘ RETURN"' ,GOSUB220
) TRACCIA, SETTORE, BYTE NUMERO: C
1 ,PRINT*3.CKRS<L1) :
D- "X'THENLSIXl -V-l :GOTO1380
X)-l:PRI>rr*3. CURI ILI) :
• RICERCA STRINGHE ED OUTPUT
SUL QUALE LAVORARE"
■ ,GOSUB220:RESTORE:GOTOll90
software
0
nel buffer #2. per la ricerca nel singoli set-
tori (che del resto verranno caricati nel buf-
fer # 1 ($0400 - 04ff»
1210 • 1220 = carica il numero delle strin-
ghe 0 sequenze ASCII cercate nella posizio-
ne 0 ($0300)
1230 - 1240 = carica l’inizio delle stringhe
(80 ($0350), 90. 100 ecc.) in 16 ($0310), 17,
18 ecc.
1260 • 1330 = carica la fine delle stringhe
(dipendente dalla loro lunghezza) in 22
($0316), 23 24 ecc. ed infine le stringhe
stesse nelle rispettive posizioni (per esem-
pio: prima stringa = $0350, $1X351, $0352
-< fine stringa)
1340 • 1430 a idem per le sequenze ASCII
1440 - 1568 » ricerca delle stringhe - se-
quenze ASCII nel singoli settori ed output
1480 • 1490 • caricano settore per settore
nel buffer # 1 ($0400 - 04ff) ed eseguono la
ricerca chiamando la routine L.M che inizia
in $0506 (= U5)
1500 = legge il risultata della ricerca nell'ul-
timo settore che viene depositato nel buffer
#0. locazione 64 ($0340): essa contiene in-
fatti Il numero delle stringhe trovate In quel
settore (max 1 10): se 0. viene caricato diret-
tamente li prossimo settore
1510 - 1540 := carica la posizione dell'ulti-
mo byte nell'ambito del settore per ciascu-
na stringa trovata che viene depositata a
partire da 144 ($0390): output su video
(traccia, settore, posizione ultimo byte) per
ciascuna stringa.
Poiché la routine lavora nel buffer #2 del
drive ($0500 - 05ff), é stata assemblata nella
memoria del computer a partire da $5006.
Una volta copiato II listato, esse deve esse-
re salvata sul disco che contiene la parte
Basic con il nome di -ROUTINE L.U.- me-
diante un monitor o Assembler, salvando da
$5004 (!) - $5070 (proprio per poterla far
partire da $0506).
Essa lavora usando I parametri di iicerca
che sono stati trasferiti dalla parte Basic in
$0300 - $0390 del drive e deposita il risulta-
to della ricerca nel singolo settore In $0340
(numero delle stringhe - sequenze ASCII
trovate In quel settore) e da $0390 In poi
(posizione detl'ultimo byte delia stringa - se-
quenza ASCII trovata nel settore). Uè loca-
zioni di memoria nel buffer #0. importanti
per la comprensione del suo funzionamen-
to, sono le seguenti:
$0300 » numero di stringhe ■ sequenze
ASCII ricercete In ciascun settore
80310 - $0315 = dà la posizione dell'Inizio
delle stringhe - sequenze ASCII da 1 a 6
80316 - $031b — dà la posizione della fine
delle stringhe sequenze ASCII da 1 a 6
80340 — numero delle stringhe - sequenze
ASCII trovate In quel settore (max. 110)
$0350 Inizio area stringhe - sequenze
ASCII
$0390 in poi = posizione ultimo byte della
prima (seconda, terza ecc.) stringa - se-
quenza ASCII trovata In quel settore.
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
165
ftware
a cura di Francesco Ragusa
I Talk!!
dì Gianpaolo Botiin • Bruino ITO)
Avete mai pensato di far parlare il
vostro computer? Bene, ora con que-
sto programma potrete farlo.
Prima di tutto occorre dire che con
questo programma non potrete far di-
re al computer qualunque parola ma
potrete memorizzare un certo numero
di parole (dipende dalla memoria di-
sponibile) da far dire al computer per
commentare le varie fasi di un gioco o
airinierno di un qualunque altro pro-
gramma. Spendiamo ora qualche pa-
rola sulla teoria della sintesi vocale. Il
computer per poter riprodurre la voce
ha bisogno di dati che. utilizzati per
pilotare Taltoparlanie, riproducano
determinati suoni. Quindi per prima
cosa serve una routine, ovviamente in
linguaggio macchina, che trasformi
degli impulsi sonori in dati numerici
da memorizzare in una opportuna zo-
na di memoria: tale routine si chiama
«Digitalizzatore».
Si vuole poi che il computer possa
eseguire l'operazione inversa, cioè tra-
sformi i numeri memorizzati in prece-
denza in voce. Per fare ciò serve un al-
tro programma in linguaggio macchi-
na detto «Sintetizzatore».
In seguilo vedremo in dettaglio co-
me funzionano le routine di digitaliz-
zazione e di sintesi, passiamo invece a
vedere in pratica come si usa il pro-
gramma TALK-
Per far dire al tuo MSX la frase
«GAME OVER» devi eseguire le se-
guenti operazioni:
1) Prendi un nastro pulito e, con
parole ben chiare, registra la tua voce
che dice «GAME OVER». Per espe-
rienza personale ho notato che i mi-
crofoni incorporati nel registratore so-
no poco adatti allo scopo poiché han-
no il difetto di registrare anche il ru-
more del motorino del registratore
provocando cosi un elevato rumore di
inondo. L'ideale sarebbe di effettuare
la registrazione con un registratore
HI-FI e un microfono separalo. Com-
pletata la registrazione riavvolgi il na-
stro e posizionalo subito prima delle
parole appena incise.
2) Lancia il programma TALK!! e
scegli l'opzione I del menu. Se la zona
di memoria utilizzata va bene premi
<S> quindi avvia il registratore e
premi un tasto.
3) Conclusa la digitalizzazione sei
tornalo al menu. Ora scegli l'opzione 2
per riascoltare la frase. Dopo aver pre-
muto <S> per confermare i dati di
default ascolterai la tua voce dire
«GAME OVER». Se la riproduzione
non dovesse essere molto chiara ripro-
va a effettuare la digitalizzazione al-
zando o abbassando il volume del re-
gistratore. Ho notato che i risultati mi-
gliori si ottengono abbassando parec-
chio il volume rispetto a quello neces-
sario per caricare i programmi. Se il
volume è troppo alto viene riprodotto
anche il rumore di fondo con conse-
guente caos completo mentre se é
troppo basso si sentiranno solo alcune
parti della frase o addirittura nulla.
Vediamo adesso le altre opzioni del
menu. Le scelte 3 e 4 servono a elTei-
tuare il salvataggio e a ricaricare la zo-
na di memoria contenente i dati di una
frase digitalizzata. Nota che i primi tre
byte della zona di memoria riservata
servono a conservare l'indirizzo finale
dall'area dati e la durata del ciclo di
ritardo. L'opzione 5 serve per modifi-
care gli indirizzi dell'area dati da uti-
lizzare e la durala del ciclo di ritardo.
L'inìzio della zona dati non può scen-
dere sotto #9000 (i numeri preceduti
dal segno # sono espressi con la nu-
merazione ESADECIMALE) mentre
la fine non può andare oltre # E278 se
avete il drive, altrimenti, se non lo ave-
te. può salire fino a # F380. La durata
del ciclo di ritardo influisce sulla qua-
lità della riproduzione e sull'occupa-
zione di memoria. Tale ciclo di ritardo
determina il tempo che trascorre tra
una campionatura dei suono in ingres-
so e la successiva, oppure in riprodu-
zione determina il tempo che passa tra
L'emissione di un suono e il successi-
Tabella A
Digitalizzatore
Sintetizzatore
Inizio area dati
ttSFO9.#6F0A
#8F4S.#8F44
Fine area dati
#8F0C,#9F0D
#8F46.#8F47
Durata ritardo
#8Fie
0 8F55
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
software
vo; si capisce così che minore è la sua
durata più fedele sarà la riproduzione
e maggiore l'occupazione di memoria.
Per verificarlo basta digitalizzare la
stessa frase prima con durata » I poi
con durata = 50. Per un ciclo = 10
vengono richiesti circa 700 byte per
ogni secondo di voce. Infine Tultima
opzione serve a esaminare la zona dati
per cercare gli spazi che dividono le
singole parole. Ad esempio se dobbia-
mo digitalizzare una serie di parole da
usare in un altro programma basterà
registrarle su nastro una di seguilo al-
l'altra lasciando una breve pausa tra le
parole. Quindi con l'opzione 6 si pos-
sono cercare le sequenze di zeri che
costituiscono le pause di separazione e
annotarsi gli indirizzi da inserire nella
routine di sintesi. Tutti i numeri stam-
pati sullo schermo sono in esadecima-
ìe. a sinistra vi sono gli indirizzi quindi
i valori dei byte di memoria. I tasti da
usare sono;
FI per posizionarsi sul prossimo by-
te = 0
F2 per posizionarsi sul prossimo by-
te <>0
F3 per tornare al menu.
Quindi il tasto del cursore in alto
per tornare indietro di 8 byte e il tasto
in basso per avanzare di 8 byte.
Vi sono ancora alcune cose da dire
riguardo le routine Assembler.
Il digitalizzatore inizia a ttSFOO
mentre il sintetizzatore inizia a #8F30
ma sono ambedue completamente ri-
locabili cioè potete posizionarle in me-
moria dove volete o quasi senza biso-
gno di modificare nulla. Gli indirizzi
da tenere ben presenti oltre ai punti di
ingresso delle routine sono riportati in
tabella A.
Fate attenzione perché tali indirizzi
sono airintemo delle routine quindi se
le rilocate andanno rilocati anch'essi.
Analisi delle routine Assembler
Come forse saprete nei computer
MSX rinterfaccia con II registratore a
cassette è gestita dal processore sono-
ro detto anche PSG. Quindi sìa nel di-
gitalizzatore che nel sintetizzatore le
varie istruzioni di IN e di OUT sono
tutte dirette al PSG. Per comprendere
bene quanto si dice in seguito occorre
che conosciate bene l'Assembler Z80 e
che facciate continuamente riferimen-
to al listato sorgente, se non sapete co-
sa siano HL. DE. BC è meglio che
passiate oltre.
Nel digitalizzatore per prima cosa sì
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 167
10 CLEJIR 50,aK8r00;DEFINT »-Z:KEV OFFtSCREEN 0
15 DEFUSH-&H0FOO;DEFUSR1-&H8F3O:DEFTND(A$Ì-VAL("SH”*RI<3HT*(A*.2>) :DEFF
KH(A$)-VAL("&H"*LEFTS(A*.LEN(A8J-2) ) : I N-EH9000 : FI-&HB000 : RI -10 iSOSUB 1
000
20 FOR I-O TO 47:READ A* : A-VAL ( "iH"*-A$l ;T-T*A ; POKE I *&H8F00 . A -.NEXT: IF
T05714 THEN PRI!fT "ERRORE NELLA LINEA 20000' ;END
30 T-0:POR I-O TO 66;R£AD AS : A-VALI 'SH'+ASI ;T-T»A r POKE I *6H8F30. A:NEXT
rIF T06090 TMEN PRIITT "ERRORE NELLA LINEA 20010" :END
100 CLS;PRINT TAB(14) i' TALK 1 1 "rPHlNT TABI 14) " " ; PRINT: PRINT T
Afl(17) :"by";PRIOT TABllO) ;"B0TTIN Gl ANPAOLO" ; PRINT:PRINT:PRINT "Men:";
PRINT
110 RESTORE 21000:FOR I-l TO 6:READ AI:PRINT 1;'-) A$ : PRINT; NEXT
120 LOCATE 0.22:PR1NT "SCEGLI ; " ; ; AS-INPUT* 1 1) ; 1 F AS<"1" OR AS>"6" THE
N 120
130 ON VAL(A$)60TO 200.300.400.500.600.700
200 CLS:PRINT TABIlO) : "DIGITALIZZATORE VOCE"
230 GOSUB 5000
240 LOCATE 0.20:PfiINT "PREMI <PUY> SUL REGISTRATORE" ; PRINT: PRINT "OUI
NDI PREMI UN TASTO"
245 GOSUB 6000
250 MOTOR ON;A-USR(0) ;MOTOR OFF;GOTO 100
300 CLS:PR1NT TABllO) ;"SINTETIZZATOHE VOCE"
330 GOSUB 5000
340 A-USRUO) ;GOT0 100
400 CLS;PRIKT TABllO) j'SALVATAGGIO DATI"
410 GOSUB 5000;PRINT:PR1NT;INPUT "NOME FILE ;";N*
440 POKE IN.FNDIKEXSIFI)} :POKE 1N*1 . FNKlHEXS I F I ) ) : POKE I N«2. FHD (HEXS ( R
1)1 :BSAVE NS. IN.FI. INtGCrrO 100
500 CLS:PRINT TABllO) ;"CARICAKBNTO DATI"
510 LOCATE 0.7iINPI/r "NOME FILE ;";N$
540 BLOAD N» : IN-VAL 1 "SH 'tHEXS IPEEK ISHFCBF) -*PEEK ISHFCCO) ’256 ) ) ;F1-VAL("
&K"tHEXtlPEEKlIH)<'PEEK(INtl)*2S6>) ;Rl-PEEK(IN+2) ;60SUB 1000:G0TO 100
600 CLStPRINT TABI10>;"HODIFICA DATI DEPAULTS"
610 LOCATE 0.5;A$-HEXS(IN) tPRINT "INIZIO AREA DATI : •":;GOSUB 7000:IN
•VALI"EH"«AS) : IF INSFI OR IN<6H9000 THEN 610
620 LOCATE 0 .7 ; AS-HEXJ IFl ) ; PRINT "FINE AREA DATI ; «"irGOSUB 7000;FI
-VALI"6H''-*AS) ;1F FKIN OR FI >GKE27e THEN 620
630 LOCATE 0 .9 ; AS-HEXKRI ) ; PRINT "CICLO DI RITARDO ;";RI
640 LOCATE 19.9:L1NE INPUT AS : RI -VAL I A$) : IF RI< 1 OR RI >255 THEN 640
650 GOSUB 1000
660 LOCATE 9.20;PR1NT "PREMI UH TASTO'tGOSUB 6000:GOTO 100
700 CLS:PRINT TAB 1 10) ; "RICERCA PAROLE LOCATE D.3:PRINT "FI : Ricerca
prossimo byte-0" : PRINT : PRINT "F2 : Ricerco prossimo byteOO" :PR!NT:PRl
NT "F3 : Men"
710 ID-INìON KEY GOSUB 760. 770 .790 :KEY I 1 ) 0NiKEY<2) 0N:KEY 1 3J ON
720 KEY(UOFF:KEY(2)OFFiLOCATE 0,lO;FOR I-O TO 80 STEP 8:PRINT HEXSIID
♦ 1>" :F0R A-0 TO 7 ; AS-KEXllPEEK I ID» I*A) ): PRINT SPC(3-LEN(A$) 1 :A$; :N
EXT:PR!NT:NEXT:KEYI1)ON:KEY(2)ON
730 A-STICK(O) :IF A-Q THEN 730 ELSE IF A-1 THEN ID-1 Dt8" 1 1D>IN) rGOTO 7
20 ELSE IF A-S THEN ID-lD-8* I tlXFI 1 :GOTO 720
760 GOSUB 7BO;FOR I-ID»1 TO FI;1F PEEKIDOO THEN NEXT ELSE ID-I
765 GOTO 775
770 GOSUB 7S0:F0R I-ID+1 TO FI:IF PEEKII)-0 THEN NEXT ELSE iD-1
775 LOCATE 0.22:PfiINT SPC120) iRETUHN 720
780 LOCATE 0.22:PRINT "3EARCHING" :RETURN
790 KEY(l)OFF:KEYl2)OFF:KEYI3)OFr:RETURN 100
1000 A$-HEX$IIN*3) :POKE UieP09 . FND ( AS I : POKE 6H8F0A . FNHI AS) : POKE &K8F43
.FNDIAS) :P0KE &N8F44.FNHIAS)
1010 AS-HEXS(FI) :P0KE &HSF0C . FND I ASI :POKE &H8F0D. FNHI AS) :POKB SHBF46.F
NDIAS):P<XE &H8F47.FNH(A$Ì
1820 POKE RHeFie.RIiPCKE RH8FS5.R1
1030 RETURN
5000 LOCATE 0.5:PR[KT "INIZIO AREA DATI ; *" iHEXS 1 IH) :PRINT;PRINT "FIN
E AREA DATI : *":HEX$IFt) :PRINT:PRINT "CICLO DI RITARDO :":RI
5010 LOCATE 0.16:PRINT "VA BENE ? IS/N) "
5020 AS-INK£y$:IF AS-"" THEN 5010 ELSE IF A$-"N" OR AS-"n" THEN RETURN
600 ELSE IF ASO"S" AND ASO"a" THEN 5010 ELSE RETURN
6000 IF INKEYS-"" THEN 6000 ELSE RETURN
7000 I-POSIO! :A-CSRLIH:PRIHT AS
7010 LOCATE 1,A:LINE INPUT AS:IF LENIAS)>4 OR LEN(A1)<2 THEN 7010
7020 RETURN
20000 DATA F3. OE . 3F. D9 . 3E. 0E.D3 . AO . 21 . 00 . 90. 1 l . 00 .BO .DB . A2. FE .BF. 28 .FA
.D9.16.01.06,OA.10.FE.DB.A2.B9.20.03, 14.20.F4.4F.7A.D9.77.23.A7.ED.52,
19.38.E6,FB,C9
20010 DATA 3E.00.1E.00.CD.93.00.3E.01.1E.00.CD.93.00.3E.0e.D3.A0.21.00
.90.11.00.B0.F3.3E.0F.0a.46,0a.D3.Al.EE.0F,Oe.D9.06.0A.10,FE.D9.FD.19.
10.F6.7E.A7,20.04.Oa.EE,0F.0a.23.A7,ED,52.19.38.E0.FB.C9
21000 DATA "Digitalizza voce" . "Sintetizza voce". "Salva dati". "Carica d
ati". "Modifica defaulls". "Ricerca parole"
software
dice al PSG che si vuole leggere dal re-
gislratore a cassette, linee 40-50, quin-
di dopo aver inìzialìzzato i registri si
entra in un loop di attesa in cui si va a
vedere se vi è un segnale proveniente
dal registratore, linea SO, se è cosi il re-
gistro A conterrà 63 altrimenti se non
vi è alcun segnale conterrà 191. Sì esce
dal loop quando si sente un segnale,
cioè A<> 191. Successivamente si
entra nel loop principale nel quale me-
diante campionamenti successivi si
misura e quindi memorizza la durata
dì ciascun sìngolo segnale, suono o
pausa; cioè fino a che il segnale rima-
ne costante sì incrementa un contato-
re. quando si ha una variazione di sta-
to viene memorizzato il valore attuale
del contatore e quindi si toma in atte-
sa di un'altra variazione di stato. Sì
contìnua cosi finché non si è arrivati
alla fine della zona dati. Se il contato-
re (registro D) viene azzerato prima
che vi sia un cambiamento dì stato, sì
memorizza uno zero e si toma in atte-
sa della stessa variazione precedente,
cioè se si attendeva una pausa si ritor-
na ad attendere che il PSG restituisca
191.
Nel sintetizzatore al contrario dopo
aver inìzialìzzato i registri 0 e 1 del
PSG tramite la routine BIOS posta a
#93 (tali registri contengono la fre-
quenza del suono emesso dal genera-
tore A) si procede a prelevare dall'a-
rea dati un byte per volta e a emettere
suoni di durata pari al valore del byte,
in effetti a meno che il byte sia zero
vengono emessi alternativamente suo-
ni e pause dì silenzio riproducendo co-
sì quanto digitalizzato. Prima di lutto
con le linee 480-490 si dice al PSG che
con le successive istruzioni OUT vo-
gliamo scrìvere nel registro 8 respon-
sabile del volume del generatore A (se
contiene 0 non viene emesso alcun
suono mentre il volume massimo è 15
0 #F in esadedmale). quindi si inizia
scrivendo nel registro 8 un volume =
15 quindi lo si mantiene per tutta la
durata data dal byte letto, poi se non
era zero si preleva il byte successivo e
si scrive nel registro 8 un volume = 0,
generando cosi una pausa, e sì prose-
gue in questo modo a meno che si in-
contri uno zero nel qual caso invece dì
passare dal suono a silenzio o vicever-
sa sì mantiene lo stato precedente. Il
ciclo principale continua ad essere
eseguilo finché non sì raggiunge la fi-
ne della zona dati.
Siccome i tempi all'interno del ciclo
principale devono essere rigorosamen-
te uguali per il digitalizzatore e per il
sintetizzatore in quest'ultimo l’istru-
zione ADD lY, DE alla linea 640 ser-
ve soltanto a introdurre un ritardo per
rendere la velocità di esecuzione ugua-
le a quella di digitalizzazione.
Listato Assembler
Hlsoft BEN
BBBA
9eee
Beee
1 RITARDO;
2 INIZIO;
3 FINE;
EOI) le
Efiit ttseee
EQu iseee
BFBe
BFee F3
8FB1 BE3F
6FB3 D9
eF04 3E0E
BF06 D3A0
0F0B 210090
0F0E 1100B0
0F0E IBA2
0F10 FEBF
0F12 20FA
0F14 P9
0F15 1601
0F17 060ft
0F19 10FE
0F1E DEA2
8F1D Ì9
0F1E 2003
6F20 14
SF21 20F4
0F23 4F
8F24 7fl
8F2S D9
8F26 77
8F27 23
6F2e A7
0F29 ED52
6F2B 19
8F2C 30E6
8F2E FB
8F2F C9
10
15
16
17
20
30
31
32
40
50
66
70
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260
270
208
290
300
310
370
380
305
0R6 ff6F00
;DI6ITRLI2ZAT0RE
00
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A9:
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LE C.63
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LD A.IE
OUT (*A0>,A
LD HL. INIZIO
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IN A,(4A2)
CP 191
JR Z.A0
EXX
LD D,1
LD B, RITARDO
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IN A,(IA2)
CP C
JR NZ,A3
INC D
JR NZ,A1
LD C,A
LD A.D
EXX
LD (HL>.A
INC HL
AND A
SBC HL,DE
ADD HL.DE
JR C.A2
£I
RET
0F30 3E00
0F32 1E00
0F34 CD9300
0F37 3E01
0F39 1E00
8F3B CD9300
0F3E 3E06
0F40 D3A0
0F42 218090
0F45 1100B0
0F48 F3
8F49 3E8F
0F4B 08
0F4C 46
8F4D 08
8F4E D3A1
0F50 EE0F
0F52 08
0FS3 D9
0FS4 060A
0F56 10FE
0F50 D9
8F59 FD19
SF5B 10F6
0F5D 7E
8F5E A7
0F5F 2004
0F61 08
3F62 EE0F
8F64 00
0F65 23
0F66 A7
8F67 ED52
8F69 19
0F6A 30E0
0F6C FB
0F6D C9
400 jSINTETIZZATORE
410
428 LD A.0
430 LD E,0
440 CALL *93
A, IF
AF,AF
B, <HL)
AF,AF
(•AD.i
ADD IV. DE
HL.DE
HL.DE
C.B0
2 «rrore; 06
Tabi» usad; 134
202
168
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
Per l'ordinazione inviare Tim-
porto (a mezzo assegno, c/c o
vaglia postale) alla Technimedia
srl, Via Carlo Perrier 9, 00157
Roma.
Elenco del software disponibile
su cassetta o minìfloppy
Per ovviare alle dijjìcollà incontrate da molti lettori nella digitazione dei
listati pubblicali nelle varie rubriche di software sulla rivista.
MCmicrocomputer mette a disposizione i programmi più significativi
direttamente su supporto magnetico. Riepiloghiamo qui sotto i programmi
disponibili per le varie macchine, ricordando che i titoli non sono previsti per
computer diversi da quelli indicati. Il numero della riv(sia su cui viene
descritto ciascun programma è riportato nell'apposita colonna; consigliamo
gli interessati di procurarsi i relativi numeri arretrati, eventualmente
rivolgendosi al nostro Servizio Arretrali utilizzando il tagliando pubblicato in
fondo alla rivista.
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
radacoittS»*®*
I prezzi riportati nella Guidacoinputer sono comunicati
dal distributori del vari prodotti e si riferiscono alla
vendita di singoli pezzi all'utente finale. Sui prezzi Indicati
possono esserci variazioni dipendenti dai singolo
distributore. Per acquisto OEM e comunque vendite
multiple sono generaJmente previsti sconti quantità. I dati
sono aggiornati a circa 20-30 giorni prima della data di
uscita In edicola della rivista. MC microcomputer non si
assume responsabilità per eventuali errori o variazioni.
Tutti I prezzi sono IVA esclusa
« «
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3036/4 • Sslemacor 512 KB disco da 40 MB e floppy da 720 KB 13.350.000
3036512 • Aumento di memoria da 512 a 1024 KB 2.000.000
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er 512 - CPU B0186 - 512 K RAM 128 K ROM
er 128 - CPU 6SC12 - 128 K RAM 128 K ROM
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Co-processore 601B6 (upgradeda Master 126 a 512)
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Secondo processore 6502 + 64 K RAM
Secondo processwe Z60 4 64 K RAM
• iommiflopoy400 + 400K
Minifloopy singolo lOOK
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Monitor Cd. Cabel 14'
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PC8 MHz 256K RAM 2 drive 360K scheda Hercules II
XT/20 come sopra ma con Hard disii 10 MO
AT/1 640K RAM I drive 1.2 Mb scheda Hercules II
AT/2 come sopra ma con Hard disk 20 Mb con conbdier
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Condor Intormatics lata s.r.l. - Va Granam 8 • 20145 Miano
ADV31M - 256 KRAM. disk drive 1 x 360 K. Monitor 12"
ADV32M - 256 KRAM. disk drive 2 x 360 K. Monitor 12"
ADV33M - 256 KRAM. I x 360 X 4 Hard Disk 10 MB. Monitor 12"
AOV34M - 256 KRAM. 360 K 4 20 MB. Monitor 12"
AOV35M - 256 KRAM. 1 x 360 K 4 ibid Oek 40 MB. Monitor 12"
ADV35M - 256 KRAM. 360 K 4 10 M 4 streamer 10 M. Mon. 12"
ADV36M - 256 KRAM. 360 K 4 20 M 4 streamer 10 M. Mon 12"
ADV36M - 256 KRAM. 360 K 4 40 M 4 streamer 10 M. Mon. 12"
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Unità Discoda 3.5"-DF-600K
àtìisco<a5"'.-SF-140K
Disco Rigido da 20 Mb
Stampante Imago Wrlterl5"
Scheda espansione di memona da 256 Kbyte
Kit da 256 Kb RAM
'faccia SCSI per Disco Rigido
le Ile ì2S KRAM Mouse
eda 80 colonne con espansione a 128 K
5kll dnveedoppioco
ioOisk2xi40K
■tacca seriale per ile
'tacca paranea per Ile
-tacca IEEE 48B per Re
Apt^e Ile ■ 1 26 K RAM - 1 minifloppy integralo - Mouse
porlo pw monitor Ile
Ile aggiuntivo 1 40 K
iseperllc
ih 512 K/800 • 1 minifloKiy 800 K-Mouse • Paint/Wnle
ih Plus 1024 K RAM - 1 minifloppy 800 K-Mouse
crofloppy aggiuntiva 800 X
Image Writer 1 32 colonne
1.700.350
1.800.350
340.000
990.000
850.000
500.000
2.500.000
1.500.000
250.000
140.000
200.000
1.100.350
120.000
340.000
250.000
590.000
1.100.000
3.200.000
BO.ODO
130.000
298.000
560.000
990.000
250.000
250.000
375.000
990.000
1.500.350
250.000
72.000
500.000
170.000
850.000
75.000
3.850.350
5.290 350
850.000
2.300.000
95.000
1.550.000
170
MCmlcrocomputer n. 59 - gennaio 1987
Inida computer-,
Image Wrrier II 80 colonne
Alimeniaiore fogli singoli per Imege Writer II
Laser Wnter
APRICOT (GB)
Dmon SpA
VM Cenasi 138 - 20 156 Milsno
Paint
:n monitor t2" loslori verdi -i- adattatore
w monitor 12" colore + adafialore
w monitor 12" colore aie ris. + adatlatore
X£N HD come sopra, ma con I FDO 3,5" 720 Kbyte. 1 Mbyie Ram, 1
HD 20 Mbyte
m monitor 1 2" foslort verdi + adattatore
)n moTBlor t2" Paper Wile + adattatore
>n mondor t T colore + adatlatore
in monitor 12" colore^ ris. -i- adattatore
XEN-i HO compatibile IBM AT - 802B6 (10 Mhz) • 1 Mbyte RMt stan-
dard Louis/lniel Microsoti - 1 FDD 5.25" 1 .2 Mbyte - 1 HD 20 Mbyte •
RS 232C - * •
31 12"cotore media hs. -i- scheda CGA
conmonitort2~ colore alta ris. -i- scheda EGA
XEN-i XD come sopra ma con 2 Mbyte RAM standard Lolushntel Mkvo-
sotl, t HD ad accesso rapido (30 ms) 40 Mbyte
» monitor fosfori verdi atta risoluzione
m monitor Paper Wite
m monitor 12" oolore media ils. -i- scheda CGA
yn monitor 1 2" colore alta ris. scheda EGA
XEN-n 10 compabbite IBM AT - 80266 (8 Mhz) 512 l^yte FtAM stan-
dard Lotushntel Microsoft - 1 FDD 5.25" 1.2 Mbyte - 1 HO tO Mbyte -
~:S 232C • Centronics - tastiera
on monitor fosfon verdi alta risoluzione
on momtor Paper Wite
on monitor 12" colore media ris. -f scheda CGA
Dnmonitor12" colore aliaris. + scheda EGA
XEN-xi 20 compabbue IBM AT - 80286 (8 Mhz) 512 Kbyle RAM stan-
dard Lotus/lntel Microsoh- 1 FDO 5.25" 1.2 Mbyte - 1 HO 20 Mbyte -
~S 232C - Centronics - tastiera
on monitor fosfori verdi alta nsokizione
or Paper vyite
conm
la CGA
y 12~coiorsalQri5. + scheda EGA
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3,5" 720 Kbyta - Ta» streamer 20 Mbyle
XEN Mainframe 40 come sopra, ma con 1 HD ad accesso rapido (30
ms) 40 Mbyle
Xen Mainframe 100 come sopra, ma con 1 HD interno da 20 Mbyle e 1
>so rapido (30 ms) 60 Mb
XEN Worlrstallon 80286 - 1 Mbyte Ram - MS DOS 3.2 - MS Windows
- MS Wme - MS Paint - GW Basic - GEM
con monitor Paper Wite
con monitor colore meda risoluzione
con monitor colore alta risoluzione
XEN-i Workstation compatibile IBM AT • 80266 - 76B Kbyte RAM -
monitor Paper White
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Vii a» Leiwelon fS - 20092 ÙmseBo Batsa/no IMI)
800XL Computer 64 Kbyte RAM. 32 Kbyte ROM
13QXE computer 128 Kbyte RAM. 32 Kbyte ROM
XCt 1 Registratore di cassette
XC12 Registratore di cassette
AI OSO Disk drive
AtQ23 Stamparne a matnce d'aghi
A1027 Stamparne di qualità
Al 020 Stamparne plotter a 4 colori
520ST Computer 512 Kbyte RAM. 192 Kbyte ROM. Mouse
520STm 512 K RAM. 192 K ROM. Mouse e Modulatore TV
520ST -1- Computer 1 Mbyte RAM, 192 Kbyte ROM, e Mouse
1.200.000
450.000
10.900.000
1040STf 1 MRAM. 192 K ROM. Mouseefloppy 720 Kbyte
SF354 Disk drive 500 Kbyte (360 Kbyfe formattaU)
SF314 Disk drive I Mbyte (720 Kbyte formatlab)
SM124 Monitor monooromabco aita risoluzione (640 % 900)
SC1424 Monitor a colori RGB
SMM604 Stampante a matrice d'aghi 60 caratteri
SH204 Hard disk 20 Mbyte (formattalo)
NL-tO Stampante STAR 80 colonne 120 cpsNL.Q
MOUSE
TOS ROM kit ROM perST
5.650.000
5.950.000
5.950.000
7.475.000
7.950.000
8.250.000
B.25Q.000
9.775.00(r
7.600.000
7.900.000
8.250.000
9.990.000
9.300.000
9.600.000
9.950.000
11.690.000
5.500.000
5.800.000
6.1SQ.000
7.990.000
6.500.000
6.800.000
6.150.000
8.990.000
10.900.000
13.500.000
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3. 43 - 20090 Treeano S.N. IMI)
BARCO INDUSTRIES
TELAVlmewamel
VaLtMVina.43 - 20090 Tnmno S.N. (MU
Monilor colori alla risoluzione 14 "CD 233 HRALP
Monilor colori 1 4" alta risoliizlone lunga persetenza CD 233 HR TU LP
Mondar colori 19" alta risoluzione CO 351 HR A
Mondor colmi 19" alta risoluzione lunga persistenza CD 351 HR A LP
Monitpr colori 19" lunga persistenza - 25 MHz CDCT 6151 LP
Monitor colmi 19" lunga persistenza- 25 MHz CDCT 6351 LP
Monilm colori 14-50 MHz CDCT 5337 NP
Monitm colori 19-- 50 MHz CDCT 5351 NP
Monltm colori 19" - 120 MHz eoa 6551 NP
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6126 floppy disk drive 48 TPt doppia faccia ^ - 5.25"
6 1 38 floppy disk drive 5.25" doppia faccia Sbm
61 65 Drive 5.25" Winchester
6168 5.25 Winchester 1 0 Mb SUrn
6188 R -20 Mb slim
8129 IBM Comp. floppy <bsk drive
6195 Hard Disk 85 Mb non lormanato
6162 Floppy Disk Onve 3.5" 0.5 Mb
6194 Kan) Disk 96 Mb non formattato
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PCbìt/120P- 6086. 256K RAM. 360K -i- 20Mvek>c8
PCbitn30 Ra - 60BB. 256 K RAM. 360 K 4- 30 M
PCbil/130P-a0B8,256KRAM.360K -l- SOMveloce
PCbit/140 P - 8088, 256 K RAM. 360 K -l- 40 M velpce
PCbd compacI/2 - 8088 256 K RAM, 2 x 360 K portatile
PCbilminal/t20-60286,S12KRAM.360K -i- 20M
PCbilminfal/120R- 80266. 512 K RAM. 360 K -i- 20 M veloce
PCbiI aI/2 - 80266, 512 K RAM. 2 x 1 .2 M
PCbilat/120- 80286. 512 K RAM. 1.2 M -l- 20 M
PCbitai/120P- 80286. 512 K RAM. 1.2 M -i- 20 M veloce
PCbHal/}30P- 80286, 512 K RAM, 1.2 M + 30 M veloce
PCbHal/140P- 80286. 512 K RAM. 1.2 M -i- 40 M veloce
PCbd al compact/120 - come al/l20, portatile
File Card 20 - disco rigido aggiuntivo 20 M su scheda
Back Up 201ME ■ Memlec. {artueda 20 M, SMb/min
1.540.000
295.000
420.000
295.000
720.000
490.000
1.490.000
985.000
95.000
95.000
20.000.000
>6.000.000
36.500.000
26.000.000
33.500.000
3.450.000
2.150.000
1.590.000
1.740.000
3.217.000
3.094.00D
5.981.000
5.816.000
6.270.000
7.194.000
10.642.000
10.807.000
12.994.000
1.409.000
317.000
384.000
1.810.000
1.034.000
1.090.000
317.000
3.900.000
310.000
4.100.000
3-720.000
317.000
3.390.000
1.670.000
2.400.000
2.750.000
3.250.000
3.200.000
3.900.000
4.000.000
2.400.000
3.750.000
4.000.000
3.600.000
4.550.000
5.050.000
5.650.000
5.650.000
5.400.000
1.600.000
2.300.000
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
171
Back Up 201 XE - Xebec. csnuccia 20 M
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CRT W 14" TTL-m fosfori verfli, supporlo basculafiie
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Drive esterno 3"'i> per BondweB 8 (720K)
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Tid)lel2200(12x12'l
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Canon Italia S.p.A
Via aeSInauslria 13 - 37012 aassoSttr^w IVRI
Home Computer MSX V20
Stamparne per MSXT22A
JoystKk VJ 200
Urna floppy disk da 3XVF100
Mouse con soffware grafico
Canon X07 portaOie - Interi. RS232 - Centronics -f plotter 4 col^
Stampante per X-07
A-200 FD mono
A-200 FD color
A-200 HD mono
A-200 HD color
Tastiera italiana
A-1350t0MbHard«8k+5"FD
A-1200 Stampante grafica
A-1210 Stamparne colon ink-jet
A-1250 Maoix printer 156 coìonne
A-1011 I/O Extension^ard
A-1SD0 V24/RS232C
A-1S02 Centronics imarface
A-1 503 Communication Interface
A-1020 126 Kb RAM
A-1021 256 Kb RAM
A-1022 384 Kb RAM
A-10O1 RAM Chip 128 K
A-1002 Clock Set
A-1004 32 Kb video RAM
A-1100 Pointing Devine
JI-20 Cassetta colore per A-1 21 0
Jl 2SB Cassetta Inchiostro nera per A-1210
1 . 600.000
255.000
340.000
235.000
340.000
CASIO (Giappone)
Diimn S.p.A.
V.le Certosa, 138 - 20156 Milano
FP-1000UniU centrale B/N
FP-1100 Umtà centrale colore
FP-1001 Monitor verde
FP-1020 Disk drive da 840 Kbyie
FP-10282 Disk Drive da 1Mb
FP-1030 Espansione RAM t6K
FP-1031 Contenitore ROMfinoa 16K
FP-1060 Espansore 4 porte I/O
FP-2000 Sis^ OperahvD CP/M 2.2
RX-80 Stampante 1 00 cps. 60 col. grafica
FX-80 Stampante 1 60 cps. 60 col. grafica
FP-200 conwiter portatile 8K RAM
AD 4t8QG-adaitaiore corrente
FP-201- espansione 8K RAM
FP-103S-imerfacciaRS232 C
FP-t083-cavoperRS232C
FP- 1021 -disk drive da 70 KB
FP-101 1 - stampante - plotter 4 cd.
FP-6000- uniti cermale
FP-6002 Monitor a colori
FP-602 1 - disk dnve coppa uniti 320 -i- 320 Kb
FP-6029 disk drive doppia uniti 1.2M-I- 1.2M per dischetD da 5"'i>
FP-6024 disk dnve doppia uniti con dischi da 8"
RX-80 Stampante Epswt-CaM 100 epa 80 Col. solo modulo continua
FX 100 Stampante Epson-Casio 160 cps 132 Col.
DT6000 Pori. Prog. Mod. M30 • 32K RAM
DT6000 . Mod. M31 - 32K RAM con stampante
DT6000 Mod. M40 • 64K RAM
DT6000 Mod. M4 1 ■ 64K RAM con Stampante
DT6032 -RAM CARD 32K RAM
Casio Writer
CW-10 Macchina per scrivere portaUle - 57 lasfi
CW-20 Macchina per scrivere portatile «m 4K di memoria espandibili
CW-25 Macchina per scrivere portatile con 4 K di memoria espandibili
interfaccia parallela (Centronics) e sanale (RS-232C)
RM-4 4K RamperCW-20/25
RM-88KRamperCW-20/2S
1.190.000
1.390.000
422.000
1.263.000
2.187.000
3.600.000
405.000
73.000
674.000
182.000
760.000
1.330.000
690.000
45.000
115.000
135.000
69.000
874.000
440.000
3.370.000
1.900.000
1.630.000
2.490.000
3.000.000
760.000
1.670.000
1.190.000
1.490.000
1.350.000
1.650.000
475-000
399.000
649.000
775.000
89.000
112.000
694.000
450.000
31.500
925.000
185.000
620.000
446.600
3.600.000
3.645.000
5.700.000
5.745.000
575-000
7.500.000
1.490.000
1.890.000
2.280.000
250.000
250.000
250.000
250.000
575.000
990.000
1.385.000
450.000
160.000
260.000
125.000
330.000
190.000
CITIZEN
Tela*
Va L. Da mi. 43 - 20030 Traaano S. Naugm IMI)
Stampante 120 car/sec. 80 col. Ini. paraM 120D (senza interfaccia) 630.000
Vii. para)lela x120D 120.000
xi1.senaie 150.000
Vii. X Commodore 64 x 1200 180.000
ESP 10 650.000
HQP 45 2.350.000
Stampante 160 car/sec. 80 col. MSP 10 990.000
Stampante 160 car/sec. 136 colonne MSP 1S 1.260.000
Stampante 200 car/sec. BO colonne MSP 20 1.450.000
Stampante 200 car/sec. 132 colonne MSP 25 1.580.000
Stamparne a margherita 35 car/sec. Premiere 35 2.000.000
CITIZEN (Giappone)
Teìcom
Va Maneo Cmai. 75 - 20148 Miano
LSP10-80c120cps-IBM/Epson
MSP10 - aoc I60cps - IBM/Epson. buffer 8 K
MSP1 5 - 136c 1 eoeps - iBM/^son, buffer 8 X
MSP20 - 80c EOOeps - IBM/Epson. buffer 6 K
MSP25 - 136c 200(»s - IBM/Epson, buffer 8 K
HQP43 - 24 aghi. 130c200cp$ - IBM/Epson, buffer 6-128 K
PRE35- stamparne a mar^ierita, 136c35cps
APMSP - interfaccia Apple per MSP
630.000
750-000
B10.000
760.000
850.000
990.000
1.260.000
1.350.000
1.580.000
2.300.000
2.000.000
230.000
65.000
172
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
ida computer _
RS120 - interfaccia serale per 120D/LSP
SPIO ■ alimeniaiare di IngS stogali per MSP1 0/20
SF1 S - alimentatore di logfi singoli per MSP1 5/25
fSO.OOQ
450.000
540.000
COMMODORE (U.S.A.)
Vìa E» Gracc/ii. 48 ■ 20092 Cinisello Balsam (h
C-64 con Geos 399.000
1801 - Monitoracolon 14" conaudio 465.000
lS41-R<«py170K 450.000
C-128 650.000
C-128D 1.190.000
1901 Monitor a colori 13" con audio, RGEU e composito 650.000
1571 -Floppy 350 K 590.000
13l1-JoysIickper64e128 13.500
’ 1312-Paddleper64e128 22.500
. Mouseper54e12B 99.000
PC-10-8 8066. RAM 512 K, 2 floppy 360 K. scheda colore AGA. mo-
nilor monocfomalìco 12". MS-O0S2.il 3.500.000
PC-20-UConwPC-10-ll. 1 floppy 360 K + 1 tiard disk 20 M 4.990.000
PC-AT - 80266. RAM 640, K, 1 floppy 1 .2 M ■)- 1 hard disk 20 M
scheda colore AGA. monitor 14", MS-OOS3.I 6.990.000
BU-2 - espansione da 512 a 640 K per i PC 351 .000
Amiga 1000 - RAM 512 K, 1 microfloppy 880 K, tastiera, mouse, mo-
ndora colon 1081. Amiga-OOS e Amiga-Basic 2.990.000
AlOIO-microfioppyestemoBSOKperAmIga 700.000
MPS-B03 - stampante 80 c 60 cps 490.000
MPS-1000 - stampante 630.000
OPS-1101 - stampante a margherita 165 C 17 cps 750.000
6400-C-starr^tea margherita 130 c40cps 1.650.000
COMPAQ (U.S.A.)
. Compaq Computer S.p.A.
MOnoOori Str. 7 P»/. fi. 20089 fìmano (Mt)
Ponable Dual • 6088. 256 K. 2 floppy 360 K
Portable Phis - 8088. 256 K. 1 floppy 360 K 4- 1 HO 10 M
Ponable ll/l - 80286. 256 K. 1 floppy 360 K
Portable 11/2 - 60286, 256 K. 2 floppy 360 K
Ponable 11/3 - 60286. 640 K. 1 floppy 360 K 4- 1 Hd 1 0 M
Ponable 11/4 - 80286, 640 K. 1 floppy 360 K 4- 1 Hd 20 M
Ponable 286/3 - 80286. 640 K. I floppy 1 .2 M 4- I Hd 20 M 4-
pebackupiOM
Oeskpro/1 8086. 128 K, 1 floppy 360 K
Oeskpro/1 6086. 128 K. 1 floppy 360 K
. Oeskpro/2 8086, 256 K. 2 floppy 360 K
Oeskpro/3 8086. 640 K. 1 floppy 360 K
Oeskpro/1 8086, 128 K. 1 floppy 360 K
Deskpro 286/1 60286, 256 K. 1 floppy 1.2 M
’ Deskpro 266/1A 60286. 256 K. 1 floppy 360 K
Desigiro 266/2 60286. 512 K. 1 floppy 1.2 M 4 1 HD30 M
Oe^o 266/2A 80286. S12K. 1 floppy 360 K 4 1 HO SOM
Oeskpro 286/3 80266. 512 K. 1 floppy 1.2 M 4 1 HD 30 M 4
backuplOM
4.080.000
5.780.000
6.460.000
6.790.000
lo.eso.ot
3.750.0C
3.750.0C
7.500.000
9.700.000
9.700.000
11.450.000
11.700.000
15.500.000
GORAL (Japan)
La Casa del Computer
Via deità Misenconfa 84 - 58025 Pontedera (Et)
Stampante 80 col., lOOcps. SC-lOOO
Stamparne 80 col.. 120 cps. SC-1200
Stampante 60 col.. 180cps.SC-iS00
Stampante 136 col., 180 cps. SC-5S00
620.000
650.000
1.020.000
1.150.000
COREGO (Canada)
Pertal
Va Ormea 99 - t012S Torino
Oculus - 100 512 X 512 Digitalizzatore bmario di immagini inreal-time
Oculus - 150 512 X 512 Dig. bin, real-bmeim. confin. grafiche
Oculus - 200 512 X 512 Dig. bùi. real-bme im. 126 liv. di gngio
Oculus - 200CA - Adattatore Colore RGB per Oculus-200
Oculus - 200RLE - Coprocessore di Mdrflca Run Lenghl
4.766.000
5.083.000
6.935.000
1.402.000
3.247.000
Software per Oculus Card (IBM)
Picture Gook-100 - Data-Base per immagini da Oculus 100 {fino a 50
perfloRly) 659.000
Pictute book-200 - Oas-Base per immagini da Oculus 200 (5 x disli.
150k10MKD) 859.000
Industriai inspeclor - Ricon. oggeM per ispez. e controlli di qualità 4.766.000
Binary. Lfl) Gray. Ub - Sulxoutines m -C> per trattamento di immagini 656.000
CORVUS SYSTEMS (U.S.A.)
Cifra Oiact s.r.1.
Via Nannettì t ■ 40082 Zola Praóosa 180)
Scheda Omninel Trart^er per Apple Ile 750.000
Scheda Omninei Transponer per Apple Macintosh 750.000
Scheda Omninet Transponer per DEC Rainbow 750.000
Scheda Omninel Transponer per IBM PC l^ity 750.000
Disco Omnidrive per rete locale Omninel/Corvus 1 1 . 1 MB 3.500.000
Disco Omnidnve per rete locale Omninet/Corvus 20.9 MB 5.500.000
Disco0mnidnveperiete1ocaie0mninet/Corvus45.l MB 9.200.000
Disco OmnidrivB per rete locale Dmnlnet/Corvus 1 25.7 MB 1 9. 1 00.000
SoRware •Cosi^lation ll> LAN Omninet Corvus per /^ple II (Pascal. CP/
M, Prodos) per PC IBM Family (DOS 3.0. DOS 3.1 . NQ p-system) per
DEC Rainbow 100 (MS/DOS 2.11. CP/M)cadauro 500.000
Consiellation III Network Software:
Fìnder 5.1 per Apple Madotosh 900.000
Software per Network Omn'italk-Apple Muttiuser con n. t Omnidrive
(11.21,45. 126MB) 900.000
ll-Otalli-2 11.1 MBOmnitalkSlaner 4.000.000
21-Otalk-220.9 MBKitperAppletalk 6.000.000
45-Otalk-2 45.1 MB 9.700.000
126-Otalk-2 125.7 MB 19.600.000
Prinier Server per Apple Ile. DEC Rainbow. IBM PC Family, cadauno 2.240.000
Sottware Mulbuser per server di PC. XT, AT:
NNO-8 8-User Novell Advanced NetWare 1.600.000
NNO-50 50-Dser Novell Advanced NetWare 3.450.000
Software CosleSation II per servar XI 1.600.000
Mail Monitor sottware per collegamenti rentob di reb locab Corvus 1.760.000
Sislema di Back Up e Banca Dati per Omninel da 1 00/200 MB per Ap-
ple Ile. IBM PC Famliy. DEC Rùtbow 100 - cadauno 4.340.000
Minor server par Apple Ile, DEC Rainbow 100, IBM PC Family, per back
up su cassette VCR - cadauno 1.800. 000
Emutalore « 3274 per collegamenb a mamtrame IBM in SNA/SOLC:
SNA Gateway 220 V. con display emulator soflware per 3278 e 3279 12.000.000
SNA Gateway Utilities e display emulator software per 3278 2.300.000
SNA Gateway ubiities e display emulator software per 3279 2.300.000
SNA Gateway sottware per 3287 printer emulation 2.300.000
Workstation di rete Omninel
Companion 51 2 K Workstation 2.240.000
Color Conpanion 512 KWorkstaOon 2.720.000
Companion Costeliation II 8 MSIXlS2.il operating System sottware 320.000
COSMIC (Italia)
Costrac s.r.l.
Va Vigr^no. 70 - 00187 Roma
PC COSMIC 2S6K RAM, drive 360K. MS-DOS monitor monocromatico
PC COSMIC 256K RAM. 2 x 360K. MS-DOS. mwiilor monocromatico
PC COSMIC HD 10 2S6K RAM, monitor monocromatico. 360K 4
10Mb. MS-DOS
PC COSMIC HD 20 2S6K RAM. monitor monocromatico. 360K 4
20Mb. MS-DOS
3.700.000
4.200.000
CRYSTAL (Japan)
La Casa del Convaler
Va deSa MiserkonSa. 84 - 58025 Pontedera IPiss)
Monitor 12" Ctysal P39 TTl verde
Monitor 12" Cr^ P42 doppia frequenza (TTl 4 Contposdo) verde
Monitor 12" Crystal PLA TTL ambra
Monitor 12" Crystai FWO TU bianco
Monitor 14" Crystai TVM color per E.G.A. card
198.000
272.000
226.000
286.000
1.350.000
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
173
174
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
Snida computer
Onve per disco rigido 10 Mb
Drive per disco rigido 20 Mb
Controller board per disco rigido (da 10 Mb
Scheda epans. 128 Kb
Scheda espans. 384 Kb
Adal. video grafico alta nsol.
Adat. video grafico a colon
Scheda muitthiin. con 128
Scheda muttfuna. con 384 Kb
Scheda arted. 2 Ni (SS3)
Scheda comunicazipne sincronia
1.600.000
2.600.000
i20Mbl 1.200.000
260.000
460.000
680.000
840.000
830.000
1.600.000
1.210.000
I 150.000
FUJI PHOTO FILM
Fi/rpH 4P - Cologno Moiuese ■ 20033 Milano
QETRONICS
Dee Basa S.p.A. - V.le Legó/u Romana - 20147 Milano
VISA M14G - Monitor 14" green monocromatico compabb. IBMPC 342.014
«SA M12A • Monitor 12" ambra mon. comp. IBM/PC ed Apple 292.000
VISA MC53 - Monitor 14" colori compai. I8M/PC ed Apple 1.042.000
VISA MC54 • Monitor 14" colori compat. I6M/PC e Apple alta lisoluz. 1.467.000
VISA 11 ■ Termnale video emclaaione Digital 12" green IP-34) 934.000
VISA 12 - Terminale video emulazione Oi^le 12" green (P-31) 1.134.000
VISA SOL - Temi emul. Oiglal-Hazelbne Wordstai-Ansi X 3.64 12"
green(P-31) 1.584.000
^SA95 - Terminale video emutaz. Televideo 950 14" green (P-31) 1.300.000
VISA 100 - Term. emulaz. Oigital-Ansi X4.64/14"
green(P-31) 1.367.000
VISA 220A - Tenninale video emulaz Digital 12" ambra 1 484.000
VISA 220G - Terminale video emulaz. Digital 12" green I .484.00Ò
VISA 125 ■ Temunale video Wise 50 - Tslevideo 910 - Lear Siegler
ADMADDSVIewpoint VISA 40 14" verde 1.184.000
VISA 125 - Terminale video come sopra ma scAemio ambra 1.209.000
EGA CARD scheda eoi. grafica per MC 54 comp. EGA IBM 710.000
PC TER Temilnale video 14" pei IBM AT 1.435.000
GIANNI VECCHIETTI QVH
Via Mia Bavamra 39 - 40131 Bologia
P 14 T Hercules o cotore
K 4 T versione in Idi
CDM 1200 (GN/DR) video
MD 3 video
KLM 1211 video
PhapsCM6533
PhlUps BM7513
ex 20 scheda grafica Herculss
ex 25 scheda colore
ex 26 scdieda Ega
ex SO stiieda RS 232
ex 70 scheda 576 K
LH 4 Disk Drive Teac 360 K trazione direna slim
LH 5 Disk Drive Toshiba 360 K trazione diretta slim
MB 4 Mam Board Turbo 256 K RAM 4,77-8 MHz
HD 20 Hard disk 20 M
HD 10 Hard d«klOM
MP 303 Modemphone
GM 4 Mouse
K 5060 Keyboard XT-AT compat capacitiva 64 tasti
GIERRE INFORMATICA
Ka tAndré 3S - 42100 Reggio Emilia
PC2FH IBICOMP 236K 2DD360K 2.046.000
PC10TAPEHIBICOMP 256K 1DD360K 1HD10MBTP10 5430!000
PC20TAPEH IBICOMP 258K 1DD360K IH020MBTP10 6ll89!o00
AT40MB IBICOMP AT 512X IDDI 2MB IHO40MB 7.629.000
Ar70HBIBiCOMPAT512K1DO1.2MB1HD70MB 11.817.000
1 100.000
899.000
199.000
699.000
180.000
649.000
189.000
153.900
153.900
460.000
680.000
69.500
218.000
235.000
310.000
1.150.000
950.000
199.000
165.000
110.000
D08300011 Monitor IBKXIMP 12" Monocromatico TTl 286.130
K35400001 Floppy Tape XT 5" slim 10MB 1.865.672
N35400002 Floppy Tape AT 5" slim 20MB 2.350.746
N35400003 Roppy Tape XT/AT 60MB 4.328.358
N3S400004 Sottosisiema Tape 5" lOMB con Cabeiet akmeni. e cavi 2.61 1 .940
N3S40000S Sonoseiema Tape 5" 20MB con Cabinet aKmeni. e cavi 2.835.821
POOtOOOOl CM-100 (80 col. -80 cps. interi, parallela) 580.799
POOI00003 VP-B100 (60 col.-lOO cps. inlerl. parallela) 730.957
P00100008DT-160(80col.-l60cps.compatibilePCibm) 821.618
P00100006 DT-130 (80col.-l30 cps. compabbilePClbm) 742.290
P00100012 LP-Isi6(l36col.-I60cps. compabbllePCibm) 1.133.267
P00100010 LP-1510 1136 col.-t30cps. compabbile PC ibm) 1.046272
POOI00013 - Inlertaccia RS232 50.997
P00100016 OWP-2500 Daisy whdt pnnier (22 cps. 136 col.) 983.109
P001000I7 - Interi RS 232 e Parallela Centronics 59.497
P001000I8- Inseritore automatico 376.811
P00l00019-TrattoreperUcana 189.822
H2100000B Modemphone 303 ACC - Vel. 300 Bauds 363.636
H21000010 Modemphone WO 1 600 • V22 - Val. 300/1600 Baud 1 1 55.556
H21000011 ModemlotalcomumcaiionperCS4 146.309
K21000012 Modem lotal comunKatlon per IBM o APPLE 268.182
GOLDSTAR (Korea)
S.H.R. tri. ■ C.P. 275 - 49100 Ravenna
AM-500 IBM Pc/xt compatibile. 256-640 Kb RAM. 1-2 x 360 Kb FD.
10/16/20 Mb winch., 1 xCenD.. I xRS232, monitor monocrom./co-
lore. scheda Hercules comp. 2.750.000
GRAPHTEC (Giappone)
SPR computar S.p.A - Via Giacosa. 3 ■ 20127 • Milano
litaliz. 279 X 279mm mlerf. RS232-C, emulaz. Summag.
lit 305 X 305tTVTi interi. RS232-C. emulaz. Summag
ut. 381 X 38lmm Interi. RS232-C, emulaz. Summag.
ilgit. 360x279mm interi. RS232-C e cursore/pen.. emù
2.101.000
2.212.000
2.340.000
2.676.000
2.784.000
2.764.000
5.625.000
6.255.000
6.435.000
7 466.000
7.871 000
8.006.000
11.612.000
12.300.000
12.403.000
17.473.000
18.180.000
16.281.000
1.833.000
2.243.000
3.143.000
2.311.000
HEWLETT PACKARD (U.S.A.)
Hawien PatìanI Italiana ■ Via G. Oi VìlKrio 9 - 20063 Cemusco sul Naviglio IMI)
7.575.000
3-753.000
6.740.000
5.166.000
4.196.000
11.138.000
5.309.000
5.646.000
5.978.000
11.094.000
1.489.000
3.021.000
2.350.000
2.643.000
2.089.000
2-721.000
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
175
p, énitU .
Uria con disco rigido winchssier
9133DB-l4.5M-«-3.5’'710K
9153Afl-10M + 3.S"710K
9133HB-20M + 3,5”710K
91S4AB-10M
9I34DB-14.3M
9134HB-20M
9142AB-sotlosistem3 ncslro 1/4"i>erbad(up
9144A • sonosistema nastro 1/4" per uaup HP-1B CS/80
Flottar - tavolette gratehe - stamiànii - moivlor
7440A - plotter A4 B penne
7475A-plcnerA3 6penne
7550A- plotter A3 8 penne
46087A- tavoletta grafica A4
46088A- tavoletta grafica A3
2225 - sta/Tìpanle grafica mk-jet 80C/150 c;is
82906A ■ stampante gratica ad aghi 80c/ 1 60 cps
2666AB - starnate laserjet 8 pag/min
26B6AB opz. 300 - 512 K mierf. parallela per 2686 AB
Accesson e mterfacce per serie 60
82937A - imertaccia HPI8
82939A - Interfaccia serale RS-232C
82949A - Interfaccia parallela Centronics
Accessori per HP-1 10 Plus
6298 1 A - Cassano porta RAM con 1 28 K
62982A- Cassano porta ROM
B2984A - Espansone rremorìa 1 26 K
Accessori per HP-150 >
4588SA ■ Coprocessore matematico 8067
Accessori, interfacce e periferiche per 9607
62916A- Espansione memoria 1 M
62919AZ - Interfaccia RS-232C
Accessori, interfacce e periferiche per Vectra
4581 1A- Uniti floppy 5"1/4 360K
4581 2A - Unita floppy 5' 1 /4 1 .2 M
45ai6A-Unfti Winchester 20 M
458l7A-Unitiwtìinchesier40M
45973A-Scheda memoria S12K
45974A -Scheda memoria 1 M
35731BB - Monilor 12" monocromatico
35741BB - Monitor 12" colon
7.374.000
4.090.000
5.741.000
3.508.000
6.703.000
4.996.000
4.364.000
7.221.000
2.653.000
4.129.000
6.616.000
1.594.000
2.510.000
1.092.000
1.780.000
6.510.000
2.090.000
862.000
662.000
644.000
1.102.000
332.000
779-000
1.260.000
3.261.000
424.000
470.000
577.000
2.907.000
4.878.000
1.267.000
2.121.000
811.000
2.048.000
HrTACHI (Giappone)
Mogat - Gtunsa JS/B - 200SO Cassm Oe Pscctù (UiisìO)
Plotter Big 3 (A3-4 penne) 2.700.000
Plofter Big. 36 (A3-6 penne) 3.900.000
Tablet Tiger 1 1 >1 1 2.1 00.000
TahletTiger isms 3.200.QQ0
Stilo 260.000
Cursore 4 tasti 370.000
Cursore 1 2 taso 600.000
Alimentatore estemo-i-12±5V 200.000
Monitor 2719/B/C atta risoluziofle (960x720 Interlaccato) 6.500.000
HONEYWELL HlSi (Italia)
HoneyweH US! ■ Va Vida. 11 - 20127 Uiano
HWS0210 EP-Superleam 256 Kb RAM t -i- 360 Kfi Hercules. MS-
DOS 2,11 eGW-6asic
HWS0220EP-Supeneam2 x 360 Kb
HWS0240 EP-Si4ieneam 1 x 360 Kb -l- 1 0 Mb
K6D0780 tastiera imemazrcnale 63 lasD (EP)
KBO0785 tastiera Italiana
DMU5794 video monocromatico 12"
DMUS795 video colore 14"
CMM0701 espansione di memoria da 512 a 640 dB
CMM0703 espansione di memoria da 256 a 512 Kb
DCM0703 po^ seriale asincrona
CPA0797 adanatore per monitor con grafica e/o colore
CPA0796 adattatore per monitor monocromatico ad alla risoluzione
CBL1 91 0 cavo stampante parallela
CPF0792 coproceSSor 8087-2
HWS0610AP-Super1eam 1 x 1.2 Mb
HWS0640AP-SupeneamS12KbRAM1 x 1.2Mb + 20Mb
HWS06S0 AP-Supeileam 1 x 360 Kb -i- 20 Mb
KBD0782 tastiera intemazionale 1 16 tasti (AP)
2.610.000
3.240.000
4.365.000
360.000
360.000
400.000
945.000
60.000
200.000
100.000
354.000
354.000
95.000
513.000
6.566.000
7.366.000
7.366.000
460.000
COU0701 unti disco addizionale da 20 Mb full size (API
MTU0702 streamer tape da 60 Mb e controller (AP)
OIU0702 unti diskette addizionale da 360 Kb (AP)
DIU0703 unti diskette addizionale da f .2 Mb (AP)
CMM0702 espansione di memoria di t26 Kb (AP)
CMM0710scheda di memora da 1 Mbcon5f2Kb in$tatiD(AP)
DCM0701 porta sanale e parallela (API
CPF0793 coprocessor 80287-8 (AP)
HWS0420 XP-St«eneam 256 Kb RAM 2 x 360 Kb
HWS0440 XP-Superteam 1 x 360 Kb -i- 20 Mb
K6D0766 tastiera italiana 95 tasti (XP)
COU0702 unti disco addizionale da 20 Mb
MDJ0701 streamer tape da 10 Mb
1.801.006
3.800.000
455.000
538.000
190.000
545.000
300.000
704.000
3.436.000
4.576.000
410.000
410.000
1.230.000
562.000
2.000.000
HONEYWELL HiSI (Italia)
HixteywtS tisi ■ Va lima. B - 20154 MHano
STAMPANTI
Honeywell L1 1 180 colonne -80 qis 880.000
HoneywellL12CQI80colonnB- iSO/SOcps 1.200.000
Honeywell L32 CO1 132 colonne - iSO/SOcps 1.700.000
Honeywell 4/20 60 colonna - 200/40 cps 1.140.000
Honeywell 4/21 136 colonne - 200/40 cps 1.395.000
Honeywell 34 CO 132 cdortne - 270/60 cps 2.375.000
Honeyw^l 36 CO 132 colonne - 300/60 cps 3.000.000
Honeyvrefl 4/66 136 colonne - 400/160/75 cps 4.600.000
Honeywell 4/66 Plotter Stampante -t- PfotlerA2 8 colorì 6.000.000
Honeywell 4/66 Coax 136 colonne - 400/75 cps 6.600.000
IBM
IBM naia - Va RivcHana 13 - San Felice - 20090 Segrate (MI)
PC BASE 256 KB - 1 X 360 KB - Video Monocr.
Slampanle prol.
XT2 - 256 KB - Video Monocr. - Stamp. Prol.
XT3 - 2S6 KB - 1 X 360 KB - 1 X 10 MB - Video Monocr. - Stampante
ftof.
XT2 AVANZATO - 640 KB - 2 X 360 KB - Video Monocr - Slampanle
Prol
XT3 AVWJZATO - 640 KB - 1 X 360 KB • 1 X 20 MB - Video Monocr.
- Stampaile Prol.
AT BASE - 256 KB - 1 X 1 .2 MB - Video Monocr. - Stampante Prof
AT ESTESO - come AT BASE ma con SI 2 KB -i- 1 0 X 20 MB
AT AVANZATO - come AT ESTESO rm con 1 D X 30 MB
PLOTTER A COLORI
3.695.000
1.042.000
5.573.000
6.712.000
6.O56.Q00
7.208.000
9.117.000
10.102.000
11.372.000
145.000
406.000
681.000
1.059.000
1.298.000
2.168.000
1.042.000
1.857.000
2.088.000
2.540.000
3.168.000
1 265.000
2.944.000
ICL (GB)
ICL naia S.p.A. - Caniro ilmionale MàanoOon - 20094 Milano
39-256 K TSM - 2 minifloppy da 600K CCP/M - Basic 16 Bit S.000.000
39-25»( RAM-1 Winchesler 10M -t- mmifloppy 800K - 16 Bit 6.700.000
39-S12Xcwne3g-2S6 9.500.000
49-512KWinche$ler20MB -I- 1 mintfloppy da 600 K- 16811 11 500.000
Video + tastiera con opzione grafica 1 650.000
6404 Video a colorì 3.700.000
Vìdeo a colorì grafico con Mouse 4.350.000
Stampanle3184 t.550.000
Stampanfe 3185 2.400.000
Stampante a margherita 3.100.000
Stampante lermica 600.000
1 Plotter 1.500.000
176
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
■Iter.
JOYTECH (Taiwan)
Elacoonic Oemes s.r.l. • Va UùMo Coms/xHm. 49 - 00173 Ro/na
Lines Ijth^ PC/XT Compatibile
Mod. PC/1 - t28 K. 8 À)l bstiera. 1 mnifloppy. scheda grafica RGB,
momior verde e ambra
Mod. PC/2 - come PC/1 con 2 mininoppy
Mod. PC/XT - come PC/ 1 con hard disk 10.5 Mbyie
Scheda muftifunaione 256K (OK RAM. oro!., interi, ser. e parali.
Scheda multi1unzione38AK(comescheda 2S6K. con 12BK RAM)
Laies Lithius A Apple cwnpaiibte (DOS a PROOOS)
Mod. LP48/T1 - 48K RAM
Mod. LP/64T1 • 64K RAM
Mod. P2 64/T) - 64K RAM 6502 + Z60
Mod. P2-64/TS - come P2-64/T1 con tastiera separata
Mod. E84/T1 - 64X RAM. 80 colonna. PRODOS
‘ Mod. E64/TS - come ES4/T1 con tasterà separata
Sistemi
Starter 1 • Lithius P48/H + 1 drive + monitor Philips PCT 1204
Starter 2 - come Starter 1 con Lithius P2-64/T1
Stanerò - Lithius P2 -6411, 1 dnve, monitor, stamp.lQ 120 cps
Interfaccia 2 driver
Interfaccia grafica Epson
Interfaccia parallela Cenbonics
Interfaccia RS 232
Intenaccia RS 232C
Interfacca Via card 6S22
hiterfaccia 16K Ram
imenacoa ZSO (CPU 1 MHz)
Interfaccia ZBO (0^4 MHz)
Imenacoa BO Cotoreie Sofi Swnch
Inlenaccè Pai card
Interfaccia Modem card CCfTTVZt 300 B
Interfaccia ICE 6502 card
Intenaccia iCE Z 80 card
ftd^ per Apple (manopole)
8066 card -f softvrare
Acceieraior card (6402 a 4 MHz)
Oiver Skm Super S trazions diretta meccanica Cfilnmi
2.400.000
2.720.000
4.700.000
280.000
352.000
890.000
750.000
650.000
t.200.000
1.300.000
2.700.000
63.000
60.000
64.000
75.000
170.000
70.000
60.000
70.000
90.000
130.000
80.000
170.000
170.000
232.000
270.000
25.000
300.000
300.000
350.000
JUK 5S0P Stampante JUKI a colort 60 d. 1.1 00.000
, JUK 3200 Macchina per scnvere con etlerfaccia seriale e parallela 790.000
JUK6000Stamparleamargherita.10(^l10coionne 800.000
JUK 6100 Stampante a margherita. 16 ($5 110 colonne 1.600.000
JUK 6200 Stampante a margherita. 30 cps 132 colonne 1.950.000
JUK 6300 Stampante a nwghertla. 40 cps 132 colonne 3.300.000
JUKMC1 Trascinatoremodiillconlinuiper6100 380.000
JUKMC3 Trascinatore moduli continui per 6300 380.000
JUKIFimseniQreautomaticofagliper6100 700.000
JUKIF3 Insemore automatico logli per 6300 ad una stazione 900.000
JUKIF4 Inseritore automalico logli per 6300 doppio 1 .600.000
JUKSER Interfraccia seriale 150.000
JUKTR1 Trattore bidirezionale 6100 400.000
JUKTR3 Trattore bidIrezionM 6300 450.000
JUKIFS2 Alimentalora foglio angolo 5510-20 600.000
NI60 Nastn per 6000 (5 uniti) 55.000
NI61 Nastri per 6100 (5 uniti) 56.000
NI62ftastn per 6200-6300-6500 (5 uniti) 65.000
I NISS Nastn per 5520 (5 unità) 55.000
Noti: prezzo dello yen 9 Ire
MANNESMANN TALLY
flors»; 6 - mS4 CiVSCO IMI)
MTBOPC-OOcol- 130cps-lnt.parallela 790.000
MT85 - 60 col - 180 cps-NL045cps - Int. parali o seriale 1.020.000
MT86 - 136 col - 160 cps - NLQ 180 cps - Int. parallela o seriale 1.250.000
MT80 Plus - 100 cps - 60 col. Inlen. paranza 750.000
MT290- 132Col.-2D0cpS 2.040.000
Caricalore automatico di fogli per MT 160/280/290 890.000
MT 290 -I- introduttore automatico frontile di logli angola 2.800.000
MT 460 -f 132 col - 200 cps - grafica - int parakeia c seriale 3.900.000
MT460D-132col- 270 (4)S-OCRA/Bbarcode 4.100.000
MT490 - 132 coi- 400cps-NLQ150cps ■ gtaficsinl parai.oseriale 4.200.000 i
MT 490F - 132 f»l 400 cps - fS.0 1 SO itps - slamp. 4 ed. gral. 4.630 000
MT 660 - 600 Ipm • Interfaccia parallela t4.5DO.OOO '
Interfaccia seriale per MT 660 550.000 ■
MT/20Stamp a margh. 20 cps. - 110col. -Inlerf. parali. 0 seriale 930.000
MT/90Stamp. mk jet 256 cps. - 80 Cd. Imen parallela 0 seriale 1.250.000 '
MT/910 Stempade laser tO ppm Interi, parallela o senale 6 850.000
MT/330 Stamp. aghi - 330 cps. 136 cd - sende o parai, ocurrem lo-
op 3.100.000 ;
MAX (Giappone)
hlogrìt - Va Gnmsa IB/B - 20060 Cassina de Pacchi (MI)
Plotter(A4-4penne)Max4 4.800.000 -
MONTEREY CO. LTD. (Taiwan)
La Casa del Compulsr - va dada MIsenconia, 84 - 56025 Pontedera (Pisa)
AT BASE: 512K. alimentatole 200W. tastiera e cabmei 2.300.000
AT FULL: hard disk 20 MS., floppy 1.2 MB., contrdier ed Hercules 5.200.000 .
PC/XTBASE:2S6K,allm. 1S0W. lastlera. n. 1 flcppy360K t.199.000 <
PC/XTTURBCI BASE: 6 MHz. (OK ram). allm. 1S0W. tastiera. 1 floppy
360 K 1.499.000
PC/XT m.b. 256K. tastiera, color gr^K. pnnter 1.690.000
ATI/Ocard(n. 2seriall -1- pnnier 4 gamal/0) 320.000
ATcontrolerperd(«pidi<op|)y(T.2MB.) 278.000
ATparaKel/serralcard 224.000
(OK rem) 490.000
lOK ram) 590.000 '
2.5 MB. (OK ram) 376.000
i 3.5 MB. (OK ram) 520.000 '
card (n. 4 seriali) 392.000
.IO hard disk 870 000 -
Harddiski»mrdiermod.62t0 330.000 ;
Controller per floppy con cavo 120.000 <
Prtmer card 72.000
Odor graphic 2/L 190.000
DALSON 340.000 ■
HERCULES H 220.000 '
Muttilunction 2'S6K 220.000 i
MulUfunction 384K 270.000 '
A0-DAcard12hi1/16canab 435.000 '
RS-232 doppia (n. 1 a bordo 4 n. 1 opzionale) 96.000 ’
Game lAD card 72.000 i
I/O plus (senale 4 printer 4 game I/O 4 hmer) 190.000
Multi I/O (seriale. prMer. game I/O, timer, controler n. 2 floppy 30B.000 '
8255 card 270.000
tEEE-46S con cavo 570.000 '
i3B4K(OKram) 148.000 '
i512K(OKram) 138.000
B.S. card (comunicazioni sincrone) 350.000
Mono/color graphic 4 printer AMOEK (H.R.) 490.000
Mono/cdorgr^ic PARADISE (H.R.) 400.000 .
E.G.A. cdor ^aptne/mono. (raptac card 960.000
MOUNTAIN
Teav ■ va L Da \find, 43 - 20090 Trazzano sul Navi^ MI
Disco esterno rigido 20 MB 02-7001-04
Disco esterno rigido 40 MB 01-7001-06
Disco esterno TURBO 66 MB 01-7001-10
Disco esterno TURB0 120 MB 01-700M2
loFILESAFE 60 Mb 01-5053-01
10 MINI MOUNTAIN 60 MB 01-4075-02
emoda27 MB 01-2250-01
smoda 60 MB 01-2375-01
0 20 MB con backup da 60 MB 01-7002-04
0 40 MB con backup da 60 MB 01-7002-02
0 20 MBconbackup da 60 MB per AT 01-7101-04
o40 MBconbackup da 60 MB per AT 01-7101-02
0 68 MB con backup 60 MB 01-4070-OB
0 120 MBconbackup da 60 MB 01-4070-07
4.350.000 '
6.500.000 I
7.500.000 !
17.300.000 I
6.300.000 i
16.400.000
1.950.000 -
4.500.000
3.700.000 ;
4.100.000 '
3.700.000 •;
3.300.000 .
3.500.000
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
177
laida conqmter
Osco ri9k)o 30 MB con backup 27MB per AT e T63D0 01-4360-01
Scheda acceieratnce 01-5295-01
M.P.M. Computer (Italia)
M.P.M. &l - V. Casosi. 12 - 42100 Paggio Emàa
MPC Monitor Ptiihps 14" acdon
MULTITECH (Taiwan)
OgilBk s.r.l. ■ V Vali, 26 - 420U Bagnata m Piano Cflfl
2.0BO.OOO
3.000.000
3.250.000
3.BSO.OOO
5.200 000
6.160.000
6.560.000
8.620.000
11.650.000
400.000
270.000
1.100.000
870.000
MPf-W Compuler/iasttera 128K RAM 24K ROM complelo di inierfaece
X drive, stampante, 80 colonne. CP/M (Z-BOI TVC-PAL
PC 522 MPP PC/522 • 2S6K RAM - 2FOD x 360
PC 501 MPf PC/501 - 256K RAM - 1 FDD x 360
PC 502 MPF PC/502 - SI2K RAM - 2 FDD x 360
PC 702 MPF PC/702 - 640K RAM - 2 FDD x 360 con processore
4.77/8MHJ
Xr 720 MPF PC-XT/720 - 640K RAM • 1 FDD x 360 1 HO 20 Mb
10Mb
PC-FT1 MPF PC-FT I - 640K RAM - 2 FDD x 360 compì, di nwi.
15" 1024 X 1024 di rlsol e scheda grafica da 1024 x 768 pixel mo-
12 MBV Monnor 12" FV MULTITICH alta ris. - and nn., basoil
MDM-PC Monitor 12" MULHIiCH monoc. a lunga persisi., bascu x
PC
CVM PC Monitor 13" MULTITECH. colore x PC
MHM-1 5 Monilor 1 5" MULTITECH 1024 x 1024 di risol., losf P15B
OK MFV 1 Monitor 14" monoc gir ./base
12 DKV 1 Monitor 12" a.r. grafico
530.000
7BO.OOO
850.000
500.000
420.000
1.200.000
1.500.000
4 400.000
3.800.000
4.400.000
5.000. 000
9.300.000
8.000. 000
6.800.000
440.000
440.000
1.400.000
1.400.000
460.000
280.000
MicroHne 193 136 col. 160 CPS Parallela
Micraline 193 136col 160 CPS Seriale
Microline 64 132 mi. 200 CPS Parallela
Microline 292 80 col. 200 CPS a colon BN p
1.300.000
1.140.000
1.290.000
1.600.000
1 750.000
2.270.000
1.970.000
2.300.000
3.120.000
2.500.000
6.040.000
6 450.000
750.000
OLIVETTI (Italia)
Oive/S S.p.A. - Via Meravigli 12 - 20123 Milano
Ml9con2FloppyOislc256K -I- videomono 3.750.000
Stampanle M19 OM 280/1 - 160 CPS - 80 col. 1 100.000
M24 bifloppy 256K RAM • video monocromatico 5.300.000
M21 bilapp/25EK RAM • videa monocromatico 5.009.000
M24 - 512 K RAM -coni mimfloppye I Hard Disk integralo da 10Mb 6 500.000
M24 - 512 K RAM • I H.O. iniegrato da 20 Mb 7.500.000
OSBORNE (U.S.A.)
CompulatOf srl ■ ^ F Verdinois S - 0OIS9 Poma
Osbome 1 (portanle 64K RAM. tastiera video 5", 2 minifloppy 2D0K,
inierfacoa. CP/M. Wordstar. MSasic. CBasic. SuperCalc)
Screen Pac (scheda 52, SO, 104 colonnel esd. instali
Osbome Executive (portatile 1 28K RAM. tastiera, video 7". 2 minifloppy
200K, 2 RS232. IEEE 488-Comronics, CP/M plus. p-System.
Wordstar, MBasc, CBasic, SuperCalc. Personal Pearll
(}Sbome Encore 128-01 (ultra portable. 126K RAM, LCD, minfloppy
360K. vertacela, alimentatore. MS-DOS)
Osbome Encore 128-02 (come 128-01, 2 mtixfloppy 360KI
Osbome Encore 512-02 (come 256-02, 512K RAM)
Oaome Encore 512-02-MA(come 512-02, adattatore CRT esterna)
Modulo aggiuntivo 128K RAM (per 128-01 e 128-02)
Adatlaiore per CRT esterno
Accumutalore Ni-Cad per Encore
Osbome Vnen (portatile. 64K RAM. vkJbo 7", 2 mimfloppy 400K, mter-
faets. CP/M. Wordstar. MBasic. SuperCalc2, Osboard. Meda Master.
Desolation, TumKeyl
Osbome Vixen FIO (1 mintfloppy 400K, I disco rigido 10MI
2-350.000
496.000
3.100.000
3.995.000
4.395.000
4.695.000
4.995.000
500.000
550.000
165.000
3.500.000
5.500.000
PERTEL s.n.c.
Penels.n.c. ■ Mi Ormea 99 - W12S Torino
N.P.S. CORP. (Giappone)
PSPTtL
Via Ormea 99 - 10126 Tomo
NPS-P6 P- Pkjtler 6penne 20 cm/secform A3 l/F parallela 1.961.000
HPS-P6S-Plotier6penne20cm/S8CtonTi A3 l/F seriale RS-232 2.222.000
NPS-P6 HP - Plotter 6 penne 20 cm/sec (orni. A3 compabMe HP-Gl 2.559.000
NUMONtCS
TRAV- Vai da Vina. 43 - 20090 Trezano SM Nangio MI
Tavolette grafche complete di alimenlalore, stilo e mteHaccè RS232C
mod.221015xlScm 1.060.000
mod.22l030x30cm 1.340.000
mod.221030x43OT 1.570.000
mod.2210S0xS0cm 2.876.000
mod.2210S0x90cm 5.940.000
mcd.221090xl20cm 8.116.000
mod.2210112x1S2cm 9.800.000
Ploner 5460 7.650.000
Plctler 5660 9.500.000
Ploner DO 926 23.000.000
ieri, stampante *
Digicon b/n per IBM e compai. - 256 x 256. 8 bil. 256 gray-levi
279.000
310.000
267 000
387.000
571.000
2.480.000
281.000
635.000
134.000
427.000
104.000
230.000
790.000
668.000
85.000
257.000
7.500.000
551.000
1 281.000
371.000
419.000
1.261.000
OKI (Giappone)
PHILIPS S.p.A.
Techntron - Viale MitanoOon ft/. E/2 ■ 20094 /issago (Mll
Pnmps S.p A. - Piazza IVf/omnOre. 3 - 20124 Milano
Microline 182 60 col. 120 CPS
VG6020 Computer MSX
178
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
guida computer.
VG8235 Comniler MSX 2 1.084.000
NMS8BOO 1.6S4.000
NMS6810 5S2.000
VW 00 IO Stampante - 40 Col. - matrice dei purth 1.600.000
VW 0020 Siampanie - 60 Col. - matrice dei pumi 323.000
VW 0030 Stampante - 60 Col. - Letter (^ality 474.000
O64S0/60P Regislralore dedicato 96.000
VY 0002 • Quk* dis* Drive 270.000
VYOOtO-Floppydislidnve 500.000
VY 001 1 Disk drive aggkMvo 390.000
6M 7552 monilor monocromatico 173.500
VU 0001 Joysbck 16.600
VU 0005 joystick 36.000
VU003lesp.RAMda16K 67.000
VU0033esp RAM da 48 K 100.000
VU0034esp. RAMda64K 140.000
VU 0040 kilerisccia pataPeia Centronics 48.500
VU 0041 espansione sioi 63.500
ROBOCOM
Tetìv -ViaLDs Ww, 43 - 20030 Trenino Sul NaHg»o MI
Robe CAD-PC per IBM PC/XT/AT
3.000.0QO
ROLAND TELAV
Teti¥ - Va L. Dì Vina 43 - 20030 Trenino S.N. (MI)
Plotler A3/A4 8 Penne. DXY BOOA
PIoRer A3/A4 8 Penne, DXY 8B0A
Ploner A3/A4 8 Penne, DXY 980A
Plotler A3 6 Penna DXY 665
Ploner A3 8 Penne DXY 990
Ploner A2 8 Penne DPX 2000
imooo
2Ì600ÌOOO
3.900.000
9.900.000
SCALA (Taiwan)
CompuisfUne srl
Hé Ubildo Comentìe». 43 ■ 00173 Forra
XT-01: 256K RAM. 2 a. 360K Bytes, vrGraflca Pr. Ad.
XT-02:256K RAM. 1 a. 360K Bytes. 1 1Mnch. 10M Bytes
AT-01;512K RAM, 1 a. 1.2M 1 WINC. 20M V/Grafica. 200 W
Sistema Operativo Xenix System V
16301 Floppy Dnveda360Kiiyte
16302 Floppy da I.2M
16257/N Cntr, Floppy per XT
PA6133Crtlr. Floppy per AT
1601/TCntr VWnchesler per XT
PA6794 Cntr. WincDester per AT
H0O1 OSM Winchester da 1 0 MB formaitatl 85 ms
HDO20SM Wnchester da 20 MB tormattali 85 ms
HDO30SM Winchester da 30 MB lormattati 85 m$
HDO40SM Wlnchesler da 40 MB formattali 65 ms
HDO30VC Winches» da 30 MB formattat 30 ms
HDO40VC Winchester da 40 MB formattati 30 ms
H0080VC Winchester da 60 MB lormaiiaii 30 ms
D01 1 SCC Disco Ottico rimovitHle 1 15 MB cwi conlr. e cavi
STR60 Back-Up 60M Sistema a nastro per XT/AT
STR60CA Back-Up SOM Box come sopra per box per XT/AT
STR60CT Controller Back-Up 60M
ST60FME Back-Up 60M Sisiema a nastro per AT (Xenix)
SViTEME Software di Back-Up per 8T60EME
1 6050 Back-Up Sistema e nastra da 1 0MB per XT
160SOB Back-Up-Box a nastro da 1 0MB per box per XT
16051 Back-Up20 Eterna a nastro da 20MB AT
160S1B Back-Up20 Box a nastro da 20MB box per AT
16255 RS232C Scheda ser. asme. COMI (COM2 opz.)
PA8137 4RS232C 4 porte ser. da COMI a C0M6 per AT
PA-S124l/Osar./par(wAT
A-603-1 4RS232C Scheda con 4 porte senati per XT
EMULAT Emublore BSC Scheda HS232 sincrona per BSC
16256 UO Combo con seriali, parallela, gama. clock
16261 Multi I/O Scheda mulHuruione con contr. FO.
1 6263 I/O Game Scheda per due dispositivi Joysbck
16269 Pnni Adapter porla parallela tipo Centronics
16326 Buffer card per pnnler 32K/64K
16352 IEEE488 Sdteda di interfaccia HPIB IEEE 4BB
1.637.000
2.422.000
4.970.000
1.210.000
312.000
549.000
85.000
tao.ooo
380.000
754.000
990.000
1.247.000
1.392.000
2.245.000
2.572.000
2.700.000
4.100.000
7.B02.000
2.620.000
3.400.000
1.020.000
4.699.000
800.000
1.260.000
1.900.000
1.560.000
2.120.000
60.000
450.000
170.000
225.000
300.000
205.000
280.000
46.000
50.000
227.000
570.000
16322 1/0-6255 Scheda con 48 linee ptogr. IN/OUT
16265 A/D-D/Aconv. 12 bit, 16i». A/D, 1 oh. D/A
16266 A/D-D/A-VO conv. 8 bit. 64 eh. AID. 2 eh. D/A
16266H A/D-D/Aconv. 14 bri, 16 (4i. A/D, 2 oh. D/A
1650R RAM 64XKrtdiesp.dimemonaRam9eh«)
1651R RAM 2S6K KRdi esp. di memoria Ram 9 chip
1652E Eprom Memore da 64K 8K x 8 programmabili
6067 Coprocessore maierrutico XT
80287 Coprocessore malemallco AT
1 6253 Video Cntr. colore Schede e colori
16253/P Video Cntr. Colore -i- 1/F stamparne
16258 Video Cntr Hercules 8/W più l/F stampante
1 6350 Video Cntr Ega grafica colori 640 x 350
1 6262 Net-Work Stenda per il coUegamento m rete
EP512 Eprom Wnler-512 Eprom progr. fino alle 512K
KCPWS Pai Programmer Scheda di programmazione di Pai
16268N Scheda Madre XT. zocc. 640K. 6 slots. 4.77
PAB1 10 Scheda Madre AT. zocc. 1M 8 slots SrtOMHz
16278 RAM Card/S12K chip da 64K. zero Ram XT
16278/S RAM Card/512K chip da 2S6X. zero Ram XT
PA-8119 Multifunzione 2.5MBzero Ram. RS232C AT
PA-812B RAM Card/3 5M usa chips da 256K.AT
1608 Cavo stamparne Cenuonics lunghezza 1,5 mi
162S0K Tastiera XT amerlcana/ilaliana
PA8293 Tasbera AT amarieana/itallana
Tastiera AT/XT estesa
16296 Power Suptìy XT Alimentatore 130W, 220V, 50 Hz
PA8596 Power Supply AT Alimenlaiore 200W. 220V. 50 Hz
MIKI Mouse Meccanico con encoder ottico
NETWK Net-Work cotiegemenio in rete locale con SW
E5251 Emulatore 5251 con SW
ES251B Emulaiore 5251 via Modem con SW
1 6365 Modem Card Hayes Scheda modem
WD7012 Modem 300/1200 baud CC3TTV21 & V22 Hayes comp.
WD7012P Modem/Ptione come sopra con in piòli telefono
Sansung Monnor B/N 12 ", TTl. IBIdfz per Hercules
ADIPXll Monitor Colore per IBM C.6.A.
ADIPX22 Monitor colore per scheda cibare E.G.A. IBM
LP300 Laser Pnm 300 x 300 dots/inch. 8 f./min.
16342 Ughi Pen Penna otbea
A-650 Bar-Code tenore di codici a barre
ET2Q00 Termineb asincrono con schermo 1 2"
PWM-200 Gruppo intervento da 200W
PWM-300 Gruppo imervemo da 300W
PWM-SOO Gruppo inletvemo da 500W
PCB-1 Buffer Box per siamp. par. max di 64K
DO-2A T Swlch RS232 rneccanico
DO-2B X Swilch RS232 mecc. scambia due linee
DSRAP2 T Swilch Prinler meccanico
DSRAP4 Swilch Printer mecc. scamtxa 4 Centronics
DS2A T Swilch Pnmer elettr bufi, 64K t starno
DS26 T Swilch Prinler eletir buffer da 64K 2 stamp.
PCC44 Data Swilch elen. 4 siamp. 4 srst. 64/256K
(XINSEGNA PRONTA. GARANZIA 12 MESI
152.000
323.000
460.000
ESO.OOO
50.000
120.000
10.000
540.000
1.265.000
176.000
222.000
220.000
733.000
725.000
932.000
415.000
340.000
1.792.000
120.000
105.000
540.000
580.000
25.000
170.000
200.000
260.000
210.000
3BO.GOO
260.000
1.490.000
1.900.000
1.680.000
560.000
800.000
850.000
330.000
1.100.000
1.350.000
6.920.000
326.000
1.103.000
1.000.000
780.000
1.053.000
1.395.000
326.000
298.000
307.000
118.000
166.000
298.000
306.000
1.109.000
S.C.M. Smith Corona Marchand (U.S.A.)
T4ier SpA ■ Ve UiOonm del Fposo. 127 - 00165 Fonti
Stampane
D80 ad aghi 60 Cd. grafica, parallela, Cenbomes 80 ct>$
400.000
0200 grafea, Cenbonics - RS232 160 cps
1.050.000
D300 132 Cd. grafica, CentronicseR5232 160 cps
1.350.000
SEIKOSHA (Giappone)
Feblt Computer - Divisione deUe SBC ìteìani Spi
me Milteaiti. BS - 20032 Omsedo Bilsimo IMI)
GPSOA (46 Col. 40 CPS) im. paranza Centronics 260.000
GP50S(32Col.35CPS)perSinclairZX81 eSpectrum 290.000
GPSS AS (46 CiM 40 CPS) interfaccia seriale RS 232C 330.000
6Pt00AT(80Col 50 CPS) per Home Computer Atari 550.000
GP500 ve (80 Cd. 50 CPS) per computer Commodore VIC 20 e 64 550,000
GP500 AS (80 Cd. 50 CPS) Ini. ser^ RS 232C 550.000
GP500 A (80 Cd. 50 CPS) Ini. parallela Centronics 510.000
GPS50 A (80 Cd. 50 CPS) M. parallela Centronics N.L.Q. 650.000
GP700 ve (80 Col. 50 CPS) a colori per Computer Commodore 64 900.000
SP100Q AP (MACINTOSH - APPLE IIC) 80 col 100 CPS - NLQ 20cps 780.000
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
179
BP5200 A come S2001 ma con interi. Centronics e RS232 2.3OG.0OO
BP 52001 (136Col.200CPS)N.L.Q.vers.toa. PCiBMcomp. 2.300.000
tnsentoreautomatKO foglio singole per BP 5200 M 640.000
SP lOOOieOcol. lOOcpsNLQlBMComp. 7BO-000
SP 1000 ve 806 Col. 100 cps VU) Commodore Comp. 780.000
SP 1000 ASSO col. 100 cpsNLO ini. seriale RS232C 740.000
BPS420A/I l36col.420c4)sNLQailevel.senale/03raH IBMcomp. 3.650.000
HB-501P Computer MSX 64X RAM Bil Cordar -f Joystick ineorporab 656.000
HBD-SOP Floppy disk drive 3.5 ” 779.000
SDC-SOO Bri Corder 115.000
PRN-C41 Plotler/stampanleacolort 517.000
PRN-T24 Stampante a matnee di punb 615.000
JS-55 Joystick 36,000
JS-C75 Joystick senza No 64,800
JS-75- Joystick -Traarottente e nceveme 131.200
SHARP CORPORATION (Giappone)
Me/tìAìni Compulertrne
Itée Europa 49 - Cotógno Moniase ■ 20093 Miano
SPERRY (U.S.A.)
^ìerry S.pA - Va Pota, 3 - 20124 Milano
MZ811-64KRAM 499.000
MZ811QD-MZ811 + OurdiDisli 798.000
MZ611De/2 + video + doppioflopDy + OiskBasic 2.946.000
MZ61 1CPM/2 + video -1- doppK) fkvpy + CP/M 2.998.000
MZS21-64KRAM 599.000
MZ821D8/2 + vKteo + doppiolloppy + OiskBasic 3.048.000
MZ821CPM/2 V- video + doppio Oqkiy + CP/M 3.098.000
MZ 1 D04 - monitor 12" fosfon verdi 385.000
MZ1 DOS • monitor 14" a colon 773.000
MZ1D19 - monitar 14’’ a colori ad alla definirlone 1 .055.000
MZ8BI03-mleriacoa serale RS-232C 280.000
PC5000 - 8086. 128 K RAM. display LCD 8 x 80. portatile 3.800.000
PC5000/1 - con stamparne termica e 128 K budble memoiy 4.950.000
PC5000/E - con Easy Pac in ROM 5.990.000
PC7000/1 - 8068. 320 K RAM. 2 x 360 K. portatile 3.990.000
PC7000/1P • con stampante termica 4.980.000
MZ5631/1 -6088. 1 Ooppy. video losfori verdi 4.176.000
MZ5641/1 - 8088. 2 floppy, video toslori verdi 4.980.000
MZ5645/1 - 6088. 1 floppy -i- 1 disco 10 M. video losloti verdi 8.666.000
MZ5641/1C- 8088. 2 fkwy. video 15'acolon 6.162.000
MZ5646/1 • 8088. 1 floppy -i- 1 disco 20 M. video tosi, verdi 9.700.000
MZlXIO-mouse 256.000
ZX330 - macctilna per scrivere interiacciabrie 1.490.000
lmeriacoaRS-232perZX330 390.000
PAIOOO ■ maochma per scnvereportatHemtertacciabile 558.000
PA1000/A-PA1000conalimen1aloiecj. 598.000
CE182T- interfaccia seriale perPAtOOO 229.600
MZ1P02 - 80c. grafica, parallela e seriale 980.000
CES16P - printer plotler 4 cokxi 60c 740.000
JX720-ink jet a cruori 3.500.000
Persona! computer PC/HT mod 100 3.960.000
Persona! computer PCMT mod. 200 4.606 000
Persona computer PCmr mod. 250 S.409.000
Personal computer PCmr mod. 400 7.064.000
Personal computer PC/HT mod. 450 ^'g^ooo
^So^wmjWM^^^IRAMSlZK) 6,Lo!oOO
Personal computer PC/IT Espanso (HO 40 MB) 9.920.000
Personal computer PCAT Avanzalo (1024 K) 10 990.000
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Coniniller per videa rnonocriHTBbco 515.000
Video monocroiTatico 550.000
Controller per video a cokHi mede risoluzione 515.000
Video a cokm media risoluzione 1.045.000
Controller per video a colori alta risoliizione 1 .195.000
Coprocessore aritmetico 80287 800.000
Inlertaccia parallela (HT-m 171,000
Inlerfaccra RS-232 (HT-m 200.000
Stampante grafica mod. 5-80 0 100 cps 948.000
Sterni' l^cps 1.400.000
Tavoletta grafica 215 x 280 1 .800.000
Tavoletia grafica 305 x 305 2.200.000
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Interi. RS232 seriale per slamp NLIO 310.000
CariridgelBMoerNLIO 110.000
CartridgeParalleloCenlronicsperNLIO 110.000 .
Cartridge Commodore per NLIO 110.000
SG 15 136 Cd. -120 cps NLQ 1 420.000
SD 10 80 cd. - 160 cps NLQ 1 380.000
SO15136cd.-160cpsNLQ 1.800.000
Sfl 1 0 80 cd. - 200 cps NLQ I 900.000
SR 15 136 Cd. -200 cps NLQ 2.350000
N815 136cd.-300(«s24aghi 3.600.000
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Stampante PT88N aghi (80 cps.) 80 Col. 1 .289.000
Stampante PT86T Ink |el (1 60 cps.) 80 Col. 1.667.000
Stampante PTBSTcompaObile IBM 1 50 cps (4 Kb RAM) 1.813.000
StampanlePT89Nada|^(60cps.-132col.) 1.638.000
Stamparne PT89T compatibile IBM 1 50 cps - 4 Kb ram 2.078.000
Starr^te PT 69T Ink |el (1 50 cps. - 132 col.) 4 Kb RAM 1.900.000
St3mpajileFT8012kik|e1(270cps.)132Col. 3.300.000
PT 90 mk jet (132 Col. 400-680 cps) NLQ 200/340 cps 4.900.000
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Petit Computer - G.B.C. ttaSana S.p.A.
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Espansione da 64K RAM PCML 299.000
Espansone da 128K RAM PCML 399.000
Espansione da 256K RAM PCML 599.000
Ewisioneda 512K RAM PCML 899.000
Micro floppy drive 1 da 3.50" mod.DD-S0 850.000
Micro flttepy drive 2 da 3.50 " mod. 00-40 499.000
Stampante QLIOOOPnnter 790.000
QL Monitor 14 ” a Colon RGB 600.000
ZX Specirum Plus. 48 K 269.000
ZXMicrodrive 169.000
ZX Espansion System 80 X 235.500
lntert»nal 169.000
Krt di trasformazione per Spectrum 46K 99.000
Mac Tablet 961 ■ Tavoletta grafica 6" x 9" per Maantosh. 1 .040.000
MacTablei1201 1.430.000
Summaskeich 961 ■ Tavoletta grafica 6" X 9" per PC IBM e compatM 1.040.000
Summaskeicti 1201 -Tavotetla grafica 12’’x 12" per PC IBM e comp. 1.430.000
Summamouse 445 - Mouse per PC IBM e comp. 360.000
Summamouse -i- Gem collecbon 720.000
CSR4-Curs. a4bott. ecavoda 1.2mperSummaskatch961 e 1201 250.000
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Data Base - Vale Legioni Romane 5 ■ 20147 Miano
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Sistema di back-up PC IBM venuone esterna 2.950.000
Sistema di back-up PC IBM interfaccia SC SI 60 Mb 2.820.000
Sistema cS back-up PC IBM inieriaccia SC S1 120 Mb 3.090.000
Sistema i» back-up PC IBM mterfaeda QIC-02 60 Mb 2.320.000
Sistema di back-up PC IBM imeriaccia OIC-02 120 Mb 2.320.000
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MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1937
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987
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Insider 14 per Omni M24 2.140.000
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5710 -IW esterno 10 M per Commodora Amiga 1.630.000
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5740 - hd esterno 40 M per IBM PC/XT/AT 2.740.000
5740 - hd eslemo 40 M per Ohvetg M19/M24 2.740.000
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97TC - badi up nestro per Commodore Amiga 1.930.000
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ZF-148-42 • 6088. 256 K. 2 Oo^iy 360 K
ZW-148-43-8086.256X.1 floppy 360K -l- 1HD20M
ZF-15B-42 • 8088, 256 K, 2 Roppy 360 K
ZW-1S6-43-8066.2S6K. 1 floppy 360 L - 1 - 1 HD20M
ZF-241-81 - 80286, 512 K, 2 floppy 1 .2 M
ZW-241-82 - 80286. 512 K. 1 floppy 360 K + 1 HO 20 M
ZF-171-42 - 80C68. 256 K. 2 floppy 360 K
Za-181-92 - B0C88. 640 K, 2 microfloppy 720 K
GAtmAlWei PR068AIIIIABIU
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FX180P 68.000
FX3600P 90.280
FX4000P 141.200
POCKET COMPl/TERS
FX 770 P 242.700
PB410 185.650
FX750P 266.200
PB700 370.000
OR a (Esp 8K per P8 770) 208.362
OR 2 (Esp. per FX 770/P 2K) 69. 1 00
FA 1t (Ini. Ptotler perP8 700/PB770) 633.500
ACCESSORI
OR t (espansioneperPB 110) 51.250
FA3(intet1accaPB110/410) 73.250
FP 1 2 (stampante per PB 1 1 0/4 1 0) 1 39.500
FA 10 (intertaccia ptotter per P6700) 554.800
CM I (registratore per PB 700) 191.200
OR 4 (espande per P6 700 4X) 105.300
FA 5 (irtlerf. Centronics per PB700) 63 400
FA 20 (imerf. Stamp. per P97S0/P) 226.500
RC 4 (RAM CARD per PB410/FX7S0/P4K) 116.400
RC 6 (RAM CARD per FX 750/P 8X) 225.400
P6 770 518.900
HEWLETT PACKARD (U.S.A.)
Hewten Padani laiana - \fiiG. Di Vittono. S - 20063 Centusco sd Naviglio IMI)
Scientrficoprogrammab«eniem.pefm. HP-11C 119.000
Firtannano programmtóilemem. perm. HP-12C 275.000
Scientifico programinab»emern.perm.HP-lSC 212.000
Programmabile per progetbso elettr. HP-I6C 275.000
Calcoialorea!t8num.mBm,peim.3l9rag HP-41CV 370.000
CaJcoialDreatfartum. mem. perni. 319 reg. HP-41CX 524.000
Lettore di stiiede magn. per HP-41 - 62104A 446.000
SiampanteperHP-41 62143A 881.000
UtloreotticoperHP-41 -621S3A 286.000
Memoria di massa a cartuccia HP-IL 82 1 6 1 A 1 .252.000
lnlerfacciaHP-IL/RS232C82IS4A 671.000
tnlertaccia HP-IL/PIO 6216SA 675.000
Kit mterfama HP-IL 62166C 904.000
Intertacoa HP-IL7KP-IB 82I69A 693.000
Computer portatile HP-71 BZ 1 193.000
Computer portatile HP-7S OZ 2.612.000
ACCESSORI PER HP-71 B
Lettore di schede 82400A 375.000
tmerfacciaHP-IL82401A 277000
Modido di memoria RAM (4K)62420A 165.000
SHARP (Giappone)
Mak/Vofii S./M. - Va P. Coma. 37 - 20135 Milano
PC 1350
PC 1251
PC 1260
PC 1245
PC 1401
PC 1261
CE 125 (UnM con microcassette e stampante per PC 1251)
PC 1 500/A
CE t so stampante
CE 151 (e^nstone 4Kper PC 1500)
CE 152
CE 155 (espansione 6K per PC 1500)
CE 1 58 (Interfaccia sedale RS 232 e parallela per PC 1 5001
PC 1430
PC 1402
PC1421
PC 2500
PC1246
PC1247
CE 126 P
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Esp. Memo, per 1)74 - 8KRAM 109.000
1) 74 CAS/1NT. Interi, per Registraiore a Cassette 56.500
H 62 GALAXY 79.000
462.000
267.000
306.000
167.000
252.000
448.000
369.000
452.000
475.000
475.000
111.000
260.000
399.000
176.000
367.000
297.000
939.000
155.000
198.000
199.000
182
MCmlcroeomputer rt. 59 • gennaio 1987
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Editor per modificare le caratte-
ristiche dei suoni da riprodurre
per una fedeltà ancora migliore.
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199.000 lire.
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I tuoi programmi possono parla-
re con la tua voce, in qualsiasi
lingua e con qualsiasi accertio.
Usa li comando LEARN e parla
nel microfono; con il comando
SPEAK il computer restituirà
all'altoparlante quello che hai
detto
II manuale riporta numerosi
esempi di come aggiungere la
voce ai programmi
Gli ordini si danno
a voce!
Ti piacerebbe dare ordini al com
puter con la tua voce?
Semplicissimo! Con il comando
TRAIN gii comunichi le parole o
le frasi da riconoscere e con il
comando RECOGNISE ottieni
che le capisca e si comporti di
conseguenza.
Un po' di musica per
rilassarti
Con il software del Voicemaster
puoi comporre e suonare sem-
plicemente canticchiando o fi-
schiettando. Non importa se non
sai leggere la musica.
La tua voce o II tono del fischio
scriveranno le note per tei
Mentre canti o fischi le note ap-
paiono sullo schermo le puoi
correggere, riascoltare e. quan-
do sei soddisfatto, puoi stampa-
re lo spartito In modo perfor-
mance puoi cambiare le ottave,
le chiavi 0 aggiungere accordi
Speciale Natale
99.000 lire invece di 119.000.
OAK
Fa bene sedersi bene
tevole. La maggior partedel cari-
co è sopportata dai femori e la
colonna vertebrale rimane In
posizione corretta. Oltre a ciò,
OAK à molto più bella di una nor-
male sedia e il suo prezzo è sba-
lorditivo: solo 99.000 lire.
Creata da un team di designerà
in collaborazione con medici e fi-
sioterapisti e realizzata m legno
di rovere. OAK distribuisce II pe-
so del corpo In maniera bilan-
ciata rispetto al baricentro, ri-
sultando estremamente confor-
il primo sistema operativo esterno
per Commodore 64/126 (modo 64).
Nel l965navinto il premio Oskar
per la migliore utility dell'anno
Nel 1966 supera se stessa e si
impone come la cartuccia più
completa in circolazione.
Vero e proprio sistema operati-
vo esterno (32K di ROM) non
occupa neppure un byte di me-
moria e fa compiere un bel salto
di qualità ai tuo 64.
Turbodisco - 6 volte più veloce
in lettura. 6 volte più veloce in
scrittura.
Turbonastro - 10 volte più velo-
ce, anche con i files. Usa i norma-
li comandi Commodore ed è
compatibile con II turbo stan-
dard.
Freezer - Permette di con-
gelare m memoria praticamente
tutti I programmi per un back-up
totale e automatico su disco/
cassetta e per la riproduzione su
carta delle schermate in Hi-Res
{12 gradazioni di grigio).
In modalità training di-
sabilita il riconoscimento della
collisione fra sprites e vi garanti-
sce... l'immortalità.
Interfaccia avanzata Centro-
nics • Permette di stampare tutti
I simboli grafici e i codici di con-
trollo Commodore su qualsiasi
stampante standard Centronics.
Molto importante per i listati.
24K di RAM in più per I program-
mi Basic • Due nuovi comandi,
“Memory read" e "Memory wri-
le~, possono spostare 1 92 bytes
con la velocità del Linguaggio
Macchina ovunque nell'ambito
dei 64K di RAM del Commodore
64. Utilizzabili con stringhe e va-
riabili
Comandi Basic 4.0 - Come
Oload, Osave, Dappend, Cata-
log. cc.
Basic Toolkit - Con Auto, Re-
num (compresi Goto e Gosub),
Find, Help, Old, ecc.
Tasti funzione preprogrammati
- Run, Load, Save, Catalog, co-
mandi per gestione disco. List
(rimuove tutte le eventuali prote-
zioni).
Nuove funzioni
da tastiera - Con il comando
Type potete usare la stampante
come una macchina da scrivere.
Monitor L/M esteso - Con as-
sembler e disassembler. Non ri-
siede In memoria.
Pulsante di reset - Sempre mol-
to utile.
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Non inviateli a '
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Le istruzioni e U modulo
sono a pag. 193.
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